La cernita divina
Per il giusto è sorta la luce, la letizia per i retti di cuore (Sal 96, 11).
Ora il gioco si fa duro. Grandi e dolorose scelte ci stanno di fronte. Ma abbiamo la certezza che il Signore onnipotente ci guida per mezzo della Sua santissima Madre. Anche le parole ispirate della preghiera si caricano di significati gravi, ma illuminanti.Verba iniquorum praevaluerunt super nos (Sal 64, 4): voglia Dio che i discorsi degli iniqui, che in questo momento hanno più forza di quelli dei giusti, non prevalgano sulla nostra coscienza. Le mie parole non passeranno (Mc 13, 31), ci assicura il nostro Maestro – e questo ci basta. Certo, vorremmo che i giusti parlassero forte e chiaro; ma per il momento sembrano meritarsi la condanna del Salmista: Omnes declinaverunt, simul inutiles facti sunt (Sal 13, 3). A meno che non sia una forma di resistenza passiva, anche i buoni Pastori sembrano tutti dileguati o finiti fuori strada; in ogni caso, se non si svegliano, saremo costretti a concludere che, per un motivo o per un altro, son diventati inutili.
Giusto trecento anni fa, il 28 aprile 1716, moriva il grande Patrono della nostra Parrocchia virtuale. L’importante anniversario non può passare inavvertito, almeno per noi. Invito perciò tutti a recitare, giovedì prossimo, la sua sublime Preghiera infuocata, in gruppo o singolarmente. Si direbbe che l’abbia composta per la nostra epoca; il suo carisma profetico, d’altronde, era più che evidente. «È tempo che tu agisca, secondo la tua promessa. Hanno violato la tua legge (Sal 118, 126), è stato abbandonato il tuo vangelo, torrenti di iniquità dilagano sulla terra e travolgono perfino i tuoi servi. Tutta la terra si trova in uno stato deplorevole, l’empietà siede in trono, il tuo santuario è profanato e l’abominio è giunto nel luogo santo (cf. Mt 24, 15). Signore, Dio giusto, lascerai nel tuo zelo che tutto vada in rovina? Tutto diverrà alla fine come Sodoma e Gomorra? Continuerai sempre a tacere e sempre pazienterai? La tua volontà non deve compiersi in terra come in cielo, e non deve stabilirsi il tuo regno? Non hai rivelato, già da tempo, a qualcuno dei tuoi amici un futuro rinnovamento della Chiesa? Non devono gli Ebrei riconoscere la verità?».
È possibile che il Santo della vera devozione a Maria, dotato di una coscienza ipersensibile nei riguardi degli inevitabili limiti della vita cristiana di ogni tempo, li abbia percepiti in modo un po’ esasperato; ma le condizioni religiose della sua epoca, per quanto sempre perfettibili, non sembrano giustificare le sue invettive. Dopo la crisi calvinista e le cosiddette guerre di religione, finanziate da immancabili banchieri votatisi alla distruzione del cristianesimo, la Francia rifioriva nella fede grazie all’applicazione dei decreti del Concilio di Trento, a una pleiade di altissimi autori spirituali e a un efficace rinnovamento del clero, che usciva santo e preparato dai nuovi seminari, mentre nuovi ordini e congregazioni, tanto nella vita attiva che in quella contemplativa, si diffondevano in modo strabiliante, offrendo alla Chiesa straordinarie figure di Santi. Il rischio era semmai quello opposto delle derive rigoriste, come nel caso del giansenismo, prontamente represso, tuttavia, sia a livello civile che ecclesiastico, almeno oltralpe.
Non si spiega dunque il pessimismo di san Luigi Maria, a meno che non si riferisse all’insorgere di quel libertinismo che, ammantato di “progresso” e rabbioso di ribellione contro la “superstizione” cattolica, sarebbe dilagato nel XVIII secolo, del quale egli non vide però che gli albori. In ogni caso, le terre solcate a piedi dall’infaticabile missionario itinerante, morto di sfinimento all’età di quarantatre anni, otto decadi più tardi avrebbero subìto l’orrenda repressione operata dalle colonne infernali inviate dai giacobini di Parigi. Proprio dal Paese che era chiamato la fille aînée de l’Église uscirà un anticristo còrso che, come un fulmine, raggiungerà Roma e rapirà nientemeno che il Papa. La Chiesa sembrerà finita, ma la Provvidenza aveva altri progetti; una dozzina d’anni dopo, la volata dell’effimero imperatore sarà fermata a Mosca e, per lui, sarà l’inizio della fine. Quei pochi anni di dominio, tuttavia, basteranno all’uom fatale per riempire l’Europa, compresa l’Italia e lo Stato Pontificio, di quelle logge massoniche che provocheranno poi le cosiddette rivoluzioni liberali, la rivoluzione bolscevica e ben due guerre mondiali.
La profezia del Montfort, allora, si è compiuta in questi eventi storici? Eppure la profanazione del Santuario e la penetrazione dell’abominio nel Luogo santo non si erano ancora verificati, almeno non nella forma attuale. Si era attaccata la religione dall’esterno, ma ora è dall’interno che proviene la dissoluzione. Sodoma non si era ancora introdotta nella Città di Dio rivestendosi delle sue vesti e della sua dignità. Le verità teologiche e morali non erano state stravolte da chi dovrebbe difenderle e insegnarle: Diminutae sunt veritates a filiis hominum (Sal 11, 2). Non si era mai peccato contro lo Spirito Santo in modo così sfacciato da giungere ad affermare in un documento pontificio che «la misericordia è la pienezza della giustizia e la manifestazione più luminosa della verità di Dio» (Amoris laetitia, 311) nel momento stesso in cui è presentata come negazione della verità e della giustizia in quanto atteggiamento arbitrario totalmente sganciato dalla Sua Legge, declassata a fonte di ispirazione per le decisioni personali (purché uno non abbia troppe difficoltà a comprendere i valori insiti nella norma morale, peraltro ben conosciuta…). Che io sappia, i Comandamenti obbligano in virtù del fatto che sono stati dati da Dio, non in base alla comprensione soggettiva dell’individuo; ma la nuova morale mondano-chiesastica adora ormai non più Dio, ma l’io.
È tutto perduto? Certo che no! Il Signore sta semplicemente facendo la Sua cernita, distinguendo i Suoi fedeli dagli ipocriti, purificando i primi e smascherando i secondi in vista del Suo trionfo sul padre della menzogna. Il nostro compito è più che mai urgente, specie nei confronti degli incerti e dei confusi, anche fra i Suoi ministri. Facciamo il possibile per strapparli al fuoco (quello eterno) e incendiarli della fiamma di carità che arde nei Cuori di Gesù e Maria. Là abitiamo e lasciamo risuonare nel nostro cuore i loro appelli, che si fanno a volte udibili in parole chiare e nette. Così, attraverso di noi, Dio risponderà alla preghiera di san Luigi Maria inviando gli apostoli degli ultimi tempi: «Liberos: sacerdoti liberi della Tua libertà, distaccati da tutto, senza padre, madre, fratelli, sorelle, senza parenti secondo la carne, senza amici secondo il mondo; senza beni, impedimenti e preoccupazioni, perfino senza volontà propria. Liberos: schiavi del Tuo amore e della Tua volontà, uomini secondo il Tuo cuore che, senza volontà propria che li contamini e trattenga, compiano tutte le Tue volontà a abbattano i Tuoi nemici come altrettanti novelli Davide, con in mano il bastone della Croce e la fionda del Rosario: in baculo Cruce et in virga Virgine. […] Liberos: veri figli di Maria, Tua santa Madre, generati e concepiti dalla Sua carità».
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