ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 2 settembre 2017

Cosa ci attende nel prossimo futuro?


01_“Regnum Christi” per “Regnum Mariae”: Il Trionfo ed il Cuore di Maria

Cosa ci attende nel prossimo futuro? Secondo la promessa di Maria, il Trionfo del suo Cuore Immacolato che si imporrà nel mondo dopo tutta la purificazione che la Giustizia divina attuerà per mezzo di castighi esemplari che l’umanità empia sta attirando inesorabilmente su di sé. Ma cosa stiamo aspettando veramente? Se come dice san Pietro il credente deve essere « pronto sempre a rispondere a chiunque (…) domandi ragione della speranza » (1 Pt 3, 15) che è in lui, il discorso vale anche per quella nella realizzazione della promessa relativa al Trionfo del Cuore Immacolato. Dobbiamo essere in grado di determinare la natura di questa realtà che nutre le aspettazioni dei giusti. Di cosa si tratta?
 Una prima luce in proposito si scopre a partire dalla relazione che intercorre tra il Cuore di Maria e il Trionfo.
Si può dire che esso sia l’estensione nel mondo della dimensione più intima che interessa il Cuore di Maria: la VITTORIA DEFINITIVA, PERFETTA E COMPLETA SUL REGNO DEL MALE, DEL PECCATO, IL TRIONFO DEL BENE, LA PERFETTA E PIENA CONFORMITÀ ALLA VOLONTÀ DEL SIGNORE, RE DEL CIELO E DELLA TERRA.

La perdita della speranza


CHE DIAVOLO CI STA SUCCEDENDO?

Incubi progressisti e la voce del pifferaio magico. La benda che abbiamo sui nostri occhi: siamo stati condizionati a non pensare con la nostra testa ma a lasciare che qualcun altro pensi per noi e guai a svegliarci dal sonno 
di Francesco Lamendola  
 

A volte si cercano le risposte sui libri, o nella filosofia, o chissà dove, quando le si ha lì davanti, proprio lì, sotto il naso. Succede. E succede che si pensa sempre che le risposte a una domanda difficile debbano essere, anch’esse, estremamente difficili; talmente difficili, che solo in pochi, in pochissimi, potrebbero essere capaci di decifrarle, posto che riescano ad arrivarci. E invece, magari, le risposte sono semplici, di una semplicità addirittura disarmante: proprio perché nessuno pensa che lo siano, tutti ci girano attorno e non le notano neppure, non le degnano d’uno sguardo, benché siano proprio lì, chiare ed evidenti, purché si lasci cadere la benda dagli occhi. Perché è la benda che abbiamo sugli occhi, che c’impedisce di vedere le cose che abbiamo davanti; e, fuor di metafora, è il blocco mentale da cui siamo affetti, che ci inibisce di trarre le logiche deduzioni da tutti quei fatti che pure la nostra mente è in grado di registrare; ma poi si rifiuta di fare la somma e si perde in ricerche astruse, si mette a cercare la verità lungo strade improbabili, si dilunga e si attarda per sentieri impossibili, che non conducono da nessuna parte. In altre parole, siamo stati condizionati a non pensare con la nostra testa, ma a lasciare che qualcun altro pensi per noi; siamo stati programmati per vedere solamente le cose che fanno comodo a qualcun altro, e per non vedere assolutamente le cose che tornerebbero utili a noi.

Oltre gli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio?


Papa Francesco e la psicanalisi           


Per sei mesi, una volta a settimana, padre Jorge Mario Bergoglio ha incontrato una psicoanalista ebrea. “Mi ha aiutato molto, quando avevo 42 anni”. C’è tanto altro, ma anche questo, nel racconto di Papa Francesco che emerge da un nuovo libro intervista con il sociologo francese Dominique WoltonPolitique et société (edizioni L’Observatoire), in uscita il 6 settembre. Come documenta Fabio Martini sulla Stampa, la confessione del pontefice è rivoluzionaria. La Chiesa ha lungo guardato con sospetto, spesso con aperta ostilità, a Sigmund Freud e alla psicoanalisi.

Questo fatto sembra sconosciuto a molti?

https://i1.wp.com/anticattocomunismo.files.wordpress.com/2017/06/bestpix-bestpix-pope-francis-meets-usa-president-donald-trump.jpg?ssl=1

Un eminente teologo: cambiare il diritto canonico per correggere gli errori del papa

Il dibattito circa l’ambiguità e l’errore dottrinali, evidenti o sottesi, al documento papaleAmoris Laetitia è sempre vivo (cfr., su questo dibattito nell'ultimo mese, ad es., Paolo Pasqualucci, La pastorale della Via Larga di papa Francesco, in Chiesa e postconcilio, 22.8.2017; Maria Guarini, 'AL, correzione o no? Canonisti al lavoro'. Osservazioni ad un articolo de La Nuova Bussola Quotidianaivi, 23.8.2017Mons. Fernández (Toucho): 'Il Papa ha cambiato la disciplina sulla comunione dei divorziati risposatiivi, 24.8.2017). Nelle ultime settimane l’attenzione internazionale a tale su tale dibattito è stata rilanciata dal noto domenicano p. Aidan Nichols, Maestro in Sacra Teologia, che è il più alto grado accademico che l’Ordine domenicano conferisca a un suo membro. Nichols è titolare di quella che, dopo secoli, è la prima cattedra di teologia cattolica all’università di Oxford.
Qui di seguito riportiamo la traduzione di un articolo che sintetizza l’intervento di Nichols, articolo apparso su The Catholic Herald, il prestigioso settimanale britannico, fondato nel 1888 e che divenne presto il punto di riferimento per tutti i cattolici inglesi. Nell’articolo si espone la proposta del noto ecclesiologo per una soluzione giuridica che possa affrontare l’eventualità di errori dottrinali formulati in modo pubblico da un papa. Nei prossimi giorni pubblicheremo anche la risposta positiva a p. Nichols, data da un altro teologo, p. Brian Harrison, il quale espone alcune proposte giuridiche con maggiore realismo e concretezza. Anche in questo caso la fonte sarà The Catholic Herald e nella medesima data, il 18 agosto 2017.

Epifanio

La cosa più importante è abbracciare le piante!


Le eco-avventure di «fratel» Enzo Bianchi


La dottrina cattolica è letteralmente andata a funghi. Lo scenario sono i boschi del biellese, nella piccola frazione del comune di Magnano chiamata Bose, dove dal 1965 ha sede la «comunità monastica» fondata da «fratel» Enzo Bianchi. Il quale, di monastico, ha una lunga veste nera tipo Neo nel film Matrix e poco altro: non è un consacrato e, anzi, esortato due volte a prendere i voti ha preferito «restare un semplice cristiano» (evidentemente i sacerdoti sono cristiani complicati).

Sul suo profilo Twitter l’ex «priore» ha superato ogni soglia del «cattolicamente corretto»: ha postato una foto che lo ritrae abbracciato a una quercia tricentenaria, che «ogni anno mi dona ovuli buoni». 
Chissà che quei funghetti non contengano qualche neurotossina, che lentamente ha condotto la mente di «fratel» Enzo a realizzare la profezia di Giorgio Gaber in Il potere dei più buoni: «In questi tempi così immorali / io penso agli habitat naturali / penso alla cosa più importante / che è abbracciare le piante». 

Piccoli pappagalli crescono..

Francesco suggerisce, Cento rifà il verso

Da quando Francesco ha suggerito al mondo intero che il cristianesimo si è nutrito di violenza al pari dell’Islam (a mo’ d’esempio si veda la conferenza stampa durante il volo di ritorno dalla Polonia, 31 luglio 2016), crescono qua e là piccoli pappagalli che gli rifanno il verso.

Questa volta citiamo il caso di Cento, in provincia di Ferrara, diocesi di Bologna, dove un gruppo di parrocchiani abbeverati alla fonte inquinata dell’inquilino di Santa Marta hanno organizzato nientemeno che una “Festa dei Popoli”, a cui dovrebbero intervenire persone di ogni etnia e religione.

Cento è un comune di oltre 30.000 abitanti, in cui ormai vivono, com’è invalso in questi ultimi dieci anni in tutta Italia, circa 6.000 stranieri provenienti da vari paesi, di cui la metà sono musulmani.
Indigeni e stranieri hanno pensato di organizzare per il 17 settembre 2017 una bella manifestazione comune dove si mangerà “multietnico” e si discetterà secondo il pensiero unico dell’immigrazionismo forzato.

Noi abbiamo appreso dell’infausto evento da un volantino, trasmessoci dagli amici di Cento, confezionato e distribuito da quattro parrocchie locali, intitolato “Cristiani e Musulmani nell’Europa del Futuro”.




Titolo che testimonia il tranquillo e compiaciuto convincimento che l’Europa del futuro sarà occupata anche dei musulmani. E la prima cosa che ci è venuta da pensare è che dopo più di mille anni di tentativi, i musulmani alla fine ce l’hanno fatta a occupare l’Europa, con il sostegno e il concorso dei figli di quegli Europei che per più di mille anni hanno respinto il tentativo di invasione musulmana, molto spesso a partire proprio dalle parrocchie.

La peggiore delle povertà

http://ladivinavolonta.org/consacrazione-a-dio-come-maria/

Come si riforma la Chiesa?


Quoniam non intellexerunt opera Domini et in opera manuum eius, destrues illos et non ædificabis eos (Sal 27, 5).

Nella Vulgata non è un’imprecazione, ma una costatazione di dolente preveggenza. Quanti non hanno compreso le opere del Signore, né sono penetrati in esse con l’intelletto, saranno da Lui distrutti piuttosto che edificati, cioè abbandonati al vuoto da loro scelto e all’inconsistenza dei loro vaneggiamenti. Purtroppo questo risultato, anche prima del giudizio finale, è già visibile nella condotta di molti chierici, che sfigura il volto della Chiesa militante e ne destituisce la credibilità dell’annuncio. La “fortuna” è che, finché siamo quaggiù, possiamo ancora cambiare, con la grazia di Dio. Chi scrive lo riconosce con umiltà e gratitudine: la consacrazione alla Madonna, compiuta per la prima volta diciotto anni fa, ha portato frutti che mai avrebbe immaginato. È tuttavia necessario che ogni ministro prenda coscienza del bisogno che ha di essa per corrispondere alla volontà di Dio e che faccia la scelta di realizzarla.

Il seminario, pur appellandosi ossessivamente alla Parola, non ci ha formati in base al Vangelo, ma ci ha incastrati in uno stampo che corrispondeva alla visione del rettore di turno, ai suoi chiodi fissi e alle sue affinità elettive. Così, a seconda dell’ambiente in cui ci siamo formati, siamo venuti fuori con un tipo diverso. Il più comune sembra quello di un uomo che si gode la vita da buon viveur e propone un cristianesimo bonario, rilassato e gaudente in cui preghiera e penitenza sono termini del tutto desueti. Di riparazione ed espiazione vicaria, neanche a parlarne: Dio è misericordia e perdona tutto con un colpo di spugna, come recita un mantra che non è certo comparso solo quattro anni fa. Un altro ripete che Dio ti ama così come sei (ma proprio perché ti ama – bisognerebbe aggiungere – non ti lascia così come sei, egoista e peccatore, giacché in questo modo il Suo amore rimane senza frutto e rischi di dannarti; se invece lo riconosci e, con il Suo aiuto, ti decidi seriamente a cambiare, la grazia ti trasformerà e potrai addirittura farti santo).

Unus extra pares


Sarah condanna l'omoeresia del gesuita Martin
Il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, prende posizione in maniera molto netta sul tema della castità, dell’omosessualità e della fede stroncando il libro del gesuita Martin. Ribadisce che la vera accoglienza è fatta di castità e di messa in guardia dalla natura peccaminosa delle relazioni omoerotiche: è questo il compito pastorale della Chiesa che ama i suoi figli. 
Una pietra tombale sull'omoeresia ormai dilagante.  

venerdì 1 settembre 2017

“Non potete più indietreggiare”

AD 2017: 5 ANNIVERSARI CHE PREANNUNCIANO LA SCONFITTA DI SATANA


Considerando l’intero evento-messaggio di Fatima inserito nel quadro della storia universale e leggendo l’avventura umana e il procedere storico della Chiesa degli ultimi sei secoli alla luce della Teologia della storia, possiamo dire che le apparizioni della Madonna in Portogallo nel 1917 segnano un intervento eccezionale di Dio nel tempo per soccorrere la sua Chiesa nello scontro epico contro le forze rivoluzionarie e, allo stesso tempo, preannunciano profeticamente la vittoria della Controrivoluzione sulla Rivoluzione per mezzo di Maria Santissima.

La permanenza del grande dono

02_La Santa Casa di Loreto: lettura simbolica delle miracolose traslazioni


Non è privo di fondamento voler cercare, nei diversi stazionamenti, un messaggio spirituale teso a farci comprendere da una parte la dignità e la sacralità del luogo e della persona stessa della Vergine Maria, dall’altra la necessità di una degna ricezione e accoglienza dei doni e dei favori di Dio. 

Trovo affascinante ed edificante la spiegazione proposta più di un autore sul perché la traslatio miraculosa è avvenuta attraverso diverse stazioni.

Non vide (o lo vide?)


SONO PARTE DEL COMPLOTTO ?        

Non hanno capito nulla o sono parte del complotto. Dal 1717 sono 3 secoli che la élite massonica sta lavorando per giungere al suo obiettivo finale il dominio mondiale da realizzarsi senza che le sue vittime se ne rendano conto 
di Francesco Lamendola   


 
  
I casi sono due, tertium non datur: o non hanno capito assolutamente nulla di ciò che sta accadendo nel mondo, e di conseguenza anche nella Chiesa, con ritmo sempre più veloce e secondo una regia ben precisa; oppure sono parte essi stessi del complotto, per le ragioni più svariate, ora sordide, ora nobili, o così almeno essi amano rappresentarle: ma sordide e peggio, in realtà, anch’esse, anzi, perfino più sordide di quelle bassamente materiali, per la perfidia dei metodi dei quali si servono e per l’intrinseca malvagità dello scopo a cui tendono.
Certo, è singolare il fatto che, proprio nel momento del massimo pericolo, quando le forze anti-umane - e, di conseguenza, anti-cattoliche - si stanno scatenando e preparano l’assalto finale per ridurre in schiavitù tutta la popolazione del pianeta, si siano moltiplicate le voci proclamanti l’apertura, il dialogo, la solidarietà indiscriminata, l’accoglienza a trecentosessanta gradi, il perdono a senso unico, la cecità davanti al male, la fiducia irresponsabile nell’altro, anche nel nemico dichiarato; è singolare che proprio quando moltissimi segnali indicavano che si stava avvicinando l’ora X, l’ora in cui le forze diaboliche avrebbero tentato lo sforzo supremo per conquistare le anime e i corpi del genere umano, con una audacia e una vastità di disegno quale mai prima avevano osato, proprio in quell’ora le sentinelle si siano addormentate, i pastori abbiano girato la testa dall’altra parte, gli “spiriti critici” abbiano esortato alla serenità e alla collaborazione fraterna con chiunque, e perfino i pontefici si siano messi a deprecare la voce sgradita degli “eterni profeti di sventura”, come li chiamò Giovanni XXIII nel discorso di apertura del Concilio Vaticano II. 

Gli zombie tacciono

Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti


Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti, è ciò che viene a noi in mente mentre leggiamo i terrificanti dati pubblicati in questi giorni  dalla conferenza episcopale tedesca. Terrificanti davvero per il futuro del cattolicesimo in quelle terre: nell'ultimo anno (2016) la Chiesa tedesca ha perso 162.000 fedeli e chiuso 537 chiese. Dal 1996 ad oggi il numero dei fedeli è crollato de15%  e a questo si aggiunge la chiusura di un quarto delle comunità cattoliche... la diocesi di Monaco per esempio nell'anno scorso ha avuto un solo candidato al sacerdozio... potremmo dilungarci in questo tristissimo elenco.

 Tutto suona come una beffa: nell'anno centenario di Lutero, la Chiesa cattolica che si è ammodernata diventando così simile alla chiesa protestante, deve celebrare il proprio funerale, constatando il progressivo e inesorabile assottigliamento della sua presenza.

Per non finire come Sosa

Giuda Iscariota in un esorcismo rivela che la presenza reale di Gesù nell'Eucaristia stava scomparendo già nel 1975

t.me/IstruzioneCattolica

Da un esorcismo del 1975:
Soltanto l'intervento di Dio può salvare la Chiesa Cattolica
G: Soltanto l’intervento di Dio stesso, di ESSO LASSÙ (mostra in alto) può salvarla ancora. La Chiesa è completamente nei nostri lacci. Perisce, impappinata. É strettamente ingolfata nelle modernità, nelle idee dei professori, dei dottori, dei sacerdoti, che si credono più intelligenti di altri. Soltanto la preghiera e la penitenza possono ancora salvarla, ma sono soltanto pochi che lo compiono (respiro ansante, penoso).
E: Dì la verità Giuda Iscariote...!
Cristo è presente ancora In tutti i tabernacoli?
G: ... fin nel coro possiamo ballare, persino davanti al tabernacolo. Perché non c’è più in ogni tabernacolo... Non voglio dire questo, non voglio dire (ringhia fortemente).

Nec dividit nec imperat


La Chiesa o divide o diventa apparato di potere (I parte)


La Chiesa  gerarchica: certo, quante ingenuità, quanto superficiale ottimismo nel suo voler vedere del buono anche dove non c'è, ossia nel mondo secolarizzato. Ma nello stesso inganno sono caduti molti credenti.

Secondo la sociologia della religione schematicamente esistono tre tipi di credenti:
Quelli che si proclamano cristiani;
Quelli che si proclamano cristiani e frequentano i riti e i sacramenti della chiesa cattolica;
Quelli che si proclamano cristiani, frequentano riti e sacramenti cattolici e adottano uno stile di vita fondato su valori e precetti cristiani.
E’ evidente che i cristiani del primo tipo corrispondono all’ampia maggioranza, quelli del secondo tipo sono nettamente meno numerosi del primo, quelli del terzo tipo sono nettamente meno numerosi del secondo.

Diaconi con le gonne

MÜLLER SI RIFIUTÒ DI PRESIEDERE LA COMMISSIONE SUL DIACONATO FEMMINILE. LO RIVELA UN TEOLOGO TEDESCO. 



Il cardinale Müeller, già prefetto della Congregazione per la Fede e licenziato dal Pontefice regnante al termine del suo primo mandato quinquennale non stimava positiva la commissione di studio sul diaconato femminile, e si è rifiutato di esserne a capo. Per questo incarico è stato scelto invece il gesuita Ladaria, segretario della Congregazione e successore di Müller come prefetto. La rivelazione appare autorevole: viene a un’intervista che il sito austriaco Kath.net ha fatto al prof. Thomas Schirrmacher, un famoso teologo protestante, segretario generale dell’Alleanza Evangelica Mondiale. È amico di Müller da molto tempo, ha molteplici contatti in Vaticano, conosce e ha frequentato il Pontefice, e ha addirittura scritto un libro sulla sua frequentazione papale. Trovate su OnePeterFive il testo in inglese dell’intervista e alcuni commenti.

Ma ce l'ha una psiche?

La confessione di Bergoglio: ​"Sono stato dallo psicanalista"

Papa Francesco racconta in un libro la sua esperienza con una psicanalista ebrea: "Era una persona buona. Per sei mesi mi ha aiutato molto, quando avevo 42 anni"

"Ho consultato una psicanalista ebrea. Per sei mesi sono andato a casa sua una volta alla settimana per chiarire alcune cose.

Lei è sempre rimasta al suo posto. Poi un giorno, quando stava per morire, mi chiamò. Non per ricevere i sacramenti, dato che era ebrea, ma per un dialogo spirituale. Era una persona buona. Per sei mesi mi ha aiutato molto, quando avevo 42 anni". Il protagonista di questa apparentemente normale storia di psicanalisi non è un personaggio qualsiasi. Ma si tratta di Jorge Maria Bergoglio, al tempo 42enne rettore del Collegio Maàximo in Argentina e oggi successore di Pietro in Vaticano.

giovedì 31 agosto 2017

E' Dio a guidare il corso della storia!


Fatima 100 anni dopo: un appello mariano alla Chiesa intera

(P. Serafino M. Lanzetta) Quest’anno la Chiesa è particolarmente benedetta per la celebrazione del Centenario delle apparizioni di Fatima. La “Bianca Signora” venne a parlare – da maggio a ottobre 1917, il tredici di ogni mese – a tre pastorelli, Lucia, Francesco e Giacinta. Gli ultimi due sono stati canonizzati da Papa Francesco lo scorso 13 maggio, mentre è in corso il processo di beatificazione di Lucia. Tra tutte le apparizioni private approvate dalla Chiesa, Fatima riveste un significato particolare per la sua visione teologica della storia. Nostra Signora non solo rivelò un messaggio soprannaturale – un invito alla preghiera e alla penitenza per salvare i peccatori dalla perdizione eterna – ma predisse pure ciò che sarebbe successo se il suo appello fosse stato inascoltato. In quanto messaggio celeste, Fatima non appartiene al passato, ma è una profezia che si staglia all’orizzonte della Chiesa. 

“Ma come è possibile questo?”

La Casa di Loreto, “mistico grembo di Maria”: il Santuario più importante del mondo



Potrebbe sembrare eccessiva una tale affermazione, eppure non appare infondata se si pensa al motivo per cui questa piccola “casetta” – con annesso santuario – può a ragione avere la precedenza ed il primato su tutti gli altri luoghi di culto mariani del mondo. 
La ragione è indicata dalla incisiva frase che si trova sullo stipite della casetta, ben visibile a tutti i pellegrini che vi entrano: “HIC VERBUM CARO FACTUM EST”.
Ebbene si, tra quelle anguste e povere mura si è compiuto, oltre duemila anni fa, l’evento più importante della storia che l’ha cambiata una volta per sempre: lì il Verbo di Dio si è fatto carne, ha preso la nostra natura per salvarci.
Queste mistiche mura che giacciono nel grembo dell’amata terra marchigiana. Ma qualcuno che non conosce ciò di cui sto parando potrebbe domandarsi, riecheggiando le parole stesse dell’Ancella del Signore: “Ma come è possibile questo?”come può trovarsi in Italia quell’umile abitazione che al momento dell’evento dell’Incarnazione si trovava nella Terrasanta insieme con tutti i suoi protagonisti?
Ed è da qui che prende le mosse questa mini-serie alla scoperta di quello che potremmo definire il “mistico grembo di Maria”…

E venne il giorno del demonio

Friedkin, il regista dell'"Esorcista" filma gli indemoniati salvati da padre Amorth

Sconvolgente documentario del maestro dell'horror a 45 anni dal suo capolavoro

E venne il giorno del demonio. Nella Serenissima Venezia, poche centinaia di metri dalla parrocchia di Sant'Antonio, al Lido, si è materializzato il lato diabolico del cinema.
Sala Giardino. Sedetevi comodi sulle poltroncine rosso vermiglio: sgombrate la mente dai preconcetti e lo spirito dalle incertezze. La Mostra d'arte cinematografica proietta titoli di testa, voce off: Pater noster, qui es in cælis... - The Devil and Father Amorth, inquietante documentario fuori concorso di William Friedkin, regista di culto a-cattolico dell'impressionante L'esorcista, anno di scarsissima grazia 1973. In sala, strapiena, ci sono cinefili, amanti dell'horrorifico, credenti dubbiosi, scientisti scettici, curiosi, e persino la coppia Palombelli-Rutelli. Repelle Domine...

La confusione tra carità e dottrina


Diego Fusaro: “Prima la comunità e i beni comuni. Con Tommaso d’Aquino”


UNA CONFUSIONE VOLUTA

Stanno sovvertendo la fede cattolica con una voluta confusione di piani tra carità e dottrina. Le variabili del cristianesimo; per sapere se siamo ancora al suo interno, o se ne siamo usciti, magari senza rendercene ben conto 
di Francesco Lamendola  


Fede e carità; fede e dottrina; dottrina e carità: sono queste le variabili del cristianesimo; per sapere se siamo ancora al suo interno, o se ne siamo usciti, magari senza rendercene ben conto, bisogna vedere se la loro reciproca relazione è rimasta impostata nei termini corretti.
Si consideri quest’affermazione di Giovanni XXIII nel discorso d’apertura del Concilio Vaticano II:
Nell’indire questa grandiosa assemblea, il più recente e umile Successore del Principe degli Apostoli, che vi parla, si è proposto di riaffermare ancora una volta il Magistero Ecclesiastico, che non viene mai meno e perdura sino alla fine dei tempi; Magistero che con questo Concilio si presenta in modo straordinario a tutti gli uomini che sono nel mondo, tenendo conto delle deviazioni, delle esigenze, delle opportunità dell’età contemporanea (2, 2). […]
Per intavolare soltanto simili discussioni non era necessario indire un Concilio Ecumenico. Al presente bisogna invece che in questi nostri tempi l’intero insegnamento cristiano sia sottoposto da tutti a nuovo esame, con animo sereno e pacato, senza nulla togliervi, in quella maniera accurata di pensare e di formulare le parole che risalta soprattutto negli atti dei Concili di Trento e Vaticano I; occorre che la stessa dottrina sia esaminata più largamente e più a fondo e gli animi ne siano più pienamente imbevuti e informati, come auspicano ardentemente tutti i sinceri fautori della verità cristiana, cattolica, apostolica; occorre che questa dottrina certa ed immutabile, alla quale si deve prestare un assenso fedele, sia approfondita ed esposta secondo quanto è richiesto dai nostri tempi. Altro è infatti il deposito della Fede, cioè le verità che sono contenute nella nostra veneranda dottrina, altro è il modo con il quale esse sono annunziate, sempre però nello stesso senso e nella stessa accezione. Va data grande importanza a questo metodo e, se è necessario, applicato con pazienza; si dovrà cioè adottare quella forma di esposizione che più corrisponda al magistero, la cui indole è prevalentemente pastorale (6, 5).

NOM coincidono nella sigla e nei tempi di attuazione


Papa Francesco, Ratzinger e il problema della liturgia della messa


L’attuale Pontefice (Francesco) ha recentemente affermato di considerare la riforma liturgica, avviata dal Concilio Vaticano II, “irreversibile”. Detta irreversibilità suona come una sfida, se non una censura, al precedente Pontefice (Benedetto XVI) che aveva autorizzato la celebrazione della messa preconciliare, con il motu proprio “Summorum Pontificum”. In questi giorni proprio il Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, il Card. Sarah, ha proposto (in una intervista al mensile La Nef) una riconciliazione liturgica orientata ad accorpare il rito liturgico preconciliare con quello conciliare.
Bene, dirà il lettore di Formiche.net, ma a noi perché dovrebbero importare questi “conflitti clericali”? Con tutti i problemi che ci sono perché dovremmo occuparci di liturgia? Stiamo assistendo impotenti al crollo di una civiltà, di una cultura e di valori morali e ci fan perder tempo con discussioni sulla liturgia? Ma se fosse la liturgia della messa un elemento chiave di spiegazione di tutto? NOM (Nuovo Ordine Mondiale) e NOM (Novus Ordo Missae) coincidono nella sigla e nei tempi di attuazione. È bene riflettere su questa disputa, che non è sulla forma, bensì sulla sostanza (della liturgia), che non è affatto la stessa nei due casi sopra citati e la a posto in gioco è sugli effetti conseguenti, sul comportamento (anche economico) del fedele, che interessano l’intera società, non solo i cattolici.

Il papa emerito e il papa demerito…



Bergoglio: l’ anti-Benedetto?


Non siamo più abituati, da tempo, agli antipapi. Eppure nella Chiesa sono esistiti. Ci sono stati anche momenti in cui dei papi hanno scomunicato dei santi, come sant’Atanasio, portando la Chiesa sul limite del baratro. In altri momenti abbiamo avuto tre papi contemporaneamente.


E oggi?

Abbiamo un papa e un papa emerito. Evidentemente all’opposto, su tutto. Non solo nel metodo (teologico, riservato, colto, il primo, Benedetto; politico, mediatico, per nulla versato in teologia, il secondo), o nell’arte del governo, ma anche nella sostanza.


L’ultimo discorso di Bergoglio sulla liturgia lo dimostra chiaramente e senza più ombra di dubbio.
Ma prima di affrontarlo, vediamo qualche aspetto di questa discontinuità assoluta.