ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 7 ottobre 2018

Molti cristiani già sognano?

Clamoroso: secondo il WSJ, il Vaticano denunciando le accuse a Jorge Bergoglio di mons Viganò HA CONFERMATO i punti chiave. Verso le dimissioni del Papa?

Clamoroso titolo in prima pagina online del Wall Street Journal: “il Vaticano denuncia le accuse di Monsignor Viganò contro Jorge Bergoglio” (di non aver continuato la lotta alla pedofilia nella Chiesa iniziata dal suo predecessore, Papa Benedetto XVI, ed anzi di non aver perseguito i colpevoli se non con gravi ritardi, ndr) ma, attenzione, “conferma i punti chiave [dell’accusa]“.
Dunque, secondo il WSJ la versione e soprattutto le circostanziate accuse del Monsignor Viganò sono da considerare “confermate”, trattasi di accuse personali a Jorge Bergoglio per non aver combattuto a dovere la pedofilia nella Chiesa.
Una bomba, destinata a fare saltare gli equilibri a Santa Marta ed in Vaticano. Ieri abbiamo avuto la conferma di un giudice cattolico alla Corte Suprema USA, Brett Kavanaugh, un’eccezione storicamente parlando sebbene nel corrente consesso dell’Alta Corte USA il cattolicesimo sia fortemente rappresentato. Oggi arriva la denuncia del WSJ, un giornale certamente tra i meno schierati politicamente negli USA.
Non sembra casuale il tempismo dell’annuncio mediatico da parte delle testata americana: in tempi in cui un giudice della Corte Suprema ha seriamente rischiato di non essere confermato per supposti abusi sessuali sebbene non provati, non testimoniati, non corroborati nè da prove, nè da dettagli basilari come il dove, il quando ecc., dopo che i testimoni portati a supporto dall’accusa hanno negato l’abuso del giudice americano, abuso – faccio notare – che sarebbe avvenuto comunque 35 anni fa ossia in età non maggiorenne del giudice supremo (nel caso Blasey Ford, una militante Dem anti-trumpiana, ndr), diventa vieppiù inaccettabile che il massimo rappresentante della Chiesa cattolica romana possa essere risparmiato in forza di circostanziate e provate reticenze portate da un vescovo cattolico nel perseguire derive pedofile nella Chiesa. Ciò vale non solo per i cristiani ma per l’intera opinione pubblica mondiale.
Va notato come il monsignor Viganò effettivamente ha portato fior di riferimenti a supporto delle sue tesi. 
Molti parlano già di dimissioni di Jorge Bergoglio all’alba dei prossimi, purtroppo attesi tumulti in sud America (vedasi le elezioni brasiliane ed il caos finanziario argentino, ndr) che potrebbero portare alla luce indicibili connivenze dell’ex vescovo di Buenos Aires con la giunta golpista di Videla (…).
Molti cristiani già sognano il ritorno al soglio di Pietro del primo titolare vivente (effettivo) del Papato, quel Benedetto XVI che ebbe l’umiltà di farsi da parte per il bene della Chiesa, colui che non casualmente ebbe l’ardore di dichiarare guerra contro la piaga della pedofilia che, così sembra dal titolo del WSJ, Jorge Bergoglio mostrò invece colpevoli reticenze nel continuare.
MD

Arriva il Comunicato su McCarrick ma… non smentisce Viganò, anzi…
E’ proprio vero il saggio detto: che le bugie hanno le gambe corte…..
Finalmente… ecco il Comunicato ufficiale della Santa Sede a riguardo del “caso” McCarrick – ed altri – smossi dall’atto lecito e legittimo di mons. Carlo Maria Viganò, vedi qui, ed anche qui, contro il quale, tutta la pletora del quartier generale di papa Francesco, aveva dato contro con odio e disprezzo, ma senza entrare nei contenuti del dossier. Dicevamo “finalmente”, ma non illudetevi perché, il Comunicato, di fatto NON smentisce mons. Viganò, ed apre piuttosto ulteriori domande inquietanti per le quali, ne siamo certi, mons. Viganò stesso ci farà sapere qualcosa. Non si tratta di “non essere mai contenti”, ma di dire semplicemente la VERITA’ anche quando questa fa male…. le mezze verità generano dubbi, confusione ed ingannano.
Prima di lasciarvi al commento razionale ed oggettivo di Marco Tosatti – vedi qui – vogliamo solo sottolineare che – questo Comunicato – assume piuttosto ancora quella certa “diplomazia” di un forte POTERE CLERICALE  che in fin dei conti è lo stesso Bergoglio a condannare in modo solerte, dando ad esso, a questa forma di comunicazione, tutta l’origine di certi mali interni alla Chiesa, guardandosi bene però, di denunciare la lobby gay entrata in Vaticano e spadroneggiante.
Il Testo non solo non smentisce le accuse  fatte con documentazione da mons. Carlo Viganò, ma riconosce piuttosto che il Vaticano era a conoscenza dei fatti e che si mosse “solo” nel settembre 2017, quando il potere civile aprì l’indagine ed un giovane di 16 anni, allora appunto minorenne, fu abusato da McCarrick, ed oggi adulto non seppe resistere all’ingiustizia che il McCarrick fosse ancora (nel gennaio 2017) LIBERO di esercitare il mandato apostolico e pure da cardinale….
Alle tante domande espresse da Tosatti alle quali ora vi lasciamo, noi ce ne facciamo una ben precisa: se McCarrick è stato rimosso dal cardinalato perché lo stesso Vaticano ha riconosciuto la gravissima colpa, perché mantiene ancora il titolo di Arcivescovo come esprime il Comunicato? Queste persone che non solo hanno coperto il Male MA LO HANNO ANCHE COMMESSO, solitamente sono stati ridotti allo stato laicale e sospesi a divinis, perché McCarrick continua invece a mantenere non solo il sacerdozio ma persino l’alta missione del VESCOVO, se, il Vaticano appunto, riconosce il delitto commesso?
Non vogliamo fare i giustizialisti! La Chiesa, si dice, ha i suoi tempi…. e confidiamo nella GIUSTIZIA DI DIO, ma resta palese come il Comunicato non chiarisce le domande proposte da mons. Viganò, non smentisce le sue accuse, ed anzi esprime un quadro inquietante attraverso il quale – lo ripetiamo – quel POTERE CLERICALE tanto indigesto a papa Francesco è in realtà accuratamente usato per imporre una propria linea di interpretazione. E’ per il bene stesso di McCarrick che ci auguriamo venga spogliato di ogni nomina ecclesiale…. è la PENITENZA che non ha mai fatto per porre un vero e sincero rimedio al tanto MALE inflitto ad altri.
Ci chiediamo infine: seppur volessimo ammettere LA DEBOLEZZA di Benedetto XVI che invece di sospendere a divinis McCarrick (come ha fatto con ben 400 Ministri tra sacerdoti e vescovi, negli otto anni di pontificato, proprio per queste ragioni)  gli impose, comunque, il RITIRO A VITA per meditare, pentirsi e fare penitenza, perché Bergoglio LO HA RIPESCATO dalla clausura dandogli poteri persino nella questione delicata cinese….?? Il Comunicato fa capire che il Vaticano SAPEVA, quindi mons. Carlo Viganò NON ha mentito…. ma noi sappiamo che McCarrick è stato tra i PILOTI più agguerriti e potenti per la nomina di Bergoglio a Papa…. Voliamo con la fantasia? Forse sì, ma il Comunicato non ci smentisce affatto. Come diceva un saggio politico: a pensar male è peccato, è vero, ma a volte ci si azzecca!


Risultati immagini per marco tosattidi Marco Tosatti
A oltre quaranta giorni dalla lettera denuncia dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, un comunicato della Santa Sede – senza mai nominare l’ex nunzio – annuncia un’inchiesta interna per fare luce sulla vicenda McCarrick. Un comunicato pieno di reticenze e contraddizioni, e soprattutto evita la questione fondamentale: è vero o no che papa Francesco seppe di McCarrick il 23 giugno 2013 dall’allora nunzio Viganò?
La Santa Sede ha emesso ieri un comunicato, in italiano e in inglese, che probabilmente vorrebbe essere una risposta alla testimonianza dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, pubblicata nella notte fra il 25 e il 26 agosto scorsi. Diciamo : “vorrebbe”, perché nel testo non si fa mai riferimento all’ex nunzio, né al primo né al secondo dei documenti dai lui resi pubblici. In pratica si annuncia un’inchiesta basata sull’esame dei documenti disponibili in Vaticano sul cardinale Theodore McCarrick, che sta adesso conducendo una vita di preghiera e penitenza in un convento negli USA. Ma ecco il testo integrale del documento:
“Dopo la pubblicazione delle accuse riguardanti la condotta dell’Arcivescovo Theodore Edgar McCarrick, il Santo Padre Francesco, consapevole e preoccupato per lo smarrimento che esse stanno causando nella coscienza dei fedeli, ha disposto che venga comunicato quanto segue:
Nel settembre 2017, l’Arcidiocesi di New York ha segnalato alla Santa Sede che un uomo accusava l’allora Cardinale McCarrick di aver abusato di lui negli anni Settanta. Il Santo Padre ha disposto in merito un’indagine previa approfondita, che è stata svolta dall’Arcidiocesi di New York e alla conclusione della quale la relativa documentazione è stata trasmessa alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel frattempo, poiché nel corso dell’indagine sono emersi gravi indizi, il Santo Padre ha accettato le dimissioni dell’’Arcivescovo McCarrick dal Collegio cardinalizio, ordinandogli la proibizione dell’esercizio del ministero pubblico e l’obbligo di condurre una vita di preghiera e di penitenza.
La Santa Sede non mancherà, a tempo debito, di rendere note le conclusioni del caso che coinvolge l’Arcivescovo McCarrick. Anche in riferimento ad altre accuse portate contro l’ecclesiastico, il Santo Padre ha disposto di integrare le informazioni raccolte tramite l’investigazione previa con un ulteriore accurato studio dell’intera documentazione presente negli Archivi dei Dicasteri e Uffici della Santa Sede riguardanti l’allora Cardinale McCarrick, allo scopo di appurare tutti i fatti rilevanti, situandoli nel loro contesto storico e valutandoli con obiettività.
La Santa Sede è consapevole che dall’esame dei fatti e delle circostanze potrebbero emergere delle scelte che non sarebbero coerenti con l’approccio odierno a tali questioni. Tuttavia, come ha detto Papa Francesco, «seguiremo la strada della verità, ovunque possa portarci» (Filadelfia, 27 settembre 2015). Sia gli abusi sia la loro copertura non possono essere più tollerati e un diverso trattamento per i Vescovi che li hanno commessi o li hanno coperti rappresenta infatti una forma di clericalismo mai più accettabile.
Il Santo Padre Francesco rinnova il pressante invito ad unire le forze per combattere la grave piaga degli abusi dentro e fuori la Chiesa e per prevenire che tali crimini vengano ulteriormente perpetrati ai danni dei più innocenti e dei più vulnerabili della società. Egli, come annunciato, ha convocato i Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo per il prossimo mese di febbraio, mentre risuonano ancora le parole della Sua recente Lettera al Popolo di Dio: «L’unico modo che abbiamo per rispondere a questo male che si è preso tante vite è viverlo come un compito che ci coinvolge e ci riguarda tutti come Popolo di Dio. Questa consapevolezza di sentirci parte di un popolo e di una storia comune ci consentirà di riconoscere i nostri peccati e gli errori del passato con un’apertura penitenziale capace di lasciarsi rinnovare da dentro» (20 agosto 2018)”.
Ci sono diversi spunti interessanti da rilevare, in questo testo. Il primo è il fatto che tutta la storia di Theodore McCarrick sia partita nel settembre 2017, con l’apertura del caso giudiziario (da parte della giustizia laica) verso il cardinale, e la conseguente notizia inviata in Vaticano dall’arcidiocesi di New York. Quasi a voler dare l’impressione che non appena si è saputo qualche cosa, si è agito. Il punto centrale della storia McCarrick è proprio questo: che si sapeva molto da molti anni, anche in Vaticano, come ha testimoniato mons. Viganò. Solo che le vittime non erano minori, e di conseguenza la giustizia civile non era chiamata in causa, e allora…  Indicative a questo proposito le parole del card. Maradiaga, uomo di fiducia del Pontefice, che in un’intervista recentissima ha parlato di “qualche cosa di ordine privato”, e di “fatto di natura amministrativa” in relazione alle aggressioni sessuali di seminaristi e giovani preti da parte di “Zio Teddy”.
“A tempo debito” – cioè non si sa quando – l’indagine su MacCarrick verrà resa nota, e sarà completata da “un ulteriore accurato studio dell’intera documentazione presente negli Archivi dei Dicasteri e Uffici della Santa Sede” sull’ex cardinale. Il comunicato avverte che i fatti rilevanti saranno situati “nel loro contesto storico e valutandoli con obiettività”. C’è da chiedersi che cosa voglia dire una frase prudenziale di questo tipo. Forse la spiegazione la possiamo trovare nella frase immediatamente successiva: “La Santa Sede è consapevole che dall’esame dei fatti e delle circostanze potrebbero emergere delle scelte che non sarebbero coerenti con l’approccio odierno a tali questioni”.
Forse sbaglieremo, ma la prima cosa che abbiamo pensato è: negli anni’70, ’80 e ’90 portarsi a letto seminaristi e giovani preti da parte di un cardinale faceva parte dell’approccio di quei tempi, giudicato inappropriato adesso? E così, dal momento che l’approccio odierno non era quello di allora bisogna capire silenzi e coperture, storicizzandole? Speriamo di sbagliarci; ma non riusciamo a trovare un’altra spiegazione logica a una frase del genere, se non quella di mettere le mani avanti, per proteggere complicità e silenzi.
Gli abusi e la loro copertura non erano tollerati già al tempo in cui mons. Viganò lavorava in Segreteria di Stato, e infatti ha scritto si superiori – Sodano e Sandri – tutta una serie di raccomandazioni per la punizione di McCarrick. Se l’ha fatto, e ha potuto farlo, è perché già all’epoca comportamenti del genere erano riprovevoli e tali da meritare punizione immediata.
Il comunicato rimanda poi alla riunione di febbraio 2019 di tutti i capi delle Conferenze Episcopali per trattare del problema degli abusi.
Sono passati più di quaranta giorni, dalla pubblicazione della prima testimonianza dell’arcivescovo Viganò. Questo è il primo documento della Santa Sede che, senza citare l’ex nunzio, afferma l’intenzione di voler occuparsi del caso McCarrick. L’impressione che se ne ricava è quella di una risposta debole, e dilatoria. Se esistono documenti – come certamente esistono – sull’ex cardinale alla Congregazione per i Vescovi e in Segreteria di Stato, in quaranta giorni non c’è stato tempo e modo di compulsarli per organizzare una risposta concreta e precisa alle accuse di Viganò? Non sembra molto credibile.
Allora perché questo rimandare a tempi futuri, non meglio precisati, i frutti dell’inchiesta? E purtroppo resta ancora senza risposta – e qui non c’è bisogno di frugare negli archivi – la domanda centrale. È vero o non è vero che il 23 giugno 2013 l’allora Nunzio negli USA ha detto chiaramente al Pontefice chi era e che cosa aveva fatto McCarrick e perché Benedetto XVI l’aveva sanzionato? Di questo nel comunicato non c’è traccia, ma è il grande, drammatico nodo irrisolto di questa tragedia.

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