“Intanto vengono confermate le voci secondo cui 5 mila jihadisti
sarebbero entrati dalla Turchia in Siria e si sarebbero attestati a
Idlib e nelle periferie di Aleppo. Tra di essi, massiccia la presenza di
combattenti jihadisti del Partito islamico turkmeno...Sarebbero turchi
uiguri cinesi".
07/05/2016
La situazione ad Aleppo, la città ancora in larga parte difesa e
gestita dal governo siriano, e assediata dalle forze jihadiste legate ad
Al-Qaeda è sempre più drammatica; come raccontano, numerose voci di
operatori cristiani che cercano di alleviare le sofferenze della
popolazione.
Nella sostanziale indifferenza della maggior parte dell’informazione mondiale, schierata contro Assad. I francescani di Terrasanta hanno dei fratelli nella zona, e Terrasanta.net pubblica un reportage breve ma interessante sui bombardamenti - non a scopi militari, ma diretti contro la popolazione civile – di numerosi quartieri dell’Aleppo governativa, che stanno continuando da giorni.
Nell’articolo che vi consigliamo di leggere anche perché servirà ad equilibrare le informazioni che normalmente vengono passate dagli organi di informazione, in particolare televisivi, c’è una parte che riportiamo, e che ci sembra estremamente interessante.
Eccola:
“Intanto vengono confermate le voci secondo cui 5 mila jihadisti sarebbero entrati dalla Turchia in Siria e si sarebbero attestati a Idlib e nelle periferie di Aleppo. Tra di essi, massiccia la presenza di combattenti jihadisti del Partito islamico turkmeno, che hanno ricevuto munizioni ed armi dal Fronte di Al Nusra e dai Soldati di Al Aqsa composto da siriani e da altre nazionalità. Sarebbero turchi uiguri cinesi, che hanno fissato il loro quartiere generale nel villaggio di Al Bawabiya (a sud ovest di Aleppo, a due chilometri dall’autostrada che conduce a Damasco). Di fronte alla ferocia di questi nuovi combattenti musulmani, agli abitanti non restano che due possibilità: o unirsi alla loro causa o intraprendere un lungo e doloroso esodo”.
Dalla Turchia? Ma come, l’esercito più potente della zona, quello turco, non ha la possibilità di sigillare il confine? E questo accade mentre viene condannato il direttore di giornale che documentò l’aiuto turco ai terroristi? E la Turchia non fa parte della Nato, e non vuole entrare in Europa? E nessun governo europeo – o atlantico, se è per questo – ha nulla da dire?
Il sospetto è che tutto questo rientri nel sogno di Erdogan di arrivare al momento delle trattative, se ci saranno, per ridefinire la realtà siriana, con una forte presenza turkmena – magari un piccolo stato indipendente – con Aleppo come capitale, dipendente da Ankara. E allora in un sogno panturanico anche i musulmani cinesi uighuri servono….
http://www.lastampa.it/2016/05/07/blogs/san-pietro-e-dintorni/uighuri-ad-aleppo-che-fanno-E3S3nQsNfxiwWF7J0XAyaM/pagina.html
Una settimana tragica per Aleppo
La Siria ha denunciato alle Nazioni Unite che coloro che violano la tregua sono alimentati dai servizi di intelligence dell’Arabia Saudita e della Turchia, gli stessi che gli forniscono appoggio logistico , finanziario, militare ed in uomini.
In questo macabro gioco, nessuno può negare che ogni movimento dei servizi menzionati viene monitorato dalla CIA i cui capi (delle postazioni situate nella regione) sanno di fatto come si muovono i circa 10.000 elementi di Al Nusra e degli altri gruppi dalla frontiera con la Turchia fino all’interno della provincia di Aleppo.
Nella sostanziale indifferenza della maggior parte dell’informazione mondiale, schierata contro Assad. I francescani di Terrasanta hanno dei fratelli nella zona, e Terrasanta.net pubblica un reportage breve ma interessante sui bombardamenti - non a scopi militari, ma diretti contro la popolazione civile – di numerosi quartieri dell’Aleppo governativa, che stanno continuando da giorni.
Nell’articolo che vi consigliamo di leggere anche perché servirà ad equilibrare le informazioni che normalmente vengono passate dagli organi di informazione, in particolare televisivi, c’è una parte che riportiamo, e che ci sembra estremamente interessante.
Eccola:
“Intanto vengono confermate le voci secondo cui 5 mila jihadisti sarebbero entrati dalla Turchia in Siria e si sarebbero attestati a Idlib e nelle periferie di Aleppo. Tra di essi, massiccia la presenza di combattenti jihadisti del Partito islamico turkmeno, che hanno ricevuto munizioni ed armi dal Fronte di Al Nusra e dai Soldati di Al Aqsa composto da siriani e da altre nazionalità. Sarebbero turchi uiguri cinesi, che hanno fissato il loro quartiere generale nel villaggio di Al Bawabiya (a sud ovest di Aleppo, a due chilometri dall’autostrada che conduce a Damasco). Di fronte alla ferocia di questi nuovi combattenti musulmani, agli abitanti non restano che due possibilità: o unirsi alla loro causa o intraprendere un lungo e doloroso esodo”.
Dalla Turchia? Ma come, l’esercito più potente della zona, quello turco, non ha la possibilità di sigillare il confine? E questo accade mentre viene condannato il direttore di giornale che documentò l’aiuto turco ai terroristi? E la Turchia non fa parte della Nato, e non vuole entrare in Europa? E nessun governo europeo – o atlantico, se è per questo – ha nulla da dire?
Il sospetto è che tutto questo rientri nel sogno di Erdogan di arrivare al momento delle trattative, se ci saranno, per ridefinire la realtà siriana, con una forte presenza turkmena – magari un piccolo stato indipendente – con Aleppo come capitale, dipendente da Ankara. E allora in un sogno panturanico anche i musulmani cinesi uighuri servono….
http://www.lastampa.it/2016/05/07/blogs/san-pietro-e-dintorni/uighuri-ad-aleppo-che-fanno-E3S3nQsNfxiwWF7J0XAyaM/pagina.html
Una settimana tragica per Aleppo
Gli esiti dei bombardamenti in un quartiere di Aleppo.
(foto d'archivio)
Nei sobborghi della città e nei villaggi limitrofi sono in
corso pesanti combattimenti contro le forze islamiste che hanno lanciato una
controffensiva. La testimonianza dei frati della Custodia.
A poche ore dal raid aereo che ieri ha ucciso almeno trenta
profughi, tra cui donne e bambini, in un campo profughi nel nord-ovest della
Siria, ad Aleppo fatica a reggere la tregua concordata da Stati Uniti e Russia
il 3 maggio. Nei sobborghi della città e nei villaggi limitrofi sono in corso
pesanti combattimenti per contrastare le forze islamiste che hanno lanciato una
violenta controffensiva. Proseguono intanto i bombardamento dell’aviazione
russa nei pressi di Irbid e del confine con la Turchia, con numerosi morti.
Ramadi - città irachena in mano agli uomini del sedicente
Stato islamico (Isis) per otto mesi dall'agosto 2015 al gennaio scorso - è stata
rasa al suolo dai bombardamenti della coalizione anti-Isis guidata dagli Usa e
dai combattimenti tra miliziani e forze lealiste irachene.
Da Aleppo giungono intanto le voci sempre più preoccupate
dei frati della Custodia di Terra Santa, presenti al fianco dei cristiani
restati in città. È stata infatti una settimana di sangue per la città. Piogge
di missili sulle case, appena ristrutturate, e bombe sugli ospedali. «Durante
la messa vespertina di domenica primo maggio – racconta fra Ibrahim – sono
caduti tanti missili nella zona di Azizieh e al Ram. Con una celebrazione
affollatissima siamo riusciti con fatica a concludere la messa qui nella chiesa
di San Francesco. Intanto fra Bassam (Zaza) e i fedeli di al Ram si sono messi
al riparo nei rifugi, perché hanno bombardato la città quattro volte. Sono
scesi tutti in fretta nella saletta sotterranea, dopo un esplosione percepita
sul tetto. Non sappiamo i danni causati». Le stime parlano di circa 250 morti e
un numero indefinito di feriti solo negli ultimi nove giorni.
La situazione ad Aleppo, da tempo sulla linea del fronte del
brutale conflitto siriano, era critica anche prima di questo attacco. Circa 250
mila persone si trovano ancora in città. Una sola strada è ancora aperta per
entrare e uscire dalle aree non controllate dal governo. Nell’ultima settimana,
diversi ospedali e strutture mediche sono stati attaccati e distrutti.
Intanto vengono confermate le voci secondo cui 5 mila
jihadisti sarebbero entrati dalla Turchia in Siria e si sarebbero attestati a Idlib
e nelle periferie di Aleppo. Tra di essi, massiccia la presenza di combattenti
jihadisti del Partito islamico turkmeno, che hanno ricevuto munizioni ed armi
dal Fronte di Al Nusra e dai Soldati di Al Aqsa composto da siriani e da altre
nazionalità. Sarebbero turchi uiguri cinesi, che hanno fissato il loro
quartiere generale nel villaggio di Al Bawabiya (a sud ovest di Aleppo, a due
chilometri dall’autostrada che conduce a Damasco). Di fronte alla ferocia di
questi nuovi combattenti musulmani, agli abitanti non restano che due
possibilità: o unirsi alla loro causa o intraprendere un lungo e doloroso
esodo.
Il macabro gioco monitorato dalla CIA in Aleppo
La drammatica situazione nella città siriana di Aleppo mette in evidenza il doppio gioco degli Stati Uniti e dei loro alleati in Medio Oriente per frustrare la tregua in Siria, concordata dal 27 di Febbraio.
Mentre il presidente Barack Obama prolunga le ingiustificabili sanzioni economiche contro questo paese, il suo segretario di Stato, John Kerry, dialogava più volte con il cancelliere russo, Serguei Lavrov, senza concretizzare nulla.
Quello che sta accadendo ad Aleppo, capitale della provincia siriana che si trova alla frontiera con la Turchia, è oggetto di allarme internazionale e Kerry, dopo una settimana di continui attacchi terroristici contro la popolazione civile, ha espresso la sua “preoccupazione”.
Tutto questo nonostante che, con il mutuo accordo con la Russia ed il beneplacito del Governo siriano, si era firmato il cessate il fuoco in tutto il territorio, da cui sono state esclusi, per consenso internazionale, i gruppi terroristi come il Fronte Al Nusra (filiale di Al Qaeda) ed il Daesh.
La Siria ha denunciato alle Nazioni Unite che coloro che violano la tregua sono alimentati dai servizi di intelligence dell’Arabia Saudita e della Turchia, gli stessi che gli forniscono appoggio logistico , finanziario, militare ed in uomini.
In questo macabro gioco, nessuno può negare che ogni movimento dei servizi menzionati viene monitorato dalla CIA i cui capi (delle postazioni situate nella regione) sanno di fatto come si muovono i circa 10.000 elementi di Al Nusra e degli altri gruppi dalla frontiera con la Turchia fino all’interno della provincia di Aleppo.
Queste operazioni e l’incremento nelle forniture belliche ai terroristi sono state denunciate tanto dalla Russia come dalla Siria, denunce basate su dati e comprovate da fatto che si preparava una forte offensiva sulla zona.
Con il classico metodo iniziale dei veicoli suicidi, gli effettivi dei terorristi hanno incrementato il bombardamento indiscriminato contro i quartieri residenziali di Aleppo, che hanno provocato fina ad ora alcune centinaia di vittime e molti feriti ed hanno distrutto il principale ospedale della città. Si è sollevata immediatamente la gazzarra mediatica da Rjiad, da Ankara e Doha e da varie capitali europee per incolpare il Governo siriano e l’aviazione russa per le distruzioni causate.
Kerry, tra il pomeriggio e la sera del 3 Maggio, ha riconosciuto che gli attacchi contro la città e la distruzione del menzionato ospedale provenivano dalle zone dei “ribelli”.
Con il classico metodo iniziale dei veicoli suicidi, gli effettivi dei terorristi hanno incrementato il bombardamento indiscriminato contro i quartieri residenziali di Aleppo, che hanno provocato fina ad ora alcune centinaia di vittime e molti feriti ed hanno distrutto il principale ospedale della città. Si è sollevata immediatamente la gazzarra mediatica da Rjiad, da Ankara e Doha e da varie capitali europee per incolpare il Governo siriano e l’aviazione russa per le distruzioni causate.
Kerry, tra il pomeriggio e la sera del 3 Maggio, ha riconosciuto che gli attacchi contro la città e la distruzione del menzionato ospedale provenivano dalle zone dei “ribelli”.
Da Washington è stata fatta una affermazione straordinaria: “per quanto si è visto i proiettili ed i missili sono stati sparati dalla zona occupata dall’opposizione e stiamo cercando di chiarire precisamente da quale opposizione”, hanno detto.
Risulta molto chiaro, incluso per i pochi oppositori siriani “non terroristi”, che nei dintorni di Aleppo, soprattutto in direzione geografica del nord, dell’este e dell’ovest, sono concentrati gruppi terroristi di Al Nusra e del denominato “Yaish al Islam”, fra gli altri.
Questi sono coloro che hanno violato la tregua in più di 450 occasioni e che non ammettono, per pertinacia criminale, che grazie a questa, più di 85 località e 52 gruppi armati irregolari hanno accolto la cessazione delle ostilità e il progresso della riconciliazione nazionale promosso dal governo di Bashar al Assad.
Risulta molto chiaro, incluso per i pochi oppositori siriani “non terroristi”, che nei dintorni di Aleppo, soprattutto in direzione geografica del nord, dell’este e dell’ovest, sono concentrati gruppi terroristi di Al Nusra e del denominato “Yaish al Islam”, fra gli altri.
Questi sono coloro che hanno violato la tregua in più di 450 occasioni e che non ammettono, per pertinacia criminale, che grazie a questa, più di 85 località e 52 gruppi armati irregolari hanno accolto la cessazione delle ostilità e il progresso della riconciliazione nazionale promosso dal governo di Bashar al Assad.
Fonte: Al Ahed News
Ultimo aggiornamento dalla zona di guerra
Si intensifica drammaticamente lo scontro a nord del paese: al-Nusra e Ahrar al-Sham occupano un villaggio ad Aleppo, 28 morti nel bombardamento di un campo di sfollati.
6 maggio 2016, Nena News – Mentre a Palmira le note del maestro russo Valery Gergiev e dall’orchestra Mariinsky risuonavano tra le rovine dell’antica città violata dallo Stato Islamico e poi liberata dall’esercito siriano, ad Aleppo l’aria si riempiva solo del suono cupo delle violenze. Le 48 ore di tregua sembravano avere dato respiro alla popolazione sotto assedio, massacrata da anni di guerra civile e ora dal rinnovato conflitto. Ma ieri gli scontri si sono spostati a poca distanza dalla città, nel villaggio di Khan Touman, lungo la direttrice Damasco-Aleppo: gruppi islamisti hanno preso d’assalto la comunità e le forze governative lì posizionate.
I qaedisti del Fronte al-Nusra e i salafiti di Ahrar al-Sham hanno assunto il controllo del villaggio questa mattina, lasciandosi dietro 73 morti, tra miliziani e soldati. L’artiglieria siriana ha risposto con pesanti bombardamenti, nel tentativo di salvare una comuntà geograficamente strategica. La tregua dunque non regge: se al-Nusra, insieme all’Isis, è tagliato fuori dall’accordo di cessate il fuoco siglato il 27 febbraio perché considerato gruppo terroristico, Ahrar al-Sham ne è parte su imposizione del Golfo che lo considera partner per la pace. O meglio, un altro dei suoi bracci dentro il conflitto siriano. Così mentre Ahrar al-Sham combatte al fianco di al Qaeda in Siria, viene accolto al tavolo di Ginevra come una qualsiasi forza di opposizione.
Poche ore prima la Siria assisteva all’ennesimo scempio: raid aerei hanno colpito un campo profughi nella provincia settentrionale di Idlib, uccidendo almeno 28 civili e ferendone 50. Secondo fonti locali, i bombardamenti hanno centrato il campo nel villaggio di al-Kammouna, al confine con la Turchia, controllato da al-Nusra. Per questo le opposizioni hanno puntato il dito contro l’esercito del presidente Assad e i jet russi, sebbene altre fonti accusino del massacro la Turchia. (………………)
Gli Stati Uniti hanno subito condannato l’attacco, definendolo “senza giustificazione”, ma hanno aggiunto di non avere prove che si sia trattato di un attacco perpetrato da Damasco. Poco prima una doppia esplosione colpiva il villaggio di Mukharam al-Fakwani, nella provincia centrale di Homs: alla prima bomba è seguito un kamikaze che si è fatto saltare in aria mentre arrivavano i soccorsi. Almeno 7 i morti, tutti donne e bambini, 49 i feriti. Seppure non ci siano state ancora rivendicazioni, la responsabilità sembra essere dello Stato Islamico.
Gli Stati Uniti hanno subito condannato l’attacco, definendolo “senza giustificazione”, ma hanno aggiunto di non avere prove che si sia trattato di un attacco perpetrato da Damasco. Poco prima una doppia esplosione colpiva il villaggio di Mukharam al-Fakwani, nella provincia centrale di Homs: alla prima bomba è seguito un kamikaze che si è fatto saltare in aria mentre arrivavano i soccorsi. Almeno 7 i morti, tutti donne e bambini, 49 i feriti. Seppure non ci siano state ancora rivendicazioni, la responsabilità sembra essere dello Stato Islamico.
L’Isis continua ad avanzare e a radicarsi, approfittando dello stallo diplomatico e dello scarso interesse mostrato dalla comunità internazionale nel frenarne le offensive: ieri i miliziani islamisti hanno occupato il giacimento di gas di Saher, 150 km a nord-est di Palmira, dopo aver ucciso 30 dei soldati governativi posti a sua difesa.
Fonte: Nena News
L’invasione “programmata” dell’Europa e le mire dell’alta finanza
di Cinzia Palmacci
Da anni, quelli che chiamano in senso vagamente derisorio “complottisti”, denunciano una regìa occulta dietro tutti gli avvenimenti più gravi che coinvolgono il mondo intero, e soprattutto certe scelte politiche azzardate dell’Unione Europea. Ebbene, i “complottisti” sono in realtà quelli che meglio di altri hanno captato la realtà dietro la “matrix” di un’apparente normalità.
C’è piuttosto da chiedersi cosa ci sia di normale nella crisi scatenata dalle guerre, nella destabilizzazione degli Stati, nella supremazia dell’economia finanziaria globale, nell’esodo biblico di migliaia di disperati che ogni giorno si riversano sulle nostre coste.
La risposta ce la rivela “candidamente” il Pentagono dichiarando che l’immigrazione di massa è stata programmata per durare un ventennio, come riportato da un interessante articolo di “Repubblica” dal titolo “Migranti, il Pentagono: una crisi che durerà almeno 20 anni”: “Dobbiamo affrontare sia unilateralmente che con i nostri partner questa questione come un problema generazionale, e organizzarci e preparare le risorse ad un livello sostenibile per gestire questa crisi dei migranti per i prossimi 20 anni”. Lo ha dichiarato alla Bbc il capo degli Stati maggiori riuniti degli Stati Uniti (il più alto ufficiale in grado), il generale Martin Dempsey.Saranno venti lunghi anni di guerre, di ondate di profughi, di stermini di massa e di crisi economica indotta.Vent’anni con la disoccupazione galoppante in casa e lo Stato “islamowahabita” alle porte, se non scoppia prima un conflitto nucleare con la Russia, tanto desiderato dagli americani. Vent’anni di annegamenti in massa nel mare e colonne di disperati che cercheranno di raggiungere, attraverso il sud dell’Europa e i Balcani, la spocchiosa Germania arricchitasi grazie all’euro, ai trattati e al saccheggio dell’Europa meridionale.
Vent’anni di stragi di innocenti, di distruzione delle infrastrutture e del patrimonio storico in Medio Oriente e in Africa settentrionale, per opera degli assassini “islamowahabiti” molto utili al Pentagono, molto efficienti nel seminare morte e distruzione, molto abili nel generare nuove ondate di profughi. E’ proprio quello che vogliono i signori del denaro e della finanza, che controllano anche il Pentagono, ed è proprio per questo che la “coalizione internazionale” a guida americana non interviene con decisione contro i macellai dell’Isis.
L’Europa deve esser messa alle strette per cedere definitivamente sovranità e risorse a loro beneficio. I vertici dell’alleanza atlantica e il Pentagono, in situazioni di guerra, la faranno da padroni. Inoltre, se non hanno mostrato scrupoli a scatenare il satanismo wahabita contro le popolazioni di Siria, Iraq e Libia, causando centinaia di migliaia di morti e più di dieci milioni di profughi, avranno qualche remora a spalancare davanti a noi le porte dell’inferno, per poi “salvarci” e dominarci a piacimento? L’”establishment occulto” americano lo aveva già fatto “liberandoci” dai nazisti, e solo ora scopriamo che la nostra sudditanza psicologica nei loro riguardi era stata studiata a tavolino.
Un esempio di questa “programmazione” è rappresentato da un gruppo creato da Bush nel 2000 che si chiamava The Project for a New American Century (Il Progetto per un Nuovo Secolo Americano) e che sosteneva i Repubblicani, produsse un documento che indicava una lista di Paesi in cui doveva accadere un “regime change” (cambio di regime) in uno scenario di guerre multiple. In questo gruppo c’era la Siria, l’Iraq, la Libia etc… tutti quelli che da allora sono stati coinvolti. Di quel gruppo facevano parte Cheney, Rumsfeld, Wolfowitz, tutti personaggi che poi giunsero al potere pochi mesi dopo la pubblicazione del documento. Tutti membri di una rete nascosta di Società Segrete, come per esempio il Bilderberg che ora è “semi-segreto” grazie all’attività di ricercatori alternativi. Ma anche la Commissione Trilaterale (riunitasi di recente a Roma con il ministro Boschi e il suo bel discorso in inglese), il Counsel for Foreign Relations, che sono think tank (serbatoi di pensiero) che orchestrano la politica decisa nell’ombra profonda, e dirigono la sua implementazione nel mondo “visibile”.
Ciò che stanno facendo, è mettere le loro pedine in posizioni di potere, quindi implementare questa agenda “segreta”. Una straordinaria “coincidenza”: P. D. Sutherland, un irlandese, è il rappresentante Onu della Segreteria Generale per l’Immigrazione Internazionale ed è un fanatico sostenitore del controllo centralizzato dell’Europa. Ora Sutherland è Presidente della Goldman Sachs International e anche della London School of Economics, (e molti altri Enti) e qui viene il bello, è nello Steering committee (comitato guida, ovvero comitato di persone con compiti decisionali di tipo strategico). Presidente onorario della Commissione Trilaterale, fu Presidente della trilaterale Europa e Vice Presidente della Tavola Rotonda degli Industriali Europei, e Presidente Onorario del Movimento Europeo dell’Irlanda. La sua politica sulla immigrazione sostiene che “l’immigrazione è una dinamica cruciale per la crescita economica”, dunque la crisi dell’immigrazione è usata per la trasformazione radicale della società umana.
A questo punto viene da chiedersi se nei loro piani ci fosse anche lo sfaldamento dell’Unione Europea che, a questo punto, pare auspicabile dato che finora gli Stati membri hanno dato pochi cenni di cooperazione. In questo “ordine sparso”, la riappropriazione delle sovranità nazionali sembra una delle soluzioni più sensate. Per ora l’Unione Europea sta dimostrando solo tutta la sua vulnerabilità. Ammettiamolo, l’esperimento di un’Europa veramente unita è fallito miseramente, ma potremo abbozzarne un altro solo quando l’Europa avrà compreso l’importanza della difesa del bene comune dei suoi cittadini a scapito degli interessi finanziari di pochi. Solo con questo cambio di rotta potremo veramente difendere i nostri confini restando saldi di fronte a qualsiasi minaccia e di qualunque provenienza.
Negli Usa Trump si scaglia contro l’immigrazione con tipica foga da avviata campagna elettorale. E anche in Italia non siamo messi molto bene se il leader della Lega vola a stringere la mano a Trump (che non ha ancora vinto le elezioni). Ma chi crede che un capitalista miliardario tra i maggiori esponenti del gotha dell’alta finanza, che va al country club con i vari Rockfeller, Rothschild, Bush ecc…, possa fare davvero gli interessi della gente comune una volta eletto, o pecca di pericolosa ingenuità o è preda di un delirio masochistico che non lascia speranze.
Fonte: Il Faro sul Mondo
http://www.controinformazione.info/linvasione-programmata-delleuropa-e-le-mire-dellalta-finanza/#
di Fulvio Scaglione
(Post su Facebook)
Per capire in che mondo viviamo, non dimentichiamo che abbiamo mandato la Nato (ovvero, l'alleanza militare di cui fanno parte anche i soldati italiani e che vive anche sui soldi italiani) a proteggere i confini di questo gentiluomo.
Fulvio Scaglione: "Per capire in che mondo viviamo..."
di Fulvio Scaglione
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Per capire in che mondo viviamo, non dimentichiamo che abbiamo mandato la Nato (ovvero, l'alleanza militare di cui fanno parte anche i soldati italiani e che vive anche sui soldi italiani) a proteggere i confini di questo gentiluomo.
Siamo bravi o no? Notizia del:
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