La maggioranza dei cittadini, vittima della disinformazione e della manipolazione dei media, pensano all’Islam e al mondo arabo come al nemico da sconfiggere, ma cosa ne sanno davvero?
Su Byoblu, in questo video spigoloso, parla di come la Nato e gli USA abbiano favorito la nascita delle organizzazioni destabilizzanti del Medio Oriente, per soffocare i governi arabi nazionalisti moderati Ba’thisti che dialogavano con gli stati europei. Per Don Nitoglia, questo supposto scontro di civiltà non è altro chel’invasione programmata arabo-africana del suolo europeo, orchestrata da chi ha prima provocato le due guerre mondiali per distruggere l’Europa e poi ha cercato di finire il lavoro esportando la “depravazione intellettuale e morale americanista”.
Citando Aristotele, Tommaso d’Aquino, Averroé, Avicènna e molti altri filosofi e pensatori, Don Curzio Nitoglia rivela le trame di un movimento sincretico giudaico talmudico, massone e protestante sostenuto da Usa e Regno Unito, poteri forti che sono già riusciti a distruggere il vicino e medio oriente. Il loro vero obbiettivo rimane, secondo lui, la totale distruzione della matrice culturale cattolica, greca e romana su cui si fonda il vecchio continente. L’unico freno a questa pressione potrebbe essere la Russia di Putin: la Siria infatti si è trasformata in un punto nevralgico dello scacchiere mondiale, nel quale si annida la miccia della Terza Guerra Mondiale.
Intervista di Irene Oliveri
ISRAELE. UN’ALTRA STRAGE SATANICA DI INNOCENTI IN SIRIA.
Invece, silenzio. In realtà, ultime notizie parlano di 215 civili macellati. E’ accaduto mercoledì a Sweida, la piccola capitale del meridione siriano lungo il confine della Giordania; quello che Israele vuole prendersi o almeno controllare (e che controlla con “l’ISIS”). All’alba, mentre i venditori di frutta e verdura allestivano le prime bancarelle del mercatino. Un suicida in moto si è fatto esplodere; poi altri attentatori suicidi – coordinati e simultanei – hanno fatto altre vittime (ha detto l’agenzia statale Sana) “nei villaggi di al-Matouneh, Douma, Tima, al-Shabaki e Rami nel nord-est della provincia”, l’esercito ha ucciso almeno due terroristi prima che mettessero a segno la loro strage.
Che questi terroristi “islamici” siano manovrati da Israele non è nemmeno più una notizia. L’evacuazione dei Caschi Bianchi effettuata da Israele, prova che questa pseudo “protezione civile” di Al Qaeda era una unità combattente manovrata da Sion; inoltre il 24 luglio, missili israeliani hanno abbattuto un Sukhoi-22 siriano che stava colpendo i terroristi “dell’ISIS” all’interno del territorio siriano. Dopo che si è autodefinito stato razziale degli ebrei, Israele ha accelerato freneticamente la sua attività omicida; intensificato il genocidio di Gaza; sta guidando l’ISIS (o quel che ne resta) nella devastazione dei raccolti agricoli e delle infrastrutture sirino-irachene. La loro centrale, ‘Intelligence Meir Amit e dal Centro di informazione sul terrorismo , comunica che “i terroristi islamici” hanno interrotto la linea elettrica di alimentazione fra Tikrit, Hawija e Bajii in Irak, e tentato di incendiare campi di grano nella zona. La mano del Mossad ha ucciso due palestinesi, un medico e uno scienziato non meglio specificato, in Algeri: Suliman al-Farra, 34 anni e Mohammed Albana, il medico, di 35 entrambi originari di Khan Jounes, Gaza.
Frenetici, sentono vicina la vittoria, il possesso della Promessa, l’instaurazione del Regno quando “spargerò il terrore di te fra tutte le nazioni”. Domenica 1300 coloni ebraici hanno violato la moschea di Al Aqsa e celebrato “riti ebraici” lì dove credono fosse il sancta sanctorum del loro tempio, il solo posto al mondo dove ritengono di poter ricelebrare il sacrificio che costringerà YHVH a tenere fede al Patto. Erano con loro un ministro e dei parlamentari; i poliziotti israeliani li scortavano, hanno arrestato i fedeli arabi che si trovavano nella moschea, e pestato i commercianti palestinesi.
A questi motivi, il generale siriano Amin Htaite, intervistato lungamente dalla tv di Damasco, ne aggiunge un altro: Netanyahu “esprime il suo furore di fronte allo scacco che ha subito a Mosca”. Nella sua ultima visita nella capitale russa, Netanyahu aveva preteso da Lavrov che l’esercito siriano desistesse dall’operazione di “ripulitura” della zona del sud-est siriano- quella che Israele mira ad annettersi e che – il ritiro dell’Iran e di Hezbollah dalla Siria, e l’applicazione degli accordi di “de-escalation” con i ribelli locali secondo il desiderio israeliano, sostanzialmente il mantenimento indefinito dello status quo e la ratifica dell’annessione delle alture del Golan, siriane, che Israele occupa dai decenni.
Secondo il generale, la Russia ha risposto che: le operazioni nel Sud sarebbero proseguite fino all’eradicazione dei terroristi; che spetta al governo siriano decidere chi deve restare sul suo territorio e chi no; che la pacificazione doveva concludersi, un giorno o l’altro, col ritiro di Israele da Golan. Netanyahu, “fulminato” da questa posizione, avrebbe reagito facendo abbattere il vecchio Sukoi siriano.
Messa di fronte allo svanire dei suoi sogni di espansione nel Sud-Est siriano, frustrata dall’avanzata dell’esercito regolare fino alla zona della sua frontiera, rabbiosa infine al più alt grado “per il vertice di Helsinki” fra Trump e Putin “dove non ha ottenuto niente”, Israele starebbe gettando sul tavolo “tutte le sue carte, intervenendo direttamente con la sua aviazione, le sue artiglierie, i suoi agenti, le sue spie” e i suoi terroristi di riferimento.
Secondo il generale, l’effetto della frenesia israeliana sarà che “la promessa non realizzata di fornire alla Siria il sistema anti-aereo S-300 diventa più realista e realizzabile”, perché “la Russia non può in nessun caso ignorare la messa in pericolo di operazioni militari che appoggia e a cui partecipa, per una aggressione israeliana che la sfida direttamente. La Russia non può conservare la sua neutralità in questo caso”.
La frenesia di Sion condurrà a fornire gli S-300? Forse questa è più una speranza del generale siriano, che per adesso, una realtà. Le menti fredde di Putin e di Lavrov stanno valutando i pro e soprattutto contro di una simile escalation, specie alla luce dei rapporto apparentemente migliorati con Trump dopo Helsinki.
Ma il ministro russo della Difesa, Sergei Shoigu, ha alzato la voce. Ha nonostante le parole dell’Europa , “la NATO si sta potenziando all’Est, guadagna forza e slancio. Vuole impedire alla Russia di diventare un attore geopolitico – vuole impedirle di avere alleati”. Ora, l’alleato migliore della Russia è Damasco. Se viene messo in pericolo, sarà necessario fornire i missili, ossia quella escalation apocalittica del conflitto che Sion desidera e sogna come coronamento del suo Regno.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.