ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 16 gennaio 2016

In attesa che arrivi il Chirurgo

 
L’Anticristo e l’antivangelo


e non sapeva di dove fosse… «Di dove sei?» (Gv 2, 9; 19, 9).

Il vino di Cana non era frutto della vite e del lavoro dell’uomo (come recita, nel novus ordo, il testo che introduce al “banchetto”, adattamento della preghiera ebraica di benedizione dei pasti). Il vino buono concesso da Gesù aveva un’origine soprannaturale, così come la Persona del suo fattore non veniva dalla terra, ma dal cielo. Di fronte al Suo mistero persino lo scettico Pilato avrà un tremito di sacro timore (cf. Gv 19, 8), ben presto sopraffatto dal calcolo politico con cui indurrà all’apostasia l’indocile popolo giudaico. Le vere nozze dovevano consumarsi sul Calvario, dove lo Sposo divino avrebbe effuso fino all’ultima goccia il vino nuovo del Suo Sangue prezioso per lavare e unire a Sé la Sposa che da quel dono di vita stava nascendo. Il Sacrificio della nuova ed eterna alleanza rendeva ormai superflua la prassi sacrificale del Tempio di Gerusalemme, mera prefigurazione di ciò che il Figlio di Dio fatto uomo avrebbe realizzato offrendosi al Padre sulla croce per riconciliargli l’umanità peccatrice e ribelle. Non a caso l’evangelista Giovanni, come a formare un dittico, subito dopo l’inizio dei segni a Cana riporta il gesto di autorità con cui Gesù scaccia i venditori di animali da quel luogo di culto che, quarant’anni dopo, sarà distrutto (cf. Mt 24, 1-2; Gv 2, 13-22). Il vero tempio in cui abita Dio è ormai il Suo corpo, sia quello fisico (cf. Gv 2, 21; Col 2, 9) che quello mistico (cf. 1 Cor 3, 16; 12, 27).

Quel Cesare a cui le autorità ebraiche si sottomisero, rinunciando così alle nozze messianiche e, in definitiva, alla loro fede (cf. Mt 22, 3; Gv 19, 15), era un imperatore pagano, usurpatore di quella terra santa che Dio aveva donato ad Abramo e alla sua discendenza. Da quando Pompeo l’aveva occupata con tanto di profanazione del Tempio, il monte dell’eredità del Signore (cf. Es 15, 17) era governato da immondi gentili, ma la classe dirigente d’Israele aveva ben presto trovato un modus vivendi da cui trarre, come al solito, il maggior vantaggio possibile – e non aveva la minima intenzione di perderlo. Quantunque assorbito dai sollazzi di Capri, il lontano sovrano, dal canto suo, contava sull’abile procuratore che, senza perdere un soldato in battaglia, al prezzo una sola vita umana, ingiustamente condannata, aveva riportato l’enorme quanto insperato successo di una pubblica dichiarazione di sottomissione. Nessuno di questi personaggi, a quanto pare, pensava al giudizio di Dio, ma al momento fissato il conto arrivò ad ognuno di loro: Pompeo, a suo tempo, era stato sconfitto a Farsalo e ucciso in Egitto; Pilato, rimandato a Roma, finirà sotto processo e sarà condannato; Tiberio, riportato ormai defunto nella capitale, rischierà di finire nel Tevere per l’odio della folla; i sadducei, accusati di collaborazionismo con l’odiato occupante, durante la guerra giudaica saranno massacrati dagli zeloti, a loro volta sgominati dai Romani.

Historia magistra vitae? Non per quelli a cui dovrebbe servire. Ma chi vuole, qualche lezione può trarne, se non altro per averne il conforto necessario per attendere fiducioso l’intervento divino. Il novus ordo seclorum (come sta scritto sui dollari) si sta instaurando ovunque con l’appoggio della nomenklatura vaticana; la società e la cultura, ormai giunte a un avanzato stadio di decomposizione, sono assolutamente impotenti e totalmente prone al potere; quelli che dovrebbero guidare il gregge si nascondono dietro la foglia di fico dei diritti da concedere ai pervertiti, ma senza parlare di matrimonio e di adozione… Se i cattolici si organizzano per difendere la famiglia, essi si dissociano con sufficienza dalla proposta degradandola a iniziativa puramente laicale. Ma non ci ripetono da cinquant’anni che la Chiesa sono i laici e che bisogna ascoltare il Popolo di Dio? Ora che i fedeli scavalcano – giustamente – i Pastori e si organizzano da sé, li bollano come oltranzisti incapaci di comprendere il momento storico. Del resto sono decenni che i vescovi italiani sono scelti di preferenza fra i burocrati e gli scribacchini della Circonvallazione Cornelia a Roma (quegli stessi che hanno ridotto il catechismo a barzelletta, la liturgia a pagliacciata e le diocesi a pachidermi amministrativi addormentati).

Sia ben inteso, ancora una volta, che non ci piace la polemica per se stessa: costretti dagli eventi, abbiamo semplicemente aperto gli occhi sulla realtà, che vediamo in misura oltretutto insufficiente. Se potessimo scorgere fino a che punto i liberi muratori si sono infiltrati nella Curia Romana e nelle conferenze episcopali, ci verrebbe un attacco di panico; ma Dio ce ne preserva. L’importante – per tornare alle lezioni della storia – è tener presente che anche questo passerà: una dirigenza religiosa che si vende ai nemici di Dio sarà spazzata via, prima o poi. Vorrei sentirne un po’ di compassione, ma non ci riesco. D’altronde non ho la minima intenzione di diventare più misericordioso di Gesù stesso, come il grande saggio che sta riconciliando tutte le religioni. Non ho nemmeno voglia di scambiare il vecchio volto di Cristo con quello nuovissimo della bonaria figura gnostica in cui sembra ora credere l’inossidabile predicatore della Casa Pontificia, con una cortigianeria così smaccata che metterebbe in imbarazzo perfino Stalin (mentre il tiranno argentino è perfettamente a suo agio in mezzo allo stuolo dei suoi adulatori). Altro che porte sante, dobbiamo stare ben lontani da San Pietro e da altri luoghi infestati, per quanto ci costi. San Pio X e il futuro beato Pio XII provvederanno loro a ripulirli, come fecero quando stavano quaggiù.

Nel frattempo, in attesa che arrivi il Chirurgo, tappiamo occhi, orecchie e cuore alla propaganda della falsa chiesa massonica che si è incistata in quella vera come un tumore maligno. Sono le stesse tecniche dei vari Goebbels della storia recente, solo che gli strumenti mediatici sono ben più potenti e pervasivi: si crea un consenso artificiale intorno a quattro idee sgangherate, del tutto prive di fondamento e di contenuto, ma capaci di rispondere a paure e frustrazioni di masse confuse che hanno perso la propria identità (o a cui – meglio – l’hanno tolta con un indottrinamento forzato e la distruzione dell’eredità culturale), così da diventare assolutamente indiscutibili. È un antivangelo che, pur nella sua apparenza accattivante, proclama il nulla e asservisce al diavolo, preparando così la strada al regno dell’Anticristo. Quest’ultimo sarà un personaggio politico che, in un clima di grave instabilità e insicurezza pianificata, sarà accolto come un liberatore da popolazioni sedotte dal falso profeta e spinte all’esasperazione dai burattinai del sistema. Dietro tutto questo, come sempre, ci sono i discendenti di quei sadducei che rifiutarono il Messia perché si erano venduti a Satana, rinnegando l’alleanza e perdendo poi, di conseguenza, la terra e i privilegi. Poveracci, non vogliono proprio capire che non praevalebunt: la Chiesa ha per sposo Uno che viene dal cielo.

Tuo sposo è il tuo Creatore… Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo Architetto; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te (Is 54, 5; 62, 5).


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