Vivere al tempo della Grande Menzogna. Diceva Upton Sinclair: " . . è difficile far capire una cosa a qualcuno, quando il suo stipendio dipende dal fatto di non capirla". E' un inganno mondiale: viviamo in un grande Truman Show
di Francesco Lamendola
A noi è toccato in sorte di vivere al tempo dei grandi falsari e delle loro grandi falsificazioni, cioè al tempo della Grande Menzogna. La sola differenza importante è fra le giovani generazioni, che non lo sanno, e si bevono tutto, e quelle meno giovani, che lo sanno, perché possono fare il confronto con il prima. Queste, a loro volta, si dividono in due grandi categorie: l’una è formata dai pochi che parlano e denunciano l’inganno mondiale; l’altra, di gran lunga maggioritaria, è formata da coloro che tacciono, o perché neppure loro si sono accorti di nulla, in quanto si sono lasciati bollire a fuoco lento, o perché hanno tutto l’interesse a tacere e ad assecondare la grande mistificazione, in quanto solo così possono conservare dei privilegi o dei vantaggi, che, diversamente, rischierebbero di perdere. Fra questi c’è, poi, la sotto-categoria di chi sta zitto per paura, per il timore di rendersi impopolare, di diventare un patetico don Chisciotte, di passare per pazzo: anche costoro temono di perdere qualcosa, la loro tranquillità, la loro pace. Preferiscono vivere in un mondo dove tutto è il contrario di come viene presentato, in un grande Truman Show, piuttosto che mettere a repentaglio la loro pace. Questione di gusti, naturalmente: che pace può esservi nel vedere una cosa del genere e fare finta che tutto sia normale, non è cosa che ci riguardi; contenti loro, contenti tutti. E poi, come diceva don Abbondio, se il coraggio uno non ce l’ha, non può mica darselo da solo. Infatti: gli uomini, oggi, sono veramente, disperatamente soli: avendo rinunciato a Dio, non restano loro che le relazioni umane basate sull’effimero, sulla convenienza, sulla paura.