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sabato 3 dicembre 2016

Felicità van cercando..?

Speciale Invasione: i nuovi padrini tra sfruttamento, riti voodoo e “ricerca della felicità”

1° La ricerca della felicità
2° Destabilizzare per stabilizzare
3° Riti tribali, sangue e sacrifici umani. Ecco cosa succede sui barconi
4°Il presidente della Nigeria: “Non date asilo ai nigeriani. Da qui partono solo i delinquenti”
5° Un’organizzazione che non ha nulla da invidiare a Cosa Nostra: la mafia nigeriana
6° La tratta delle nigeriane tra stupri, ricatti e riti voodoo

-A cura della Redazione di Antimassoneria-
«Oggi in Europa non ci troviamo di fronte ad un fenomeno di immigrazione. Ci troviamo di fronte a un fenomeno migratorio (…) e come tutte le grandi migrazioni avrà come risultato finale un riassetto etnico delle terre di destinazioni, un inesorabile cambiamento dei costumi, una inarrestabile ibridazione che muterà statisticamente il colore della pelle, dei capelli, degli occhi delle popolazioni». -Umberto Eco-

I PADRINI

1° LA RICERCA DELLA FELICITA’

Era il Luglio del 2013. Papa Francesco si recava a Lampedusa per celebrare una speciale commemorazione in onore delle vittime dei barcone che capovolgendosi a circa 60 miglia dalla costa libica causò la morte di centinaia di africani che si recavano sulle nostre coste. Il papa usò parole durissime contro l’indifferenza degli italiani, che non hanno a cuore “la ricerca della felicità” di questi fratelli che si recano (o meglio vengono spinti) sulle coste italiane.  Sì, proprio quegli italiani che da 15 anni, forse 20, soccorrono migliaia di cosiddetti migranti in procinto di annegare, portandoli sulle coste italiane, rifocillandoli e ospitandoli in alberghi – spesati di tutto punto – e in altre strutture a costo di irritare al massimo tanti connazionali che sono costretti a dormire in macchina perchè non hanno più i soldi per pagare l’affitto o il mutuo.
Ma chi sono queste anime in cerca della felicità di cui parla Francesco? E soprattutto cos’è questa “felicità” di cui parla? La ricerca della felicità è un concetto ripreso pari pari dalla Dichiarazione (massonica) di Indipendenza americana. In nessun passo del Vangelo si esorta a cercare la felicità, bensì la Verità e la Giustizia.  Proprio perchè ognuno di noi ha un concetto diverso e personale di felicità e non sempre questa ricerca porta sulla strada giusta. Chiedetelo ad un tossicodipendente cosa sia per lui la felicità, vi risponderà che per lui consiste nell’avere la propria dose di droga. Un maniaco sessuale vi dirà che per lui la felicità consiste nel soddisfare sfrenatamente i suoi bassissimi istinti ecc. Aristotele diceva che la felicità perfetta altro non è che la pratica abituale delle virtù. Quindi se il grande filosofo avesse ragione possiamo dire che non è la felicità ad essere ricercata dai migranti che insoddisfatti del vitto scaraventano i piatti colmi di cibo fuori dalla finestra e appena sbarcati si mettono subito alla ricerca di “liberate” donne occidentali con la quale sfogare i propri istinti. Qualunque sia la visione della felicità intuiamo che il fenomeno immigrazione di massa non reca alcuna pace né ai migranti, resistenti all’integrazione e alla perdita della loro identità, che si trovano trapiantati in paesi molto diversi dalla loro terra natia. Come non giova alle alle popolazioni autoctone, i cui equilibri vengono stravolti dalle richieste sempre più insistenti di nuove normative che consentano loro la costruzione di piccoli stati nello Stato. Ma possibile richiedere sforzi solo agli italiani per far sentire questi popoli in movimento felici o per lo meno a proprio agio? Non è facile data la vastissima diversità dei rispettivi costumi. Come sempre ripetiamo: perchè non distribuire questi popoli presso i ricchi paesi musulmani come il Qatar,il Kuwait o l’Arabia Saudita, dove i migranti non avrebbero problemi di tipo religioso e culturale?   E mentre in Italia le sistemazioni per i migranti sono ormai sature, e si odono le sempre più frequenti minacce di Angelino Alfano per spingere alla requisizione delle proprietà private dei cittadini italiani come case e alberghi, in Arabia Saudita ci sono 100.000 tende con aria condizionata che possono ospitare 3 milioni di persone. Tende di alta qualità, 8 metri per 8 metri, costruite in modo permanente dal governo saudita nel 1990 e aggiornate nel 1997 con sistemi antincendio. Sono suddivise in  reparti che comprendono cucina e bagno. Peccato però che queste comode sistemazioni non hanno accolto neanche un solo rifugiato o immigrato. (1)tende arabia saudita

2° DESTABILIZZARE PER STABILIZZARE

Ma la metà di questi movimenti di popoli deve essere necessariamente l’Europa, perchè non sono gli immigrati che devono integrarsi nella civiltà europea, ma al contrario è l’Europa che deve necessariamente disintegrarsi e rigenerarsi grazie all’influenza delle etnie che la occupano per dar vita al Nuovo Ordine abitato da individui omologati privi di uniformità razziale e culturale. Ma per quale motivo vogliono imbastire l’Europa, di molti avanzi da galera penserete giustamente voi? Si tratta di una chiara strategia finalizzata a dividere e mettere gli uni contro gli altri tutti quei settori di opposizione che potrebbero essere unificati in un fronte comune di lotta anti imperialista, l’Italia poi in particolare possiede ancora una stragrande maggioranza di popolazione autocnona e cattolica a differenza di Francia, Inghilterra, Germania dove il numero degli stranieri è di gran lunga superiore.
Bisogna considerare che la politica di migrazione di massa verso l’Europa  presenta due principali utilità per l’oligarchia economica mondialista:
a) come elemento di trasformazione etnica degli Stati (nel lungo termine) ;
b) come mano d’opera di riserva che sia utile per le multinazionali quale  strumento di riduzione dei salari ed incremento dei profitti a medio e lungo termine.
Bisogna comprendere che il  principale obiettivo di lungo termine delle centrali mondialiste  è quello di sostituire le identità nazionali e  distruggere la cultura originaria (2)
L’immigrazione è da sempre stata utilizzata come arma geopolitica e strategica per la disarticolazione delle comunità originarie di un territorio. Basti pensare all’emigrazione di massa degli ebrei dall’Europa verso la Palestina, allora colonia britannica.
VERI PROFUGHI E VERI INVASORIL’affluenza in massa della popolazione ebraica ebbe un effetto di destabilizzazione per la comunità palestinese originaria, per quantoquesto processo fu legittimato da un generalizzato complesso di colpa derivante dalla percezione che gli ebrei formassero una categoria speciale di vittime della Seconda Guerra Mondiale.
Ci aveva avvertiti anche Gheddafi: “Senza di me vi invaderanno”.E mandava a dire al governo italiano guidato allora da Berlusconi:«Sono realmente scioccato dall’atteggiamento dei miei amici europei. In questa maniera hanno messo in pericolo e danneggiato una serie di grandi accordi sulla sicurezza, nel loro interesse e la cooperazione economica che avevamo (…)  L’Europa tornerà ai tempi del Barbarossa. Cerco di farmi capire: se si minaccia, se si cerca di destabilizzare, si arriverà alla confusione (…) La situazione è grave per tutto l’Occidente e tutto il Mediterraneo”. (3)

3 ° RITI TRIBALI, SANGUE E SACRIFICI UMANI. ECCO COSA SUCCEDE SUI BARCONI

11990414_820454961385738_6116901274193758885_nNell’articolo precedente abbiamo parlato del disegno dell’èlite che attraverso la trasfusione di diverse culture mira a scardinare quella che per i massoni è considerata una superstizione medievale, ossia la fede nella Risurrezione di Cristo Gesù e la promessa del Regno di Dio a quanti vorranno compiere la Sua volontà. Ma siamo sicuri che la diversa fede dei popoli arrivati da ogni parte d’Africa porterà all’Europa la tanto agognata laicità alla quale lorsignori mirano? A dir la verità no! Del resto in questo blog abbiamo sempre parlato del concetto di “laicità” come uno specchietto per allodole, regalato alle masse per trasgredire alla volontà di Dio come un ideale irrinunciabile; ideale che tuttavia si rivela una pura utopia, dato che i propagandisti della laicità sono i massoni che più di tutti hanno fede in sciocche superstizioni. Ma torniamo alla ricerca della felicità dei migranti. La selezione su chi deve approdare in questo paese avviene già sui barconi, e i migranti stessi contribuiscono nel compierla. Mi riferisco agli episodi dei cristiani gettati in mare oggi dai musulmani, ebbene non si tratta affatto violenze isolate. Nel maggio 2011 sul molo di Lampedusa, quattro ragazzi appena sbarcati da un barcone proveniente dalla Libia, con segni di percosse sui volti, raccontarono di una rissa a bordo e di un giovane gettato in mare,  il migrante era stato preso di mira perché, secondo alcuni, portava jella. Il 4 Agosto dello stesso anno avvenne di peggio: su un barcone in avaria due nigeriani e tre ghanesi – poi arrestati – avrebbero gettato in acqua un numero imprecisato di persone come rito propiziatorio, sacrifici umani offerti alle divinità in cambio di un approdo certo. Uno dei testimoni descrisse cosi’ l’orrore: alcuni uomini erano convinti che l’avaria si fosse verificata per gli influssi negativi di qualcuno che si trovava a bordo. Il primo a essere preso di mira fu un ghanese, legato e rinchiuso nella stiva. Qualche ora dopo fu fatto uscire e buttato in mare, vivo. Poi toccò a un nigeriano, che pagò con la vita la ”colpa” di aver steso dei panni mentre canticchiava. I testimoni parlarono di tre o quattro persone buttate giù dalla barca quotidianamente, in un viaggio che era durato cinque giorni. E raccontarono che uno degli scafisti, dopo aver assistito a questo orrore, decise di buttarsi in acqua con un giubbotto salvagente. (4) Sono splendidi concetti di laicità e tolleranza non c’è che dire. Non è un caso che i massoni si facciano in quattro per promuovere il fenomeno dell’immigrazione clandestina per salvarci dalle tenebre dell’oscurantismo cristiano dato che di riti sacrificali e superstizioni non sono da meno rispetto agli africani.

4 ° IL PRESIDENTE DELLA NIGERIA: “NON DATE ASILO AI NIGERIANI DA QUI PARTONO SOLO I DELINQUENTI”

url(Nella foto: tipologie di africani che non vengono imbarcati per l’Europa. Perchè?)
Abbiamo anche prove e testimonianze sulle partenze, spesso forzate di migranti, che prelevati dalle carceri nella quale erano rinchiusi, vengono prelevati e costretti a partire in date diverse e con diverse imbarcazioni. Non hanno pagato per il viaggio, non pensavano all’Italia come destinazione finale, né per lavorare, né per chiedere asilo. (5)
In un’interessante intervista concessa al britannico Telegraph, il presidente della Nigeria, Buhari, invita a cessare di dare asilo ai nigeriani “Da qui partono solo i criminali che non avrebbero alcun motivo di chiedere Asilo, visto che in Nigeria non ci sono guerre”. Parlando con il corrispondente Colin Freeman durante un viaggio a Londra, Buhari ha avvertito i suoi concittadini di “smettere di cercare Asilo politico all’estero”, perché i nigeriani che “partecipano all’esodo di clandestini verso l’Europa, lo stanno facendo solo per ragioni economiche, piuttosto che perché erano in pericolo.” E continua “Alcuni nigeriani affermano che è troppo difficile tornare a casa, ma hanno anche reso difficile ad europei e americani accettarli, a causa del numero di nigeriani nelle prigioni di tutto il mondo accusati di traffico di droga o di traffico di esseri umani”, ha detto. (6)

5 ° UN’ORGANIZZAZIONE MAFIOSA CHE NON HA NULLA DA INVIDIARE A COSA NOSTRA: LA MAFIA NIGERIANA

url-2(Nella foto: alcuni affiliati alla mafia nigeriana)
Sull’immigrazione nigeriana occorrerebbe aprire una lunga parentesi. Quanto sta emergendo dall’inchiesta sulla mafia nigeriana a Palermo è decisamente inquietante: ci troviamo di fronte ad un gruppo criminale violentissimo che non ha nulla da invidiare a cosa nostra.E non abbiamo remore nel dire che questo è il risultato delle folli politiche d’accoglienza volute dal governo Renzi ed avallate allegramente da sindaci e prefetti compiacenti. Peccato che alcuni dei suoi migranti siano diventati tali e quali ai boss della mafia nostrana come se da noi non ce ne fossero già abbastanza. La mafia nigeriana che sta sempre più prendendo piede in questo paese è infatti ancora più violenta di quella palermitana, ha rivelato il procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci. E’ quello che emerge dai retroscena dell’operazione Black Axe.
“Sono stati ricostruiti diversi casi di violenza” prosegue Agueci  “Persone che non sottostavano alle regole di comportamento, per esempio chi non pagava le partite di droga, venivano ‘punite’ in modi severi e violenti”.
Al momento i fermi risultano 17 (sedici uomini e una donna). Un’operazione a raggio nazionale, che è partita da Palermo. E quelli venuti a galla sono particolari raccapriccianti. Torture e violenze sessuali terribili ai danni di coloro che si rifiutavano di affiliarsi alla organizzazione mafiosa. Un uomo in particolare è stato violentato per una notte intera con un tubo di ferro. Violenze sessuali anche su alcune donne che “non volevano prostituirsi”. I nigeriani finiti in manette controllavano infatti il mercato della prostituzione e lo spaccio di droga tra i loro connazionali a Palermo.
La mafia palermitana “sopportava” l’organizzazione criminale dei “colleghi” nigeriani che operavano nel cuore di Ballarò. “Cosa nostra ha consentito ai nigeriani di organizzare una struttura subalterna alla mafia – ha spiegato Agueci. Loro erano tollerati a patto che non uscissero dal loro ‘perimetro’ di appartenenza”. Le indagini hanno accertato come l’organizzazione al suo interno riproducesse compiti, funzioni e persino organigrammi tipici di uno stato. Come ha spiegato il questore di Palermo Guido Longo “Cosa nostra consente a questa organizzazione di sopravvivere nel territorio. E la mafia siciliana anzi, ne trae vantaggio. Basta non superare certi limiti: questo succede anche altrove. Da non dimenticare la strage di Castelvolturno”. (7)

6° LA TRATTA DELLE NIGERIANE TRA STUPRI RICATTI E RITI VOODOO

url-1I nigeriani, sono in testa nella speciale classifica delle nazionalità dei migranti in arrivo sui barconi che partono dalla Libia e le ragazze sono in percentuale sempre crescente. In questo contesto è impossibile non citare la tratta delle nigeriane. Donne che vengono estirpate dal loro paese e strappate alle loro famiglie  per prostituirsi in Italia. Recuperate dagli emissari del racket nei centri di accoglienza prima e addirittura negli “hotspot” adesso Il numero di giovani africane portate in Italia dal racket della prostituzione è in costante aumento, confermando l’incremento del 300% registrato nel 2015. Allo stesso modo si abbassa sempre di più l’eta delle vittime: una su cinque è minorenne. “Violenze, riti voodoo e gravidanze indesiderate. La maggior parte, appena mette piede a terra, sono terrorizzate, sanno che c’è chi le attende e che se non obbediranno agli ordini i riti voodoo a cui sono state sottoposte prima della partenza porteranno il male nelle loro famiglie”. E’ la testimonianza di diversi medici che pattugliano il Canale di Sicilia per le operazioni di soccorso. Le ragazze vengono reclutate nei loro villaggi in Nigeria.  A legarle a doppio filo all’organizzazione, che ne cura il trasferimento in Libia attraverso il Niger e poi in Italia sui barconi e il loro recupero una volta arrivate in Italia, c’e soprattutto il terrore per i riti voodoo a cui sono sottoposte, un taglio di ciocche di capelli, di peli di pube e di unghie che i reclutatori nigeriani tengono con loro insieme ad una foto delle ragazze, una sorta di pegno per il “patto di sangue” per poi finire a prostituirsi per otto/ dieci ore giorno e notte. Molte indagini hanno portato alla luce come almeno la meta delle ragazzine che arriva in Italia venga dirottato rapidamente all’estero, soprattutto in Francia, Gran Bretagna e Spagna, e piu di recente anche nei paesi nordici, su tutti la Finlandia. (8) Debiti e minacce. Trentamila euro. A tanto ammontava il debito che una ragazza nigeriana di nome Ethis, avrebbe dovuto restituire all’organizzazione. Sarebbe stata una schiava per dieci anni. Che le cose non stavano proprio come le avevano raccontato la ragazzina cominciò a capirlo quando la sottoposero al rito voodoo. “Un mese prima della partenza Ester e altri tre uomini mi portarono vicino Benin City e mi fecero il rito Ju ju. Mi tagliarono una ciocca di capelli e le unghie e mi dissero che era un patto di sangue, se non lo avessi rispettato avrei causato sciagure a me e alla mia famiglia, mi avrebbero liberato dal rito solo dopo aver estinto il debito”. L’incubo di Ethis cominciò subito, durante il viaggio che dalla Nigeria l’avrebbe portata prima in Niger in bus e poi in macchina fino a Tripoli. “Steven, l’uomo che ci venne a prendere in Niger, era armato di fucile. Il viaggio in macchina verso la Libia durò una settimana e ogni sera ci costringeva a rapporti sessuali. Anche a Tripoli, nella connection house dove sono stata rinchiusa per quasi un mese insieme a decine di altre persone, noi ragazze nigeriane venivamo violentate continuamente”. (9)
Insomma ciò che viene fuori delle indagini su questa ricerca della felicità non è affatto edificante. Se si volesse veramente recare un beneficio a questi popoli in movimento occorrerebbe come prima cosa permettere a questi giovani di vivere con le loro famiglie nei loro territori di origine senza regalare loro facili illusioni di realizzazione in un occidente che ormai è ridotto a saccheggiare sé stesso. Un occidente alla quale non rimane nulla se non affogare la propria crisi esistenziale in sesso e droga, ovvero quei business che in tutti i paesi in costante recessione vedono aumentare i propri introiti. I mafiosi nigeriani lo hanno capito.
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