Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
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sabato 20 ottobre 2018
Il corvo e la bici
— il cogitatorio di Ipazia —
IPAZIA GATTA ROMANA A COLLOQUIO CON IL CORVO DI ENZO BIANCHI, OGGI PARTECIPANTE AL SINODO PER INDICARE AI GIOVANI LA VIA, LA VERITÀ E LA VITA …
[…] sono un corvo, come credo che di fatto lo sia Enzo Bianchi, pur non avendo le penne. Il nostro suono è simile, anche lui come me quando parla gracchia. Entrambi giriamo per il mondo alla ricerca di qualche perla o gioiello da rubare. Io cerco e rubo i gioielli e le perle materiali, lui ruba invece quelli delle anime che lo ascoltano dopo aver già rubato le perle ed i gioielli del Cristianesimo e della Chiesa Cattolica.
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.Cari gattolici e gattoliche:
Laudetur Jesus Christus !
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In questi ultimi mesiuno dei miei due uomini, Jorge Facio Lince, che per me è come un figliolo, è stato immerso in un lavoro lungo e complesso che a un certo punto mi è sembrato quasi una penitenza, perché la voce che usciva dai video era sgradevole per ogni sensibilità cattolica, il tutto in modo proporzionato alle eresie da essa enunciate negli audiovideo [vedereQUI].
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Perle & porci
Il Sinodo dei Giovani: Enzo Bianchi e il peccato originale nel quadro di una dissoluzione
Chi oggi vuol parlare ai giovani in modo credibile,ma soprattutto chi intende tutelarli dall’opera del Demonio che tra il Novecento ed il Nuovo Millennio pare essersi scatenato in tutti gli àmbiti ed a tutti i livelli, dovrebbe anzitutto invitarli a fuggire le inside del peccato, non certo ad inserire l’acronimo LBGT nell’Instrumentum Laboris del Sinodo, per vedere come sistemare certe nuovo “edificanti” tendenze.
Poteva mancare il Priore emerito di Bose, Sua Beatitudine Enzo Bianchi, al Sinodo dei Giovani? Il tempo di terminare la predicazione degli esercizi spirituali al clero ad Ars [cf. articolo QUI], ed eccolo giungere a donar preziose perle come partecipante al Sinodo. E siccome siamo in piena èra di cosiddetta «rivoluzione epocale», egli spiega anzitutto ai giornalisti che in questo Sinodo «c’è una grande libertà di intervento che nei sinodi precedenti io non ho sperimentato» [cf.QUI]. Ovviamente Sua Beatitudine omette di precisare che questa “libertà” rammenta molto il periodo del terrore di Robespierre durante la Rivoluzione Francese, visto che tutti coloro che hanno sollevato a vario titolo libere obiezioni, o sono stati destituiti dai loro uffici di curia, o dimessi senza motivo, o lasciati al loro posto ma totalmente esautorati dall’esercizio delle loro funzioni, oppure morti di crepacuore, come il compianto Cardinale Carlo Caffarra [cf. nostri articoli, QUI, QUI].
“La Chiesa è silenziosa dalla testa in giù”
IL SILENZIO DEL PAPA SU VIGANÒ MINA LA SUA CREDIBILITÀ MAGISTERIALE. COSÌ LA FRANKFURTER ALLGEMEINE.
Un lungo articolo di Christian Geyer, di cui pubblichiamo qualche brano grazie alla cortesia di Maike Hickson, è intitolato “La Chiesa è silenziosa dalla testa in giù” e mette in rapporto la condotta della Chiesa tedesca, colpita da rivelazioni e scandali sugli abusi, principalmente di natura omosessuale, e il pervicace rifiuto di papa Bergoglio di rispondere alle questioni poste implicitamente dalla testimonianza dell’ex Nunzio negli Stati Uniti.
E cioè: quando ha saputo dei trascorsi predatori dell’arcivescovo McCarrick? È vero che nell’udienza del 23 giugno 2013 mons. Viganò gli ha spiegato i misfatti di “zio Teddy”, gli ha detto che aveva rovinato generazioni di seminaristi e preti, e che Benedetto XVI gli aveva imposto delle sanzioni? Dal 26 agosto, dopo aver detto “non dirò una parola” il Pontefice ha rifiutato di fare chiarezza su questo, e sul fatto che McCarrick dopo la sua elezione ha avuto incarichi ufficiali e ha condizionato pesantemente nomine vescovili e cardinalizie negli USA, oltre alla politica con la Cina. Nei giorni scorsi su La Nuova Bussola Quotidiana avevamo dato conto di un editoriale della direzione del New York Times, e di altri giornali americani e inglesi. Ieri abbiamo dato conto di un articolo del Washington Times, sempre in tema di silenzio papale. Ecco la Frankfurter.
“Dobbiamo ancora aspettare. Poi ogni problema si sistema, anche grazie a qualche forma di non gestione – da una parte mettendo a tacere, e rassegnazione dall’altra. Così, una domanda è: che cosa il Papa sapeva, e quando l’ha saputo? Ha lui stesso, o no, coperto degli abusatori sessuali e persino li ha promossi – non solo in passato, come arcivescovo di Buenos Aires (dove in questo momento sono particolarmente delle donne che glielo rimproverano) ma anche dopo che è stato eletto Papa?”. Geyer ricorda la conferenza stampa sull’aereo, di ritorno da Dublino, dove “alcune domande precise sono state evitate, nel tentativo di continuare la copertura di tutte le coperture”.
Questo comportamento sta mettendo in pericolo la domanda stessa. Molto di recente, è stato giustificato una volta di più nelle accuse fatte da Carlo Maria Viganò che era nunzio apostolico negli Stati Uniti dal 2011 al 2016 e che il 25-26 agosto , ha messo in circolazione un dossier…che trasforma il grido di battaglia pontificio “Nessuna tolleranza” in niente di più che ipocrisia. Il dossier afferma che ul Papa invece ha coccolato degli abusatori seriale clericali, in particolare il card. Theodore McCarrick che ha abusato minori, ed era noto per anche per aver abusato seminaristi, che dipendevano da lui per la loro carriera.
Le domande importanti continuano a non avere risposta.
Francesco ha o non ha cancellato le sanzioni del papa precedente (Benedetto XVI) contro McCarrick, che erano note in primo luogo dal 2013, e l’ha fatto diventare invece una figura influente del pontificato? C’è un modello papale comune in vigore quando si tratta di abusi sessuali e di sacerdoti? Sono tolti di mezzo una volta che non c’è più nessuna altra possibilità a causa dei media che chiedono che si agisca? Questo vorrebbe dire che il Papa semplicemente si basa sui ritardi e sul suo sedersi e aspettare. Davvero, questo ignorare continuamente la domanda mette in pericolo la domanda stessa.
Così le domande restano senza risposta, si esauriscono. Questo accade anche perché sorgono altri problemi, e fanno sì che la domanda a cui non si è risposto, lasciata indietro, esca dalla linea del fuoco. Resta schiacciata dalla macchina del ‘consenso generale’ che rende tutte le domande egualmente importanti (e quindi non importanti). Questo, naturalmente, fa nascere seri dubbi sui concetti di verità e conoscenza….
I vescovi tedeschi seguono l’esempio del papa
Questa insistenza nel matenere il segreto pontificio (nel caso dell’arcivescovo Viganò) non sarebbe allora sinonimo della preservazione della copertura in base alla legge canonica? Viganò recentemente si è giustificato per la rottura del segreto.. e dice ‘lo scopo di una tale clausola di confidenzialità’ non può neanche in minima parte consistere nel ‘coprire crimini o permettere la partecipazione ad essi’. Il silenzio dei Pastori che è stato identificato a livello mondiale come il problema principale degli abusi ecclesiastici, può difficilmente ora essere venduto come un dovere ufficiale.
Neanche Francesco (‘non dirò una paola’) potrà usare la sua saggezza e la sua visione più alta per giustificare il silenzio che ha scelto, a meno che non voglia togliere credito al principio della responsabilità personale nella sua Chiesa e travolgere la credibilità della sua autorità magisteriale. Nondimeno l’eliminazione di domande sgradevoli nella conferenza stampa sull’aereo di ritorno dagli Stati baltici segue questo modello. Le domande relative a Viganò prima sono state spostate a più tardi e poi non sono più state permesse. (‘Mi hanno detto che la cena è pronta e il volo è breve’).
Non c’è da meravigliarsi, anche se è disgustoso, che i vescovi tedeschi abbiano sentito il bisogno di seguire l’esempio del Papa”.
Marco Tosatti
Oggi è il cinquantaseiesimo giorno in cui il Pontefice regnante non ha, ancora, risposto.
“Quando ha saputo che McCarrick era un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?”
“È vero, o non è vero, che mons. Viganò lo ha avvertito il 23 giugno 2013?”
Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi e risponda”.
20 ottobre 2018 Pubblicato da wp_7512482 4 Commenti -- https://www.marcotosatti.com/2018/10/20/il-silenzio-del-papa-su-vigano-mina-la-sua-credibilita-magisteriale-cosi-la-frankfurter-allgemeine/
“FRANCESCO: UN FREDDO MACHIAVELLICO, ASTUTO, MENTITORE”
Per quanto riguarda le accuse di abuso sessuale e di ostruzionismo, la stampa mainstream di sinistra ha per lo più trattato “papa” Francis con i guanti. Dopotutto, nessuno ha attaccato il cattolicesimo in modo più aperto e con un effetto più duraturo di Jorge Bergoglio, e sarebbe un peccato che la sinistra politica dovesse rischiare di interrompere il suo lavoro di distruzione. Ma ora sembra che la luna di miele possa finalmente essere finita.
Il 22 settembre 2018, edizione del settimanale tedesco Der Spiegel (“The Mirror”), nella foto sopra, ha una storia di copertura esplosiva: “Tu non mentirai: il Papa e la Chiesa cattolica nella loro più grande crisi” sono le parole stampato sulla prima pagina. In una speciale intitolata “Il silenzio dei pastori” [parafrasata da Il SIlenzio degli Innocenti] che si estende su cinque pagine , la prima rivista tedesca del laicismo e correttezza politica stampa un’immagine del loro amato “Papa”. L’articolo è stato creato di Marian Blasberg, Walter Mayr, Valentyna Polunina e Christoph Scheuermann e rivela i risultati delle ricerche condotte in Vaticano, Buenos Aires, Roma, Erie (Pennsylvania) e Monaco.
“Il silenzio dei pastori” presenta alcune citazioni esplosive dei cardinali di Novus Ordo in Vaticano che parlano solo in condizione di anonimato data la concreta minaccia di vendette. Uno di questi, identificato solo come un “cardinale avanti negli anni”, parla di Francesco come “un Santo Padre che interroga la verità della Fede come nessun altro prima di lui” (pagina 13). Questo può sembrare un po ‘più innocente di quanto non sia: poiché mettere in discussione le verità della Fede è un’eresia, un peccato mortale che, se pubblico, di per sé espelle uno dalla Chiesa. Un altro, identificato come “anziano cardinale” testimonia: “Non ho creduto a una sua parola fin dall’inizio. Predica misericordia, ma in realtà è un machiavellico astuto a spietato e, cosa ancora peggiore, mente“(pagina 13). Un terzo dice che sotto Francesco c’è “un clima di paura e incertezza” all’interno delle mura vaticane (pagina 14), e questo è probabilmente un eufemismo.
Quanto a Buenos Aires, l’articolo cita un famoso avvocato lì, Juan Pablo Gallego, che crede di conoscere il motivo per cui Francesco viaggia attraverso il globo ma evita sempre vistosamente la sua patria: “A Roma, Francis è in esilio; in pratica ha trovato un posto di rifugio lì. In Argentina, avrebbe dovuto prima di tutto rifiutare il sospetto di aver protetto per anni stupratori e molestatori di bambini” (pagina 14).
In effetti, le presunte vittime di abusi a Buenos Aires sono state molto deluse da Francesco perché non le riceverà, né risponderà alle loro grida di aiuto, e non ha fatto nulla per aiutarle come “Arcivescovo” della città dal 1998-2013, o. Il seguente video clip è un estratto dal documentario Sex Abuse in the Church: The Code of Silence (2017) e mostra un’intervista con le vittime che accusano Francis:
Più avanti in “The Silence of the Shepherds”, si cita il reporter del Vaticano Edward Pentin: “Il Papa ei suoi lacchè sono notevolmente nervosi” (p.15).
Nel complesso, non sta andando bene per la Squadra di Francesco: A poco meno di un mese dopo “Abp.” Carlo Maria Vigano ha rilasciato la sua “Testimonianza” , il problema è ben lontano dallo sparire . Invece, sempre più fatti, accuse e domande senza risposta stanno venendo alla luce mentre i giornalisti fanno ciò che Francis ha detto loro di fare sul suo volo di ritorno da Dublino : stanno facendo ricerche . Con il suo dichiarato silenzio e la sua manipolazione passivo-aggressiva, Francis si è fatto strada in un angolo. Incapace di fuggire, cercherà di portare avanti questa strategia fino all’assurdo, ma la sua credibilità non sarà in grado di sopravvivere.
Come un ufficiale senza nome dell’Arcidiocesi di Monaco-Freising ha detto: “Se tutto ciò che fai è pensare alle periferie, presto avrai un buco nel mezzo” (“Il silenzio dei pastori”, p.18) .
E quel buco sta diventando sempre più grande.
Il 22 settembre 2018, edizione del settimanale tedesco Der Spiegel (“The Mirror”), nella foto sopra, ha una storia di copertura esplosiva: “Tu non mentirai: il Papa e la Chiesa cattolica nella loro più grande crisi” sono le parole stampato sulla prima pagina. In una speciale intitolata “Il silenzio dei pastori” [parafrasata da Il SIlenzio degli Innocenti] che si estende su cinque pagine , la prima rivista tedesca del laicismo e correttezza politica stampa un’immagine del loro amato “Papa”. L’articolo è stato creato di Marian Blasberg, Walter Mayr, Valentyna Polunina e Christoph Scheuermann e rivela i risultati delle ricerche condotte in Vaticano, Buenos Aires, Roma, Erie (Pennsylvania) e Monaco.
“Il silenzio dei pastori” presenta alcune citazioni esplosive dei cardinali di Novus Ordo in Vaticano che parlano solo in condizione di anonimato data la concreta minaccia di vendette. Uno di questi, identificato solo come un “cardinale avanti negli anni”, parla di Francesco come “un Santo Padre che interroga la verità della Fede come nessun altro prima di lui” (pagina 13). Questo può sembrare un po ‘più innocente di quanto non sia: poiché mettere in discussione le verità della Fede è un’eresia, un peccato mortale che, se pubblico, di per sé espelle uno dalla Chiesa. Un altro, identificato come “anziano cardinale” testimonia: “Non ho creduto a una sua parola fin dall’inizio. Predica misericordia, ma in realtà è un machiavellico astuto a spietato e, cosa ancora peggiore, mente“(pagina 13). Un terzo dice che sotto Francesco c’è “un clima di paura e incertezza” all’interno delle mura vaticane (pagina 14), e questo è probabilmente un eufemismo.
Quanto a Buenos Aires, l’articolo cita un famoso avvocato lì, Juan Pablo Gallego, che crede di conoscere il motivo per cui Francesco viaggia attraverso il globo ma evita sempre vistosamente la sua patria: “A Roma, Francis è in esilio; in pratica ha trovato un posto di rifugio lì. In Argentina, avrebbe dovuto prima di tutto rifiutare il sospetto di aver protetto per anni stupratori e molestatori di bambini” (pagina 14).
In effetti, le presunte vittime di abusi a Buenos Aires sono state molto deluse da Francesco perché non le riceverà, né risponderà alle loro grida di aiuto, e non ha fatto nulla per aiutarle come “Arcivescovo” della città dal 1998-2013, o. Il seguente video clip è un estratto dal documentario Sex Abuse in the Church: The Code of Silence (2017) e mostra un’intervista con le vittime che accusano Francis:
Più avanti in “The Silence of the Shepherds”, si cita il reporter del Vaticano Edward Pentin: “Il Papa ei suoi lacchè sono notevolmente nervosi” (p.15).
Nel complesso, non sta andando bene per la Squadra di Francesco: A poco meno di un mese dopo “Abp.” Carlo Maria Vigano ha rilasciato la sua “Testimonianza” , il problema è ben lontano dallo sparire . Invece, sempre più fatti, accuse e domande senza risposta stanno venendo alla luce mentre i giornalisti fanno ciò che Francis ha detto loro di fare sul suo volo di ritorno da Dublino : stanno facendo ricerche . Con il suo dichiarato silenzio e la sua manipolazione passivo-aggressiva, Francis si è fatto strada in un angolo. Incapace di fuggire, cercherà di portare avanti questa strategia fino all’assurdo, ma la sua credibilità non sarà in grado di sopravvivere.
Come un ufficiale senza nome dell’Arcidiocesi di Monaco-Freising ha detto: “Se tutto ciò che fai è pensare alle periferie, presto avrai un buco nel mezzo” (“Il silenzio dei pastori”, p.18) .
E quel buco sta diventando sempre più grande.
(con traduzione automatica, ampiamente imperfetta)
https://www.maurizioblondet.it/francesco-un-freddo-machiavellico-astuto-mentitore/
https://www.maurizioblondet.it/francesco-un-freddo-machiavellico-astuto-mentitore/
In clima storico di omertà..
Viganò atto III: "C'è silenzio su vittime e omosessualità"
Viganò rimarca omissioni
e conferme del prefetto dei vescovi Ouellet al suo j'accuse sul
predatore McCarrick. Appello a Papa e confratelli per un "chi sa parli":
"Ravvedetevi e dite la verità". L'ex nunzio torna poi drammaticamente
sulla decisione di rendere pubblico il dossier: "Sono anziano, temo il
giudizio del Giudice che può gettare corpo e anima nell'inferno: non
potevo restare in silenzio". E tocca il punto centrale, l'assenza nelle
analisi sugli abusi sessuali della prima causa di questi
scandali: l'omosessualità, che chiama "piaga", sostituita dal
clericalismo.
Carlo Maria Viganò risponde alla lettera aperta del card. Ouellet, Prefetto della Congregazione per i vescovi, e rilancia la richiesta di una presa di coscienza da parte dei vertici della Chiesa. Questa volta il suo appello a papa Bergoglio, sostanzialmente eguale nei contenuti, che potete leggere in dettaglio nel link, diventa ancora più accorato. Non si parla più di dimissioni, come era nel primo messaggio, ma di conversione: “Chiedo, anzi scongiuro ardentemente, che il Santo Padre faccia fronte agli impegni che ha assunto. Accettando di essere il successore di Pietro, ha preso su di sé la missione di confermare i suoi fratelli e la responsabilità di guidare tutte le anime nella sequela di Cristo, nel combattimento spirituale, per la via della croce. Ammetta i suoi errori, si penta, dimostri di voler seguire il mandato dato a Pietro e, una volta ravvedutosi, confermi i suoi fratelli”.
No, non abito qui..!
A proposito di giovani (e di sinodi)
No, ragazzi cari, non ci siamo proprio. Ma non è tutta colpa vostra. Il vuoto morale, intellettuale e spirituale in cui vi hanno tirato su vi costringe ad annaspare nella pressoché completa assenza di riferimenti e di punti fermi per le vostre scelte, facendovi al tempo stesso presumere di potervi dare da soli risposte alle domande fondamentali. Nel numero di maggio scorso del glorioso Bollettino salesiano, fondato (come si ricorda in copertina) da san Giovanni Bosco nel 1877, subito dopo il Messaggio del Rettor Maggiore, proprio in apertura sono riportate, senza alcun commento, le riflessioni di tre di voi riguardo alla cosiddetta legge sul fine-vita, che in Italia ha da poco aperto il varco a pratiche eutanasiche.
http://www.diocesinovara.it/wp-content/uploads/2018/01/Sinodo18orizzontale.jpg(immagine aggiunta) |
No, ragazzi cari, non ci siamo proprio. Ma non è tutta colpa vostra. Il vuoto morale, intellettuale e spirituale in cui vi hanno tirato su vi costringe ad annaspare nella pressoché completa assenza di riferimenti e di punti fermi per le vostre scelte, facendovi al tempo stesso presumere di potervi dare da soli risposte alle domande fondamentali. Nel numero di maggio scorso del glorioso Bollettino salesiano, fondato (come si ricorda in copertina) da san Giovanni Bosco nel 1877, subito dopo il Messaggio del Rettor Maggiore, proprio in apertura sono riportate, senza alcun commento, le riflessioni di tre di voi riguardo alla cosiddetta legge sul fine-vita, che in Italia ha da poco aperto il varco a pratiche eutanasiche.
venerdì 19 ottobre 2018
Il tempo della post-verità
VERITA' HA ANCORA IMPORTANZA?
Se la verità non ha più importanza, che cosa ne ha? Oggi affermare che la verità esiste presenta inconvenienti: implica la fatica di cercarla (e riconoscerla) e presuppone la scelta di mettersi contro l’intera cultura dominante
di Francesco Lamendola
Se la verità non ha più importanza, che cosa ne ha? Oggi affermare che la verità esiste presenta inconvenienti: implica la fatica di cercarla (e riconoscerla) e presuppone la scelta di mettersi contro l’intera cultura dominante
di Francesco Lamendola
Lo abbiamo già detto, a noi è toccato in sorte di vivere al tempo della post-verità: quando si può dire impunemente tutto e il contrario di tutto, tanto il risultato è lo stesso ed è sempre a somma zero. Quel che conta, oggi, non è dire la verità, ma dire qualcosa che resti impresso, qualcosa che faccia colpo, qualcosa che sia fruibile e spendibile come un prodotto pre-confezionato, usa-e-getta, a disposizione del cittadino-consumatore del terzo millennio. Al cittadino-consumatore non importa affatto sapere qual è la verità, e perfino se c’è la verità; a lui basta avere la propria verità, perché gli è stato insegnato, fin da quando succhiava il latte materno, che ciascuno ha diritto alla sua verità, e chi siamo noi per giudicare gli altri? Quindi, se uno vuol dire che una torta è una merda, e una merda è una torta, chi siamo noi per affermare che costui si sbaglia, che costui mente, che costui non dice le cose come stanno? Noi non siamo nessuno. Nessuno, infatti, può dire di aver la verità in tasca: sarebbe un atto d’insopportabile presunzione; un atto degno di un fascista, di un razzista, di un populista (che è, oggi, l’offesa peggiore delle tre).
Dubbio per dubbio
Papa Francesco firma un nuovo dogma: il dubbio!
Non sollevate gli scudi della difesa, perché è proprio Papa Francesco che ci autorizza A DUBITARE… su di lui! Forse è sfuggito a molti il discorso (sempre a braccio) che ha tenuto il 13 ottobre ai Seminaristi in visita dalla Lombardia, vedere qui testo ufficiale. 13 ottobre… speravamo e pensavamo a qualche parola su Fatima, era sperare davvero troppo dopo che il 13 ottobre 2016 si presentò in aula Paolo VI all’udienza con tanto di omaggio alla statua di Martin Lutero? 13 ottobre dunque, mentre la Cattolica Chiesa ricorda Fatima e invita a volger lo sguardo a COLEI CHE MAI HA DUBITATO, ecco che il Vicario di Cristo (??? ma sarà poi vero?) eleva IL DUBBIO a dogma infallibile. Del resto, parola di Papa Francesco: Io non ho fiducia nelle persone che non dubitano mai…. Dunque non ha fiducia nella Madre di Dio, o è convinto che anch’Ella, “donna come noi, donna laica…” dubitava del Figlio o della propria vocazione?
Nessun può voltare lo sguardo da un’altra parte.
Monsignor Viganò: “Ecco come rispondo al cardinale Ouellet. E’ il momento di uscire allo scoperto”
“Testimoniare la corruzione nella gerarchia della Chiesa cattolica è stata per me una decisione dolorosa, e lo è ancora. Ma sono un anziano, uno che sa che presto dovrà rendere conto al Giudice delle proprie azioni e omissioni, che teme Colui che può gettare corpo e anima nell’inferno”.
Scrive così monsignor Carlo Maria Viganò nella nuova testimonianza che mi ha fatto pervenire dal luogo segreto in cui si trova.
“Ho parlato – precisa l’ex nunzio negli Usa – nella piena consapevolezza che la mia testimonianza avrebbe provocato allarme e sgomento in molte persone eminenti: ecclesiastici, confratelli vescovi, colleghi con cui ho lavorato e pregato. Sapevo che molti si sarebbero sentiti feriti e traditi. Ho previsto che alcuni a loro volta mi avrebbero accusato e avrebbero messo in discussione le mie intenzioni. E, cosa più dolorosa di tutte, sapevo che molti fedeli innocenti sarebbero stati confusi e sconcertati dallo spettacolo di un vescovo che accusa confratelli e superiori di misfatti, peccati sessuali e di grave negligenza verso il loro dovere. Eppure credo che il mio continuo silenzio avrebbe messo in pericolo molte anime, e avrebbe certamente condannato la mia”.
Scrive così monsignor Carlo Maria Viganò nella nuova testimonianza che mi ha fatto pervenire dal luogo segreto in cui si trova.
“Ho parlato – precisa l’ex nunzio negli Usa – nella piena consapevolezza che la mia testimonianza avrebbe provocato allarme e sgomento in molte persone eminenti: ecclesiastici, confratelli vescovi, colleghi con cui ho lavorato e pregato. Sapevo che molti si sarebbero sentiti feriti e traditi. Ho previsto che alcuni a loro volta mi avrebbero accusato e avrebbero messo in discussione le mie intenzioni. E, cosa più dolorosa di tutte, sapevo che molti fedeli innocenti sarebbero stati confusi e sconcertati dallo spettacolo di un vescovo che accusa confratelli e superiori di misfatti, peccati sessuali e di grave negligenza verso il loro dovere. Eppure credo che il mio continuo silenzio avrebbe messo in pericolo molte anime, e avrebbe certamente condannato la mia”.
L' atto stesso della canonizzazione..
Canonizzazione ed infallibilità
di Mons. Brunero Gheradini
Mons. Brunero Fiorello Gherardini
(Prato, 10 febbraio 1925 - Santa Marinella (Roma), 22 settembre 2017)
Da qualche tempo se ne parla di nuovo. Non c’è dubbio che l’argomento sia molto interessante. Nulla, però, faceva pensare, fin a poco fa, che la posizione definitivamente acquisita con Benedetto XIV (1) sarebbe stata nuovamente discussa. A dire il vero, gli ultimi interventi hanno proposto ben poco di nuovo; han solo richiamato l’attenzione al rapporto tra infallibilità papale e canonizzazione. Non nuova è stata la posizione dubitativa o addirittura negativa, non nuova quell’affermativa. D’ambo le parti si son ripetuti ragionamenti del passato ed irrilevante è stato, forse con l’unica eccezione di D. Ols (2), il loro contributo per una più profonda conoscenza del problema ed una fondazione critica della soluzione proposta.
Poiché anch’io sono stato sfiorato dal “demone” della curiosità e del ripensamento, ne raccolgo qui, in forma quasi provocatoria, i punti essenziali. Chissà, mi son detto, che qualcuno non m’aiuti a capir meglio!
Mi sembra superfluo dichiarare che il mio ripensamento parte dalla concreta situazione d’una “verità” dogmaticamente non definita, con un conseguente margine di libertà che alcune “note teologiche” limitano, sì, ma non soffocano del tutto. Ed è sottinteso che la mia “provocazione” resta all’interno di codesti limiti.
Mons. Brunero Gherardini è stato chiamato in Cielo il 22 settembre 2017.
Vista l'attualità della canonizzazione di Paolo VI, ci è sembrato opportuno presentare ai lettori un suo saggio sulla canonizzazione, pubblicato su tre diversi numeri della rivista Chiesa Viva nel 2003: 354 (ottobre), 355 (novembre) e 356 (dicembre)
Vista l'attualità della canonizzazione di Paolo VI, ci è sembrato opportuno presentare ai lettori un suo saggio sulla canonizzazione, pubblicato su tre diversi numeri della rivista Chiesa Viva nel 2003: 354 (ottobre), 355 (novembre) e 356 (dicembre)
Mons. Brunero Fiorello Gherardini
(Prato, 10 febbraio 1925 - Santa Marinella (Roma), 22 settembre 2017)
Da qualche tempo se ne parla di nuovo. Non c’è dubbio che l’argomento sia molto interessante. Nulla, però, faceva pensare, fin a poco fa, che la posizione definitivamente acquisita con Benedetto XIV (1) sarebbe stata nuovamente discussa. A dire il vero, gli ultimi interventi hanno proposto ben poco di nuovo; han solo richiamato l’attenzione al rapporto tra infallibilità papale e canonizzazione. Non nuova è stata la posizione dubitativa o addirittura negativa, non nuova quell’affermativa. D’ambo le parti si son ripetuti ragionamenti del passato ed irrilevante è stato, forse con l’unica eccezione di D. Ols (2), il loro contributo per una più profonda conoscenza del problema ed una fondazione critica della soluzione proposta.
Poiché anch’io sono stato sfiorato dal “demone” della curiosità e del ripensamento, ne raccolgo qui, in forma quasi provocatoria, i punti essenziali. Chissà, mi son detto, che qualcuno non m’aiuti a capir meglio!
Mi sembra superfluo dichiarare che il mio ripensamento parte dalla concreta situazione d’una “verità” dogmaticamente non definita, con un conseguente margine di libertà che alcune “note teologiche” limitano, sì, ma non soffocano del tutto. Ed è sottinteso che la mia “provocazione” resta all’interno di codesti limiti.
Ausus est!
Paolo VI: santo del Cielo o collaboratore dell’Inferno?
Ha osato!
Dopo aver “canonizzato”, il 27 aprile 2014, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, Francesco-Bergoglio ci ritorna con la “canonizzazione”, il 14 ottobre scorso, di Paolo VI.
I modernisti che occupano la sede di Pietro da sessant’anni non usano neanche più i guanti, non esitano davanti ad alcuna provocazione: si “beatificano” e si “canonizzano” gli uni gli altri in tutta fretta. Fu infatti Giovanni Paolo II che inaugurò tale andazzo, “beatificando”, il 3 settembre del 2000, Giovanni XXIII; e per fare ingoiare la pillola lo stesso giorno “beatificò” Pio IX.
Un farsi beffa del mondo intero: onorare contemporaneamente il Papa del Syllabus e l’organizzatore del Vaticano II… il Pontefice dell’intransigenza cattolica in un mondo rivoltatosi contro Dio, e il propagatore della libertà religiosa e del culto dell’uomo.
Naturalmente, alla “canonizzazione” di Pio IX non è mai seguita la sua canonizzazione, contrariamente a quanto avvenuto con Giovanni XXIII. Si trattò semplicemente di un sotterfugio per evitare che i tradizionalisti si mettessero a gridare.
D’altronde, è impensabile per gli apostati oggi in Vaticano “canonizzare” il Papa di QuantaCura, che si opponeva energicamente al mondo e alla civiltà moderna.
Ha osato!
Dopo aver “canonizzato”, il 27 aprile 2014, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, Francesco-Bergoglio ci ritorna con la “canonizzazione”, il 14 ottobre scorso, di Paolo VI.
I modernisti che occupano la sede di Pietro da sessant’anni non usano neanche più i guanti, non esitano davanti ad alcuna provocazione: si “beatificano” e si “canonizzano” gli uni gli altri in tutta fretta. Fu infatti Giovanni Paolo II che inaugurò tale andazzo, “beatificando”, il 3 settembre del 2000, Giovanni XXIII; e per fare ingoiare la pillola lo stesso giorno “beatificò” Pio IX.
Un farsi beffa del mondo intero: onorare contemporaneamente il Papa del Syllabus e l’organizzatore del Vaticano II… il Pontefice dell’intransigenza cattolica in un mondo rivoltatosi contro Dio, e il propagatore della libertà religiosa e del culto dell’uomo.
Naturalmente, alla “canonizzazione” di Pio IX non è mai seguita la sua canonizzazione, contrariamente a quanto avvenuto con Giovanni XXIII. Si trattò semplicemente di un sotterfugio per evitare che i tradizionalisti si mettessero a gridare.
D’altronde, è impensabile per gli apostati oggi in Vaticano “canonizzare” il Papa di QuantaCura, che si opponeva energicamente al mondo e alla civiltà moderna.
Tutto questo è serio!?
San Paolo VI ?
Antoine Martin, laureato alla Scuola Nazionale Superiore di Lione e aggregato di Lettere Classiche, autore de La Chute des astres e Le Chant dans la fornaise, ritorna sulle implicazioni della canonizzazione di Paolo VI e sui problemi che essa ha causato.
Una miniera di informazioni. E una conclusione: questa “canonizzazione” conciliare è una colossale presa in giro!
«Il prossimo 14 ottobre, papa Francesco intende canonizzare il suo predecessore paolo VI»
«Anche noi, noi più di tutti siamo i cultori dell’uomo», dichiarò Paolo VI alla chiusura del Vaticano II (7 dicembre 1965), con un’espressione che sintetizzava perfettamente il Concilio.
Dopo aver inteso tali espressioni dalla bocca di un Vicario di Cristo, ci si trova in diritto di porsi un po’ di domande sulla sua santità.
Certo, ci sono i dubbi sollevati da Don Philippe Toulza su certi episodi della vita di Paolo VI, ma, attenzione, Don Philippe Toulza è un feroce tradizionalista, membro della sulfurea Fraternità Sacerdotale San Pio X; niente di sorprendente quindi che abbia voluto la pelle di papa Montini.
Sorvoliamo, dunque.
Una miniera di informazioni. E una conclusione: questa “canonizzazione” conciliare è una colossale presa in giro!
«Il prossimo 14 ottobre, papa Francesco intende canonizzare il suo predecessore paolo VI»
«Anche noi, noi più di tutti siamo i cultori dell’uomo», dichiarò Paolo VI alla chiusura del Vaticano II (7 dicembre 1965), con un’espressione che sintetizzava perfettamente il Concilio.
Dopo aver inteso tali espressioni dalla bocca di un Vicario di Cristo, ci si trova in diritto di porsi un po’ di domande sulla sua santità.
Certo, ci sono i dubbi sollevati da Don Philippe Toulza su certi episodi della vita di Paolo VI, ma, attenzione, Don Philippe Toulza è un feroce tradizionalista, membro della sulfurea Fraternità Sacerdotale San Pio X; niente di sorprendente quindi che abbia voluto la pelle di papa Montini.
Sorvoliamo, dunque.
Chi non crede
NUOVE TENDENZE
Se il peccato non è un dato oggettivo, salta la Dottrina sociale
Michelangelo - La cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso
Il vescovo francese Stanislas Lalanne ha affermato: “Non posso dire che la pedofilia sia peccato”. Ho cercato di esaminare questa affermazione dal punto di vista della Dottrina sociale della Chiesa. Se l’uomo non è più in grado di sapere quando una sua azione è peccato allora vuol dire che anche i peccati sociali ci rimangono oscuri e, con essi, le “strutture di peccato” di cui parlava Giovanni Paolo II nella Sollicitudo rei socialis (1987). Ma in questo caso – ci si chiede – cosa diventa la Dottrina sociale della Chiesa?
Se il peccato non è un dato oggettivo, salta la Dottrina sociale
Michelangelo - La cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso
Il vescovo francese Stanislas Lalanne ha affermato: “Non posso dire che la pedofilia sia peccato”. Ho cercato di esaminare questa affermazione dal punto di vista della Dottrina sociale della Chiesa. Se l’uomo non è più in grado di sapere quando una sua azione è peccato allora vuol dire che anche i peccati sociali ci rimangono oscuri e, con essi, le “strutture di peccato” di cui parlava Giovanni Paolo II nella Sollicitudo rei socialis (1987). Ma in questo caso – ci si chiede – cosa diventa la Dottrina sociale della Chiesa?
Con Cirillo
In Oriente è rottura tra Cirillo e Bartolomeo. E il papa sta di più col primo
Sul terreno militare il conflitto tra Russia e Ucraina prosegue a bassa intensità. Ma sul terreno religioso lo scontro ha toccato il suo acme. Il 15 ottobre il patriarcato di Mosca “e di tutte le Russie” ha troncato la comunione eucaristica con il patriarcato ecumenico di Costantinopoli, guidati dai rispettivi patriarchi Cirillo e Bartolomeo.
giovedì 18 ottobre 2018
Demoni del Vaticano
Angeli del Portogallo
Santa Giacinta di Fatima, una presenza sempre attuale
(di Cristina Siccardi) Mentre è in corso il Sinodo dei giovani (3-28 ottobre) sul discernimento vocazionale e molti fedeli il 13 ottobre scorso hanno ricordato che 101 anni fa avvenne l’ultima apparizione di Fatima alla Cova d’Iria di fronte ad una folla composta da 50-70 mila persone, desideriamo ricordare una “piccola” giovane: Giacinta Marto, che con la sua brevissima vita, dieci anni appena, ha dato testimonianza della fede, ha obbedito ai richiami della Madonna e ha collaborato attivamente alla salvezza delle anime.
Uno dei divertimenti preferiti da lei, santa Jacinta de Jesus, dal fratello maggiore, san Francisco de Jesus, e dalla cugina, la serva di Dio Lúcia de Jesus Rosa dos Santos, era quello, mentre pascolavano il gregge, di gridare ad alta voce, dall’alto dei monti, seduti sulla roccia. Il nome che più echeggiava era quello della Madonna.
Le Apparizioni autentiche producono ordine nella Chiesa
Che senso hanno le “apparizioni” mariane?
«Il criterio per discernere la verità e il valore di una rivelazione privata è il suo contenuto dottrinale e l’orientamento a Cristo stesso, con una netta e decisiva conversione a Lui, l’abbandono del peccato, e la sete dei Sacramenti della Chiesa» (card. Joseph Ratzinger)
Laudetur Jesus Christus
Il vero Culto mariano
Le “apparizioni” delle persone più care a Dio, e la stessa manifestazione di Dio che in qualche modo si rivela all’uomo, e così come le apparizioni degli Angeli come dei Demoni, è una costante in tutta la Sacra Scrittura.
Il canale fra l’uomo e Dio
NECESSITA' DELLA PREGHIERA
Perchè la vera preghiera cristiana e cattolica comincia a essere vista, come ciò che ostacola la comunione e la fratellanza universale? L’anima che non prega, è come se fosse già morta: è solo la preghiera, che la tiene in vita
di Francesco Lamendola
Perchè la vera preghiera cristiana e cattolica comincia a essere vista, come ciò che ostacola la comunione e la fratellanza universale? L’anima che non prega, è come se fosse già morta: è solo la preghiera, che la tiene in vita
di Francesco Lamendola
La crisi della Chiesa è cominciata quando si è diradata l'abitudine alla preghiera; quando si è smesso di pregare. Quando la preghiera è stata sostituita dall'impegno sociale, quando si è cominciato a guardarla con una punta di sospetto, come indizio di un atteggiamento troppo spirituale, troppo distaccato dal mondo, quindi troppo pre-conciliare. Dal 1965, il cattolicesimo è stato sostituito dal modernismo, contrabbandato dalla confezione in salsa conciliare. Essere in linea col Concilio, o (che è ancora meglio) con lo "spirito" del Concilio, vuol dire uscire dalle chiese e andare incontro al mondo: senza paura, senza pregiudizi. Vuol dire mettere tutte le fedi, tutte le opinioni religiose, filosofiche e morali, sullo stesso piano; vuol dire riconoscere che in tutte vi è la scintilla del divino; e che tutte, più o meno, presto o tardi, conducono a Dio.
Un dogma di fede?
Veri e falsi santi del nostro tempo
(di Roberto de Mattei) Tra gli anniversari del 2018 ce n’è uno che è passato inosservato: i sessant’anni dalla morte del Venerabile Pio XII, avvenuta a Castelgandolfo il 9 ottobre del 1958, dopo 19 anni di regno. Eppure la sua memoria oggi è viva, soprattutto, come osserva Cristina Siccardi, per la sua immagine sacrale, degna di un Vicario di Cristo, e per la vastità del suo Magistero, sullo sfondo di vicende tragiche, come la Seconda Guerra mondiale esplosa sei mesi dopo la sua elezione al Pontificato, il 20 marzo 1939.
La morte di Pio XII chiuse un’epoca, quella che oggi viene definita con disprezzo “pre-conciliare” o “costantiniana”. Si apriva, con l’elezione di Giovanni XXIII (28 ottobre 1958) e con l’indizione del Concilio Vaticano II, una nuova era nella storia della Chiesa: quella che ha avuto il suo momento di trionfo, il 14 ottobre, con la canonizzazione di Paolo VI, dopo quella già avvenuta di Papa Roncalli.
Ancora cent'anni?
Chiesa popolo di Dio? Sì, ma…
https://image-media.gloria.tv/placidus/j/3x/bkcmjf59wr2kvtc9tz3tmzehovtc9tz3tmzel.jpg( immagine aggiunta) |
Quando va all’estero papa Francesco incontra spesso i gesuiti che vivono nel paese da lui visitato, e così ha fatto anche nei Paesi baltici.
Il resoconto del colloquio con i confratelli è pubblicato da La Civiltà Cattolica e propone numerosi spunti di riflessione.
Raccolte dal direttore della rivista, padre Antonio Spadaro, le parole del papa spaziano su vari argomenti, a seconda delle sollecitazioni ricevute.
Il resoconto del colloquio con i confratelli è pubblicato da La Civiltà Cattolica e propone numerosi spunti di riflessione.
Raccolte dal direttore della rivista, padre Antonio Spadaro, le parole del papa spaziano su vari argomenti, a seconda delle sollecitazioni ricevute.
Verbum muti
MCCARRICK, WUERL. IL WASHINGTON TIMES: IL PAPA SIA LEADER SPIRITUALE E NON SPIN MEISTER POLITICO. O LASCI
Cari Stilumcurialisti, oggi vi offriamo la traduzione di un commento molto interessante apparso sul Washington Times, a firma di R. Emmet Tyrrell Jr. Emmet Tyrrel Jr. è il fondatore e il direttore di The American Spectator. Il suo ultimo libro è The Death of Liberalism. The American Spectator è una rivista mensile che data dal 1924, e che è stata rifondata nel 1967. The Washington Times è un quotidiano che si occupa di temi generali, con un occhio particolare agli Stati Uniti e alla politica nazionale e internazionale. Chi vuole leggere l’originale può farlo cliccando sul titolo dell’analisi qui sotto.
Ormai è palese
Sinodo, il futuro che non ci sarà
Nel Sinodo e anche per la canonizzazione di Paolo VI si evita accuratamente di citare o indicare la Humanae Vitae: argomento non adatto a prendere applausi dal mondo. Ma negando la verità su amore e procreazione si impedisce che ci sia un futuro, fisicamente parlando.
Mi ha colpito nei giorni scorsi una riflessione di Robert Royal, direttore di The Catholic Thing, a proposito di un mantra che caratterizza questo Sinodo sui giovani; ovvero, il tema del “futuro”. Sembra che quando si parla di giovani vada da sé parlare del futuro di cui tali giovani saranno protagonisti, e neanche a dirlo si tratta di un futuro pieno di speranza. A dire il vero a volte si ha l’impressione che tanto parlare di futuro sia una fuga dal presente, e che la speranza sia una pia illusione per dimenticare le attuali frustrazioni; ma quello che fa notare Royal è piuttosto che in realtà i giovani di oggi sono un futuro immediato, praticamente il presente. E il vero futuro dipenderà invece da quanti figli metteranno al mondo i giovani di oggi.
Nel Sinodo e anche per la canonizzazione di Paolo VI si evita accuratamente di citare o indicare la Humanae Vitae: argomento non adatto a prendere applausi dal mondo. Ma negando la verità su amore e procreazione si impedisce che ci sia un futuro, fisicamente parlando.
Mi ha colpito nei giorni scorsi una riflessione di Robert Royal, direttore di The Catholic Thing, a proposito di un mantra che caratterizza questo Sinodo sui giovani; ovvero, il tema del “futuro”. Sembra che quando si parla di giovani vada da sé parlare del futuro di cui tali giovani saranno protagonisti, e neanche a dirlo si tratta di un futuro pieno di speranza. A dire il vero a volte si ha l’impressione che tanto parlare di futuro sia una fuga dal presente, e che la speranza sia una pia illusione per dimenticare le attuali frustrazioni; ma quello che fa notare Royal è piuttosto che in realtà i giovani di oggi sono un futuro immediato, praticamente il presente. E il vero futuro dipenderà invece da quanti figli metteranno al mondo i giovani di oggi.
Prosegue l'Operazione loggia
Chiesa & Massoneria, incontro manda in tilt due diocesi
Prosegue l'Operazione loggia lanciata dal cardinal Ravasi per avvicinare Chiesa e Massoneria. Dopo Siracusa tocca a Gubbio. Le cattoliche Acli e il GOI domani insieme per un "dialogo possibile" dove la dottrina cade sotto i colpi di una prassi conciliante. Imbarazzo in diocesi ad Assisi, che, dopo la telefonata della Nuova BQ, cancella la notizia dal sito. E irritazione a Gubbio, il cui vescovo ha provato, invano, a non pubblicizzare l'evento a cui presenzierà il Gran Maestro Bisi. Ora però serve una posizione chiara per fermare l'agenda cattomassonica.
-IDENTITA' NEL TRITACARNE PER COLPIRE LA CHIESA di Tommaso Scandroglio
-"CARI FRATELLI MASSONI". E IL CARDINALE APRI' LE DANZE di Angela Pellicciari
Chiesa e Massoneria, ci risiamo. Chi pensava che l’evento organizzato lo scorso anno a Siracusa fosse stato solo un esperimento isolato, dovrà ricredersi e iniziare a valutare che l’agenda della neo Chiesa punta anche a sdoganare grembiulini & logge. D’altra parte bisogna tenere presente che tutto è partito con la lettera del cardinal Ravasi al Sole 24 Ore che si era rivolto ai “cari fratelli massoni” iniziando così il lungo cammino di sdoganamento, che ora passa inevitabilmente da incontri ambigui come quello di cui parliamo oggi. La seconda tappa del processo di avvicinamento con la Massoneria fa sosta a Gubbio dove venerdì si terrà un incontro che nel titolo e nella locandina, anche nell’immagine scelta del Dio col compasso, è del tutto simile a quello di Siracusa di un anno fa: Chiesa e Massoneria. Un dialogo possibile? Dove il punto di domanda serve in forma retorica per orientare già affermativamente il giudizio.
Prosegue l'Operazione loggia lanciata dal cardinal Ravasi per avvicinare Chiesa e Massoneria. Dopo Siracusa tocca a Gubbio. Le cattoliche Acli e il GOI domani insieme per un "dialogo possibile" dove la dottrina cade sotto i colpi di una prassi conciliante. Imbarazzo in diocesi ad Assisi, che, dopo la telefonata della Nuova BQ, cancella la notizia dal sito. E irritazione a Gubbio, il cui vescovo ha provato, invano, a non pubblicizzare l'evento a cui presenzierà il Gran Maestro Bisi. Ora però serve una posizione chiara per fermare l'agenda cattomassonica.
-IDENTITA' NEL TRITACARNE PER COLPIRE LA CHIESA di Tommaso Scandroglio
-"CARI FRATELLI MASSONI". E IL CARDINALE APRI' LE DANZE di Angela Pellicciari
Chiesa e Massoneria, ci risiamo. Chi pensava che l’evento organizzato lo scorso anno a Siracusa fosse stato solo un esperimento isolato, dovrà ricredersi e iniziare a valutare che l’agenda della neo Chiesa punta anche a sdoganare grembiulini & logge. D’altra parte bisogna tenere presente che tutto è partito con la lettera del cardinal Ravasi al Sole 24 Ore che si era rivolto ai “cari fratelli massoni” iniziando così il lungo cammino di sdoganamento, che ora passa inevitabilmente da incontri ambigui come quello di cui parliamo oggi. La seconda tappa del processo di avvicinamento con la Massoneria fa sosta a Gubbio dove venerdì si terrà un incontro che nel titolo e nella locandina, anche nell’immagine scelta del Dio col compasso, è del tutto simile a quello di Siracusa di un anno fa: Chiesa e Massoneria. Un dialogo possibile? Dove il punto di domanda serve in forma retorica per orientare già affermativamente il giudizio.
mercoledì 17 ottobre 2018
I lineamenti della battaglia
UN’ALTRA
CHIESA di Fulton Jhon Sheen
Traduzione a cura di Stefano Dal lago
Il venerabile Fulton John Sheen (1895-1979),
arcivescovo e scrittore statunitense, è stato uno dei primi e più celebri “telepredicatori” cattolici. Nel 1930 fu
invitato dalla NBC a parlare ogni domenica sera alla radio in un programma intitolato “The Catholic Hour”: la sua
voce divenne nota in tutti gli States, si assistette ad una primavera di conversioni e anche Pio XI si
interessò a lui. Nel 1950 fu chiamato a comparire sui teleschermi nel programma “Life is Worth Living”, seguito
ogni settimana da 30 milioni di persone. Il suo linguaggio era limpido, comprensibile a tutti, di serietà
straordinaria, eppure non raramente scherzoso, sempre piacevole, anche quando poneva davanti alle più gravi
responsabilità della vita.
Informazioni biografiche tratte da Internet
I piedi in due scarpe
Il pastore adultero e le pecorelle adulterate
Uno degli aspetti più preoccupanti dell’attuale grave crisi della Chiesa sta nel fatto che non solo il male dilaga, ma che non lo si riconosce come tale, e così facendo si finisce per giustificare (e approvare) quello che è ingiustificabile. L’ultimo esempio viene da quello che può sembrare solo un episodio di cronaca, perfino un po’ vintage: un prete con l’amante. Sì, caro lettore, hai letto bene: c’è un apostrofo (rosa), perché si tratta di un’amante femmina.
Il protagonista del boccaccesco episodio è tale don Gianfranco Del Neso, amministratore parrocchiale della chiesa di “Maria Ss. Madre della Chiesa” di Lacco Ameno, Isola d’Ischia, che da tempo ha una relazione segreta con una donna. La relazione è venuta alla luce perché la signora ora è incinta del prete, che pertanto ha deciso per il matrimonio riparatore. Il suo vescovo lo ha giustamente sospeso dall’esercizio del ministero sacerdotale, piuttosto a malincuore peraltro, a giudicare dal comunicato ufficiale emesso dalla diocesi di Ischia: “Il Vescovo fortemente addolorato per l’accaduto, ha riconosciuto l’onestà di don Gianfranco nell’aver condiviso con lui la fatica nel rimanere fedele all’impegno del celibato. Il sacerdote intende assumersi tutte le responsabilità connesse alla sua nuova situazione di vita che prevede l’arrivo di un figlio”.
Dio vale ben più di uno Snickers
Insegnamento della religione cattolica: se lo conosci lo eviti
Come spesso accade, la festa del paese è l’occasione per incontrare i vecchi amici e di confrontarci sul mondo che cambia. Quest’anno – complici anche gli inizi dei nostri figli – ci siamo trovati a parlare di scuola e della curiosità che ci ha suscitato il fatto che alcune parrocchie bergamasche avessero in programma una giornata parrocchiale della scuola in settembre. Ci è parsa ovvia l’intenzione di mettere sotto la protezione di nostro Signore la principale attività dei nostri figli per i prossimi 9 mesi. A livello diocesano, invece, l’iniziativa di una giornata per l’insegnamento della religione cattolica (I.R.C.) era stata pensata per l’ultima domenica di gennaio – in corrispondenza alle iscrizioni all’anno scolastico 2018/2019 – per favorire un momento di sensibilizzazione dell’intera comunità cristiana, in particolare dei genitori, dei diversi educatori e degli studenti, alla scelta dell’insegnamento della religione (cattolica) nella scuola.
Cosa è l’Insegnamento della religione cattolica?
Abbiamo fatto una piccola ricerca tra le fonti per chiarirci le idee.