Il mondo arcobaleno parte all’assalto del sacerdozio! Dopo il «matrimonio per tutti», per costoro è giunto il tempo di rivendicare il «sacerdozio per tutti»!
Dopo l’apertura al sacramento dell’Eucarestia per tutti, promossa nella Esortazione Amoris Laetitia, sbocco deplorevole ma nella logica dottrinale lassista dei due Sinodi sulla Famiglia, è arrivato il turno di rivendicare per tutti il sacramento dell’Ordine.
Nell’ottobre 2018 si svolgerà, secondo il voler di Papa Francesco, un nuovo Sinodo di vescovi avente per tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». Allo scopo di preparare questo prossimo incontro episcopale mondiale, ogni diocesi riceverà un questionario per poter raccogliere i pareri e le idee del maggior numero di persone.
L’Associazione italiana Progetto Giovani Cristiani LGBT, la cui vocazione è far penetrare l’omosessualismo in seno alla Chiesa, ha deciso di far ascoltare la sua voce:
«Come gruppo di giovani credenti omosessuali - scrivono in una lettera aperta -, ci sentiamo fortemente interpellati dalla tematica e siamo fermamente convinti che sia una irripetibile occasione (“Kairos”) per portare un nostro piccolo ma significativo contributo ai padri sinodali; La Vocazione, umana e cristiana, riguarda qualsiasi giovane ed è davvero la chiave di volta per una vita piena, gioiosa!
A maggior ragione, nella ricerca della nostra specifica e personale chiamata, desideriamo coinvolgere il maggior numero possibile di ragazzi e ragazze, credenti e non, per stilare un documento finale, sintesi dei vari contributi, da inviare al Sinodo.»
Questa banda di giovani omosessuali continua il suo appello rivolgendosi concretamente a due gruppi distinti: per prima a «tutti i singoli» per chiedere il loro contributo, e poi più specificamente ai «gruppi cristiani LGBT, alle loro famiglie e ai loro amici». Questa distinzione, discriminatoria diranno alcuni spiriti sottili, testimonia da sola la volontà dichiarata di questo collettivo LGBT di pesare sul Sinodo in quanto omosessuali e di influenzare i lavori sinodali verso una apertura al mondo arcobaleno. Basta dare un’occhiata al loro sito per rendersi conto che quata giovane lobby LGBT vuole aver riconosciuto ufficialmente il suo posto in seno alla Chiesa romana.
Ci si può chiedere peraltro a che titolo dei miscredenti dovrebbero partecipare alla preparazione di un Sinodo di vescovi che si definisce pubblicamente cattolico: ma è pur vero che la Chiesa attuale possiede più le caratteristiche di una bettola, in cui ogni dottrina eterodossa ha diritto di stazionare, come pure non ha più le quattro note che ne determinano la visibilità: Unità, Santità, Cattolicità e Apostolicità.Mons. Lefebvre affermava ai suoi tempi che la Chiesa ufficiale o conciliare non le aveva più; ma chissà cosa direbbe oggi di fronte a questa crisi dottrinale e morale che non ha fatto che ampliarsi nel mondo cattolico e nella Roma che egli definiva «neomodernista» e «neoprotestante» o che chiamava «nuova Chiesa» o «Chiesa conciliare»! Sul finire della sua vita, in una lettera a Mons. de Castro Mayer del 4 dicembre 1990, egli scriveva: «Questa falsa Chiesa è in rottura sempre più profonda con la Chiesa cattolica».
Giammai egli avrebbe potuto pensare: prima che dei cattolici osassero dichiararsi apertamente omosessuali rivendicando un posto ufficiale nella Chiesa, e poi che essi si permettessero di voler influenzare, senza remore e titubanze, un Sinodo di vescovi.
Questa lettera aperta del Progetto Giovani Cristiani LGBT, che è sostenuta da preti, religiosi e religiose, dimostra che la Chiesa conciliare al suo interno ha davvero perso le quattro note caratteristiche della Chiesa cattolica.
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