La Nuova Sala Stampa della Nuova Informazione Vaticana comincia la sua vita con una, diciamo così, imprecisione. Proprio in un caso delicato, che coinvolge direttamente il Pontefice regnante: quello di Gustavo Oscar Zanchetta, il vescovo argentino che si era dimesso misteriosamente nel 2017, e che qualche mese dopo era stato nominato Assessore all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, un incarico che non era mai esistito fino a quel momento, e che sembrava essere stato creato apposta per lui.
Il direttore ad interim della Sala Stampa Vaticana, Alessandro Gisotti, ha dichiarato il 4 gennaio che le denunce per abusi sessuali nei confronti di seminaristi non era note fino a dopo la nomina. Il giornale El Tribuno di Oran cita però diversi preti della diocesi, che affermano che una denuncia in questo senso era stata presentata alla Nunziatura Apostolica già nel 2015, e che di ciò si parlava apertamente nella diocesi e fra i preti. Smentendo quindi la versione (la “narrazione”, la chiamerebbe l’ossequiente Luis Badilla) fornita dal Vaticano. Un bell’inizio, non c’è che dire. Riportiamo qui sotto da Vatican News la dichiarazione di Gisotti, e alcuni brani tradotti da noi de El Tribuno, rimandando alla lettura dell’articolo.
In merito alle notizie di stampa relative al vescovo argentino Gustavo Oscar Zanchetta, che il Papa aveva nominato nel dicembre scorso come assessore dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, il Direttore “ad interim” della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, rispondendo ai giornalisti ha affermato che il presule “non è stato rimosso dalla diocesi di Oran”, ma “fu lui a dimettersi”.
“La ragione delle sue dimissioni” ha precisato Gisotti “è legata alla sua difficoltà nel gestire i rapporti con il clero diocesano e in rapporti molto tesi con i sacerdoti della diocesi. Al momento delle sue dimissioni vi erano state contro di lui accuse di autoritarismo, ma non vi era stata contro di lui alcuna accusa di abuso sessuale. Il problema emerso allora era legato alla incapacità di governare il clero”.
Nel ripercorrere l’iter del presule argentino, il Direttore “ad interim” ha affermato che “dopo il periodo in Spagna, in considerazione della sua capacità gestionale amministrativa” mons. Zanchetta “è stato nominato assessore dell’Apsa (incarico che non prevede comunque responsabilità di governo del Dicastero). Nessuna accusa di abuso sessuale era emersa al momento della nomina ad assessore. Le accuse di abuso sessuale risalgono infatti a questo autunno”.
“Sulla base di queste accuse e delle notizie emerse di recente sui media” ha sottolineato Alessandro Gisotti “il vescovo di Oran ha già raccolto alcune testimonianze che devono ancora arrivare alla Congregazione per i Vescovi. Qualora venissero confermati gli elementi per procedere, il caso sarà rimesso alla commissione speciale per i vescovi. Durante l’investigazione previa, mons. Zanchetta, si asterrà dal lavoro”.
La determinazione del Vaticano a rimuovere l’ex-vescovo Gustavo Zanchetta ha portato la calma fra i sacerdoti di Oran, che celebrano che “la causa è stata perseguita”. Anche se, d’altra parte, hanno negato i tempi con cui il Vaticano giustificava l’ascesa di Zanchetta nonostante le accuse che gravavano su di lui. Assicurano che le gravi accuse di abusi sessuali sono di vecchia data e che si cerca di proteggere il Papa.
Nel luglio del 2017, quando il vescovo lasciò il suo incarico da un giorno all’altro senza salutare nessuno, generò un manto di dubbi che nessuno sapeva come dissipare. Più tardi, Zanchetta ha detto che si era dimesso a causa di “problemi di salute”. Pochi mesi dopo fu nominato assessore per gli immobili vaticani a Roma.
Giorni fa El Tribuno ha pubblicato i motivi per cui Zanchetta ha inaspettatamente lasciato il vescovado di Orano: tre preti della sua diocesi lo avevano denunciato nel 2015 presso la Nunziatura dalla cattiva gestione economica, abuso di potere e l’abuso sessuale dei seminaristi di cui era responsabile.
Venerdì scorso, la notizia ha avuto rilevanza internazionale quando Alessandro Gisotti, portavoce del Vaticano ha detto che il religioso è stata messo da parte e sta per essere sottoposto ad un’inchiesta preliminare per la denuncia di abusi sessuali.
Ma d’altra parte, ha detto che “quando Zanchetta è stato nominato consigliere dell’ APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica), non vi era alcuna denuncia di abusi sessuali, al momento della sua nomina. Le accuse di abusi risalgono a questo autunno” indicato il comunicatore. Inoltre, secondo la versione data, Zanchetta lasciare il vescovado aveva chiesto di andarsene dalla diocesi per “i suoi rapporti molto tesi con i sacerdoti della sua diocesi,” e per la sua “incapacità di governare il clero”.
Contrariamente alla versione ufficiale, in una nota a questo giornale, l’attuale vescovo di Orano, Luis Scozzina, ha detto il papa aveva preso la decisione di rimuoverlo valutando “elementi reali” e che c’era una gestione che “non rispondeva a ciò che Papa Francesco voleva”.
I preti, che erano già stati lasciati con “gusto amaro” dall’ascesa di Zanchetta nonostante le accuse, hanno negato i tempi riportati dal Vaticano. “Sembra che si desidera proteggere il Papa, così è stato detto che gli abusi sono stati dopo, ed è stata una delle cause per cui lo hanno destituito” ha lanciato uno dei sacerdoti di Orano che ha chiesto di non citare il suo nome il suo nome per paura di rappresaglie .
“Il comunicato da là in alto (Roma, N.d.R.) era molto debole perché cercano di proteggere Francesco, che in un certo modo lo ha coperto”, ha aggiunto un altro sacerdote della diocesi.
Entrambi i religiosi sono stati chiari con i tempi e hanno convenuto che nelle conversazioni interne del clero le denunce sono note “dal 2015, quando è stata fatta la prima denuncia”. “Si vede un’intenzione, è stato licenziato per abuso. Perché il Papa lo riceve a Roma e lo nomina assessore? Questo è qualche cosa di gravissimo”, ha detto uno dei sacerdoti.
Una delle ipotesi che circola nel clero oranense è che qualcuno che “ha interceduto per Zanchetta” davanti al Papa. Qualcuno che ha “minimizzato e relativizzato le denunce” fatte alla Nunziatura nel 2015
Marco Tosatti
Oggi è il 130° giorno in cui il pontefice regnante non ha, ancora, risposto.
Quando ha saputo che McCarrick era un un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?
È vero o non è vero che mons. Viganò l’ha avvertita il 23 giugno 2013?
Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi, e risponda”.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.