ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 16 marzo 2017

Tacere, pregare, desiderare e attendere:

Gli ultimi tempi 
Siamo negli ultimi tempi ed ha ragione chi dice che si parla di più di Martin Lutero e dei 500 anni della cosiddetta Riforma, che delle apparizioni della Santa Vergine a Fatima, di cui ricorrono i 100 anni. Conforta, allora, riandare a leggere testi fondamentali della spiritualità cristiana, come questo che vi propongo.


Nella sua opera principale, Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, scritta nel 1712, San Luigi Maria Grignion de Montfort scrive: «Prevedo molte belve arrabbiate, che arriveranno con furia per strappare con i loro denti diabolici questo piccolo scritto e colui del quale lo Spirito Santo si è servito per scriverlo, o almeno per avvolgerlo nelle tenebre e nel silenzio di un baule, affinché non venga Lui conosciuto; costoro anzi attaccheranno e perseguiteranno quelli e quelle che lo leggeranno e cercheranno di metterlo in pratica».

Ad un certo punto dell’opera, che rimase nascosta per 130 anni, Monfort tratta così il tema degli Apostoli degli ultimi tempi: «Maria deve risplendere più che mai in questi ultimi tempi per misericordia, efficacia e grazia. In misericordia, per ricondurre e accogliere con amore i poveri peccatori e gli sbandati che si convertiranno e torneranno alla Chiesa cattolica; per efficacia, nei confronti dei nemici di Dio, i non credenti, gli eretici, gli islamici, gli ebrei, gli atei induriti, che reagiranno fortemente, con promesse e con minacce, per sedurre e traviare tutti quelli che saranno loro contrari; e infine deve risplendere per grazia, animando e sostenendo i valorosi soldati e i fedeli servitori di Gesù Cristo, mentre combatteranno per il Vangelo. Maria infine deve risultare terribile contro il demonio e i suoi seguaci, ‘terribile come schiere a vessilli spiegati’, soprattutto in questi ultimi tempi; il demonio infatti sa che gli resta poco tempo, anzi meno che mai, per condurre le anime a perdizione; egli quindi raddoppia ogni giorno i suoi sforzi e le sue lotte, e presto susciterà crudeli persecuzioni, provocherà terribili insidie ai fedeli servitori e ai veri figli di Maria, nei confronti dei quali si trova maggiormente in difficoltà». Monfort aggiunge: «Infine dobbiamo sapere che saranno dei veri discepoli di Gesù Cristo, che camminano sulle orme della sua povertà, dell'umiltà, del disprezzo del mondo e della carità, insegnando la via stretta di Dio nella pura verità, seguendo il santo vangelo e non le massime del mondo, senza vivere in ansia né avere soggezione per nessuno, senza risparmiare, o farsi condizionare, o temere nessun mortale per potente che sia. Avranno nella loro bocca la spada a due tagli della parola di Dio; sulle loro spalle porteranno lo stendardo della Croce, segnato dal sangue, il crocifisso nella mano destra e la corona del Rosario nella sinistra, sul loro cuore i santi nomi di Gesù e di Maria, e in tutta la loro condotta si ispireranno alla semplicità e alla mortificazione di Gesù Cristo. Ecco i grandi uomini che verranno, ma che Maria farà sorgere per ordine dell'Altissimo, per estendere il suo impero su quello dei non credenti, dei pagani, dei musulmani. Ma quando e come avverrà questo? Dio solo lo sa, noi dobbiamo tacere, pregare, desiderare e attendere: ho sperato, ho sperato nel Signore».

– Danilo Quinto – 15 marzo 2017

Amenità - Danilo Quinto - 15 marzo 2017

“Chi toglie il lavoro all'uomo fa un peccato gravissimo”, dice Papa Francesco oggi. Davvero?
Mi permetto di suggerirgli di guardare al suo interno. A me, il lavoro è stato tolto quasi 2 anni fa per “Ancilla hominis”, un libro che avevo scritto per Radio Spada sul suo pontificato. Lo raccontai in un articolo del giugno di due anni fa. 
“Nel rispetto assoluto della tua libertà…”
di Danilo Quinto
“Nel rispetto assoluto della tua libertà, prendo atto della tua posizione sul Papa che è in netta opposizione a quella del SIR. Ti comunico che, essendo venuto meno il rapporto fiduciario con il direttore, e d’intesa con l’amministratore delegato, con la pubblicazione odierna dei due ultimi tuoi articoli, si ritiene conclusa la tua collaborazione con l’Agenzia SIR. Buona fortuna.”.
E’ il testo dell’sms che ho ricevuto oggi dal Direttore dell’Agenzia SIR, dopo una sua telefonata di ieri, all’ora di cena, nella quale mi raccontava che qualcuno gli aveva segnalato alcuni degli articoli che ho scritto nelle ultime settimane sul sito di “Radio Spada” e su altri siti. “Sono qui davanti al video” – mi ha detto – “e sono allibito e esterrefatto”. “A che cosa ti riferisci, in particolare?”, ho chiesto. “Ai tuoi articoli e al tuo libro sul Papa”. “Qual è l’accusa che mi fai? Dovrei rinunciare alla mia identità? Non dovrei pensare? Mi dovrei sopprimere? Non comprendo poi quale problema vi sia, considerato che per Sir svolgo la collaborazione sotto pseudonimo, così come mi è stato chiesto e imposto”. Gli ho chiesto, infine, se con la telefonata intendesse licenziarmi. Mi ha risposto che non aveva il potere per farlo. Non aveva il potere, ma la faccia l’ha avuta. Con un sms, senza neppure avere il coraggio di dirmelo guardandomi negli occhi.
Con l’Agenzia SIR, il rapporto era iniziato nel marzo 2013: scrivevo tre articoli a settimana, usando tre pseudonimi, su altrettanti settori: l’Asia, il Terzo Settore, il Mezzogiorno. Non c’era un contratto. Alla fine del mese, inviavo una nota con quanto avevo prodotto e ricevevo il compenso: poco più di 1.200 euro netti. Era danaro che serviva per la sopravvivenza della mia famiglia. La mia unica fonte di reddito. Ora sottratta, con la motivazione detta sopra. Una collaborazione che ha prodotto in due anni e tre mesi, 316 articoli.
Non mi piegherò a queste meschinità e a queste dimostrazioni di potere e di forza su una persona in stato di debolezza e di bisogno. Sfido chiunque a rilevare nei miei libri e nei miei articoli parole o espressioni offensive nei confronti del Papa. Come sfido chiunque cattolico o sedicente tale a dimostrarmi che il Cristianesimo, insieme all’amore per una Persona, non sia amore per la Verità e per la Libertà, alle quali non si può e non si deve mai rinunciare, insieme al rifiuto di qualsiasi compromesso e del male minore.
Ho vissuto, in questi anni, la bellezza della conversione e della Grazia, quella libera iniziativa di Dio che plasma la nostra anima al bene. Ho amato i miei nemici, come ha insegnato Gesù. Ho consegnato a Lui – e solo a Lui – la mia vita e quella di mia moglie e di mio figlio. Continuerò a farlo, con gioia assoluta e fede illimitata. Ho già detto pubblicamente che se sarò costretto a fare l’elemosina, la farò, ma non rinuncerò a vivere secondo il messaggio del Vangelo. Ho anche messo nel conto il martirio, nella sua dimensione quotidiana, che sto vivendo insieme alla mia famiglia da molto tempo. Le angosce sono tante, ma la speranza di vedere il Paradiso le fa sopportare e consente di offrire le sofferenze per un bene più grande.
A coloro che hanno seguito la mia storia e che mostrano attenzione – immeritata – e condivisione rispetto alle mie scelte, dico solo di pregare per me e per la mia famiglia; chiedo loro di considerare sempre che la Chiesa è di Gesù Cristo, che trionferà insieme al Cuore Immacolato di Maria contro tutti coloro che all’esterno e soprattutto al suo interno, agiscono per assecondare il potere delle tenebre e intendono a questo essere fedeli; ricordo, infine, umilmente le parole di Gesù (Mt 10, 14-15): “Se qualcuno non vi accoglie e non ascolta le vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete via la polvere dai vostri piedi. Io vi assicuro che nel giorno del giudizio gli abitanti di Sòdoma e Gomorra saranno trattati meno severamente degli abitanti di quelle città”.


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