ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 31 agosto 2016

L’aria condizionata non c’è?


Enigma Benedetto e la necessità di chiarezzaRinunciando al pontificato tre anni fa, Benedetto XVI aveva annunciato di ritirarsi dal mondo, in preghiera e meditazione per il bene della Chiesa. Invece negli ultimi mesi si stanno moltiplicando i suoi interventi pubblici, ora anche con due libri in uscita. Quale il motivo di questo attivismo? Speriamo si chiarisca presto, perché di confusione nella Chiesa ce ne è già troppa.
In principio fu la promessa di restare «nascosto al mondo», di «salire sul monte», di continuare a servire la Chiesa ritirandosi nella preghiera e nella meditazione, «in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze». Nel febbraio 2013 Benedetto XVI aveva accompagnato così la sua rinuncia al pontificato, che aveva colto tutti di sorpresa. E per un bel po’ effettivamente è stato così, a parte la puntuale risposta nel settembre 2013 al matematico Piergiorgio Odifreddi che aveva criticato il suo libro su Gesù. 
Ma ormai pare proprio che il “papa emerito” Benedetto XVI ci abbia ripensato. E da un po’ di mesi stiamo assistendo a un crescendo di interventi che sta raggiungendo il culmine in questi giorni.
Ieri è infatti uscita una biografia di Ratzinger con allegata una intervista concessa all’autore, Elio Guerriero, e anticipata nei giorni scorsi daRepubblica. E il 9 settembre uscirà un libro-intervista con il giornalista tedesco Peter Seewald, lo stesso del precedente libro-intervista (Luce del mondo) uscito nel 2010 in pieno pontificato. Questa volta il titolo è “Benedetto XVI, Ultime conversazioni”. Che poi siano davvero le ultime a questo punto è lecito dubitarne, ma soprattutto è lecito chiedersi il perché di questo improvviso attivismo.
Non c’è bisogno di essere dietrologi o complottisti per osservare che i conti non tornano. I fatti sono chiari: era stato annunciato il silenzio definitivo, sta avvenendo il contrario. Lecito chiedersi quali ragioni abbiano spinto Benedetto XVI a venir meno al suo impegno. Non solo, improvvisamente ha cominciato a parlare anche il suo fido segretario, quel monsignor Georg Ganswein che si definisce fedele al Papa emerito «fino alla morte» ma che è anche Prefetto della casa Pontificia. E mentre Benedetto XVI è attentissimo a usare solo parole positive nel confronti del suo successore, monsignor Ganswein da una parte si lancia in azzardate tesi sul "pontificato allargato", dall'altra non manca di mettere bene in evidenza i punti deboli di Papa Francesco.
Ma al fatto in sé si deve aggiungere anche il contenuto di alcuni interventi, come quello dell’intervista appena pubblicata da Repubblica. Tornando sulle ragioni della rinuncia, e riproponendo il tema della stanchezza, Benedetto XVI aggiunge: «In particolare era già stata fissata la data della Giornata Mondiale della Gioventù che doveva svolgersi nell’estate del 2013 a Rio de Janeiro in Brasile. Ora, a questo riguardo, io avevo due convinzioni ben precise. Dopo l’esperienza del viaggio in Messico e a Cuba, non mi sentivo più in grado di compiere un viaggio così impegnativo. Inoltre, con l’impostazione data da Giovanni Paolo II a queste giornate, la presenza fisica del Papa era indispensabile. Non si poteva pensare a un collegamento televisivo o ad altre forme garantite dalla tecnologia. Anche questa era una circostanza per la quale la rinuncia era per me un dovere». 
Con tutto il rispetto si fa veramente fatica a credere che il motivo della rinuncia – una decisione che lo stesso Benedetto XVI definì allora “grave” e “nuova” -  possa essere stata l’impossibilità di partecipare alla GMG di Rio, quando l’interruzione del suo Pontificato ha significato, ad esempio, lasciare a metà l’enciclica sulla fede che doveva terminare la trilogia dopo quelle sulla carità (Caritas in Veritate) e sulla speranza (Spe salvi).
Non sappiamo ancora cosa ci sarà nel prossimo libro-intervista, anche se probabilmente in linea con le ultime uscite non c’è da aspettarsi rivelazioni clamorose. Ma il fatto è che già le affermazioni poco credibili fatte a proposito della rinuncia, da una parte alimentano voci e pettegolezzi sui reali motivi della decisione, dall’altra aumentano le preoccupazioni di chi vede per la Chiesa la pericolosità di una situazione del genere, a partire dalla possibilità stessa che si possa parlare di un “papa emerito”.  Di queste preoccupazioni si è fatto recentemente interprete il cardinale tedesco Walter Brandmüller, grande amico di Ratzinger ma fortemente critico sia della decisione della rinuncia sia soprattutto del “dopo”. Brandmüller ritiene infatti «necessaria e urgente una legislazione che definisca e regoli» lo statuto di chi è stato Papa, perché la decisione di istituire un papato emerito – lasciandolo peraltro indefinito – sta creando una situazione pericolosa per la Chiesa al punto da poter portare a uno scisma. 

Da qualsiasi parte si prenda la questione, resta il fatto che in tempi di grave confusione per la Chiesa, si aggiungono purtroppo – aldilà delle intenzioni - altri motivi di confusione. Non è certo di questo che oggi abbiamo tutti bisogno. Per questo c’è solo da augurarsi che si chiarisca presto almeno il motivo di questi strani interventi.
di Riccardo Cascioli 31-08-2016

BENEDETTO XVI È LIBERO O PRIGIONIERO?                                                        


Papa emerito Benedetto XVI Via dell Osservatorio Monastero ” Madre Ecclesiae” 00120 Città del Vaticano

Nel Monastero ”Madre Ecclesiae” dove vive Sua Santità Benedetto XVI è al sicuro? I lupi, dai quali ci implorò di pregare perchè non fuggisse, son ancora attivi e pericolosi? E’ al sicuro la sua corrispondenza, il suo telefono, i suoi documenti?

In modo subdolo e luciferino è in atto un attacco al suo restare in Vaticano! A parte gli assurdi gruppi su facebook non mancano sottili pronunciamenti di vescovi contro Benedetto XVI.

A noi cattolici, fedeli alla Dottrina, non resta che pregare -incessantemente- per lui e per la Santa Madre Chiesa così attaccata dall’esterno e dal suo interno ove i giuda non mancano.
 https://linformatoreweb.wordpress.com/2016/08/31/benedetto-xvi-e-libero-o-prigioniero/
Ecco le ultime stilettate tra Vallejo Balda e Chaouqui su Vatileaks 2                                 



Alla fine la sentenza è diventata esecutiva. Monsignor Lucio Vallejo Balda, uomo dell’Opus Dei ed ex Segretario della Prefettura per gli Affari Economici della Santa Sede, nonché già membro della COSEA, la Commissione per la riforma delle finanze papali, condannato al termine del processo Vatileaks 2 a 18 mesi di reclusione, è entrato in carcere la sera del 22 agosto scorso: sono decorsi infatti i 45 giorni previsti dalla legge vaticana perché una sentenza non impugnata passi in giudicato. Carcere vaticano, carcere papale per capirci: dove il regime non è così “pesante” come può ad esempio essere in un carcere italiano. Ma, certo, l’aria condizionata non c’è.
GLI EX IMPUTATI
Il processo Vatileaks 2 ha coinvolto 5 imputati: Balda, la pierre calabrese Francesca Immacolata Chaouqui, l’informatico Nicola Maio e i giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi. L’unico condannato è stato Balda, mentre Chaouqui è stata condannata a 10 mesi con pena sospesa per 5 anni. Nel caso del monsignore spagnolo la condanna a 20 mesi di carcere è stata motivata dalla divulgazione dei documenti: è stato lui insomma a dare (per Chaouqui, dice la sentenza, le risultanze processuali “non evidenziano sufficientemente che l’imputata abbia rilevato notizie o documenti di cui è vietata la pubblicazione, ma dimostrano il concorso nel reato commesso da Balda”), le carte ai giornalisti perché scrivessero i loro volumi, presto diventati best seller in libreria. Dopo le ore di attesa e ansia degli imputati, la sentenza è arrivata. Ed è arrivata mandando quasi tutti assolti, eccetto appunto Balda.
IL CROLLO DELLE ACCUSE
Era un castello accusatorio, quello del promotore di giustizia vaticano (l’equivalente papale del nostro PM) Giampiero Milano, che il presidente del Tribunale Vaticano Giuseppe Dalla Torre del Tempio di Sanguineto (si chiama proprio così) ha smontato punto per punto: Nuzzi e Fittipaldi non avrebbero dovuto, ad esempio, essere processati perché in difetto di giurisdizione. La giustizia vaticana, cioè, non avrebbe neanche dovuto portarli in tribunale per essere giudicati: pesante sconfessione degli inquirenti; per quanto riguarda gli altri, come si è detto, il tribunale non ha rilevato il reato di associazione a delinquere per Chaouqui e Balda.
TRE USCITE PER UNA PENA
Adesso viene la parte più interessante: perché la pena va scontata. Certo, celebrare il Giubileo della Misericordia con un uomo in carcere è un controsenso per la Chiesa: ma bisogna capire se Balda resterà nelle carceri vaticane, scontando quindi i previsti 18 mesi; oppure se, in esecuzione del Concordato (è una possibilità), verrà affidato alla giustizia italiana. In questo caso verrebbe scarcerato subito: in Italia non si va in carcere per condanne sotto i 3 anni. Terza possibilità: il Papa potrebbe scegliere adesso di graziare il monsignore spagnolo. Ma è da vedere.
LA REAZIONE DI CHAOUQUI
Balda, che aveva già vissuto i giorni dopo la sentenza (emessa il 7 luglio scorso) in semilibertà in Vaticano, è stato riarrestato il 22 agosto scorso, come dicevamo. Ma c’è chi picchia duro sul condannato: è proprio la Chaouqui, che dalla sua pagina Facebook lancia i suoi strali telematici. Ecco che cosa scrive:
Stamattina mi sono svegliata con una buona notizia in rassegna: Balda è stato portato di nuovo in cella: gli è stato tolto il telefono per l’ennesima volta e già da una settimana è in cella dopo che per quasi due mesi ha scorrazzato per il Vaticano come se fosse in vacanza e non in semilibertà. Fermando la gente per chiacchierare, facendosi il profilo Facebook e continuando a macchinare chissà cosa con il suo astrologo, l’agente televisiva e quella disperata dell’avvocato Zaccaria che si è pure beccata una querela ed una figuraccia rara.
E dopo aver sistemato in un colpo solo monsignore, legale e compagnia cantante, Chaouqui continua:
Nessuna pietà per Balda dunque. Di nuovo in cella senza aria condizionata, senza TV. 
Lui che sperava di essere fuori in una settimana dopo il processo. Vedete Balda non sarà scarcerato, non riceverà nessuna grazia per due ragioni ci sono i processi per le querele che gli ho fatto che dovrà affrontare e c’è che il suo atteggiamento disgusta il Vaticano: lo condannano e lui si apre un profilo Facebook e parla con la sua cricca, passeggia come se fosse in vacanza con la sfacciataggine di chi non si è pentito dello schifo dove ha trascinato la sede apostolica.
Ancora:
Fatto sta che quando torno cominciano i processi per le querele e lui Dovrà risarcirmi di tutte le bugie che ha raccontato. Un pezzetto per volta e farò in modo che il baby-doll sia l’unico indumenti che resti a lui per coprirsi. Per ora si goda il carcere, e un caro saluto all’avvocato Zaccaria che visto che è così brava e competente potrebbe andare a tirarlo fuori.
Se queste sono le premesse, le sorprese non mancheranno.







                           

2 commenti:

  1. Infatti a me pare strano che si esponga così tanto, riservato com'è. Che ci sia qualcuno che parli e scriva al posto suo, manovrato da chissà chi?
    C'è di nuovo puzza di bruciato...

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  2. Su Papa Benedetto:
    il fatto è che il tempo stringe e l'acqua sale...

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