Amoris laetitia: il perpetuarsi della menzogna.
di don Alfredo Morselli
Ormai sta già rapidamente diffondendo nella rete la
notizia che Papa Francesco ha ratificato come “unica possibile”
l’interpretazione di Amoris laetitia offerta dai Vescovi della regione argentina di Buenos Aires, mediante un Comunicato; esso si intitola Criteri di base per l'applicazione del capitolo VIII dell'Amoris Laetitia [1]
Questo Comunicato purtroppo costituisce nient’altro che il perpetuarsi della menzogna; ci riferiamo in particolare ai §§ 5 e 6 del documento.
Prima menzogna: lo stravolgimento dei testi conciliari e del Magistero San Giovanni Paolo II
"5) Quando le circostanze concrete di una coppia lo rendano possibile, specialmente quando entrambi siano cristiani all'interno di un cammino di fede, si può proporre l'impegno di vivere in continenza. Amoris Laetitia non ignora le difficoltà di questa scelta (cfr nota 329) e lascia aperta la possibilità di accedere al sacramento della riconciliazione, quando non si riesca a mantenere questo proposito (cfr, nota 364 in conformità con l'insegnamento di Giovanni Paolo II al card W. Baum del 22 marzo 1996)" [2].
La menzogna che si perpetua è la citazione, fuori luogo ed ingiusta, nella nota 329 di Amoris laetitia, di Gaudium et Spes 51:
"…conoscendo e accettando la possibilità di convivere “come fratello e sorella” che la Chiesa offre loro, rilevano che, se mancano alcune espressioni di intimità, «non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli»" (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 51)".
In Amoris laetitia, ciò che il Concilio afferma
dice in modo esclusivo riguardo agli sposi legittimi, viene
maldestramente applicato ad una relazione adulterina, al fine preservare
una inconcepibile, inammissibile e inimmaginabile “fedeltà” di due
persone oggettivamente adultere.
In realtà il peccato è ciò che maggiormente divide gli uomini tra di loro,
in qualunque situazione essi si trovino, e un'espressione di intimità
peccaminosa non può fare altro che peggiorare la situazione; due
persone, pur pensando di amarsi e vivendo da marito e moglie senza
esserlo, si allontanano ancor più tra di loro.
Pensare che un peccato possa tenere unite due persone deriva da una concezione solo naturale dell'amore umano.
Si sarebbe potuto sperare che la citazione indebita di GS 51 in Amoris laetitia fosse stata una svista, seppur grave, ad opera di un ghost writer,
tanto vanitoso da citare implicitamente più volte se stesso (a futura
memoria?) quanto inerudito da sbagliarsi a citare il Concilio [3].
Invece no! Questo vero e proprio gioco delle tre carte con i testi conciliari viene ripresentato dai Vescovi della regione argentina di Buenos Aires ed elogiato dal Pontefice.
Inoltre, sempre nello stesso paragrafo, vien detto che Amoris laetitia
lascia aperta la possibilità di accedere al sacramento della
riconciliazione, quando non si riesca a mantenere questo proposito.
Non è Amoris laetitia che lascia aperta questa
possibilità, ma è la morale di sempre che esige sì il proposito fermo di
non peccare, ma non prende che ciò sia realizzato di fatto tutte le
volte che uno si confessa: altrimenti non ci si potrebbe confessare una
seconda volta; al contrario la confessione frequente è un mezzo per
liberarsi dalle cadute frequenti in peccato mortale.
Il problema è che si vuole ammettere ai sacramenti
anche chi non emette neppure il proposito, considerando la castità come
qualcosa di irraggiungibile e impraticabile! E così veniamo alla seconda grande menzogna, contenuta nel § 6 del Comunicato.
Seconda menzogna (duplice): ci sono circostanze in
cui vivere castamente non è praticabile e la possibilità di danneggiare i
figli della nuova unione costituirebbe una circostanza attenuante
6) In altre circostanze più complesse e quando non è possibile ottenere una dichiarazione di nullità, la scelta menzionata può essere di fatto non praticabile. Nonostante ciò , è comunque possibile un cammino di discernimento. Se si giunge a riconoscere che, in caso concreto, ci siano limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza (cf. note 301-302), in particolare quando una persona constati che ricadrebbe in un’ulteriore colpa danneggiando i figli della nuova unione, Amoris laetitia apre la possibilità di accesso ai sacramenti della riconciliazione e dell'Eucaristia (cf. note 336 e 351). Questi a loro volta dispongono la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia [4].
Vediamo il sofisma: siccome due coniugi, che hanno dei figli nati dalla
nuova convivenza, qualora interrompessero la coabitazione li
danneggerebbero, allora possono continuare ad avere dei rapporti
adulterini.
Ma da dove di conclude che se due non-sposi devono
stare insieme per assicurare l’educazione dei figli, non abbiano la
grazia per - quindi non possano e quindi non debbano - astenersi dai
rapporti coniugali? Ecco dunque la seconda grande menzogna del
Comunicato, purtroppo benedetta dal Vicario di Gesù Cristo.
Terza grande menzogna: i sacramenti sacrileghi “fanno bene”
Il finale del § 6 del Comunicato costituisce la III grande menzogna; rivediamo il testo.
"…i sacramenti della riconciliazione e dell'Eucaristia (cf. note 336 e 351). Questi a loro volta dispongono la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia".
La Confessione senza pentimento (invalida e sacrilega) e
la Comunione non in grazia di Dio (sacrilega) disporrebbero “la persona
a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia”?
No! San Paolo dice di no, la parabola dell’invitato al
banchetto di nozze senza abito nuziale dice di no, tutto il magistero in
materia dice di no… [5]
Per maturare e crescere con la forza della grazia,
prima bisogna essere in grazia, bisogna giungere alla grazia, bisogna
prepararsi alla grazia; e qui è doveroso e benedetto accompagnare i
fratelli che vivono in una situazione coniugale irregolare. Ma ciò è
cosa ben diversa dall'accedere ai sacramenti come se si fosse in grazia…
Che fare?
Da un lato supplico Pastori che capiscono il dramma che
la Chiesa sta vivendo: non abbiate paura ad intervenire! Chiedete
umilmente spiegazioni al Papa, ponete delle domande… Porre delle domande
non è conciliarismo…
Ricordatevi delle parole che Mardocheo fece riferire
alla regna Ester, quando era titubante se rivolgersi al re, perché,
timorosa per la sua vita: "Ester, non dire a te stessa che tu sola
potrai salvarti nel regno, fra tutti i Giudei. Perché se tu ti rifiuti
in questa circostanza, da un'altra parte verranno aiuto e protezione per
i Giudei. Tu e la casa di tuo padre perirete. Chi sa che tu non sia
diventata regina proprio per questa circostanza?".
Dall’altro lato, continuiamo a pregare e a offrire
sacrifici, avendo come esempio la Beata Giacinta Marto, la pastorella di
Fatima secondo il racconto di Suor Lucia:
"Ci vennero ad interrogare due sacerdoti, che ci raccomandarono di pregare per il Santo Padre. Giacinta domandò chi era il Santo Padre e quei buoni sacerdoti ci spiegarono chi era e come aveva molto bisogno di preghiere. Giacinta cominciò ad amare tanto il Santo Padre che, ogni volta che offriva i suoi sacrifici a Gesù aggiungeva: è per il Santo Padre" [6].
NOTE
[1] Qui è possibile trovare il testo del Comunicato in lingua originale, qui la lettera di Papa Francesco, qui una prima ottima sintesi in francese, qui un’altra sintesi in italiano.
[2] "5) Cuando las circunstancias concretas de una pareja lo hagan
factible, especialmente cuando ambos sean cristianos con un camino de
fe, se puede proponer el empeño de vivir en continencia. Amoris laetitia
no ignora las dificultades de esta opción (cf. nota 329) y deja abierta
la posibilidad de acceder al sacramento de la Reconciliación cuando se
falle en ese propósito (cf. nota 364, según la enseñanza de san Juan
Pablo 11 al Cardenal W. Baum, del 22/03/1996)".
[3] Cf. S. Magister, "Amoris laetitia" ha un autore ombra. Si chiama Víctor Manuel Fernández.
[4] "6) En otras circunstancias más complejas, y cuando no se pudo
obtener una declaración de nulidad, la opción mencionada puede no ser de
hecho factible. No obstante, igualmente es posible un camino de
discernimiento. Si se llega a reconocer que, en un caso concreto, hay
limitaciones que atenúan la responsabilidad y la culpabilidad (cf.
301-302), particularmente cuando una persona considere que caería en una
ulterior falta dañando a los hijos de la nueva unión, Amoris laetítía
abre la posibilidad del acceso a los sacramentos de la Reconciliación y
la Eucaristía (cf. notas 336 y 351). Estos a su vez disponen a la
persona a seguir madurando y creciendo con la fuerza de la gracia".
[5] Cf. Don Alfredo Morselli, Perché non si può ricevere l'Eucarestia in stato di peccato mortale.
[6] P. Luigi Kondor, SVD - P. Dr. Joaquin M. Alonso, CMF (†1981) a c. di, Memorie di Suor Lucia, Volume I, Fatima: Secretariado dos Pastorinhos, 2005, p. 50.http://blog.messainlatino.it/2016/09/amoris-laetitia-il-perpetuarsi-della.html#more
Il papa definisce l'interpretazione dell'Amoris Laetitia che permette la comunione ai divorziati risposati come l'unica possibile.
- 09/09/2016
- 10:29 pm
- Chiesa e post concilio
Riprendiamo, nella nostra traduzione, da InfoCatólica. Non ci sono critiche teologiche che tengano [cfr. quella dei 45 studiosi]. Non c'è altra interpretazione che quella autentica
data da chi ha emanato il documento. Ed è esattamente quella dell'ala
liberale, affermata e confermata nella prassi. Mi limito, per ora, al
commento alla nota 329, emblematico per capire lo stile approssimativo e
manipolatorio, mai visto in una Esortazione Apostolica.
Non ci sono altre interpretazioni, egli afferma
I vescovi della regione argentina di Buenos Aires, hanno mandato ai loro sacerdoti, il Comunicato : "Criteri di base per l'applicazione del capitolo VIII dell'Amoris Laetitia", in cui si tratta l'accesso ai sacramenti della confessione e dell'eucaristia da parte dei divorziati risposati. Il documento è stato a sua volta inviato a papa Francesco il quale, in risposta, ha mandato una lettera in cui assicura che il testo dei prelati argentini «spiega in modo completo il Capitolo VIII dell'''Amoris Laetitia". Non ci sono altre interpretazioni».
Tra i punti del documento dei vescovi della regione di Buenos Aires si distinguono:
Punto 5.
Quando le circostanze concrete di una coppia lo rendano possibile, specialmente quando entrambi siano cristiani all'interno di un cammino. di fede, si può proporre l'impegno di vivere in continenza. L'AL non ignora le difficoltà. di questa scelta (cfr nota 329)[1] e lascia aperta la possibilità di accedere al sacramento della riconciliazione, quando non si riesca a mantenere questo proposito (cfr, nota 364 in conformità con l'insegnamento di Giovanni Paolo II al card W. Baum del 22 marzo 1996).
Punto 6.
In altre circostanze più complesse e quando non è possibile ottenere l'annullamento, la scelta menzionata può essere di fatto non praticabile. Ciò nonostante, è comunque possibile un cammino di discernimento. Se si giunge a riconoscere che in caso concreto vi siano limitazioni che attenuano la responsabilità e la colpevolezza (cfr note 301 - 302), in particolare quando una persona ritenga di poter cadere in ulteriore peccato facendo del male ai figli della nuova unione, l'AL apre la possibilità di accedere ai sacramenti della riconciliazione e dell'eucaristia (cfr note 336 e 351). Questi ultimi a loro volta dispongono la persona a continuare a maturare e a crescere con la forza della grazia.
Punto 9.
Può essere opportuno realizzare in modo riservato un eventuale accesso ai sacramenti soprattutto quando si dia il caso di situazioni conflittuali. ma allo stesso tempo non si deve smettere di accompagnare la comunità affinché cresca nello spirito di comprensione e accoglienza, senza che ciò implichi creare confusione nell'insegnamento della chiesa sulla indissolubilità del matrimonio. La comunità è uno strumento della misericordia che è "immeritata incondizionata e gratuita" (297).
Papa Francesco ha inviato a mons. Sergio Alfredo Fenoy delegato della regione pastorale di Buenos Aires una lettera in cui lo ringrazia di avergli inviato il testo dei vescovi, con i quali si congratula per il lavoro da loro svolto.
In un paragrafo della lettera il papa scrive:
Lo scritto è molto buono e spiega in modo esauriente l'VIII Capitolo dell'Amoris Laetitia. Non sono possibili altre interpretazioni. E sono sicuro che farà molto del bene. Che il signore ricompensi questo sforzo di carità pastorale[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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1. Nota 329. Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio
(22 novembre 1981), 84: AAS 74 (1982), 186. In queste situazioni,
molti, conoscendo e accettando la possibilità di convivere “come
fratello e sorella” che la Chiesa offre loro, rilevano che, se mancano
alcune espressioni di intimità, «non è raro che la fedeltà sia messa in
pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli» (Conc. Ecum. Vat.
II, Cost. past. Gaudium et spes, 51).
Commento:
La citazione di Gaudium et spes nella nota 329 è ingannevole, perché il documento (al n. 51) si riferisce alla continenza degli sposi legittimi ai fini della regolazione delle nascite,
sottolineando la difficoltà per la fedeltà che potrebbe esser messa in
pericolo e compromesso il bene dei figli. Inoltre fa un fritto misto con
la Familiaris Consortio, peraltro citata solo
parzialmente. La FC infatti, al n.84, afferma che per accedere al
sacramento della penitenza i divorziati risposati «assumono l'impegno di
vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei
coniugi». Il papa ha rimosso quella parte che sostiene il dovere della
completa continenza delle persone “divorziate e risposate” che
continuano a vivere insieme per seri motivi quali ad esempio
"l'educazione dei figli”. E suggerisce che in certi casi la “completa
continenza” può essere in realtà impossibile o non auspicabile, per non
'compromettere la fedeltà' con pregiudizio dei figli. Siamo all'assurdo
di invocare un principio di fedeltà in una situazione riguardante
un'unione che già viola la fedeltà dovuta al matrimonio originario.
Paradossalmente si legittima l'adulterio.
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