Vi sembrerà strano, ma Pezzo Grosso non m ha fatto gli auguri per le feste che abbiamo appena rimesso in armadio dopo l’Epifania. Non mi ha fatto gli auguri, di Natale, e neanche quelli di Capodanno. Mi sono stupito un poco, ma proprio ieri mi è giunta questa lettera che spiega tutto….
“Caro Tosatti, avrà notato che non le ho fatto gli auguri per natale e l’anno nuovo. C’è una ragione. I miei avvocati (penalista e civilista ) mi hanno scoraggiato dal farli secondo la formula che usavo (“un santo Natale …prospero, salutare e gioioso anno nuovo, ecc “), per eccessivo rischio di incorrere in punizioni grazie ai nuovi principi della Costituzione di prassi, vigente anche grazie al Pontefice massimo. (Come vede ho tolto “santo pontefice” per non incorrere nello stesso errore). I rischi di essere “incriminato” negli auguri tradizionali delle feste Cristiane, mi spiegano gli avvocati, sono infatti elevati.
Per esempio l’espressione “santo Natale”, se riferibile alla nascita di nostro Signore, susciterebbe sdegno da parte di alcuni appartenenti a religioni non cristiane, ma soprattutto da parte di quei cristiani che son convinti che i Vangeli li abbiano scritti le prime comunità di apostoli e siano tutti falsi. Augurare un anno nuovo “prospero” implica un riferimento alla denuncia fiscale con sospetto di evasione e non corrispondenza adeguata 8 per mille alla Cei. “Salutare” (aggettivo) presuppone riferimento allo stato di salute medica (tutelato da privacy) e “gioioso” presuppone l’apprezzamento del valore “felicità” con conseguente valutazione del libero arbitrio. In poche parole fare gli auguri in modo sbagliato può far incorrere in più reati. Soprattutto però in reati di fede religiosa che presuppongono immediata confessione (ma c’è ancora?). Buon Natale può esser interpretato come volontà di fare proselitismo, non rispetto delle altre culture religiose (e quindi un augurio implicito antimmigrazione ). Prospero anno nuovo può essere interpretato come invito ad arricchirsi alle spalle dei poveri ed ampliare così le diseguaglianze, oppure incitamento al consumismo anti-ambiente. Augurare tanta felicità implica una provocazione culturale ed esistenziale. Cosicché gli auguri che gli avvocati mi suggerivano di fare sarebbero dovuti suonare così:
<Caro Tosatti, le auguro, senza alcuna obbligazione da parte sua di accettare, i miei auguri per il prossimo solstizio invernale al 31 dicembre, preceduto 6 giorni prima da avvenimenti legati solo ed esclusivamente alla sua tradizione, religione, ma anche ai valori esistenziali che rifiutano ognuno di questi valori legati all’avvenimento citato del 25 dicembre. L’accettazione di questi auguri comporta la rinuncia ad ogni azione di responsabilità legale, in caso di errata interpretazione di detti auguri la giurisdizione competente verrà scelta da chi formula gli auguri>.
Capisce Tosatti perché non le ho fatto gli auguri ?”.
Capito, capito. E il problema è che tutti i torti non ce li ha…
http://www.marcotosatti.com/2018/01/10/pezzo-grosso-questanno-non-ha-fatto-gli-auguri-per-le-feste-ha-seguito-il-consiglio-dei-suoi-avvocati-perche-se-no/
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