Miei cari fratelli,
E’ stupefacente e paradossale predicare per le vocazioni sacerdotali, com’è costume in occasione della Domenica del Buon Pastore, seconda dopo Pasqua, in una chiesa vuota.
Tuttavia, il sacerdote non si definisce unicamente per il numero dei fedeli presenti, il sacerdote continua l’opera di Cristo, ed è una sofferenza per lui essere separato dalle anime che Dio gli ha affidato, essere separato da voi, cari fratelli.
Il sacerdote è uomo di preghiera, egli dedica la sua vita a pregare, pregare Dio per lodarLo, per onorarLo, e pregare per la Chiesa e, in nome della Chiesa per ciascuno di voi: quando siete sul vostro posto di lavoro, quando siete dediti alle vostre occupazioni, pregare per le vostre intenzioni.
Nel corso della giornata, un laico nel mondo non ha il tempo per pregare. Il sacerdote santifica la sua giornata col suo breviario, l’Ufficio divino, la recita dei Salmi, con la celebrazione della Messa; e così egli fa scendere sulla Chiesa le grazie di Dio, per rimanere fedele fino alla morte alle nostre promesse del Battesimo. E oggi abbiamo avuto l’occasione di amministrare un Battesimo, ad un nuovo piccolo parrocchiano. Malgrado i tempi difficili, la vita soprannaturale continua.
Sì, Cristo è sacerdote, profeta e re, e il sacerdote che continua l’opera di Cristo, che è un altro Cristo, ma un Cristo differente, il sacerdote, con la sua vocazione sacerdotale continua il sacerdozio di Cristo, che è un sacerdozio di preghiera.
Cristo intercede per noi, come ha fatto nel corso della Sua vita e continua ad intercedere per noi tramite il sacerdote. D’altronde, voi lo sapete bene, e lo si insegna nel catechismo, che nel corso del santo Sacrificio della Messa il sacerdote non dice «Questo è il Corpo di Gesù», ma «Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue»; e quando parla di corpo e sangue, non parla del corpo del sacerdote come uomo, ma è il Corpo e il Sangue di Gesù che egli consacra.
Il sacerdote, vedete, con la sua parola è ormai tutt’uno con Gesù, e quindi anche il suo sacrificio, il sacrificio della sua vita, deve unirsi al Sacrificio offerto da Cristo. Questo spirito di sacrificio è la base della vita sacerdotale. Se non si concepisce la vita come un sacrificio offerto a Dio, non si può comprendere la vocazione sacerdotale.
Vorrei dire una parola ai giovani, specialmente a quelli che ci ascoltano, a quelli che ci vedono adesso. Forse molti di voi hanno l’occasione di vedere dei sacerdoti che sono molto fedeli alla Tradizione, alla Messa tradizionale, che hanno una vita retta, esemplare, che dicono Messa facilmente, che hanno accesso ai sacramenti facilmente, e vi chiedete: non dovrei impegnarmi anch’io affinché ciò che ho così facilmente alla mia portata lo possa dare agli altri? Dare la mia vita per gli altri, perché anch’essi ricevano ciò che io ho ricevuto e che mi ha aiutato a vivere cristianamente?
Forse, giustamente, questa separazione dei sacramenti che la Provvidenza permette, ci fa toccare con mano quanto ci sentiamo orfani quando non accediamo al Corpo eucaristico di Nostro Signore Gesù Cristo.
Ah, se ci fossero più sacerdoti! «Lasciate una parrocchia senza sacerdote – diceva il Santo Curato d’Ars, e lui si intendeva di sacerdozio – e si finirà con l’adorarvi le bestie».
Dunque, con il loro sacerdozio, i membri del clero continuano l’opera sacerdotale di Gesù Cristo, ma ne continuano anche l’opera profetica.
Facciamo attenzione a questa espressione: quando noi pensiamo ad un profeta, pensiamo sempre a colui che annuncia l’avvenire, a colui che predice gli avvenimenti a venire. E oggi vi sono dei profeti, quanto meno dei falsi profeti. Si ha l’impressione che le persone leggano nell’avvenire come se conoscessero tutto al pari di Dio.
No! Non è questo il profetismo del sacerdote. Il profeta è colui che parla in nome di Dio, colui che trasmette la Parola di Dio, che spiega la Parola di Dio.
Durante questo periodo di confinamento, i sacerdoti continuano ad approfondire la conoscenza di Gesù Cristo, la conoscenza della teologia, la conoscenza dell’insegnamento che è necessario trasmettere ai fedeli. E’ per questo che noi continuiamo queste prediche con i nuovi mezzi elettronici che abbiamo a disposizione. Perché la Chiesa non può tacere; la Chiesa deve parlare in ogni circostanza.
Il sacerdote deve studiare; nel corso della sua vita, egli consacra la sua intelligenza a studiare, non le scienze profane, ma le scienze di Dio, per poter illuminare i fedeli, guidarli, trasmettere loro in verità ciò che veramente Gesù ha insegnato; conoscere le false dottrine, i veleni, come il medico.
Oggi ci si parla dei medici, i medici devono conoscere le malattie e le nuove malattie, per poter proteggere gli uomini, per poterli guarire; del pari, il sacerdote deve conoscere gli errori, gli errori che si rinnovano o che si sviluppano, per poterli meglio combattere, per proteggere i fedeli, per poter dire loro: attenzione, non andate a destra, non andate a sinistra, vi è l’errore, non è conforme a Cristo.
Oggi, nel mondo difficile in cui viviamo, con questo pullulare di errori, con questo modernismo, noi abbiamo bisogno di sacerdoti, e di conseguenza abbiamo bisogno di giovani che consacrino le loro intelligenze alla difesa della verità, per difendere le anime, per proteggere le anime dalle malattie dell’anima, che sono ben più gravi delle malattie del corpo.
Cristo è sacerdote e profeta, ed è anche re; e il sacerdote continua la regalità di Cristo, egli stabilisce la regalità di Cristo. Il sacerdote è re, ma questo non vuol dire che è un pascià o che deve unicamente occuparsi ad avere la riconoscenza dei suoi fedeli, no, il re è colui che regna, cioè colui che governa le cose, colui che conduce il gregge.
Oggi è la Domenica del Buon Pastore; Cristo si definisce il Buon Pastore, colui che conduce le sue pecore sui buoni pascoli. Il sacerdote c’è per occuparsi delle anime, per mostrare loro ciò che bisogna fare, per incoraggiarle, per dar loro il buon nutrimento spirituale: i sacramenti.
E’ per questo che oggi per i sacerdoti è una sofferenza particolare non avere accesso ai fedeli o avere un difficile accesso ai fedeli, e questo non per loro volontà, ma perché è loro imposto.
Cari fratelli, voi avete bisogno dei sacerdoti e i sacerdoti hanno bisogno dei fedeli perché i fedeli sono la loro ragion d’essere. Non che i fedeli devono mettersi al posto del sacerdote o il sacerdote al posto dei fedeli, ma la Chiesa è un popolo, un popolo che avanza verso Dio, condotto da una gerarchia alla quale i fedeli sono sottomessi per il bene della loro anima.
D’altronde, è Cristo che definisce le anime che Egli conduce come le pecore che conduce verso verdi pascoli; Egli sceglie l’erba buona per esse, le protegge dai lupi rapaci, da quelli che vogliono prendere le pecore o da quelli che proteggono i lupi con i loro pastorali. E’ per questo che il sacerdote è un uomo d’autorità e deve saper predicare a tempo opportuno e a tempo inopportuno.
Sfortunatamente oggi, anche nella Chiesa, vi è un silenzio di morte, è il silenzio delle autorità. Al tempo degli avvenimenti del Vietnam, quando il Vietnam è caduto in mano ai comunisti, un vescovo che difendeva i cattolici ha finito con l’essere espulso; un vescovo ha scritto un bellissimo libro di testimonianze e l’ha chiamato Il tempo dei cani muti: e i cani muti erano quelli che avevano il compito di denunciare i persecutori e non lo facevano.
Miei cari fratelli, oggi anche noi siamo arrivati al tempo dei cani muti.
Oggi si esercita una vera opposizione, senza che si comprenda il perché, a che i cattolici possano assistere in condizioni del tutto ragionevoli, sane, agli uffici della Chiesa; e questo non è giusto.
Miei cari fratelli, i fedeli della Chiesa cattolica sono delle pecore, non sono dei montoni che li di conduce non importa come, non importa dove.
Un governo deve essere rispettato nelle sue azioni che riguardano il bene comune, a patto che fornisca motivazioni ragionevoli per tali azioni, ed è quello che ci aspettiamo.
Se si riaprono i parrucchieri e i fiorai, i fedeli capiscono che possono tornare in chiesa, perché ci sono beni che sono altrimenti superiori ai beni fisici e alla decorazione.
Noi abbiamo bisogno dei sacramenti, noi abbiamo bisogno di tornare a ritrovarci insieme per pregare il nostro Dio.
La perdita di fiducia di molti cattolici deriva dal fatto che molte delle misure sono incomprensibili, si sono lasciate morire delle persone anziane interdicendo loro, col pretesto di salvare loro la vita, i contatti con la loro famiglia o perfino la presenza di un sacerdote al momento della morte, e sono stati uccisi. Li hanno uccisi.
Oggi si approfitta di queste misure per imporre delle cose in modo inavvertito, come il prolungamento della possibilità di abortire, due settimane supplementari, e in questo periodo di confinamento si è arrivati alla possibilità dell’aborto terapeutico a domicilio.
In un silenzio generale, anche dell’autorità ecclesiastica.
Si vorrebbero sentire i nostri pastori gridare allo Stato: lasciateci ristabilire il culto nelle chiese per i nostri fedeli!
Non è negli incontri tra tutte le religioni con l’autorità civile, facendo venire anche i rappresentanti dei massoni, che si prendono le giuste decisioni.
Non esasperiamo gli animi, lo abbiamo spiegato, date delle ragioni, ma che siano ragioni coerenti.
I cristiani non sono montoni, essi hanno dei diritti, essi hanno diritto al loro culto. Non ci si può prendere giuoco di Dio.
Ed è ai vescovi che spetta ricordarlo; oggi i fedeli lo esigono dai loro sacerdoti, e i sacerdoti lo esigono dai loro vescovi, e i vescovi tacciono.
Bisogna che cessi questo tempo di cani muti.
Miei cari fratelli, preghiamo per queste intenzioni. Alla fine della settimana incomincia il mese di Maria, di Maria che può tutto, del Cuore Immacolato di Maria che è il rifugio dei peccatori, che è esso che trionferà. Chiediamole di essere fedeli in questi tempi difficili, e chiediamo, a lei che può tutto sul Cuore di Dio, di ottenerci l’apertura del culto alle anime dei fedeli.
In nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia.
E’ stupefacente e paradossale predicare per le vocazioni sacerdotali, com’è costume in occasione della Domenica del Buon Pastore, seconda dopo Pasqua, in una chiesa vuota.
Tuttavia, il sacerdote non si definisce unicamente per il numero dei fedeli presenti, il sacerdote continua l’opera di Cristo, ed è una sofferenza per lui essere separato dalle anime che Dio gli ha affidato, essere separato da voi, cari fratelli.
Il sacerdote è uomo di preghiera, egli dedica la sua vita a pregare, pregare Dio per lodarLo, per onorarLo, e pregare per la Chiesa e, in nome della Chiesa per ciascuno di voi: quando siete sul vostro posto di lavoro, quando siete dediti alle vostre occupazioni, pregare per le vostre intenzioni.
Nel corso della giornata, un laico nel mondo non ha il tempo per pregare. Il sacerdote santifica la sua giornata col suo breviario, l’Ufficio divino, la recita dei Salmi, con la celebrazione della Messa; e così egli fa scendere sulla Chiesa le grazie di Dio, per rimanere fedele fino alla morte alle nostre promesse del Battesimo. E oggi abbiamo avuto l’occasione di amministrare un Battesimo, ad un nuovo piccolo parrocchiano. Malgrado i tempi difficili, la vita soprannaturale continua.
Sì, Cristo è sacerdote, profeta e re, e il sacerdote che continua l’opera di Cristo, che è un altro Cristo, ma un Cristo differente, il sacerdote, con la sua vocazione sacerdotale continua il sacerdozio di Cristo, che è un sacerdozio di preghiera.
Cristo intercede per noi, come ha fatto nel corso della Sua vita e continua ad intercedere per noi tramite il sacerdote. D’altronde, voi lo sapete bene, e lo si insegna nel catechismo, che nel corso del santo Sacrificio della Messa il sacerdote non dice «Questo è il Corpo di Gesù», ma «Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue»; e quando parla di corpo e sangue, non parla del corpo del sacerdote come uomo, ma è il Corpo e il Sangue di Gesù che egli consacra.
Il sacerdote, vedete, con la sua parola è ormai tutt’uno con Gesù, e quindi anche il suo sacrificio, il sacrificio della sua vita, deve unirsi al Sacrificio offerto da Cristo. Questo spirito di sacrificio è la base della vita sacerdotale. Se non si concepisce la vita come un sacrificio offerto a Dio, non si può comprendere la vocazione sacerdotale.
Vorrei dire una parola ai giovani, specialmente a quelli che ci ascoltano, a quelli che ci vedono adesso. Forse molti di voi hanno l’occasione di vedere dei sacerdoti che sono molto fedeli alla Tradizione, alla Messa tradizionale, che hanno una vita retta, esemplare, che dicono Messa facilmente, che hanno accesso ai sacramenti facilmente, e vi chiedete: non dovrei impegnarmi anch’io affinché ciò che ho così facilmente alla mia portata lo possa dare agli altri? Dare la mia vita per gli altri, perché anch’essi ricevano ciò che io ho ricevuto e che mi ha aiutato a vivere cristianamente?
Forse, giustamente, questa separazione dei sacramenti che la Provvidenza permette, ci fa toccare con mano quanto ci sentiamo orfani quando non accediamo al Corpo eucaristico di Nostro Signore Gesù Cristo.
Ah, se ci fossero più sacerdoti! «Lasciate una parrocchia senza sacerdote – diceva il Santo Curato d’Ars, e lui si intendeva di sacerdozio – e si finirà con l’adorarvi le bestie».
Dunque, con il loro sacerdozio, i membri del clero continuano l’opera sacerdotale di Gesù Cristo, ma ne continuano anche l’opera profetica.
Facciamo attenzione a questa espressione: quando noi pensiamo ad un profeta, pensiamo sempre a colui che annuncia l’avvenire, a colui che predice gli avvenimenti a venire. E oggi vi sono dei profeti, quanto meno dei falsi profeti. Si ha l’impressione che le persone leggano nell’avvenire come se conoscessero tutto al pari di Dio.
No! Non è questo il profetismo del sacerdote. Il profeta è colui che parla in nome di Dio, colui che trasmette la Parola di Dio, che spiega la Parola di Dio.
Durante questo periodo di confinamento, i sacerdoti continuano ad approfondire la conoscenza di Gesù Cristo, la conoscenza della teologia, la conoscenza dell’insegnamento che è necessario trasmettere ai fedeli. E’ per questo che noi continuiamo queste prediche con i nuovi mezzi elettronici che abbiamo a disposizione. Perché la Chiesa non può tacere; la Chiesa deve parlare in ogni circostanza.
Il sacerdote deve studiare; nel corso della sua vita, egli consacra la sua intelligenza a studiare, non le scienze profane, ma le scienze di Dio, per poter illuminare i fedeli, guidarli, trasmettere loro in verità ciò che veramente Gesù ha insegnato; conoscere le false dottrine, i veleni, come il medico.
Oggi ci si parla dei medici, i medici devono conoscere le malattie e le nuove malattie, per poter proteggere gli uomini, per poterli guarire; del pari, il sacerdote deve conoscere gli errori, gli errori che si rinnovano o che si sviluppano, per poterli meglio combattere, per proteggere i fedeli, per poter dire loro: attenzione, non andate a destra, non andate a sinistra, vi è l’errore, non è conforme a Cristo.
Oggi, nel mondo difficile in cui viviamo, con questo pullulare di errori, con questo modernismo, noi abbiamo bisogno di sacerdoti, e di conseguenza abbiamo bisogno di giovani che consacrino le loro intelligenze alla difesa della verità, per difendere le anime, per proteggere le anime dalle malattie dell’anima, che sono ben più gravi delle malattie del corpo.
Cristo è sacerdote e profeta, ed è anche re; e il sacerdote continua la regalità di Cristo, egli stabilisce la regalità di Cristo. Il sacerdote è re, ma questo non vuol dire che è un pascià o che deve unicamente occuparsi ad avere la riconoscenza dei suoi fedeli, no, il re è colui che regna, cioè colui che governa le cose, colui che conduce il gregge.
Oggi è la Domenica del Buon Pastore; Cristo si definisce il Buon Pastore, colui che conduce le sue pecore sui buoni pascoli. Il sacerdote c’è per occuparsi delle anime, per mostrare loro ciò che bisogna fare, per incoraggiarle, per dar loro il buon nutrimento spirituale: i sacramenti.
E’ per questo che oggi per i sacerdoti è una sofferenza particolare non avere accesso ai fedeli o avere un difficile accesso ai fedeli, e questo non per loro volontà, ma perché è loro imposto.
Cari fratelli, voi avete bisogno dei sacerdoti e i sacerdoti hanno bisogno dei fedeli perché i fedeli sono la loro ragion d’essere. Non che i fedeli devono mettersi al posto del sacerdote o il sacerdote al posto dei fedeli, ma la Chiesa è un popolo, un popolo che avanza verso Dio, condotto da una gerarchia alla quale i fedeli sono sottomessi per il bene della loro anima.
D’altronde, è Cristo che definisce le anime che Egli conduce come le pecore che conduce verso verdi pascoli; Egli sceglie l’erba buona per esse, le protegge dai lupi rapaci, da quelli che vogliono prendere le pecore o da quelli che proteggono i lupi con i loro pastorali. E’ per questo che il sacerdote è un uomo d’autorità e deve saper predicare a tempo opportuno e a tempo inopportuno.
Sfortunatamente oggi, anche nella Chiesa, vi è un silenzio di morte, è il silenzio delle autorità. Al tempo degli avvenimenti del Vietnam, quando il Vietnam è caduto in mano ai comunisti, un vescovo che difendeva i cattolici ha finito con l’essere espulso; un vescovo ha scritto un bellissimo libro di testimonianze e l’ha chiamato Il tempo dei cani muti: e i cani muti erano quelli che avevano il compito di denunciare i persecutori e non lo facevano.
Miei cari fratelli, oggi anche noi siamo arrivati al tempo dei cani muti.
Oggi si esercita una vera opposizione, senza che si comprenda il perché, a che i cattolici possano assistere in condizioni del tutto ragionevoli, sane, agli uffici della Chiesa; e questo non è giusto.
Miei cari fratelli, i fedeli della Chiesa cattolica sono delle pecore, non sono dei montoni che li di conduce non importa come, non importa dove.
Un governo deve essere rispettato nelle sue azioni che riguardano il bene comune, a patto che fornisca motivazioni ragionevoli per tali azioni, ed è quello che ci aspettiamo.
Se si riaprono i parrucchieri e i fiorai, i fedeli capiscono che possono tornare in chiesa, perché ci sono beni che sono altrimenti superiori ai beni fisici e alla decorazione.
Noi abbiamo bisogno dei sacramenti, noi abbiamo bisogno di tornare a ritrovarci insieme per pregare il nostro Dio.
La perdita di fiducia di molti cattolici deriva dal fatto che molte delle misure sono incomprensibili, si sono lasciate morire delle persone anziane interdicendo loro, col pretesto di salvare loro la vita, i contatti con la loro famiglia o perfino la presenza di un sacerdote al momento della morte, e sono stati uccisi. Li hanno uccisi.
Oggi si approfitta di queste misure per imporre delle cose in modo inavvertito, come il prolungamento della possibilità di abortire, due settimane supplementari, e in questo periodo di confinamento si è arrivati alla possibilità dell’aborto terapeutico a domicilio.
In un silenzio generale, anche dell’autorità ecclesiastica.
Si vorrebbero sentire i nostri pastori gridare allo Stato: lasciateci ristabilire il culto nelle chiese per i nostri fedeli!
Non è negli incontri tra tutte le religioni con l’autorità civile, facendo venire anche i rappresentanti dei massoni, che si prendono le giuste decisioni.
Non esasperiamo gli animi, lo abbiamo spiegato, date delle ragioni, ma che siano ragioni coerenti.
I cristiani non sono montoni, essi hanno dei diritti, essi hanno diritto al loro culto. Non ci si può prendere giuoco di Dio.
Ed è ai vescovi che spetta ricordarlo; oggi i fedeli lo esigono dai loro sacerdoti, e i sacerdoti lo esigono dai loro vescovi, e i vescovi tacciono.
Bisogna che cessi questo tempo di cani muti.
Miei cari fratelli, preghiamo per queste intenzioni. Alla fine della settimana incomincia il mese di Maria, di Maria che può tutto, del Cuore Immacolato di Maria che è il rifugio dei peccatori, che è esso che trionferà. Chiediamole di essere fedeli in questi tempi difficili, e chiediamo, a lei che può tutto sul Cuore di Dio, di ottenerci l’apertura del culto alle anime dei fedeli.
In nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia.
di Don Denis Puga, FSSPX
Sermone del 26 aprile 2020, seconda Domenica dopo Pasqua,
a Saint Nicolas du Chardonnet, Parigi
Pubblicato su La Porte Latine, sito dells Fraternità San Pio X in Francia
a Saint Nicolas du Chardonnet, Parigi
Pubblicato su La Porte Latine, sito dells Fraternità San Pio X in Francia
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