ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 21 giugno 2019

Un Circo Sud Americano, anzi "Amazzonico"

THE SHOW MUST GO ON


Lo spettacolo deve continuare? La gente paga per sognare: poco importa se è una contro-chiesa massonica e anticristiana se il papa non è papa se i preti non sono preti e se quel che dicono non è cattolico: "The show must go on" 
di Francesco Lamendola   

 Pupazzo papa 29 

Gli anglosassoni dicono: the show must go on, ossia: lo spettacolo deve continuare. Qualunque cosa accada: se la trapezista è precipitata durante un’esibizione senza rete; se il domatore è stato assalito da una delle sue tigri; se un cantante si è suicidato nella sua stanza d’albergo durante un grande festival della canzone; o se un ciclista è morto d’insolazione durante una grande gara a tappe, ebbene, lo spettacolo deve andare avanti. Non può fermarsi: non lo permette la logica interna dello spettacolo, di qualsiasi spettacolo, che è quella di una sospensione del tempo profano, per cui non importa cosa possa verificarsi sul piano della realtà immediata, ciò che conta è l’effetto che lo spettacolo produce sul pubblico, ossia una fascinazione, un rapimento fuori dalla schiavitù del tempo. 

La gente paga per sognare, per essere rapita nell’altrove, per essere trasportata in un mondo più bello, più pulito, più smagliante: non la si può riportare con i piedi per terra; non le si può dire: la trapezista si è rotta l’osso del collo; il domatore è stato sbranato dalla tigre; il cantante si è sparato un colpo alla tempia; il ciclista è morto per un colpo di sole, o forse perché si drogava, e quindi ci fermiamo per rispetto nei loro confronti. No, questo vorrebbe dire spezzare l’incantesimo: e l’incantesimo è lo spettacolo, per cui non lo si può, non lo si deve interrompere, per nessuna ragione al mondo. È più di una questione di etica professionale: è un impegno solenne con il sacro. Come non si può interrompere la Messa, così non si può interrompere uno spettacolo che afferra tutta l’immaginazione del pubblico e che fa scaturire potentissime correnti di energia: positiva o negativa, questo dipende dal tipo di spettacolo e anche dalla disposizione del pubblico, dalla qualità spirituale delle persone che ne fanno parte, a meno che si siano totalmente annullate nella massa di cui fanno parte.

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La neochiesa di Bergoglio è ormai un Circo Sud Americano, anzi "Amazzonico"? La gente paga per sognare: poco importa se è una contro-chiesa massonica e anticristiana, se il papa non è papa e se quel che dicono non è cattolico: "The show must go on"!

Inoltre, ci sono delle ragioni finanziarie: lo spettacolo costa; ci sono degli interessi economici in ballo: e chi ha investito il suo denaro non permette che lo si interrompa. Perfino il pubblico, nel suo piccolo, non lo accetterebbe; reclamerebbe il prezzo del biglietto. Figuriamoci l’impresario che ha sborsato una somma con parecchi zeri: a meno che venga una forte scossa di terremoto, o che scoppi un incendio, tranne in quei soli casi, niente e nessuno potrebbero far sì che lo spettacolo, una volta iniziato, si arresti sul più bello. E qui, penseranno le anime belle, finisce l’analogia fra un qualsiasi spettacolo profano e la santa Messa: perché quest’ultima non ha niente a che fare col denaro, non è vero? Ahimè, purtroppo le cose non stanno proprio così. La singola Messa, può darsi (per quanto, tutti sanno che ci sono preti e comunità religiose che si fanno pagare a peso d’oro non solo la Messa, ma anche l’uso della chiesa, o del chiostro del convento, per celebrare un matrimonio); ma la Chiesa come istituzione, c’entra eccome. Il denaro in ballo c’è, ed è veramente tanto. Non solo c’è l’otto per mille; ci sono delle proprietà cospicue, sparse ovunque; ma soprattutto c’è una banca, lo IOR, che è una vera e propria banca d’affari con un giro planetario, altro che opere pie, ed è stata coinvolta in alcuni dei peggiori scandali e in alcune delle più brutte storie di mafia, massoneria e criminalità comune che si ricordino, anche in anni molto, molto recenti – per non dire che lo è ancora, anche se non è più di moda sollevare più quel velo, i poteri che controllano l’informazione non lo vogliono.Evidentemente la Chiesa, come istituzione è diventata loro amica, o almeno loro partner, basta vedere quale convergenza esplicita esiste fra George Soros e il Vaticano, di questo tempi; e non è saggio sparare contro un partner, cioè contro un socio in affari. La sua disgrazia potrebbe diventare anche la tua disgrazia.

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 Non solo Paul Marcinkus il "banchiere di dio"! Il denaro che gira intorno al Vaticano, anche oggi c’è, ed è veramente tanto! Non solo c’è l’otto per mille; ci sono delle proprietà cospicue, sparse ovunque; ma soprattutto c’è una banca, lo Ior, che è una vera e propria banca d’affari con un giro d'affari planetario!

Queste riflessioni ci vengono in mente quando osserviamo il grande spettacolo di una falsa chiesa, anzi di una contro-chiesa, massonica e anticristiana, che si spaccia per la sola, per la vera Chiesa cattolica, quella fondata da Gesù Cristo e da Lui affidata a Simon Pietro; di un falso papa, protervo e arrogante, il quale moltiplica i gesti, le parole e le omissioni di sapore inequivocabilmente eretico e apostatico, e intanto riceve il plauso della folla dei “credenti”; e di un clero infedele, laicizzato, politicizzato, che si occupa di tutto tranne che delle cose di Dio, che parla di tutto tranne che all’anima delle persone, ora facendo sociologia e psicologia, ora tenendo prediche e lezioni di ecologia e ambientalismo, ora impegnandosi al massimo sul terreno dell’umanitarismo e del pacifismo, sempre coi diritti umani sulla bocca e quindi muto, o segretamente favorevole (e a volte neanche tanto segretamente) su divorzio, aborto, eutanasia, sodomia, e contrario alle marce per la vita o alle preghiere di riparazione sui Gay Pride, in quanto generatrici di “rifiuto” e di “esclusione”, mentre la Chiesa, si sa, non rifiuta né esclude alcuno, ma dialoga con tutti, accoglie tutti, accetta qualsiasi comportamento e scelta di vita. E da quando la Chiesa accoglie tutti e non condanna nulla? Dal Concilio Vaticano II. Si rifletta su questa circostanza: prima di quell’evento, la Chiesa accoglieva solo chi si convertiva, e condannava ciò che è contrario al Vangelo. È evidente che si tratta di due chiese diverse: non c’è continuità, ma rottura; quella uscita dal Concilio non è più la Chiesa cattolica, è un’altra cosa; e, nel corso di qualche decennio, sempre più si è configurata come una puntuale contro-chiesa, dotata di una contro-liturgia, una contro-pastorale e una contro-dottrina, il tutto sostenuto da una schiera di contro-teologi. Vorremmo che tutti quei cattolici, nati dopo il 1965 e abituati a sentirsi ripetere che il Concilio ha rappresentato un grande e gioioso rinnovamento nella storia della Chiesa, riflettessero su questo fatto. La formula, ripetuta fino alla nausea, dei laudatori del Concilio è che da allora la Chiesa si è aperta al mondo, ha imparato a dialogare col mondo, a capire il mondo e ad accettare la diversità, l’alterità, anche l’ateismo. A partire da quel momento non ci sono più le false religioni, ma le religioni non cristiane; non ci sono più le eresie, ma i fratelli separati delle altre (legittime) confessioni cristiane; il giudaismo non è più il rifiuto consapevole, deliberato, pervicace della Verità di Gesù Cristo, della sua Incarnazione, Passione e Redenzione dell’umanità, ma è l’Antica Alleanza, tuttora viva e operante, fra Dio e il popolo eletto; quindi, rifiutare Gesù Cristo non è più una colpa, un male, un peccato, ma un legittimo e naturale esercizio della libertà religiosa. È strano, non è vero? Come è possibile che il clero, da un momento all’altro, si sia messo a insegnare esattamente il contrario di ciò che insegnava prima? Questa non è evoluzione, non è sviluppo e approfondimento della comprensione del Vangelo immutabile, a meno di essere completamente ebbri di superbia: è con tutta evidenza la sostituzione di una nuova dottrina alla vecchia dottrina; in altre parole, un’apostasia generalizzata.

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 La spettacolarizzazione della Chiesa? Che male c’è? si potrebbe chiedere. Solamente questo: che lo spettacolo ha reso irrilevante Colui che disse di Sé: Io sono la via, la verità e la vita...

E ora torniamo alla riflessione iniziale: lo spettacolo deve andare avanti. Non può, bensì deve. Parrebbe impossibile che i cattolici, per quanto superficiali, per quanto distratti, non abbiano notato almeno in parte ciò che di eretico, di non cattolico, di anticristiano, vi è nel pontificato di Bergoglio; che non si siano accorti che costui parla sempre di migranti, di poveri, di ambiente e di clima, e mai di Dio, il Dio di Gesù Cristo, se non in termini vaghi e generici; che mentre s’inventa che anche Gesù era un profugo, svilisce il Sacramento della Confessione, svende la Comunione ai peccatori impenitenti, ridicolizza la spiritualità contemplativa, perseguita i religiosi più devoti, insulta e offende quelli che avanzano riserve e perplessità sul suo modo di fare, caccia gli indesiderati, pretende obbedienza assoluta mentre lui fa quel che vuole del Magistero, e sempre nasconde la mano dopo aver scagliato il sasso in ogni direzione; che si rifiuta di fornire chiarimenti su decisive questioni di fede, non risponde ai cardinali, mente come Pinocchio, finge di voler ripulire la Chiesa e poi copre con la sua omertà i prelati più corrotti, gli abusatori sessuali e i loro complici; che ormai ogni prete si sente libero d’inventarsi la sua liturgia e la sua pastorale, perfino la sua dottrina, al punto da celebrare l’amore gay nel bel mezzo della santa Messa, o da eliminare la fondamentale professione di fede cattolica, affermando di non crederci, oppure ancora da rifiutarsi di celebrare la Messa del santo Natale per un’assurda forma di “rispetto” verso i migranti; che tutti i cattolici ultraprogressisti si sentono incoraggiati a spingersi sempre più in là, sino a ridurre Gesù Cristo alle dimensioni di un semplice profeta, e la Verità rivelata a quelle di una “narrazione” più o meno favolistica, mitologica (nel senso d’irrealistica), che in ogni caso deve essere contestualizzata, storicizzata, puntualizzata, perché,  come dice Sosa Abascal, quello dei registratori, Gesù parlava ogni volta in un contesto preciso, ad un pubblico preciso, non si può assolutizzare le sue parole, non se ne può trarre un insegnamento di carattere “rigido” e definitivo, per esempio il divorzio: non è mica vero che Gesù era contrario sempre e comunque, bisogna vedere, bisogna vagliare. E così via. Tutto questo, ripetiamo, dovrebbe essere evidente per qualsiasi cattolico in buona fede, e forse lo è. Per quale meccanismo, allora, non accade quel che dovrebbe accadere, e che certo accadrebbe se un risparmiatore si rendesse conto, con tutta evidenza, che la sua banca gli sta rubando i soldi, o se un marinaio si rendesse conto che il capitano della nave è impazzito e sta portando tutti al disastro, o, ancora, se un infermiere si accorgesse che il famoso chirurgo è un incosciente, o un alcolista, o un perfetto incompetente, che macella i pazienti invece di operarli  come si deve? Perché i cattolici non hanno un soprassalto di dignità e soprattutto di amore a Dio; perché non denunciano l’impostura; perché non si ribellano apertamente al falso clero e al falso papa, impostore e sacrilego, bugiardo ed eretico, maestro di malizia e d’inganno, operatore d’iniquità, eletto da una cricca di cardinali massoni, dai quali prende ordini e alla cui agenda si attiene fin dal primo giorno, allo scopo evidente di demolire la Chiesa di Gesù Cristo?

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Il falso papa è solo un "Uomo di spettacolo"? Perché i cattolici non hanno un soprassalto e denunciano l’impostura, perché non si ribellano apertamente al falso clero e al falso papa impostore ed eretico? Lo spettacolo deve continuare: in altre parole lo spettacolo è la ragion d’essere di tutto il resto. Nulla deve inceppare il meccanismo di questa "Contro-chiesa" la cui autorevolezza (si fa per dire) si regge sulle apparenze, sullo show!

Lo spettacolo deve continuare?

di Francesco Lamendola

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