L’Anticristo
e l’antivangelo
… e
non sapeva di dove fosse…
«Di
dove sei?»
(Gv 2, 9; 19, 9).
Il
vino di Cana non era frutto
della vite e del lavoro dell’uomo
(come recita, nel novus
ordo,
il testo che introduce al “banchetto”, adattamento della
preghiera ebraica di benedizione dei pasti). Il vino
buono
concesso da Gesù aveva un’origine soprannaturale, così come la
Persona del suo fattore non veniva dalla terra, ma dal cielo. Di
fronte al Suo mistero persino lo scettico Pilato avrà un tremito di
sacro timore (cf. Gv 19, 8), ben presto sopraffatto dal calcolo
politico con cui indurrà all’apostasia l’indocile popolo
giudaico. Le vere nozze dovevano consumarsi sul Calvario, dove lo
Sposo divino avrebbe effuso fino all’ultima goccia il vino nuovo
del Suo Sangue prezioso per lavare e unire a Sé la Sposa che da quel
dono di vita stava nascendo. Il Sacrificio della nuova ed eterna
alleanza rendeva ormai superflua la prassi sacrificale del Tempio di
Gerusalemme, mera prefigurazione di ciò
che il Figlio di Dio fatto uomo avrebbe realizzato offrendosi al
Padre sulla croce per
riconciliargli l’umanità peccatrice e ribelle. Non a caso
l’evangelista Giovanni, come a formare un dittico, subito dopo
l’inizio
dei segni
a Cana riporta il gesto di autorità con cui Gesù scaccia i
venditori di animali da quel luogo di culto che, quarant’anni dopo,
sarà distrutto (cf. Mt 24, 1-2; Gv 2, 13-22). Il vero tempio in cui
abita Dio è ormai il Suo corpo, sia quello fisico (cf. Gv 2, 21; Col
2, 9) che quello mistico (cf. 1 Cor 3, 16; 12, 27).
Quel
Cesare a cui le autorità ebraiche si sottomisero, rinunciando così
alle nozze messianiche e, in definitiva, alla loro fede (cf. Mt 22,
3; Gv 19, 15), era un imperatore pagano, usurpatore di quella terra
santa che Dio aveva donato ad Abramo e alla sua discendenza. Da
quando Pompeo l’aveva occupata con tanto di profanazione del
Tempio, il monte
dell’eredità del Signore
(cf. Es 15, 17) era governato da immondi gentili, ma la classe
dirigente d’Israele aveva ben presto trovato un modus
vivendi
da cui trarre, come al solito, il maggior vantaggio possibile – e
non aveva la minima intenzione di perderlo. Quantunque assorbito dai
sollazzi di Capri, il lontano sovrano, dal canto suo, contava
sull’abile procuratore che, senza perdere un soldato in battaglia,
al prezzo una sola vita umana, ingiustamente condannata, aveva
riportato l’enorme quanto insperato successo di una pubblica
dichiarazione di sottomissione. Nessuno di questi personaggi, a
quanto pare, pensava al giudizio di Dio, ma al momento fissato il
conto arrivò ad ognuno di loro: Pompeo, a suo tempo, era stato
sconfitto a Farsalo e ucciso in Egitto; Pilato, rimandato a Roma,
finirà sotto processo e sarà condannato; Tiberio, riportato ormai
defunto nella capitale, rischierà di finire nel Tevere per l’odio
della folla; i sadducei, accusati di collaborazionismo con l’odiato
occupante, durante la guerra giudaica saranno massacrati dagli
zeloti, a loro volta sgominati dai Romani.
Historia
magistra vitae?
Non per quelli a cui dovrebbe servire. Ma chi vuole, qualche lezione
può trarne, se non altro per averne il conforto necessario per
attendere fiducioso l’intervento divino. Il novus
ordo seclorum
(come sta scritto sui dollari) si sta instaurando ovunque con
l’appoggio della nomenklatura
vaticana; la società e la cultura, ormai giunte a un avanzato stadio
di decomposizione, sono assolutamente impotenti e totalmente prone al
potere; quelli che dovrebbero guidare il gregge si nascondono dietro
la foglia di fico dei diritti da concedere ai pervertiti, ma senza
parlare di matrimonio e di adozione… Se i cattolici si organizzano
per difendere la famiglia, essi si dissociano con sufficienza dalla
proposta degradandola a iniziativa puramente laicale. Ma non ci
ripetono da cinquant’anni che la Chiesa sono i laici e che bisogna
ascoltare il Popolo di Dio? Ora che i fedeli scavalcano –
giustamente – i Pastori e si organizzano da sé, li bollano come
oltranzisti incapaci di comprendere il momento storico. Del resto
sono decenni che i vescovi italiani sono scelti di preferenza fra i
burocrati e gli scribacchini della Circonvallazione Cornelia a Roma
(quegli stessi che hanno ridotto il catechismo a barzelletta, la
liturgia a pagliacciata e le diocesi a pachidermi amministrativi
addormentati).
Sia
ben inteso, ancora una volta, che non ci piace la polemica per se
stessa: costretti dagli eventi, abbiamo semplicemente aperto gli
occhi sulla realtà, che vediamo in misura oltretutto insufficiente.
Se potessimo scorgere fino a che punto i liberi muratori si sono
infiltrati nella Curia Romana e nelle conferenze episcopali, ci
verrebbe un attacco di panico; ma Dio ce ne preserva. L’importante
– per tornare alle lezioni della storia – è tener presente che
anche questo passerà: una dirigenza religiosa che si vende ai nemici
di Dio sarà spazzata via, prima o poi. Vorrei sentirne un po’ di
compassione, ma non ci riesco. D’altronde non ho la minima
intenzione di diventare più misericordioso di Gesù stesso, come il
grande saggio che sta riconciliando tutte le religioni. Non ho
nemmeno voglia di scambiare il vecchio
volto di Cristo con quello nuovissimo
della bonaria figura gnostica in cui sembra ora credere
l’inossidabile predicatore della Casa Pontificia, con una
cortigianeria così smaccata che metterebbe in imbarazzo perfino
Stalin (mentre il tiranno argentino è perfettamente a suo agio in
mezzo allo stuolo dei suoi adulatori). Altro che porte sante,
dobbiamo stare ben lontani da San Pietro e da altri luoghi infestati,
per quanto ci costi. San Pio X e il futuro beato Pio XII
provvederanno loro a ripulirli, come fecero quando stavano quaggiù.
Nel
frattempo, in attesa che arrivi il Chirurgo, tappiamo occhi, orecchie
e cuore alla propaganda della falsa chiesa massonica che si è
incistata in quella vera come un tumore maligno. Sono le stesse
tecniche dei vari Goebbels della storia recente, solo che gli
strumenti mediatici sono ben più potenti e pervasivi: si crea un
consenso artificiale intorno a quattro idee sgangherate, del tutto
prive di fondamento e di contenuto, ma capaci di rispondere a paure e
frustrazioni di masse confuse che hanno perso la propria identità (o
a cui – meglio – l’hanno tolta con un indottrinamento forzato e
la distruzione dell’eredità culturale), così da diventare
assolutamente indiscutibili. È un antivangelo
che, pur nella sua apparenza accattivante, proclama il nulla e
asservisce al diavolo, preparando così la strada al regno
dell’Anticristo. Quest’ultimo sarà un personaggio politico che,
in un clima di grave instabilità e insicurezza pianificata, sarà
accolto come un liberatore da popolazioni sedotte dal falso profeta e
spinte all’esasperazione dai burattinai del sistema. Dietro tutto
questo, come sempre, ci sono i discendenti di quei sadducei che
rifiutarono il Messia perché si erano venduti a Satana, rinnegando
l’alleanza e perdendo poi, di conseguenza, la terra e i privilegi.
Poveracci, non vogliono proprio capire che non
praevalebunt:
la Chiesa ha per sposo Uno che viene dal cielo.
Tuo
sposo è il tuo Creatore… Sì, come un giovane sposa una vergine,
così ti sposerà il tuo Architetto; come gioisce lo sposo per la
sposa, così il tuo Dio gioirà per te
(Is 54, 5; 62, 5).
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