Abolizione del Sacrificio?
Aboliranno il
sacrificio quotidiano e vi metteranno l’abominio della desolazione
(Dn 11, 31).
Se
l’indiscrezione fosse vera, sarebbe veramente un fatto di gravità apocalittica,
che richiamerebbe alla mente la profezia di Daniele sugli ultimi tempi. Il
fatto che la notizia sia stata fornita da più fonti indipendenti le conferisce
una certa attendibilità, anche se non possiamo escludere a priori che un
allarme fasullo sia stato messo in circolazione a bella posta come un
diversivo, per distogliere la nostra attenzione da altre questioni sensibili,
come l’eutanasia e l’adozione di bambini da parte di coppie sodomitiche. Di che
si tratta, in ogni caso? Da qualche settimana si vocifera di una segreta commissione
vaticana che avrebbe ricevuto l’incarico di revisionare ulteriormente il rito cattolico
della Messa per rendere possibile una communicatio in sacris
con anglicani e protestanti, compresa la “concelebrazione” di ministri delle
diverse confessioni. A questo fine si starebbe pensando – pare – all’adozione
dell’antichissima Anafora di Addai e Mari,
la quale, pur non contenendo le parole dell’istituzione dell’Eucaristia, se non
in modo implicito, nel 2001 è stata riconosciuta valida dalla Congregazione per
la Dottrina della Fede.
La
questione, nella sua inverosimile paradossalità, richiede degli approfondimenti
a più livelli. Se siamo arrivati al punto che si possano anche solo immaginare
ipotesi del genere, è probabilmente perché il sentimentalismo imperante,
fondato sull’ignoranza e sulla disinformazione, ha talmente offuscato le menti
che ormai nemmeno le peggiori enormità vengono più percepite come tali. Ad ogni
modo – anche se in tempi normali sarebbe del tutto superfluo – occorre anzitutto
ricordare che il cosiddetto “ministero” esercitato nelle comunità protestanti non
ha alcun valore sacramentale, dato che esse non hanno l’Ordine sacro. I loro
ministri sono semplici laici e nella loro Cena, di conseguenza, non avviene
assolutamente nulla; per lo stesso motivo non le si può chiamare “chiese” (com’è
purtroppo divenuto abituale in casa cattolica), poiché in assenza del
sacramento dell’Ordine la successione apostolica si è interrotta ed è quindi
venuto meno un elemento costitutivo della Chiesa, insieme all’unità della fede,
della comunione gerarchica e della vita di grazia.
Come
non scusare, tuttavia, sacerdoti e fedeli – specie, paradossalmente, i più
(de)formati – se un anziano professore di teologia, ex-rettore di un pontificio
istituto romano, in un corso di licenza sull’ecumenismo è arrivato ad affermare
(l’ho udito con le mie orecchie qualche anno fa) che anche i protestanti, in
realtà, hanno il ministero sacro in quanto i loro pastori ricevono una
preghiera con l’imposizione delle mani? Quel venerando docente, almeno nella
sua giovinezza, avrebbe dovuto apprendere che il rispetto della forma dei Sacramenti è indispensabile
alla loro validità; una sua modifica arbitraria li rende nulli. Oltretutto
manca completamente, presso i sedicenti “riformati”, l’intenzione di fare ciò
che fa la Chiesa: in questo caso, costituire dei ministri che, per il carattere
indelebile del sacramento, siano abilitati ad offrire il Sacrificio in
persona Christi. Per questi stessi motivi papa Leone
XIII, confermando le decisioni di Giulio III, Paolo IV e Clemente XI, nel 1896 dichiarò
invalide le ordinazioni anglicane, dato che il rito era stato illegittimamente modificato
in modo sostanziale.
Un
cattolico non può quindi partecipare al culto anglicano o protestante, sia
perché, non essendo quello stabilito da Cristo e trasmesso dagli Apostoli, non ha
validità, sia per non dare l’impressione di prenderlo per buono aderendo alla
falsa dottrina che vi è connessa, ovverossia (tra le altre cose) alla negazione
della transustanziazione. È vero che, nel corso dei secoli, la Chiesa è
intervenuta sulla forma di alcuni Sacramenti e sulla sua determinazione, ma non
ne ha mai toccato la sostanza e, in ogni caso, l’ha fatto in modo legittimo,
cioè tramite una decisione della suprema autorità. Perfino la nuova Messa, elaborata
con l’intenzione esplicita di renderla accetta agli eretici, è valida, sebbene
assomigli terribilmente a quella anglicana (tanto è vero che un loro ministro, già
trent’anni fa, a Londra mi confidò candidamente che usava abitualmente il rito
di Paolo VI).
È
evidente che una “concelebrazione” tra ministri di diverse confessioni è non
solo una mostruosità, ma anche qualcosa di impossibile a livello metafisico,
nonché sul piano giuridico e dottrinale: gli altri non sono sacerdoti, non
hanno la nostra stessa fede nell’Eucaristia e non sono in comunione gerarchica
con noi. Anche la cosiddetta intercomunione,
che in Germania è prassi corrente ed è stata purtroppo ammessa anche in
importanti ricorrenze con grande afflusso di fedeli, è un abuso gravissimo: non
solo chi vi accede non assolto da peccati gravi commette un sacrilegio (come
quei poveri cristiani che non hanno la Confessione e non credono alla Presenza
reale), ma di fatto, pur accedendo insieme al Sacramento dell’unità per
eccellenza, siamo e rimaniamo divisi, non per motivi puramente storici o
disciplinari, come si vorrebbe far credere, ma per ragioni più che sostanziali.
L’unica via verso un’unità reale – piuttosto che immaginaria o velleitaria – è la
conversione dei non-cattolici alla vera fede e il loro ritorno in seno all’unica
Chiesa di Cristo.
A
che pro, allora, modificare ulteriormente la Messa? L’unica motivazione possibile
può essere proprio quella di abolire il Sacrificio. Qui entriamo in un altro
ordine di problemi. L’Anafora di Addai e
Mari (attribuita dalla tradizione siro-orientale a due dei settantadue
discepoli inviati in missione da Cristo) viene fatta risalire dagli studiosi, al
più tardi, al III secolo dell’era cristiana. L’assenza del racconto dell’istituzione
dell’Eucaristia (cioè delle parole consacratorie) rifletterebbe una fase molto
arcaica in cui esso non era stato ancora inserito, come è avvenuto in tutti i
riti della Chiesa universale. Questo antichissimo canone è a tutt’oggi in uso nella
Chiesa Assira d’Oriente, presente nell’odierno Iraq e nella diaspora. Questa
Chiesa di origini apostoliche, separatasi per il rifiuto del Concilio di Efeso,
ha tuttavia «preservato pienamente la fede eucaristica nella presenza di nostro Signore
sotto le specie del pane e del vino e nel carattere sacrificale dell’Eucaristia»
(1);
nel 1994 ha firmato una Dichiarazione
comune per il superamento degli equivoci in campo cristologico. Nel 1552
una parte di essa è ritornata alla piena comunione con la Sede Apostolica sotto
il nome di Chiesa Caldea.
Se
veramente intendono inserire l’Anafora di
Addai e Mari nel rito romano, sarebbe effettivamente una mossa molto
astuta: potrebbero rendere la Messa nulla – o almeno dubbia – facendo credere
che nulla sia cambiato. Ciò che in sé la rende valida è, da una parte, il fatto
che è sempre stata usata da una Chiesa particolare che ha un rito proprio e
legittimo e, dall’altra, la condizione che il sacerdote abbia l’intenzione di
fare ciò che fa la Chiesa, cioè di realizzare la transustanziazione. Anche se
il termine risale alla teologia scolastica e non si trova nella tradizione
orientale, tuttavia la realtà che indica deve essere oggetto di fede per tutti,
come si sottolinea nelle professioni di fede che hanno dovuto sottoscrivere le
Chiese separate per ritornare in comunione con Roma. Ora, qualora un sacerdote
latino la usasse senza la dovuta intenzione, temo che possa risultare invalida.
Non è un mistero per nessuno, purtroppo, che non sia infrequente il caso di
preti cattolici che non credono più alla Presenza reale. Tuttavia, finché usano
il rito legittimamente approvato dal Papa, chiedendo la trasformazione delle
specie eucaristiche nel Corpo e nel Sangue di Cristo e recitando correttamente
le parole consacratorie, il loro difetto di fede non invalida la Messa; al
massimo ciò potrebbe avvenire (ma non è una certezza nemmeno questa) se nel
consacrare ponessero un’intenzione positivamente contraria, cioè escludessero
con un atto positivo della volontà di voler compiere la transustanziazione.
Pubblicato da Elia
http://lascuredielia.blogspot.it/2017/03/abolizione-del-sacrificio-aboliranno.html
https://www.youtube.com/watch?v=DBVnQwpTZ90
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