In cielo è appeso un orologio dai cento rintocchi
(OVVERO IL RE SOLE, FATIMA E UN VESCOVO VESTITO DI BIANCO)
Ovviamente in questi giorni non si può nemmeno prendere un caffè al bar senza venir coinvolti in discussioni – tipo come stamane col sindaco – pro o contro il quesito del Referendum costituzionale.Ovviamente non mi piace un senato fantoccio che nemmeno ai tempi di Caligola, quindi è bagarre. Spesso lo scontro si conclude, ahimè, con la domanda: “allora tu come la cambieresti, la Costituzione?”. Non lo so. Ma, a furia di non saperlo, ci ho pensato e sono sicuro di una cosa: perché non cominciare dall’articolo uno(«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione»), la cui prima parte è per me un assioma privo di senso logico, sostituendolo con «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sulla Regalità sociale di Cristo Re dell’Universo. La sovranità appartiene a Nostro Signore Gesù Cristo, dal popolo riconosciuto come proprio unico ed eterno Re, il quale la esercita tramite il popolo, cui ne è demandato il governo pratico nelle forme della legge naturale universale espressa entro i limiti di questa Costituzione»?
Lo so, ciò ne farebbe una monarchia parlamentare e sarebbe magnifico. Da questo primo discenderebbe a catena tutto il resto, a partire dall’elezione democratica di un Re “vicario”, dall’incoronazione di Maria Immacolata Regina d’Italia, et cetera, fino alla modifica del tricolore con l’inserimento del Sacro Cuore al centro e la sostituzione del verde con il giallo. Ma, sapete, ci han fatto apposta un Referendum…
A proposito di bandiere, non è di costituzioni che volevo parlare, volevo parlare delle richieste inascoltate di Maria e del dramma collegato ad esse. Con domande finali.
Alla fine del secolo XVII, a seguito delle guerre di religione conclusesi con la Pace di Westfalia (1648) l’Europa era sotto il giogo del protestantesimo, che, anche se ostacolato dalla Riforma cattolica, diffondeva comunque le sue eresie e cominciava a corrompere gli spiriti. Così avvenne che il 17 giugno 1689 il Sacro Cuore apparve a santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690), facendole delle rivelazioni.
«Fa’ sapere al figlio primogenito del mio Sacro Cuore che, come la sua nascita temporale fu ottenuta grazie alla devozione ai meriti della mia santa Infanzia, così la sua nascita alla grazia e alla gloria eterna verrà ottenuta mediante la consacrazione che egli farà di se stesso al mio adorabile Cuore, che vuole trionfare sul suo e, mediante questo, sui cuori dei grandi della terra».
«Il Sacro Cuore vuole regnare nella sua reggia, essere raffigurato sui suoi stendardi e inciso sulle sue armi, per renderle vittoriose su tutti i suoi nemici, abbattendo ai suoi piedi le teste orgogliose e superbe, per farlo trionfare su tutti i nemici della Chiesa».
«Il Sacro Cuore desidera entrare con pompa e magnificenza nei palazzi dei prìncipi e dei Re, per esservi oggi onorato tanto quanto venne oltraggiato, umiliato e disprezzato durante la sua Passione. Egli desidera di vedere i grandi della terra tanto abbassati e umiliati ai suoi piedi, quanto allora venne annichilito».
Il Re Sole Luigi XIV non obbedì alla richiesta di Gesù – altrettanto fecero per un secolo i suoi eredi – e la consacrazione richiesta da Nostro Signore Gesù al Re non si realizzò. Un secolo dopo, nel 1789 (in realtà il 17 giugno), la Rivoluzione francese abbatté la monarchia, fece rotolare la testa del Re Luigi XVI nel 1793. Dopo la morte del Re la Francia iniziò la sua inarrestabile discesa, con ripercussioni sull’Europa cristiana, oramai alla deriva, perseguitò la Chiesa e poi, con Napoleone, il Santo Padre
Questa vicenda ha uno stretto legame con i fatti di Fatima.
Nella terza delle Sue sei apparizioni di Fatima, avvenuta il 13 luglio 1917, la Beata Vergine Maria disse ai tre pastorelli che Ella sarebbe tornata successivamente per chiedere la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato. La Madonna enfatizzò l’importanza di questa richiesta, che si accompagnava ad un avvertimento davvero terrificante:
«Se le Mie richieste saranno ascoltate, la Russia si convertirà e vi sarà la pace; altrimenti, essa diffonderà i suoi errori in tutto il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate; infine il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace».
Nell’estate del 1931, l’urgenza della richiesta venne sottolineata da un’altra apparizione. Questa volta, fu Nostro Signore a parlare a Suor Lucia, e a darle un ammonimento in merito alla Consacrazione della Russia:
«Fai sapere ai Miei ministri, dato che seguono l'esempio del Re di Francia nel ritardare l'esecuzione della Mia richiesta, che lo seguiranno nella sciagura». Evidente il riferimento a Luigi XVI. Ma la consacrazione della Russia, nei termini voluti da Gesù, non vi fu mai.
Nell’ottobre 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale, Papa Pio XII compì una consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria. Non fece alcuna menzione della Russia, né alcun vescovo del mondo partecipò a quella cerimonia.
A metà del 1952, durante la Guerra in Corea, Papa Pio XII compì un’altra consacrazione. In questo caso, egli nominò esplicitamente la Russia, ma non chiese ad alcun vescovo di unirsi a lui a quella consacrazione (come se un vescovo cattolico potesse mai essere comunista) avvenuta via radio, e non durante una cerimonia pubblica e solenne. Senza la partecipazione dei vescovi, anche quella consacrazione non poté soddisfare la richiesta della Madonna.
Come se non bastasse, verso la fine del 1962, l’apertura del Concilio Vaticano Secondo si inventò un nuovo ostacolo: per ottenere da Mosca la partecipazione al Concilio di due osservatori della Chiesa Russo Ortodossa, il Vaticano acconsentì formalmente a non condannare la Russia Sovietica, o il comunismo in generale, durante i lavori di quel Concilio. Tale decisione diede inizio alla cosiddetta “Ostpolitik”.
Oggi la politica mondiale è in fermento come dimostra il voto sulla Brexit, i governi della Mitteleuropa e la vittoria di Trump. Tutto questo mentre entriamo nel 100° anniversario delle apparizioni della Madonna a Fatima: cento anni dalle richieste e dagli avvertimenti in Portogallo nel 1917.
Come ha ricordato Patrick Archbold su The Remnant, questo «anniversario non è solo un fenomeno umano. Infatti, nostro Signore stesso ha fatto un’allusione diretta al significato di un secolo nella timeline di Fatima». Quindi è lecito chiederci se dobbiamo aspettarci qualcosa di terribile. Se tanto mi dà tanto, il 13 luglio 2017 dovremmo aspettarci qualcosa di eclatante? Un disastro, fisico e spirituale?
Spero vivamente di no. Però è giusto fare un collegamento, perché il collegamento esiste ex ante.
Dunque, un secolo dopo le richieste disattese di Paray-le-Monial un Re è stato deposto (prima che decapitato). Un secolo dopo le richieste disattese di Fatima un pontefice potrebbe essere messo in discussione?
Questo esito da cosa lo si può evincere se non dai “Dubia” dei cardinali del Sale della Terra? Quattro coraggiosi cardinali hanno la possibilità e probabilmente l’intenzione di emettere un atto di correzione formale al Vescovo di Roma, a causa dell'errore latente in Amoris Laetitia. Nonostante le minacce avanzate a Madrid da mons. Pio Vito Pinto, Decano della Rota Romana, per conto del Santo Padre, di ritirar loro il cappello cardinalizio.
Ciò, in entrambi gli esiti, senza dubbio può portare ad un terribile castigo, sulla Chiesa e sul mondo. Questo, naturalmente, ci riconduce alla visione di Fatima.
«[Il Vescovo vestito di bianco] attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo esitante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; dopo aver raggiunto la cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono proiettili e frecce contro di lui, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari di varie classi e posizioni».
Un Vescovo vestito di Bianco, suor Lucia disse ”abbiamo avuto l'impressione che fosse il Santo Padre”. Perché l’impressione? E’ ovvio che il Vescovo vestito di bianco sia il Papa. Sine dubio. Suor Lucia non sapeva (o non volle dire?) che nel 2017 ci sarebbero stati – come presumibilmente sarà – due Papi. Ora, è possibile che la confusione sopra l'identità del vescovo vestito di bianco sia generata dal fatto che c’è un Papa “deposto”, ancora vestito di bianco? Il vescovo morente della visione, appurato ormai che non è Wojtyla, è Bergoglio o Ratzinger? Dovesse mai accadere, Antonio Socci avrebbe forse una magra consolazione nell’aver avuto ragione?
Uno scenario inquietante ci attende al volgere dell’anno. Forse che qualcuno trama nell’ombra un oscuro proposito?
Che fare, allora, carissimi “sgranarosari”?
La Chiesa è un unico Corpo mistico di Cristo, dal quale non ci si possiamo isolare, pena lo scivolare su posizioni inaccettabili proprio nell'intento di salvaguardare la sana dottrina. Tuttavia possiamo legittimamente domandare se non siano i novatori ad essersi già, de facto, separati dal Corpo mistico per peccati contro la fede, ma la maggior parte del clero e dei cattolici praticanti sono soggettivamente in buona fede e non si può, con leggerezza di spirito lasciare che vadano in malora.
Finchè in Vaticano molti saranno preda del modernismo, si dovrà continuare a dar battaglia spirituale, dentro, fuori le mura domestiche, con l’unica arma che abbiamo: il Rosario. Non per fare i duri e puri, ma perché non ci è permesso né offendere Dio, né ingannare le anime.
Sia lodato Gesù Cristo. Pubblicato il 03 dicembre 2016
di Matteo Donadoni
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