La nuova legge cattolica
Chi nutrisse ancora qualche dubbio residuo sulla messa in liquidazione ufficiale del cattolicesimo da parte di quello professato abusivamente dalla attuale gerarchia, ha potuto fugarlo definitivamente leggendo l’intervista di domenica rilasciata “con le lacrime agli occhi” da Ruini al Corriere.
di Patrizia Fermani
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Le lacrime erano di commozione per la grande adunanza di popolo del giorno prima. Perché il popolo ha voluto dimostrare di opporsi alla macchina omosessualista che tenta di stritolare una intera società con la inesorabile forza di un boa constrictor? Perché ha compreso che questa macchina sta cancellando la legge naturale attraverso un demenziale progetto di legge partorito dallo stato totalitario e va fermata? No. Ruini era sinceramente commosso perché constatava che il gioco della sua chiesa stava riuscendo alla perfezione e di questo gioco si sente ancora il massimo esperto vivente, antico concorrente in clergyman di uno del calibro di Andreotti.
Cliccando sull’immagine potete leggere il testo completo dell’intervista
La gente si è accorta della morsa mortale in cui la politica al servizio del potente delirio omosessista la sta chiudendo, ed è scesa in piazza. Sventola argomenti forti come il crimine della fabbricazione di esseri umani ad hoc per il diletto di chi si diletta di sodomia e aspira al visto governativo. Tuttavia sa che all’obbrobrio si arriva anche attraverso la via più piana, cioè col dare dignità giuridica alla relazione omosessuale, anche se questa non può vantare alcun valore positivo per la collettività. Sa che la strada verso l’obbrobrio è stata asfaltata dalla truffa dei diritti fasulli e dalla réclame di affetti che dovrebbero riguardare per pudore solo i diretti interessati. Anche se il pudore è cosa di tempi ormai remoti.
Ma questa chiesa excattolica ha deciso di traghettare il fiducioso popolo di Dio verso la più grande rovina etica e religiosa che si sia mai vista, e lo ha fatto all’inizio un poco alla volta, con quei piccoli passi che conducono i ciechi fino al precipizio. Poi si è assunta il compito di concorrente esterno, prima silente poi sempre più disinibito, degli autori principali addetti a perfezionare il totalitarismo omosessualista. Gli addetti del resto sono gli stessi con i quali Roncalli ha stretto il fatale intreccio cattocomunista (riconosciuto anche da Morales con il dono della croce iscritta nella falce, consegnato al compagno di fede politica) .
Dunque Ruini, vantando un antico sodalizio con Romano (quello che in virtù di una fede adulta poté partecipare con profitto a sedute spiritiche di interesse nazionale), si è commosso al pensiero che ora potrà essere varata una nuova legge cattolica dopo quella con cui è stata inaugurata ufficialmente la fabbricazione finanziata dallo Stato di esseri umani eugeneticamente selezionati per le esigenze del consumatore. Ora, con l’attuale accordo stato chiesa, questo mercato potrà allargarsi a dismisura per il godimento dei rispettivi clienti. Ma per il momento facciamo finta che ci si debba accontentare della consacrazione giuridica delle relazioni omosessuali, chiamate elegantemente unioni, e facciamo finta che queste le vuole anche il popolo che non le vuole. Ruini è commosso come si commuoveva Andreotti per le conquiste di civiltà che riusciva ad inanellare. La passione per la politica gioca anche di questi scherzi senili.
Certo perché questa nuova alleanza stato – chiesa si rinnovasse con nuove leggi cattoliche, occorreva che sul colle fatale di Roma spirasse il pampero (il vento della pampa) a cancellare le ultime tentazioni, quella della cultura propagandata imprudentemente da Benedetto, e quella della santità senza sbavature di un Pio X . Il primo ha avuto il torto di dimenticare che la cultura era già stata assegnata dai democristiani ai comunisti, cioè a Benigni e Littizzetto. Alla nuova chiesa excattolica bastava organizzare la beneficenza che ora viene somministrata nella forma della cancellazione dei peccati perché questi sono diventati di grave impaccio per chi contribuisce al varo di nuove leggi cattoliche. Tenuto conto anche del fatto che le prossime leggi saranno quelle sulla pedofilia e sulla eutanasia infantile, magari anche in omaggio a quel “lasciate che i pargoli vengano a me” un po’ aggiornato e in armonia con lo spirito del tempo.
Se il comunismo è stato una eresia cristiana, come è stato detto, la chiesa arieggiata dal pampero e organizzata dalla vecchia guardia dei Ruini e da quella nuova dei Galantino, è una ortodossia nichilista. A quella parte purtroppo cospicua del popolo di Dio che vi si riconosce, basta un pensiero qualunque in saldo democratico, perché il cattolicesimo che ha costruito la civiltà perduta, è troppo umanamente impegnativo e imbarazzante per la massa che invoca i “diritti” per tutti.
Ruini può soddisfare ancora una volta la propria passione un po’ sfrenata per il gioco politico. Si commuove perché non a tutti è dato coronare così in articulo mortis una grande carriera. Il lavoro grosso di annichilimento della morale cattolica se lo è accollato Bergoglio, e lo esegue ogni giorno con metodo, ma la classe di Ruini non è acqua. Santa.
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Le lacrime erano di commozione per la grande adunanza di popolo del giorno prima. Perché il popolo ha voluto dimostrare di opporsi alla macchina omosessualista che tenta di stritolare una intera società con la inesorabile forza di un boa constrictor? Perché ha compreso che questa macchina sta cancellando la legge naturale attraverso un demenziale progetto di legge partorito dallo stato totalitario e va fermata? No. Ruini era sinceramente commosso perché constatava che il gioco della sua chiesa stava riuscendo alla perfezione e di questo gioco si sente ancora il massimo esperto vivente, antico concorrente in clergyman di uno del calibro di Andreotti.
Cliccando sull’immagine potete leggere il testo completo dell’intervista
La gente si è accorta della morsa mortale in cui la politica al servizio del potente delirio omosessista la sta chiudendo, ed è scesa in piazza. Sventola argomenti forti come il crimine della fabbricazione di esseri umani ad hoc per il diletto di chi si diletta di sodomia e aspira al visto governativo. Tuttavia sa che all’obbrobrio si arriva anche attraverso la via più piana, cioè col dare dignità giuridica alla relazione omosessuale, anche se questa non può vantare alcun valore positivo per la collettività. Sa che la strada verso l’obbrobrio è stata asfaltata dalla truffa dei diritti fasulli e dalla réclame di affetti che dovrebbero riguardare per pudore solo i diretti interessati. Anche se il pudore è cosa di tempi ormai remoti.
Ma questa chiesa excattolica ha deciso di traghettare il fiducioso popolo di Dio verso la più grande rovina etica e religiosa che si sia mai vista, e lo ha fatto all’inizio un poco alla volta, con quei piccoli passi che conducono i ciechi fino al precipizio. Poi si è assunta il compito di concorrente esterno, prima silente poi sempre più disinibito, degli autori principali addetti a perfezionare il totalitarismo omosessualista. Gli addetti del resto sono gli stessi con i quali Roncalli ha stretto il fatale intreccio cattocomunista (riconosciuto anche da Morales con il dono della croce iscritta nella falce, consegnato al compagno di fede politica) .
Dunque Ruini, vantando un antico sodalizio con Romano (quello che in virtù di una fede adulta poté partecipare con profitto a sedute spiritiche di interesse nazionale), si è commosso al pensiero che ora potrà essere varata una nuova legge cattolica dopo quella con cui è stata inaugurata ufficialmente la fabbricazione finanziata dallo Stato di esseri umani eugeneticamente selezionati per le esigenze del consumatore. Ora, con l’attuale accordo stato chiesa, questo mercato potrà allargarsi a dismisura per il godimento dei rispettivi clienti. Ma per il momento facciamo finta che ci si debba accontentare della consacrazione giuridica delle relazioni omosessuali, chiamate elegantemente unioni, e facciamo finta che queste le vuole anche il popolo che non le vuole. Ruini è commosso come si commuoveva Andreotti per le conquiste di civiltà che riusciva ad inanellare. La passione per la politica gioca anche di questi scherzi senili.
Certo perché questa nuova alleanza stato – chiesa si rinnovasse con nuove leggi cattoliche, occorreva che sul colle fatale di Roma spirasse il pampero (il vento della pampa) a cancellare le ultime tentazioni, quella della cultura propagandata imprudentemente da Benedetto, e quella della santità senza sbavature di un Pio X . Il primo ha avuto il torto di dimenticare che la cultura era già stata assegnata dai democristiani ai comunisti, cioè a Benigni e Littizzetto. Alla nuova chiesa excattolica bastava organizzare la beneficenza che ora viene somministrata nella forma della cancellazione dei peccati perché questi sono diventati di grave impaccio per chi contribuisce al varo di nuove leggi cattoliche. Tenuto conto anche del fatto che le prossime leggi saranno quelle sulla pedofilia e sulla eutanasia infantile, magari anche in omaggio a quel “lasciate che i pargoli vengano a me” un po’ aggiornato e in armonia con lo spirito del tempo.
Se il comunismo è stato una eresia cristiana, come è stato detto, la chiesa arieggiata dal pampero e organizzata dalla vecchia guardia dei Ruini e da quella nuova dei Galantino, è una ortodossia nichilista. A quella parte purtroppo cospicua del popolo di Dio che vi si riconosce, basta un pensiero qualunque in saldo democratico, perché il cattolicesimo che ha costruito la civiltà perduta, è troppo umanamente impegnativo e imbarazzante per la massa che invoca i “diritti” per tutti.
Ruini può soddisfare ancora una volta la propria passione un po’ sfrenata per il gioco politico. Si commuove perché non a tutti è dato coronare così in articulo mortis una grande carriera. Il lavoro grosso di annichilimento della morale cattolica se lo è accollato Bergoglio, e lo esegue ogni giorno con metodo, ma la classe di Ruini non è acqua. Santa.
– di Patrizia Fermani
Dopo il Family Day. Un’intervista a Maurizio Sacconi, e riecco il “Testo Unico” – di Elisabetta Frezza
Caro direttore,
questa intervista resa dall’onorevole Sacconi al Corriere mostra il quadro già chiaramente delineato all’orizzonte sulle unioni contro natura. Che sarebbe bene tornassero tutti a denominare così, senza ipocrisie, perché così già salta all’occhio che il diritto non è chiamato a consacrarle, in nessun modo e sotto nessuna etichetta: costituiscono un male oggettivo per la società, per la sua conservazione e la sua crescita. Ma di questo si è parlato approfonditamente e non voglio dilungarmi.
Clicca sull’immagine per leggere il testo completo dell’intervista a Maurizio Sacconi
Mi basta mettere in luce il messaggio che, una volta di più, esce dal pezzo citato. Dopo la benedizione del cardinal Ruini – e con Ruini si parla del potere episcopale profondo, non dei parvenu di Santa Marta – l’onorevole ci mette a parte dei termini concreti dell’accordo. Tralasciamo la nota comica dello strabismo dialettico di chi vuole conservare insieme la corazza dell’eroe senza macchia e senza paura e la poltrona del politicante di professione: «è offensivo pensare di trattare con noi su valori non negoziabili» e subito dopo «ci sono tre condizioni per dialogare con noi». Non si sa se sia meglio pensare a umorismo involontario o a volontario illusionismo; conviene stenderci un velo pietoso e punto.
Però – è questo che mi preme sottolineare – viene detto per esplicito che la convergenza dei simil-cattolici della politica, dell’episcopato, e della piazza al traino di chi ha il potere di darle un titolo, si realizza sotto la bandiera del Testo Unico delle convivenze, quello del Sì alla famiglia ben noto ai lettori di Riscossa Cristiana (vedi al proposito gli articoli di Patrizia Fermani, cliccando qui e qui). La micidiale truffa consumata con la presentazione di quel modello, dato in pasto a chierici e laici più o meno sprovveduti e più o meno conniventi, è stata qui abbondantemente smascherata in punta di diritto, col mens del nuovo compromesso suicida è quella di autorevoli, cattolicissimi giuristi – il pacchetto esplosivo è stato consegnato ai contraenti avvezzi alle negoziazioni e appassionati di dialoghi salottieri a tutto campo, che, grati, lo hanno ricevuto e, fieri, lo hanno fatto proprio. Tutti contenti, si presentano al party con la soluzione in mano, la quadratura del cerchio civilmente condivisa al tavolo orizzontale del confronto democratico nella società plurale.
magro risultato di ottenere il temporaneo occultamento del corpo del reato, sottratto alle trombe e ai riflettori ma tenuto caldo e vivo sotto la cenere. Poiché peraltro la paternità di quel capolavoro di maleminorismo applicato è tale da garantire la qualità del prodotto a scatola chiusa – la
Nel frattempo, per cementare tutta l’operazione, gli stessi blasonati autori del testo unico si sono guadagnati il supporto trasversale di colleghi di ogni ordine e grado attraverso la firma di un appello (di cui ha ampiamente parlato Patrizia Fermani) dichiaratamente contro il ddl Cirinnà e tacitamente pro convivenze sodomite (è evidente che la coincidenza di estensori e di argomento impone di leggere i due documenti – appello e testo unico – in combinato disposto). Magistrati, avvocati, docenti universitari, che lo hanno letto solo per ciò che dice e non in filigrana per la parte taciuta (le mezze verità sono anch’esse menzogne dissimulate), hanno dato lustro anticipato alla iniziativa in divenire.
Ecco dunque pronto l’accordo democristiano, il pacco-bomba elegantemente incartato che farà saltare il senso e l’anima della istituzione famigliare italiana, come sempre per iniziativa di sedicenti difensori.
A segnare la linea della finta resistenza rimangono i soliti finti paletti e traballanti – i giudici stanno già scaldando i muscoli a bordo campo – della non-sovrapponibilità con matrimonio, della non adottabilità di cuccioli di uomo (non chiamiamoli figli), del divieto dell’utero in affitto (secondo nuovo galateo: gestazione per altri).
Il povero Sacconi li manda a memoria, come le altre filastrocche senza senso che sono state divulgate per rintronare la gente e illuderla di spendere argomenti seri e dirimenti (tipo che i bambini hanno diritto a una mamma e un papà). Un po’ meno meritevole di benevola compassione, il Nostro, quando, in chiusura, svela l’unico vero valore non negoziabile che la classe politica si tramanda da decenni: la stabilità, ovvero la poltrona. Il valore inderogabile che ha portato alla firma della legge 107 “la buona scuola” da parte dei parlamentari presenti quattro giorni prima nella piazza del 20 giugno, per non far cadere il governo. Il valore supremo che ha mosso Andreotti a siglare la 194 e a causare 6 milioni di morti innocenti in trent’anni, a farla scarsa. La storia si ripete, e si ripeterà.
Elisabetta Frezza
Clicca sull’immagine per leggere il testo completo dell’intervista a Maurizio Sacconi
Mi basta mettere in luce il messaggio che, una volta di più, esce dal pezzo citato. Dopo la benedizione del cardinal Ruini – e con Ruini si parla del potere episcopale profondo, non dei parvenu di Santa Marta – l’onorevole ci mette a parte dei termini concreti dell’accordo. Tralasciamo la nota comica dello strabismo dialettico di chi vuole conservare insieme la corazza dell’eroe senza macchia e senza paura e la poltrona del politicante di professione: «è offensivo pensare di trattare con noi su valori non negoziabili» e subito dopo «ci sono tre condizioni per dialogare con noi». Non si sa se sia meglio pensare a umorismo involontario o a volontario illusionismo; conviene stenderci un velo pietoso e punto.
Però – è questo che mi preme sottolineare – viene detto per esplicito che la convergenza dei simil-cattolici della politica, dell’episcopato, e della piazza al traino di chi ha il potere di darle un titolo, si realizza sotto la bandiera del Testo Unico delle convivenze, quello del Sì alla famiglia ben noto ai lettori di Riscossa Cristiana (vedi al proposito gli articoli di Patrizia Fermani, cliccando qui e qui). La micidiale truffa consumata con la presentazione di quel modello, dato in pasto a chierici e laici più o meno sprovveduti e più o meno conniventi, è stata qui abbondantemente smascherata in punta di diritto, col mens del nuovo compromesso suicida è quella di autorevoli, cattolicissimi giuristi – il pacchetto esplosivo è stato consegnato ai contraenti avvezzi alle negoziazioni e appassionati di dialoghi salottieri a tutto campo, che, grati, lo hanno ricevuto e, fieri, lo hanno fatto proprio. Tutti contenti, si presentano al party con la soluzione in mano, la quadratura del cerchio civilmente condivisa al tavolo orizzontale del confronto democratico nella società plurale.
magro risultato di ottenere il temporaneo occultamento del corpo del reato, sottratto alle trombe e ai riflettori ma tenuto caldo e vivo sotto la cenere. Poiché peraltro la paternità di quel capolavoro di maleminorismo applicato è tale da garantire la qualità del prodotto a scatola chiusa – la
Nel frattempo, per cementare tutta l’operazione, gli stessi blasonati autori del testo unico si sono guadagnati il supporto trasversale di colleghi di ogni ordine e grado attraverso la firma di un appello (di cui ha ampiamente parlato Patrizia Fermani) dichiaratamente contro il ddl Cirinnà e tacitamente pro convivenze sodomite (è evidente che la coincidenza di estensori e di argomento impone di leggere i due documenti – appello e testo unico – in combinato disposto). Magistrati, avvocati, docenti universitari, che lo hanno letto solo per ciò che dice e non in filigrana per la parte taciuta (le mezze verità sono anch’esse menzogne dissimulate), hanno dato lustro anticipato alla iniziativa in divenire.
Ecco dunque pronto l’accordo democristiano, il pacco-bomba elegantemente incartato che farà saltare il senso e l’anima della istituzione famigliare italiana, come sempre per iniziativa di sedicenti difensori.
A segnare la linea della finta resistenza rimangono i soliti finti paletti e traballanti – i giudici stanno già scaldando i muscoli a bordo campo – della non-sovrapponibilità con matrimonio, della non adottabilità di cuccioli di uomo (non chiamiamoli figli), del divieto dell’utero in affitto (secondo nuovo galateo: gestazione per altri).
Il povero Sacconi li manda a memoria, come le altre filastrocche senza senso che sono state divulgate per rintronare la gente e illuderla di spendere argomenti seri e dirimenti (tipo che i bambini hanno diritto a una mamma e un papà). Un po’ meno meritevole di benevola compassione, il Nostro, quando, in chiusura, svela l’unico vero valore non negoziabile che la classe politica si tramanda da decenni: la stabilità, ovvero la poltrona. Il valore inderogabile che ha portato alla firma della legge 107 “la buona scuola” da parte dei parlamentari presenti quattro giorni prima nella piazza del 20 giugno, per non far cadere il governo. Il valore supremo che ha mosso Andreotti a siglare la 194 e a causare 6 milioni di morti innocenti in trent’anni, a farla scarsa. La storia si ripete, e si ripeterà.
Elisabetta Frezza
http://www.riscossacristiana.it/dopo-il-family-day-unintervista-a-maurizio-sacconi-e-riecco-il-testo-unico-di-elisabetta-frezza/
L’Italia del Circo Massimo
Ecco gli italiani.
Sono coloro che si battono per i loro figli e per tutti i figli delle decine di milioni di persone che si “disinteressano”, pensando di essere furbe e all’avanguardia…
Ecco gli italiani.
Sono coloro che si battono anche per i figli di chi vuole dare i loro figli in pasto agli orchi.
Ecco gli italiani.
Famiglie serene, ridenti, ordinate, ma anche ferme e decise.
Ecco gli italiani.
Nessun disordine, nessun negozio spaccato, nessun cassonetto incendiato, nessun agente aggredito.
Ecco gli italiani.
Sono coloro che fanno il dovere al posto di chi dovrebbe fare il proprio dovere.
Ecco gli italiani.
Sono coloro che pagano il viaggio di tasca propria, senza sostegni di sindacati, partiti e nemmeno istituzioni ecclesiastiche.
Questi sono gli italiani.
Tutto il resto… non è Italia. In certi casi, non è neanche più “umanità”, nel senso più completo del concetto.
Il 30 gennaio è stata una vittoria degli italiani, della famiglia naturale, del Bene.
Il 30 gennaio è stata una vittoria degli italiani, della famiglia naturale, del Bene.
Il 30 gennaio, a Roma, al Circo Massimo, c’era l’Italia. Quella vera.
Grazie a tutti.
Sappiate, però, che questa manifestazione non è la fine di niente, ma deve essere l’inizio di tutto. La guerra continua, purtroppo lo sappiamo bene. Ma gli italiani, oggi, si sono alzati in piedi. Ora non bisogna abbassare la guardia.
Per i figli degli italiani, per i figli dei non più italiani, per tutti i figli del mondo.
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