Siamo negli ultimi tempi ed ha ragione chi dice che si parla di più di Martin Lutero e dei 500 anni della cosiddetta Riforma, che delle apparizioni della Santa Vergine a Fatima, di cui ricorrono i 100 anni. Conforta, allora, riandare a leggere testi fondamentali della spiritualità cristiana, come questo che vi propongo.
Nella sua opera principale, Trattato della vera devozione
alla Santa Vergine, scritta nel 1712, San Luigi Maria Grignion de Montfort
scrive: «Prevedo molte belve arrabbiate, che arriveranno con furia per
strappare con i loro denti diabolici questo piccolo scritto e colui del quale
lo Spirito Santo si è servito per scriverlo, o almeno per avvolgerlo nelle
tenebre e nel silenzio di un baule, affinché non venga Lui conosciuto; costoro
anzi attaccheranno e perseguiteranno quelli e quelle che lo leggeranno e
cercheranno di metterlo in pratica».
– Danilo Quinto – 15 marzo 2017
Amenità - Danilo Quinto - 15 marzo 2017
“Chi toglie il lavoro all'uomo fa un peccato gravissimo”, dice Papa Francesco oggi. Davvero?
Mi permetto di suggerirgli di guardare al suo interno. A me, il lavoro è stato tolto quasi 2 anni fa per “Ancilla hominis”, un libro che avevo scritto per Radio Spada sul suo pontificato. Lo raccontai in un articolo del giugno di due anni fa.
Mi permetto di suggerirgli di guardare al suo interno. A me, il lavoro è stato tolto quasi 2 anni fa per “Ancilla hominis”, un libro che avevo scritto per Radio Spada sul suo pontificato. Lo raccontai in un articolo del giugno di due anni fa.
“Nel rispetto assoluto della tua libertà…”
di Danilo Quinto
“Nel rispetto assoluto della tua libertà, prendo atto della tua posizione sul Papa che è in netta opposizione a quella del SIR. Ti comunico che, essendo venuto meno il rapporto fiduciario con il direttore, e d’intesa con l’amministratore delegato, con la pubblicazione odierna dei due ultimi tuoi articoli, si ritiene conclusa la tua collaborazione con l’Agenzia SIR. Buona fortuna.”.
E’ il testo dell’sms che ho ricevuto oggi dal Direttore dell’Agenzia SIR, dopo una sua telefonata di ieri, all’ora di cena, nella quale mi raccontava che qualcuno gli aveva segnalato alcuni degli articoli che ho scritto nelle ultime settimane sul sito di “Radio Spada” e su altri siti. “Sono qui davanti al video” – mi ha detto – “e sono allibito e esterrefatto”. “A che cosa ti riferisci, in particolare?”, ho chiesto. “Ai tuoi articoli e al tuo libro sul Papa”. “Qual è l’accusa che mi fai? Dovrei rinunciare alla mia identità? Non dovrei pensare? Mi dovrei sopprimere? Non comprendo poi quale problema vi sia, considerato che per Sir svolgo la collaborazione sotto pseudonimo, così come mi è stato chiesto e imposto”. Gli ho chiesto, infine, se con la telefonata intendesse licenziarmi. Mi ha risposto che non aveva il potere per farlo. Non aveva il potere, ma la faccia l’ha avuta. Con un sms, senza neppure avere il coraggio di dirmelo guardandomi negli occhi.
Con l’Agenzia SIR, il rapporto era iniziato nel marzo 2013: scrivevo tre articoli a settimana, usando tre pseudonimi, su altrettanti settori: l’Asia, il Terzo Settore, il Mezzogiorno. Non c’era un contratto. Alla fine del mese, inviavo una nota con quanto avevo prodotto e ricevevo il compenso: poco più di 1.200 euro netti. Era danaro che serviva per la sopravvivenza della mia famiglia. La mia unica fonte di reddito. Ora sottratta, con la motivazione detta sopra. Una collaborazione che ha prodotto in due anni e tre mesi, 316 articoli.
Non mi piegherò a queste meschinità e a queste dimostrazioni di potere e di forza su una persona in stato di debolezza e di bisogno. Sfido chiunque a rilevare nei miei libri e nei miei articoli parole o espressioni offensive nei confronti del Papa. Come sfido chiunque cattolico o sedicente tale a dimostrarmi che il Cristianesimo, insieme all’amore per una Persona, non sia amore per la Verità e per la Libertà, alle quali non si può e non si deve mai rinunciare, insieme al rifiuto di qualsiasi compromesso e del male minore.
Ho vissuto, in questi anni, la bellezza della conversione e della Grazia, quella libera iniziativa di Dio che plasma la nostra anima al bene. Ho amato i miei nemici, come ha insegnato Gesù. Ho consegnato a Lui – e solo a Lui – la mia vita e quella di mia moglie e di mio figlio. Continuerò a farlo, con gioia assoluta e fede illimitata. Ho già detto pubblicamente che se sarò costretto a fare l’elemosina, la farò, ma non rinuncerò a vivere secondo il messaggio del Vangelo. Ho anche messo nel conto il martirio, nella sua dimensione quotidiana, che sto vivendo insieme alla mia famiglia da molto tempo. Le angosce sono tante, ma la speranza di vedere il Paradiso le fa sopportare e consente di offrire le sofferenze per un bene più grande.
A coloro che hanno seguito la mia storia e che mostrano attenzione – immeritata – e condivisione rispetto alle mie scelte, dico solo di pregare per me e per la mia famiglia; chiedo loro di considerare sempre che la Chiesa è di Gesù Cristo, che trionferà insieme al Cuore Immacolato di Maria contro tutti coloro che all’esterno e soprattutto al suo interno, agiscono per assecondare il potere delle tenebre e intendono a questo essere fedeli; ricordo, infine, umilmente le parole di Gesù (Mt 10, 14-15): “Se qualcuno non vi accoglie e non ascolta le vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete via la polvere dai vostri piedi. Io vi assicuro che nel giorno del giudizio gli abitanti di Sòdoma e Gomorra saranno trattati meno severamente degli abitanti di quelle città”.
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