Verso la “religione unica” o ateismo universale. Continua il maledetto imbroglio
Un
articolo, tanto mieloso quanto zeppo di sciocchezze e falsità, di una
“studentessa padovana e musulmana”, ci mostra come il lavaggio dei
cervelli per distruggere la Fede cattolica e arrivare alla “religione
unica” prosegua implacabile. Un progetto che ha radici antiche e che
ora, regnante (OMISSIS) vola felice verso la realizzazione.
di Paolo Deotto
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È ancora vivo il fetore per il sacrilegio compiuto la scorsa domenica, quando i seguaci di una falsa religione sono stati accolti a braccia aperte in diverse chiese durante la Santa Messa, non per invitarli alla conversione, ma per ribadire la prostituzione al mondo della neochiesa in nome di una pace solo umana, è ancora vivo, dicevamo, questo fetore e oggi ci capita sotto gli occhi, su Il Mattino di Padova,un articolo di tale signora Zohura Tassount, “studentessa padovana e musulmana”, che riportiamo integralmente.
L’articolo è un raro condensato di banalità, di superficialità e di inesattezze, condite da una melassa iperglicemica (“siamo tutti un agglomerato di emozioni e di amore”. Che brivido! – ndr), che non varrebbe la pena fermarcisi sopra.
Però è utile leggere queste fanfaluche, perché sono tappe del lavaggio del cervello con il quale si vuole affossare la Fede cattolica per giungere alla tanto agognata “religione unica mondiale”, che è tra i progetti espliciti di (OMISSIS).
Ed è utile anche – per non stupirsi alle prossime gole che verranno tagliate al grido di “allah hu akbar” – ricordare che per un musulmano mentire agli “infedeli” (che sono poi tutti quelli che non abbracciano la falsa religione dell’islam) è un dovere e un merito. Ergo, gli architetti della neoreligione rischiano comunque di fare la fine degli apprendisti stregoni.
Un tale che la sapeva lunga in materia di lavaggio dei cervelli, il dott. Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda del Terzo Reich, ebbe a dire: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”.
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Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità (Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda del Terzo Reich)
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Ora la tattica è la stessa. Da decenni i cervelli hanno assorbito la bontà e bellezza di divorzio e aborto, ora anche della pederastia e di altre perversioni. Tutto lavoro già fatto. E ora, sotto con il martellamento sincretista, in nome di un umanitarismo che, non guardando più al Cielo, promette la felicità in terra a prezzi da discount, e guarda quasi con fastidio quel prete seccatore che in Francia si è lasciato sgozzare: ma non poteva esclamare anche lui “allah hu akbar” e poi fare una bella omelia sulla fratellanza? E infatti, di quel martire, chi parla più?
State sicuri che il martellamento continuerà. Il giorno stesso del sacrilegio, la scorsa domenica, Scalfari lodava nella sua omelia domenicale la nuova chiesa di (OMISSIS).
E nella neochiesa, chi parla più di Gesù Cristo? Se lo chiede Giovanni Lugaresi, in un articolo che oggi abbiamo pubblicato.
Il maledetto imbroglio continua: condite di zucchero a volontà, le omelie laiche pseudo-cristiane sulla bellezza di adorare tutti un solo imprecisato “dio” formato spray proseguiranno, alla faccia della Dottrina, della Rivelazione, della Tradizione. Un oltraggio vergognoso a Nostro Signore Gesù Cristo. È importante convincere il maggior numero di persone sulla bellezza di una “religione unica”, perché così facendo lorsignori guadagnano sempre più anime al loro padrone: il diavolo. Dal quale poi anche loro avranno la loro paga. Auguri.
Ecco l’articolo del Mattino e, sotto, un interessante pro-memoria.
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pro -memoria…
CERCIVENTO. Per costruirla ci sono voluti quasi vent’anni. La chiesetta senza chiavi di Bosco di Museis è sorta ponendo un anello sopra l’altro, come gli alberi che la circondano, grazie alla generosità di tante aziende che vi hanno lavorato gratuitamente e grazie allo sforzo economico di Renato Garibaldi, convinto che su quello sperone roccioso si sarebbe verificato un miracolo.
Ed è un piccolo miracolo quello che succederà stasera (venerdì) alle 18 a Cercivento, dove, a inaugurare la cappella del Preziosissimo sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, oltre all’arcivescovo di Udine monsignor Andrea Bruno Mazzocato ci saranno i rappresentanti dei centri islamici della regione fra i quali Fouzi Mjoual, segretario del centro e referente del gruppo Psm (Partecipazione & spiritualità musulmana) oltre a rappresentanti dei centri islamici di Cervignano e Tarcento.
«Abbiamo creato un piccolo edificio in cui pregare tutti insieme – racconta Garibaldi – che rappresenta la rinascita della comunità Bosco di Museis, colpita da un atto vandalico che, nel maggio scorso, ha distrutto una parte della struttura che dava rifugio a tanti ragazzi in difficoltà».
E stata orientata a Est e, in quella direzione, i cattolici hanno pregato assieme ai musulmani che si sono inginocchiati sul prato nella stessa direzione, guardando alla Mecca. «Siamo felici di questa iniziativa promossa da Garibaldi – commenta Fouzi – ci siamo conosciuti un anno fa quando ci ha ospitato e abbiamo instaurato rapporti di fiducia e di fratellanza. In quel contesto abbiamo cominciato a pensare di organizzare qualcosa insieme e questa è l’occasione giusta per farlo».
L’idea di edificare un luogo di culto fra quei boschi è nata da un viaggio a Medjugorje che Garibaldi fece nel 1999. Per il codice canonico si tratta di una cappella privata.
«Ma abbiamo deciso di buttar via le chiavi – sostiene Garibaldi – resterà sempre aperta, tanto per chi cerca la fede, quanto per chi ce l’ha già».
La struttura ottagonale è stata affrescata da Vil, nel 1990 partì dall’Albania quando era poco più che un ragazzino assieme ad altri 400 connazionali che furono accolti a Paluzza. Avevano fame ed erano in cerca di un rifugio. Finito il periodo di accoglienza, Vil si presentò a Bosco di Museis ed è nata un’amicizia che il tempo ha consolidato.
Dalla posa della prima pietra cui presenziò monsignor Venier, nel 2000, quella chiesa è cresciuta su se stessa. «Quando la guardo penso alle persone che ho incontrato qui a Museis e a quelle che hanno contribuito a questo sogno» riflette Garibaldi.
Molti di loro vi hanno lasciato un segno. Così Vil, che su una parete affrescata accanto all’immagine di San Benedetto ha disegnato Amadou, un ragazzo giunto a Museis dopo che era scappato dalla Liberia, passando per la Libia, quindi per Lampedusa, Milano e il Friuli.
In quella costruzione ottagonale c’è un piccolo compendio di universo, un universo che si è fermato a Bosco di Museis, dove in questi anni hanno soggiornato oltre 300 ragazzi in fuga di varie confessioni religiose. A riunirli sarà l’inaugurazione della chiesa di Museis, quando il maestro Daniel Proasca dirigerà i cori di Paluzza, Tolmezzo e Paularo per dare una cornice musicale alla celebrazione.
di Paolo Deotto
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È ancora vivo il fetore per il sacrilegio compiuto la scorsa domenica, quando i seguaci di una falsa religione sono stati accolti a braccia aperte in diverse chiese durante la Santa Messa, non per invitarli alla conversione, ma per ribadire la prostituzione al mondo della neochiesa in nome di una pace solo umana, è ancora vivo, dicevamo, questo fetore e oggi ci capita sotto gli occhi, su Il Mattino di Padova,un articolo di tale signora Zohura Tassount, “studentessa padovana e musulmana”, che riportiamo integralmente.
L’articolo è un raro condensato di banalità, di superficialità e di inesattezze, condite da una melassa iperglicemica (“siamo tutti un agglomerato di emozioni e di amore”. Che brivido! – ndr), che non varrebbe la pena fermarcisi sopra.
Però è utile leggere queste fanfaluche, perché sono tappe del lavaggio del cervello con il quale si vuole affossare la Fede cattolica per giungere alla tanto agognata “religione unica mondiale”, che è tra i progetti espliciti di (OMISSIS).
Ed è utile anche – per non stupirsi alle prossime gole che verranno tagliate al grido di “allah hu akbar” – ricordare che per un musulmano mentire agli “infedeli” (che sono poi tutti quelli che non abbracciano la falsa religione dell’islam) è un dovere e un merito. Ergo, gli architetti della neoreligione rischiano comunque di fare la fine degli apprendisti stregoni.
Un tale che la sapeva lunga in materia di lavaggio dei cervelli, il dott. Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda del Terzo Reich, ebbe a dire: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”.
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Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità (Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda del Terzo Reich)
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Ora la tattica è la stessa. Da decenni i cervelli hanno assorbito la bontà e bellezza di divorzio e aborto, ora anche della pederastia e di altre perversioni. Tutto lavoro già fatto. E ora, sotto con il martellamento sincretista, in nome di un umanitarismo che, non guardando più al Cielo, promette la felicità in terra a prezzi da discount, e guarda quasi con fastidio quel prete seccatore che in Francia si è lasciato sgozzare: ma non poteva esclamare anche lui “allah hu akbar” e poi fare una bella omelia sulla fratellanza? E infatti, di quel martire, chi parla più?
State sicuri che il martellamento continuerà. Il giorno stesso del sacrilegio, la scorsa domenica, Scalfari lodava nella sua omelia domenicale la nuova chiesa di (OMISSIS).
E nella neochiesa, chi parla più di Gesù Cristo? Se lo chiede Giovanni Lugaresi, in un articolo che oggi abbiamo pubblicato.
Il maledetto imbroglio continua: condite di zucchero a volontà, le omelie laiche pseudo-cristiane sulla bellezza di adorare tutti un solo imprecisato “dio” formato spray proseguiranno, alla faccia della Dottrina, della Rivelazione, della Tradizione. Un oltraggio vergognoso a Nostro Signore Gesù Cristo. È importante convincere il maggior numero di persone sulla bellezza di una “religione unica”, perché così facendo lorsignori guadagnano sempre più anime al loro padrone: il diavolo. Dal quale poi anche loro avranno la loro paga. Auguri.
Ecco l’articolo del Mattino e, sotto, un interessante pro-memoria.
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pro -memoria…
– di Paolo Deotto
Sui monti della Carnia, in mezzo al bosco la chiesa che riunisce cattolici e musulmani
A Cercivento l’inaugurazione
con l’arcivescovo Mazzocato e il segretario dei giovani musulmani
Mjoual. Renato Garibaldi: uno sogno che si avvera in ricordo dei tanti
ragazzi stranieri che sono passati di qui
di Alessandra Ceschia
CERCIVENTO. Per costruirla ci sono voluti quasi vent’anni. La chiesetta senza chiavi di Bosco di Museis è sorta ponendo un anello sopra l’altro, come gli alberi che la circondano, grazie alla generosità di tante aziende che vi hanno lavorato gratuitamente e grazie allo sforzo economico di Renato Garibaldi, convinto che su quello sperone roccioso si sarebbe verificato un miracolo.
Ed è un piccolo miracolo quello che succederà stasera (venerdì) alle 18 a Cercivento, dove, a inaugurare la cappella del Preziosissimo sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, oltre all’arcivescovo di Udine monsignor Andrea Bruno Mazzocato ci saranno i rappresentanti dei centri islamici della regione fra i quali Fouzi Mjoual, segretario del centro e referente del gruppo Psm (Partecipazione & spiritualità musulmana) oltre a rappresentanti dei centri islamici di Cervignano e Tarcento.
«Abbiamo creato un piccolo edificio in cui pregare tutti insieme – racconta Garibaldi – che rappresenta la rinascita della comunità Bosco di Museis, colpita da un atto vandalico che, nel maggio scorso, ha distrutto una parte della struttura che dava rifugio a tanti ragazzi in difficoltà».
E stata orientata a Est e, in quella direzione, i cattolici hanno pregato assieme ai musulmani che si sono inginocchiati sul prato nella stessa direzione, guardando alla Mecca. «Siamo felici di questa iniziativa promossa da Garibaldi – commenta Fouzi – ci siamo conosciuti un anno fa quando ci ha ospitato e abbiamo instaurato rapporti di fiducia e di fratellanza. In quel contesto abbiamo cominciato a pensare di organizzare qualcosa insieme e questa è l’occasione giusta per farlo».
L’idea di edificare un luogo di culto fra quei boschi è nata da un viaggio a Medjugorje che Garibaldi fece nel 1999. Per il codice canonico si tratta di una cappella privata.
«Ma abbiamo deciso di buttar via le chiavi – sostiene Garibaldi – resterà sempre aperta, tanto per chi cerca la fede, quanto per chi ce l’ha già».
La struttura ottagonale è stata affrescata da Vil, nel 1990 partì dall’Albania quando era poco più che un ragazzino assieme ad altri 400 connazionali che furono accolti a Paluzza. Avevano fame ed erano in cerca di un rifugio. Finito il periodo di accoglienza, Vil si presentò a Bosco di Museis ed è nata un’amicizia che il tempo ha consolidato.
Dalla posa della prima pietra cui presenziò monsignor Venier, nel 2000, quella chiesa è cresciuta su se stessa. «Quando la guardo penso alle persone che ho incontrato qui a Museis e a quelle che hanno contribuito a questo sogno» riflette Garibaldi.
Molti di loro vi hanno lasciato un segno. Così Vil, che su una parete affrescata accanto all’immagine di San Benedetto ha disegnato Amadou, un ragazzo giunto a Museis dopo che era scappato dalla Liberia, passando per la Libia, quindi per Lampedusa, Milano e il Friuli.
In quella costruzione ottagonale c’è un piccolo compendio di universo, un universo che si è fermato a Bosco di Museis, dove in questi anni hanno soggiornato oltre 300 ragazzi in fuga di varie confessioni religiose. A riunirli sarà l’inaugurazione della chiesa di Museis, quando il maestro Daniel Proasca dirigerà i cori di Paluzza, Tolmezzo e Paularo per dare una cornice musicale alla celebrazione.
Piccola osservazione:ma Scalfari è immortale? Quanti anni ha, sedicimila?
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