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Soffia anche lo spirito di Meslier...
Il 30 giugno 1729, ad Étrépigny, vicino al confine tra la Francia ed il Belgio, moriva Jean Meslier. Un bel tipo di cattolico “moderno”, il Meslier: sacerdote per quarant’anni in quello che era ed è un paesino della campagna francese, divenne celebre per il suo voluminoso testamento nel quale sconfessava le verità di fede, si diceva ateo e demoliva tutto ciò che è Cristianesimo.
Ovviamente, quel mangiapreti di Voltaire, appena seppe di questa bella cosa, recuperò il manoscritto, ci fece un deciso copy-writing, eliminò le parti che voleva eliminare ed aggiunse quelle che voleva aggiungere e, tutto contento, con il suo bel sorriso mascalzone stampato sul volto, mandò alle stampe il “Testamento di Jean Meslier” nel 1762. Non gli sembrava vero di poter pugnalare alle spalle la Chiesa Cattolica usando proprio il testamento di un sacerdote.
Vogliamo leggere alcuni estratti di questo testamento scritto a quattro mani? Ci basti sapere che, nella versione che ci è giunta, Meslier-Voltaire definiscono i cristiani praticanti dei «cristicoli» [christicoles], deridendoli per ciò che credono e tentando di sconfessare le verità di fede. Per i due autori del testamento, la morale cristiana «è in fondo la stessa che in tutte le religioni, ma ne sono nati dogmi crudeli che hanno insegnato persecuzione e discordia». Secondo Meslier, in merito al Vangelo «non c’è niente al mondo di più ridicolo»; i «cristicoli» hanno attribuito a Dio una «povertà di idee», sono «pazzi», hanno «attribuito la divinità ad un uomo da nulla, vile e spregevole, che non aveva talento, né scienza, né indirizzo, nato da parenti poveri che, per aver voluto mostrarsi al mondo e per far parlare di sé, è stato giudicato come un insensato e un ingannatore». Molto meglio, dunque, fare come facevano gli antichi, che almeno avevano «attribuito la divinità solo ai grandi uomini».
L’opera si conclude con invocazione: «Finirò col supplicare Dio, così oltraggiato da questa setta, di degnarsi di ricondurci alla religione naturale, di cui il cristianesimo è il nemico dichiarato; a questa religione santa che Dio ha messo nel cuore d’ogni uomo, che c'insegna a non far ad altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi stessi. Allora l'universo sarebbe formato da buoni cittadini, da padri giusti, da figli ubbidienti, da teneri amici. Dio ci ha dato questa religione dandoci la ragione».
Ora, il rapidissimo excursus su Jean Meslier e sulla sua curiosa filosofia fa pensare a quei curiosi personaggi che popolano la Chiesa contemporanea. Sacerdoti, magari vescovi, talvolta cardinali, e chissà se anche qualcosa di più… Ecco: che differenza c’è tra Meslier e i sacerdoti 2.0, che negano le verità di fede e si fanno portavoce della teologia del dubbio? Che differenza, tra Meslier che ritiene più meritevole la religione dei pagani – che veneravano gli eroi vittoriosi – e il clero moderno, perfettamente asservito al potere mondano, tanto da «santificare» personaggi dal dubbio trascorso, quale Marco Pannella? Quali differenze tra Meslier e le altre gerarchie cattoliche, così prodighe nel ricordare i crimini dei cristiani e così attente nel ricordare che la morale cristiana è in fondo la stessa di tutte le religioni? La relativizzazione del cristianesimo è nata in buona parte nel XVIII Secolo: oggi ne stiamo semplicemente raccogliendo i frutti.
E per quanto riguarda gli insulti? Beh… da Meslier a Voltaire, da d’Holbach a De Sade, il Settecento ha fatto registrare una interessante raccolta di epiteti ingiuriosi. Più o meno come oggi. Con la differenza che sono pronunciati da ben altre personalità. Gli insulti gratuiti ai cristiani sono una costante del vescovo venuto «dalla fine del mondo», che in merito alle invettive è un vero maestro. Qualcuno li ha anche raccolti in un simpatico elenco, (Pope Francis little book of insults). Ce n’è per tutti i gusti: dalle «vecchie comari» ai «fomentatori della coprofagia», dagli «sgranarosari» al «signor e signora Piagnistei». Cercando questo breve pamphlet su internet, mi sono anche imbattuto in questo singolare generatore automatico di insulti diretti ai cristiani, sullo stile di Bergoglio (http://retrocatholic.com/cgi/insult).
Tra relativismo e derisione, l’ambiente cattolico è oggi impregnato a tal punto dello «spirito di Meslier» che non sorprenderà se uno dei nostri pastori farà «outing» come il sacerdote di Étrépigny. Anzi: sarebbe ora che qualcuno lo facesse
Ovviamente, quel mangiapreti di Voltaire, appena seppe di questa bella cosa, recuperò il manoscritto, ci fece un deciso copy-writing, eliminò le parti che voleva eliminare ed aggiunse quelle che voleva aggiungere e, tutto contento, con il suo bel sorriso mascalzone stampato sul volto, mandò alle stampe il “Testamento di Jean Meslier” nel 1762. Non gli sembrava vero di poter pugnalare alle spalle la Chiesa Cattolica usando proprio il testamento di un sacerdote.
Vogliamo leggere alcuni estratti di questo testamento scritto a quattro mani? Ci basti sapere che, nella versione che ci è giunta, Meslier-Voltaire definiscono i cristiani praticanti dei «cristicoli» [christicoles], deridendoli per ciò che credono e tentando di sconfessare le verità di fede. Per i due autori del testamento, la morale cristiana «è in fondo la stessa che in tutte le religioni, ma ne sono nati dogmi crudeli che hanno insegnato persecuzione e discordia». Secondo Meslier, in merito al Vangelo «non c’è niente al mondo di più ridicolo»; i «cristicoli» hanno attribuito a Dio una «povertà di idee», sono «pazzi», hanno «attribuito la divinità ad un uomo da nulla, vile e spregevole, che non aveva talento, né scienza, né indirizzo, nato da parenti poveri che, per aver voluto mostrarsi al mondo e per far parlare di sé, è stato giudicato come un insensato e un ingannatore». Molto meglio, dunque, fare come facevano gli antichi, che almeno avevano «attribuito la divinità solo ai grandi uomini».
L’opera si conclude con invocazione: «Finirò col supplicare Dio, così oltraggiato da questa setta, di degnarsi di ricondurci alla religione naturale, di cui il cristianesimo è il nemico dichiarato; a questa religione santa che Dio ha messo nel cuore d’ogni uomo, che c'insegna a non far ad altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi stessi. Allora l'universo sarebbe formato da buoni cittadini, da padri giusti, da figli ubbidienti, da teneri amici. Dio ci ha dato questa religione dandoci la ragione».
Ora, il rapidissimo excursus su Jean Meslier e sulla sua curiosa filosofia fa pensare a quei curiosi personaggi che popolano la Chiesa contemporanea. Sacerdoti, magari vescovi, talvolta cardinali, e chissà se anche qualcosa di più… Ecco: che differenza c’è tra Meslier e i sacerdoti 2.0, che negano le verità di fede e si fanno portavoce della teologia del dubbio? Che differenza, tra Meslier che ritiene più meritevole la religione dei pagani – che veneravano gli eroi vittoriosi – e il clero moderno, perfettamente asservito al potere mondano, tanto da «santificare» personaggi dal dubbio trascorso, quale Marco Pannella? Quali differenze tra Meslier e le altre gerarchie cattoliche, così prodighe nel ricordare i crimini dei cristiani e così attente nel ricordare che la morale cristiana è in fondo la stessa di tutte le religioni? La relativizzazione del cristianesimo è nata in buona parte nel XVIII Secolo: oggi ne stiamo semplicemente raccogliendo i frutti.
E per quanto riguarda gli insulti? Beh… da Meslier a Voltaire, da d’Holbach a De Sade, il Settecento ha fatto registrare una interessante raccolta di epiteti ingiuriosi. Più o meno come oggi. Con la differenza che sono pronunciati da ben altre personalità. Gli insulti gratuiti ai cristiani sono una costante del vescovo venuto «dalla fine del mondo», che in merito alle invettive è un vero maestro. Qualcuno li ha anche raccolti in un simpatico elenco, (Pope Francis little book of insults). Ce n’è per tutti i gusti: dalle «vecchie comari» ai «fomentatori della coprofagia», dagli «sgranarosari» al «signor e signora Piagnistei». Cercando questo breve pamphlet su internet, mi sono anche imbattuto in questo singolare generatore automatico di insulti diretti ai cristiani, sullo stile di Bergoglio (http://retrocatholic.com/cgi/insult).
Tra relativismo e derisione, l’ambiente cattolico è oggi impregnato a tal punto dello «spirito di Meslier» che non sorprenderà se uno dei nostri pastori farà «outing» come il sacerdote di Étrépigny. Anzi: sarebbe ora che qualcuno lo facesse
di Giorgio Enrico Cavallo
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