Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
SCONCERTANTE... Il gesuita padre Malachi Martin, don Amorth e il Terzo Segreto: "Satana è in Vaticano!!!"
UN LIBRO SCONCERTANTE...
Si tratta del volume di padre Malachi Martin dal titolo “Hostage to the Devil”, pubblicato originariamente nel 1976 e poi di nuovo nel 1992.
Perché questo libro è sconcertante? Molto semplicemente perché la prefazione alla sua seconda edizione sembra scritta oggi, proprio a ridosso di questi ultimi mesi di scandali pedofili nel clero cattolico, d’annata o più recenti.
LA LEGA SANTA FELINA IN DIFESA DELLA TRADIZIONE DEL PRESEPE DALL’IDEOLOGIA DEL POLITICAMENTE CORRETTO E DEL … FAMOLO STRANO !
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A
spingere alla istituzione di questa Lega Santa Felina è stato anche uno
sventato attentato presso l’aeroporto romano di Fiumicino, quando un
gatto siriano appartenente al gruppo terroristico Gattisis ha tentato
di lanciarsi sul presepe allestito dall’Associazione degli operatori di
volo al grido di «Miao akbar ! ».
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Cari gattolici e gattoliche:
Puer natus est, alleluja !
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Quest’articolo m’è stato ispirato da una gatta sarda
che vive presso la casa dei Cappellani di un ospedale cittadino. È una
consacrata laica del Terz’Ordine Secolare Francescano Felino, ed è pure
una mistica, si chiama Tac. Nome derivante da due diversi motivi: è nata
sopra il reparto nel quale si effettua la Tomografia Assiale Computerizzata, comunemente nota come Tac, da qui nasce il suo nome. Poi anche perché … come
a’ gran parte de’ mistichi e de le mistiche, pare puro toccata ‘n po’
ner cervello. Però nun è così, ‘nfatti ‘o sapemo b’bene che …
i mistici e le mistiche hanno manifestazioni molto particolari, si
pensi alle estasi della gatta d’angora di Santa Teresa d’Avila, od al
gatto trovatello di San Filippo Neri che durante la preghiera spesso
lievitava da terra. E l’una e l’altro felino, oggi sono molto venerati
dal Popolo dei Gattolici.
Papa Francesco: il più grande bluff della storia della Chiesa
Papa Francesco sta quieto un giorno, e di notte ne inventa una delle sue, senza mai ponderare l’opportunità pastorale delle sue azioni. Ma chi è il buon pastore se non colui che sappia valutare quando uscire dall’ovile, dove andare e da quale spirito farsi guidare? A questo papa interessa solo sparare qualche battuta, fare un gesto spettacolare, far colpo sui media. Va in giro, e torna lasciando tutto come prima, aggiungendo illusioni a illusioni. Papa Francesco lavora sulla pelle della gente, che rimane incantata solo perché ha il prurito per qualcosa che sa di nuovo.
TERREMOTO IN VATICANO: NELLA SANTA MESSA DI MEZZANOTTE VIENE PROPOSTA UNA MESSA BLASFEMA DOVE IL VANGELO VIENE LETTO DA UN LAICO ED IL CREDO E’ TOTALMENTE INVENTATO !!! SUCCESSO A TORINO2018! ECCO I FRUTTI BERGOGLIANI !
“Ma
ci sono sacerdoti che non credono in Dio?” Quella del titolo di questo
post potrebbe a prima vista apparire come una domanda ardita, bizzarra,
fuori luogo. E invece…. di questi tempi….Alla luce di quello che sta
accadendo, non credo sia una domanda da escludere a priori. A
questo proposito, mi sono ricordato di una conferenza che avevo
ascoltato, e che si è tenuta a Parma, l’8 marzo 2018, organizzata
dall’Associazione LUCE DI CRISTO, durante la quale Mons. NICOLA BUX e il
Dott. ETTORE GOTTI TEDESCHI, ex banchiere dello IOR, la Banca Vaticana,
hanno parlato dell’ECONOMIA DELLA SALVEZZA. In quella conferenza, il
dott. Gotti Tedeschi ha fatto una “battuta”, una provocazione, sui
“sacerdoti che non credono in Dio”. Battuta che è stata colta da Mons.
Nicola Bux, ed approfondita alla luce della crisi di oggi della Chiesa.
La conferenza per intero la potete vedere nel video che riporto in
fondo. Di seguito trovate la mia trascrizione della parte
dell’intervento di mons. Bux che approfondisce il titolo del presente
post. Il suo intervento comincia dal minuto 37.05.
Mons. Nicola Bux
In
che senso un sacerdote non crede in Dio, può sembrare un’affermazione…
diciamo … azzardata, però, ecco, riflettiamo un attimo, un sacerdote
cattolico è tale nella misura in cui crede che Dio si è fatto carne ed è
venuto ad abitare in mezzo a noi. Almeno questa è, questa è la fede
cattolica. Anche il nuovo testamento dice che chi non crede che il
Signore è venuto nella carne è in errore, dice San Giovanni. Quindi,
l’idea di Dio che Gesù Cristo porta del mondo è l’idea di un Dio che
entra nella storia prendendo la nostra carne.
La “strega” che ispirò a papa Bergoglio l’agenda del suo pontificato.
Il 4 novembre 2013 sulla pagina twitter di Leonardo Boff compariva questo annuncio: “E’ appena morta Clelia Luro, con la quale papa Francesco ha parlato per tutta la settimana. Impegnata nelle riforme della Chiesa, cara amica”. Poche ore dopo, come informava il quotidiano argentino La Nacion (Qui), papa Francesco telefonò alle figlie della defunta per confortarle della grave perdita. Ma intanto la notizia aveva fatto il giro del mondo arrivando anche sui giornali italiani (Qui).
Ma chi era costei la cui morte veniva associata al pontefice in carica e che era notoriamente conosciuta da tutti come la sua confidente privilegiata?
Ciò che più colpisce nell’attuale temperie ecclesiale, da un estremo all’altro del ventaglio in cui si dispiegano le varie versioni del cattolicesimo odierno, è il fatto che, pur nella loro enorme diversità, sembrano accomunate da un atteggiamento simile: quello che chiamo semplicismo spirituale, ossia l’illusione, assai diffusa, che per essere un buon cristiano basti conformarsi a un modello bell’e pronto, seguendo acriticamente un insieme di indicazioni e di prassi in cui dovrebbe esprimersi la quintessenza del vero cristianesimo. Che queste realtà si presentino come un’esperienza, un cammino, un movimento, una prelatura, una fraternità, un’organizzazione… ognuna propone la sua ricetta preconfezionata – implicitamente o esplicitamente esclusiva – la cui applicazione garantirebbe la perfezione evangelica e la soluzione di tutti i problemi, risparmiando agli adepti il duro sforzo di una diuturna e penosa lotta contro i peccati e quello di una progressiva purificazione del cuore in vista della santificazione personale.
Noi abbiamo udito, veduto, toccato con le nostre mani
Questi passi della Prima Lettera dell’apostolo Giovanni sono la più espressa e marcata avvertenza non solo contro i riduzionismi storicisti, che diffidano della testimonianza diretta di coloro che hanno assistito agli eventi, ma anche contro le infatuazioni “spiritualiste” o “neo-spiritualiste” che, non da oggi ma quasi da subito, hanno tentato di confondere la Verità sulla Carne di Dio, sull’Incarnazione.
Intervista esclusiva con Don Davide Pagliarani28 dicembre 2018
Don Davide Pagliarani, Superiore Generale della Fraternità San Pio X, ha concesso un’intervista esclusiva a La Porte Latine, nella quale ricorda la fecondità della Croce per le vocazioni e le famiglie. Egli insiste in modo particolare sulla necessità di conservare l’autentico spirito del Fondatore, Mons. Marcel Lebvreve: «spirito d’amore per la fede e per la verità, per le anime, per la Chiesa», di fronte alla recente canonizzazione di Paolo VI e alla promozione della sinodalità nella Chiesa.
«L’avvenire della Chiesa e delle vocazioni si trova nelle famiglie in cui i genitori hanno piantato la Croce di Nostro Signore»La Porte Latine: Sono cinque mesi che Lei è stato eletto Superiore Generale della Fraternità San Pio X, per un mandato di dodici anni. Questi cinque mesi Le hanno certo permesso di fare un primo giro d’orizzonte sull’opera fondata da Mons. Lefebvre, venendo così a completare la sua già ricca esperienza personale. Ne ha tratto una prima impressione generale e ne ha individuato le prime priorità per gli anni a venire?
Don Davide Pagliarani: La Fraternità è un’opera di Dio, e più la si scopre più la sia ama. Due cose mi colpiscono di più in questa scoperta. La prima, il carattere provvidenziale della Fraternità: essa è il risultato delle scelte e delle decisioni di un santo guidato unicamente da una prudenza soprannaturale e «profetica», di cui si apprezza ancor di più la saggezza via via che passano gli anni e la crisi nella Chiesa si aggrava. La seconda è che ho potuto constatare ancora una volta che noi siamo dei privilegiati risparmiati: il Buon Dio santifica tutti i nostri membri e i nostri fedeli con gli scacchi, le prove, le delusioni, in una parola, con la croce e non con altri mezzi.
Le vocazioni vengono dalle famiglie in cui non si respira l’amarezza né la critica verso i sacerdoti
(Roberto de Mattei) L’inviolabilità del segreto confessionale è uno dei pilastri della morale cattolica. Il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica ricorda che «ogni sacerdote che ascolta le confessioni è obbligato, sotto pene molto severe, a mantenere un segreto assoluto riguardo ai peccati che i suoi penitenti gli hanno confessato. Non gli è lecito parlare neppure di quanto viene a conoscere, attraverso la confessione, della vita dei penitenti. Questo segreto, che non ammette eccezioni, si chiama “sigillo sacramentale”, poiché ciò che il penitente ha manifestato al sacerdote rimane “sigillato” dal sacramento» (n. 1467). Il nuovo Codice di Diritto Canonico, infligge lascomunica latae sententiae al sacerdote che viola il sigillo sacramentale (canone 1388 – §1). Per la Chiesa nessuna ragione può giustificare la violabilità del segreto confessionale, perché, come spiega san Tommaso «il sacerdote è a conoscenza di quei peccati non come uomo, ma come Dio» (Somma teologica, Suppl.,11, 1, ad 2).
Ho trovato un testo-rivelazione incredibile! Valtorta, Tre Fontane, il Dragone e... Leggete!!
Stavo conducendo una ricerca sui Santi Innocenti, le rivelazioni celesti e quant'altro potesse offrirmi qualche spunto per le pubblicazioni di oggi, 28 dicembre, in cui la Chiesa fa memoria della strage dei Santi Innocenti di Betlemme e mi sono imbattuto in un testo datato 4 luglio 1953. Mi fermo, leggo, capisco...
Si tratta di una rivelazione celeste della Vergine SS. a Maria Valtorta in cui Ella rammenta la sua apparizione alle Tre Fontane nell'occasione in cui convertì il protestante Cornacchiola e lo favorì di visioni e rivelazioni straordinarie che sempre di più si affermano per profondità e arguzia profetica.
Ecco perché non ci arrenderemo mai. Nel giro di alcuni anni siamo stati derubati di tutto: come Italiani della nostra civiltà della nostra tradizione, come cattolici della nostra chiesa della nostra dottrina e della nostra fede di Francesco Lamendola
Nel giro di alcuni anni, all’incirca una generazione, siamo stati derubati di tutto: come europei, della nostra civiltà, della nostra tradizione, delle nostre stesse radici; come cristiani e cattolici, della nostra chiesa, della nostra dottrina e della nostra fede. E a perpetrare il furto sono state le massime autorità: coloro che avrebbero dovuto custodire, con somma cura e diligenza, anche a rischio della vita, il deposito che era stato affidato loro: la sovranità e la cittadinanza europea, la sacralità e l’inalterabilità della fede cristiana.
Lunedì 10 dicembre, in Gerusalemme è avvenuta una interessante cerimonia : è stato “dedicato” l’altare per il Terzo Tempio, dove si ripeterà il sacrificio ebraico dell’agnello sgozzato. Ne dà notizia il sito “Breaking Israel News – Ultime notizie in prospettiva biblica”, redatto da tale Adam Eliyahu Berkowitz, un ebreo americano che ha fatto aliah nel ’91, ha combattuto in Tsahal ed è stato ordinato rabbino.
Basilica di Santa Maria in Trastevere, Roma traformata in refettorio
Non possiamo tacere la nostra indignazione nel vedere che anche quest'anno le nostre più belle chiese e cattedrali dove milioni di fedeli cattolici hanno ricevuto i Sacramenti e dove migliaia di illustri operai e artisti hanno dato il meglio di sé per onorare la maestà di Dio, sono state profanate e trasformate in ristoranti per i poveri con annessi servizi culinari e igienici per ogni necessità!!!
Siamo ormai così abituati a queste orrende novità che neppure le consideriamo vere profanazioni ma le accettiamo passivamente. Lo vuole il Papa? E così sia!!! Ma ci chiediamo qualche volta se lo vuole anche Gesù? Se Gesù ha cacciato con furia i venditori dal tempio che comunque stavano lavorando come commercianti e neppure gozzovigliando, quanto più sarà indignato adesso con questi suoi figli che stanno trasformando i luoghi di preghiera in musei o teatri o in miserabili ristoranti improvvisati alla buona dove si mangia, si suona e si balla come nelle sagre di paese.
L'INTERVISTA DI BASSETTI L'unico principio non negoziabile è cacciare Salvini
Intervenire sull'Ires e non sull'utero in affitto - come ha fatto il presidente Cei Bassetti - mostra chiaramente è in atto un cambiamento nella graduatoria dei principi non negoziabili: ai primi posti vengono messi temi privi di carattere assoluto e moralmente vincolante in quanto possono essere affrontati in vario modo, dato il loro carattere contingente e relativo. Ma ormai per i vescovi il principio non negoziabile cardine è diventato cacciare Salvini.
Alla notizia dell’intervista di ieri su Repubblica del cardinale Bassetti, presidente dei vescovi italiani, mi è stornato in mente quando su quella sedia sedeva il cardinale Camillo Ruini. Allora egli veniva accusato un giorno sì e l’altro pure di fare politica, mentre avrebbe dovuto occuparsi di religione e fede. Quando compariva in pubblico insieme a Romano Prodi, le malelingue dicevano che il politico dalle fini strategie era Ruini e l’ecclesiastico dal passo felpato era Prodi. Quando poi, nel 2004, Ruini consigliò gli italiani di non andare alle urne per il referendum sulla legge 40, l’accusa di fare politica aumentò vertiginosamente. Fu allora che l’ecclesiastico dal passo felpato rimproverò il politico in porpora, rivendicando per sé di essere un “cattolico adulto”: la politica non aveva bisogno di vescovi che facessero politica.
Un articolo di una durezza senza precedenti, forse il più duro mai scritto su questo papa. Perchè non viene da un "conservatore", da un "ortodosso" che vede il suo modello di Chiesa e di fede messi in crisi da Papa Francesco. Ma da Marcello Veneziani, che di certo un ultrà cattolico non è.
Affrontando il tema della moderna architettura sacra, blasfema e dissacratoria, la volta scorsa abbiamo riportato il parere di un grande esperto di arte sacra del secolo scorso, il cardinale Celso Costantini, che dedicò a questo tema un ampio saggio monografico.
Anche altri autori, più recentemente, hanno analizzato la deriva dell’arte sacra modernista. Nel precedete articolo abbiamo visto il parere del professor Roberto De Mattei. Vediamo adesso Aldo Maria Valli, che ne ha parlato con riferimento alla chiesa intitolata a Santa Teresa di Calcutta, a Ponte di Nona, nella periferia di Roma.
Vediamo brevemente il suo pensiero:
Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? (2 Sam 7)
Chiesadi Santa Teresa di Calcutta, Roma, quartiere Ponte di Nona
I popoli europei devono uscire da quel campo di prigionia che è l’Ue, così come i buoni cattolici devono non già uscire dalla chiesa, ma costringere ad uscirne gli apostati ed eretici modernisti che l’hanno usurpata e manomessa di Francesco Lamendola
Nel 1961 usciva il libro di Fritz Fischer Griff nacht der Weltmacht (Assalto al potere mondiale. La Germania nella guerra 1914-1918), tradotto in Italia da Einaudi, nel 1965, a cura dell’immancabile storico della sinistra militante, filo marxista e apologeta del mito resistenziale, Enzo Collotti, ben lieto che un collega tedesco attribuisse alla propria patria tutta la responsabilità della Prima guerra mondiale, o gran parte di essa, retrodatando anzi le sue responsabilità al 1871, perché, secondo il Fischer, sin dalla nascita del Reich i militari e gli industriali tedeschi non avevano fatto altro che preparare il grande assalto planetario.
Papa Francesco è ancora cattolico? Dal Papa ci si aspetta che insegni l’importanza della Fede non che spinga come un qualsiasi politico mondialista a interessarsi di questioni politiche internazionali come ha fatto a Natale di don Floriano Pellegrini
Se gli rivolgessimo la domanda, si mostrerebbe certamente stupito e indignato. Ma come evitarla dopo aver osservato, sbigottiti, che il giorno di Natale s’è messo la stola sacerdotale quasi con fastidio e per i soli minuti necessari alla benedizione, pronunciata tra l’altro quasi sotto voce? E, soprattutto, dopo aver ascoltato e letto il suo solenne messaggio, davanti alle telecamere di mezzo mondo, nel quale il riferimento al Natale è stato da lui impostato quasi a mero motivo ispiratore, velatamente strumentale, per poi slanciarsi in un ripetuto invito a costruire la fraternità mondiale, persino tra “persone di diverse religioni”, sulla base dell’essere tutti membri dell’umanità?
Il banchetto è in chiesa, com'è retrò la Messa di Natale
Numeri da capogiro per il tradizionale pranzo di Natale di Sant'Egidio che ha attovagliato i poveri nelle chiese di molte città italiane. Confermando la cattiva teologia che desacralizza le chiese per trasformarle in mensa. E relegando la messa di Natale a evento superfluo o accessorio. Ma se non si mette al centro il Pane Vero, che carità sarà mai quella che si vuole offrire ai poveri?
Citano il Vangelo per sentirsi a posto con tutti. Ma scelgono le citazioni ad hoc ed evitano le altre. "C'è più gioia nel dare che nel ricevere” è il claim dei santegidini per il loro tradizionale pranzo di Natale nelle chiese. Verrebbe da chiedersi dove sia finito l’altrettanto evangelico “non di solo pane vive l’uomo”, ma avrebbe sicuramente rovinato la festa alla potente multinazionale della carità, sempre più vicina a una Ong.
Il cristianesimo sta sparendo, ma non c’è da festeggiare, perché sta per essere sostituito da qualcosa di peggio: l’Islam.
Parola di Richard Dawkins, il super-ateo biologo evoluzionista, acerrimo nemico delle religioni, il quale invita tutti coloro che si rallegrano degli spasmi finali della religione cristiana a non festeggiare, perché in realtà il posto del cristianesimo, dice, sta per essere preso da una religione, quella islamica, che non solo è molto meno benigna, ma è «la più malvagia del mondo».
Il 25 dicembre 2018, festa del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo, dalla loggia centrale della Basilica Vaticana, Papa Francesco ha impartito la benedizione Urbi et Orbi, dopo aver recitato l’Angelus e letto un messaggio al mondo.
Il messaggio è iniziato ricordando il canto degli Angeli alla nascita di Nostro Signore: Glória in excélsis Deo, et in terra pax homínibus bonae voluntátis; ovviamente nella versione italiana che, da dopo il Vaticano II, recita: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama.
BARONIO A PADRE CAVALCOLI - UNA MEDITAZIONE FINALE
†
Ut in omnibus honorificetur Deus
Caro e reverendo padre Cavalcoli,
la Sua ultima risposta, nella prossimità del Santissimo Natale secundum carnem del Salvatore Nostro Gesù Cristo mi suggerirebbe un commento articolato, per cercare ancora una volta di confutare le Sue tesi. Ma il mio temperamento incline all’indignatio, assieme al sostanziale disincanto che deriva dall’età e dall’esperienza, contraddirebbero allo spirito delle festività presenti. Mi permetto quindi di condividere con Lei questa riflessione personale, che La prego di voler accettare come una confidenza fraterna.
[Rivelazioni sublimi] Conciliabolo diabolico avvenuto all'Inferno dopo la nascita di Gesù: IL Salvatore confuse la superbia di Satana con la sua umiltà
Quello che venne nascosto al demonio nel mistero della nascita del nostro Salvatore, e ciò che avvenne sino alla circoncisione.
500. Per tutti i mortali fu una grande fortuna e felicità la venuta nel mondo del Verbo eterno fatto uomo, mandato da Dio Padre, perché egli venne per dar vita e luce a tutti noi che vivevamo nelle tenebre e nell'ombra della morte. Se i reprobi e gli increduli inciamparono e inciampano in questa pietra angolare, cercando la loro rovina dove potevano e dovevano trovare la risurrezione alla vita eterna, ciò non fu colpa di questa pietra, ma di chi la rese pietra di scandalo inciampando in essa. Solo per l'inferno fu terribile la nascita del bambino Gesù, l'invincibile che con potenza veniva a spogliare del suo tirannico impero colui che, facendosi forte della menzogna, custodiva il suo castello con indisturbato, ma ingiusto possesso da così lungo tempo. Per detronizzare il principe del mondo e delle tenebre, fu giusto che gli venisse nascosto il mistero di questa venuta del Verbo, poiché non solo era indegno per la sua malizia di conoscere i misteri della Sapienza infinita, ma anche conveniva che la divina provvidenza facesse in modo che l'astuzia perversa di questo nemico lo accecasse e ottenebrasse, perché egli con essa aveva introdotto nel mondo l'inganno e la cecità della colpa, rovesciando tutto il genere umano di Adamo nella sua caduta.
L'alter ego "russo" Mòroz Nonno Gelo, la versione slava di Babbo Natale (San Nicola) e il Generale Inverno. Ovvero come il folclore e le tradizioni culturali russe si intrecciano con la storiografia moderna e contemporanea di Claudio Martinotti Doria
Nonno Gelo, la versione slava di Babbo Natale (San Nicola) e il Generale Inverno.
Ovvero come il folclore e le tradizioni culturali russe si intrecciano con la storiografia moderna e contemporanea.
Sulle origini di Babbo Natale (Santa Claus – San Nicola) sorvolo, in quanto è facilissimo per chiunque documentarsi in Internet accedendo a decine di migliaia di pagine che ne descrivono le origini e gli sviluppi fin nei dettagli più infinitesimali.
Preferisco dedicarmi al suo alter ego slavo, soprattutto russo, Nonno Gelo, che si differenzia in molteplici aspetti, e ritengo sia più interessante dal punto di vista culturale e storiografico.
Iniziamo dal costume: si veste di blu, azzurro o bianco, raramente di rosso (“contaminazione” piuttosto recente, per emulazione forzata con l’omologo occidentale), generalmente ornato con raffigurazioni di fiocchi di neve visti al microscopio e ingigantiti e con vari e sofisticati stilemi ricamati di evocazione bizantina.
“ECCLESIA DEI” LIQUIDATA? VOCI CREDIBILI. SPERIAMO DI NO.
Avevamo deciso di non scrivere per un paio di giorni, sotto l’egida e con la complicità di un malanno di stagione, ma una notizia ci obbliga a violare la nostra pigrizia e il giusto riposo, o il riposo del giusto, se preferite. Il blog messainlatino sostiene che è imminente lo scioglimento della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, che nel giro di qualche settimana, o al massimo un paio di mesi, dovrebbe scomparire e confluire – perdendo la sua identità specifica, e tutte le sue caratteristiche, nella Congregazione per la Dottrina della Fede. Ne faceva già parte; ma con una sua autonomia, e con compiti ben definiti, che coprivano non solo l’onere dei contatti con la Fraternità Sacerdotale San Pio X, cioè i lefebvriani, ma anche quello di tutela del mondo – sempre più ampio, a dispetto della Cei e dei vescovi ideologizzati liturgicamente, e – diciamocelo – tutt’altro che aperti, dialoganti, misericordiosi, ecc. ecc..
Bonino, lacrime di coccodrillo. E’ finita la politica dei burosauri
Lacrime di coccodrillo. Psicodramma nazionale di fine anno, tra neo-media, vecchi merletti e un giovane premier che ci piace sempre di più. La Bonino piange, stregata dai sondaggi e dalla perdita delle secolari rendite di posizione, minaccia. Sbraita e detta le condizioni per una probabile prossima entrata in qualsiasi governo purchè sia di incompetenti (sono gli stessi che le hanno permesso di essere eletta nel Veneto Fascistissimo, qualche giravolta fa) e riporta in lacrime al suo Capital-Capitano tutto lo squallore che è costretta a sopportare.
Quasi il 40 per cento dei millenials che vivono nel Regno Unito non è in grado di dire chi è il bambino di Betlemme che nasce a Natale. È quanto scrive Lifesitenews citando un’indagine recente. La ricerca, riportata dal Christian Post e condotta da OnePoll, ha rivelato che circa il 38 per cento dei cittadini britannici di età compresa tra 21 e 28 anni non conosce l’identità del bambino nel presepe. Una percentuale analoga, circa il 37 per cento, non sa dire chi siano Maria e Giuseppe e meno del 10 per cento è in grado di dire quali sono i doni fatti dai magi. Come se non bastasse, è risultato che molti pensano che Babbo Natale abbia un qualche ruolo nella vicenda del bambino che nasce a Betlemme (https://www.lifesitenews.com/blogs/2-in-5-uk-millennials-cant-identify-baby-in-bethlehem-christmas-story)
QUALCHE CHIARIMENTO AFFINCHÉ IL NOSTRO NATALE SIA MENO POVERO E MENO IDEOLOGICO: IN VERITÀ, A BETLEMME ERA SOLO TUTTO ESAURITO, GESÙ CRISTO NON È NATO DA DUE IMMIGRANTI …
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Tra il 25 e il 26 dicembre dovremo sorbirci i resoconti giornalistici stillanti correttezza politica che c’informeranno in quante gloriose cattedrali e basiliche, durante la Santa Messa della Notte di Natale, è stato fatto riferimento ad un Gesù povero e profugo. E più la cattedrale o la basilica sarà prestigiosa, più l’omileta avrà alzato il tiro …
.Puer natus est, alleluja !
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Dedicheremo l’omelia al Vangelo di questa Santa Notte al legame che unisce l’incarnazione del Verbo di Dio fatto uomo al mistero della Santissima Eucaristia [vedere testo della Liturgia della Parola, Lc 2, 1-14, QUI].
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Nei giorni precedenti questo Santo Natale, ed in quelli che seguiranno, il divino mistero di questa nascita è stato definito in tanti modi dal mondo sempre più mondano e laicista, solo qualche esempio: il Natale indicato come «festa della pace», «festa della solidarietà», «festa dell’amore tra i popoli e dell’accoglienza delle diversità», ovviamente «festa dei poveri» e «festa degli immigranti». Sia chiaro: io non sono turbato né dai poveri né dagli immigranti, credo anzi sia nostro dovere umano e cristiano aiutare i poveri ad uscire dal loro stato di povertà, ed ai veri profughi che fuggono da guerre e carestie ad avere una patria: «Ero straniero e mi avete accolto» [cf. Mt 25, 31-46].
Le “messe” senza prete in una condiziona di disagio, ma non di impossibilità, diventeranno la morte del sacerdozio e peggioreranno la situazione. E’ il sacrificio per Dio ad essere fecondo, a generare vocazioni, ad attirare grazie. Ed è questo che non vogliamo capire. A questo si aggiunge l'umiliazione della figura del parroco. Il parroco “padre” è stato sostituito dal parroco “direttore di filiale”, amministratore, gestore.
Tra le risposte dei nostri lettori alla nuova campagna #salviamolamessa è arrivata anche una lunga lettera di un diacono dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, che spezza una lancia in favore delle celebrazioni della Parola domenicali, sostitutive della S. Messa; ovviamente in alcune precise situazioni. E’ una lettera che merita un’ampia risposta.