Caro zio Berlicche,
L’anima che in questo periodo ci sta creando dei problemi, non a causa sua ma per gli amici che frequenta, ha avuto un’idea. Stamattina il nostro nemico gli ha suscitato un disgustoso desiderio di incontrarlo, una nostalgia di vederLo. Siamo stati clamorosamente vittoriosi con quelli stupidi protestanti però ancora ci sono alcuni cattolici che si ostinano ad adorare il nostro nemico. E’ la Sua arma più potente.
Quelle incorruttibili suore del convento (mi viene il vomito solo a pensarlo) non solo glielo hanno concesso ma gli hanno facilitato anche la strada. Disgustoso!!! Pensare che eravamo così contenti dei risultati ottenuti con gli altri prelati. Facciamo loro credere di avere la coscienza a posto per avere ubbidito al governo nel chiudere le chiese. Convinti di proteggere la salute, in realtà ci hanno facilitato magnificamente il nostro lavoro.
Sono però preoccupato per l’anima di cui ti parlavo all’inizio. Non so cosa fare.
Tuo nipote Malacoda
Caro Malacoda,
In effetti il nostro nemico è proprio innamorato dell’uomo, anche di questo omiciattolo. Non so davvero cosa ci trovi tra l’altro. Ma stai tranquillo, faremo di tutto per far cambiare idea a quest’anima e fargli vivere un’emozione passeggera. Hai visto come si è tutto esaltato, già in odore di santità. Ridicolo vermiciattolo! Gli metteremo degli ostacoli giocando su cose buone che pesano sui suoi punti deboli e lo distoglieremo dall’intento. Oggi seguirà la trasmissione di quel fastidiosissimo Avv. Amato e poi faremo in modo che il pacco che sta aspettando gli arrivi più tardi possibile.
Tieni conto, caro nipote, che per raggiungere il convento di quelle incorruttibili suore deve camminare 7 Km in andata e 7 km per il ritorno. Non può prendere mezzi di trasporto. Oggi era la giornata ideale, calda e serena. Domani la temperatura scenderà di 15 gradi e pioverà. Preoccupato sempre per il suo mal di gola gli faremo trovare sicuramente una scusa per non andarci.
Stai tranquillo, nipote mio, gli umani sono così facilmente manovrabili!! Li facciamo sentire buoni e così fanno il nostro gioco. L’importante è fare il possibile affinché non si rendano conto di quanto siano amati dal nostro nemico.
Tuo demonicamente affezionato Berlicche
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Nota:
Il Convento di Tyburn (fondato nel 1901).
Le Suore benedettine del Sacro Cuore di Gesù di Montmartre vivono come carisma l’Adorazione perpetua per la Gloria di Dio e la preghiera per i bisogni dell’umanità intera.
Il convento si trova a Londra vicino a Marble Arch. Durante la Riforma, in prossimità del convento, furono condannati a morte i cattolici che continuarono a rimanere fedeli alla Chiesa di Roma. All’interno c’è una cappella che li ricorda. Le suore pregano anche per loro e per la conversione del Regno Unito alla vera fede.
Le Suore benedettine del Sacro Cuore di Gesù di Montmartre vivono come carisma l’Adorazione perpetua per la Gloria di Dio e la preghiera per i bisogni dell’umanità intera.
Il convento si trova a Londra vicino a Marble Arch. Durante la Riforma, in prossimità del convento, furono condannati a morte i cattolici che continuarono a rimanere fedeli alla Chiesa di Roma. All’interno c’è una cappella che li ricorda. Le suore pregano anche per loro e per la conversione del Regno Unito alla vera fede.
di Maurizio Patti
Pietra del pubblico sconcerto una telefonata fatta da Francesco ad un ragazzo autistico che vive in provincia di Bergamo. “Ci rivedremo all’inferno”, avrebbe scandito salutando la madre del giovane. Ma le cose non sono andate proprio così.
Oh che scandalo, il Papa all’Inferno! Verrebbe da pensare: mica ci può andare, lo stabilisce il contratto. Sarebbe come dire, restando in tema di diavoli, che Berlusconi lascia il Monza per tornare ai vecchi amori. Disgusto tra i benpensanti, orrore tra i fedeli e, nel secondo esempio, tra i fedelissimi.
Pietra del suddetto pubblico sconcerto una telefonata fatta da Francesco ad un ragazzo autistico, che vive in quel di Caravaggio provincia di Bergamo. “Ci rivedremo all’inferno”, avrebbe scandito salutando la madre del giovane. Questo almeno secondo i siti che non l’hanno proprio in simpatia, e magari hanno letto troppo Tex Willer, il quale notoriamente salutava i nemici morituri con un barocco “andrai a spalar carbone nelle officine di Messer Satanasso”.
No, è stato precisato dopo, non si è trattato di frase degna di sceneggiatura da spaghetti western, ma di un saluto – in verità molto ma molto informale – dettato da pudore misto a sorpresa, perché la madre in questione lo aveva tacciato di prematura santità, e questo Sua Santità non può accettarlo.
Di conseguenza, si sente nella registrazione opportunamente fatta circolare, si sarebbe schermito, tirando fuori un’immagine – ammettiamolo – un po’ forte. “Noi preghiamo per lei”, gli dice la donna, “ma lei non ne ha bisogno: è già un santo”. “Ah, ma mio Dio, non dirlo due volte perché forse ci ritroveremo all’inferno”, risponde Bergoglio. E fa il patatrac.
È curioso dover applicare ad una telefonata i canoni dell’esegesi biblica, ma qui è questione di concausa e ragion sufficiente, sillogismo e dossologia. In altre parole: detta così, ad orecchi profani, parrebbe proprio che Bergoglio non escluda la propria dannazione eterna e magari anche quella della signora (ohibò, ma che avrebbe mai combinato di tanto terribile?).
Aguzzate però il vostro discernimento: la frase è interpretabile in modo sostanzialmente diverso. Attenzione a dare nulla per scontato, sarebbe il ragionamento, perché in questo caso sì che si commetterebbe lo gran peccato, che sappiamo essere di superbia. Giacché è risaputo – e su questo son tutti d’accordo: progressisti e conservatori – che dare per scontata la propria salvezza prima di essere passati dal Giudizio Divino è la miglior strada per finire dritti dall’altra parte. Nelle officine di Messer Satanasso. Tex Willer dixit.
Superbia: peccato dei peccati. Gli altri vizi si oppongono a corrispondenti virtù, come le allegorie che ornano le pareti interne di cento cappelle: lato destro le vergini sagge, lato sinistro le vergini stolte. La superbia invece no: lei le virtù le odia tutte, a tutte si oppone concentrando in sè tutto il marcio dell’Es, dell’Ego e del Superego. Se si cede, per dire, alla lussuria qualche speranza di salvezza c’è.
Se si cede alla superbia è tutto molto più difficile. Tanto che Dante, supremo divulgatore della scolastica post Concilio Laterano IV, i superbi li piazza non in un girone particolare dell’Inferno, ma in tutti: la superbia uno lo porta alla summenzionata lussuria, l’altro al tradimento, un altro ancora all’ira. Meglio evitare, insomma.
A questo punto, per associazione di idee, torna il quesito iniziale: ma un papa all’inferno ci può finire, come un qualsiasi Orfeo spinto dalle note di Offenbach? Chi lo sa, ma mica è escluso che non sia accaduto. Ce lo suggeriscono due fattori: i grandi numeri e i racconti d’archivio. Per i secondi si guardino le cronache di quel che era il Papato in particolare nel X Secolo, per non dire ai tempi del Borgia.
Per dirne una: la simonia e i suoi derivati. Per i primi – annotazione di minore sostanza, ma non per questo da ignorare – si consideri che le cronache ci raccontano di ben 265 successori di Pietro, non tutti degni di lui. Esiste qualche probabilità. Ma qui ci fermiamo e lasciamo fare agli altri.
Anzi, a uno: anche Dante, notoriamente, un papa e mezzo, quasi due, all’Inferno ce lo manda con gran gusto. Il dannato è Niccolò III, guardacaso simoniaco, che scalcia disperato a testa in giù come un bimbetto finito tra il letto e la parete, solo che lui è vecchio e in una buca. Da solo? E no, qui c’è il busillis. La buca sembra essere la buca non del Papa, ma dei papi. Ecco confermata la legge dei grandi numeri, ed anche i precedenti delle cronache.
Il mezzo papa dannato Dante lo scorge appena incontrato Virgilio, e subito lo disprezza. Diciamo mezzo perché il disprezzo è tale che nemmeno lo chiama per nome, nè dà conto della sua vita. è l’ignavo principe, colui che notoriamente “fece per viltade il gran rifiuto”. L’esegesi dantesca è concorde o quasi: Celestino V, abdicante Anno Domini 1294 per far posto al Bonifacio VIII gran nemico dei guelfi bianchi di Firenze, che non dimenticano. Dio perdona, io no: Dante come Terence Hill. È la legge dello spaghetti western. ù
E infatti ecco Bonifacio VIII punito anche lui, anche se in contumacia. “Sei già costì ritto, Bonifazio?” chiede a Dante il diavolo che sovrintende le malebolge. Errore marchiano: il tempo del Caetani non è ancora giunto, e quella non è la sua silhouette. I due non si somigliano nemmeno fisicamente, almeno stando ai ritratti ufficiali. Diavolo incompetente, sei fortunato ad essere finito nella Divina Commedia e non nel Maestro e Margherita: il Dottor Woland è molto meno tollerante, con gli incapaci, del Lucifero dantesco.
Comunque la questione la possiamo definire risolta con una risposta affermativa. Sì: magari il contratto non lo prevede, ma le vie dell’inferno sono lastricate di buoni intenzioni, e questo vale per tutti. Sussistono dubbi? Per chi ha bisogno di credere per capire consigliamo una gita ad una chiesa medievale, di quelle che nella controfacciata hanno dipinto il Giudizio Universale.
Andate a vedere quante mitrie tra i dannati che bruciano, cacciati alla sinistra del Padre dagli angeli sterminatori. Tra tutte queste chiese ci sentiamo di segnalare il duomo di Torcello, vuoi per la suggestione del posto, vuoi per la qualità artistica dell’affresco. In basso a destra, a fianco di una mitria che spunta da un mare di lava e di fuoco, c’è poi raffigurato l’Anticristo, e fa paura.
Perché non è la Belva Trionfante e nemmeno il Serpente che divora i genitali dei lussuriosi. è un bambino, tale e quale a un Gesù Bambino, in posa docente e abito candido. Solo che lo tiene in collo, invece della Madonna, Satana in persona. E allora capisci che, nell’eterna lotta iniziata con la caduta di Lucifero, nulla è scontato, tutto è da conquistare, e soprattutto ci possono essere molte sorprese.
di
Satana in Vaticano
Le pagine di questo racconto, nato come soggetto cinematografico sulla storia degli ultimi decenni della Chiesa cattolica, non hanno alcuna pretesa di essere un testo completo ed esauriente.
Di articoli e saggi sull'argomento, redatti da professori e illustri conoscitori della Chiesa, ve ne sono giù molti, tuttavia pochi sono i libri che, in forma romanzata, e dunque di più facile fruizione, presentano contenuti così complessi e importanti, destinati ad un pubblico più vasto ed eterogeneo.
Satana in Vaticano non contiene particolari rivelazioni sensazionali, né ha l'ardire di rivolgersi a studiosi, addetti ai lavori o alle menti più colte e raffinate.
Si rivolge alle persone semplici che, come l'autore, vengono definite gente comune, ma non per questo appartenenti ad una categoria inferiore.
L'intento, dunque, è quello di cercare semplicemente di offrire uno stimolo per riflettere su alcuni tra quegli eventi che hanno devastato la Chiesa.
Desidero sottolineare, piuttosto, che i fatti descritti, al di fuori di pochi elementi, non sono pura finzione, ma fatti reali anche se davvero sconvolgenti.
Il gesuita Malachi Martin, che fu eminente teologo e professore al Pontificio Istituto Biblico di Roma, in un suo libro del 1966, Windswept House, descrisse l'intronizzazione di Lucifero in Vaticano, un evento sconvolgente. Martin fu contattato privatamente da un signore dell'alta nobiltà, di origini bavaresi, che organizzò un incontro privato a Manhattan verso la fine del mese di giugno del 1999. in quell'occasione, Martin confermò i fatti e spiegò nel dettaglio ciò che accadde a Roma, nella Cappella Paolina, e contemporaneamente negli Stati Uniti, nella notte tra il 28 e 29 giugno del 1963. Fornì anche delle indicazioni su alcuni tra coloro che parteciparono al rito satanico. Il gesuita, pochi giorni dopo l'incontro, il 27 luglio dello stesso anno, morì. Una caduta nel suo appartamento, definita accidentale dagli inquirenti sebbene avvenuta in circostanze non chiarite, pose fine alla sua vita terrena impedendogli di fornire ulteriori elementi che aveva intenzione di rivelare.
Il lettore può desiderare di sapere se i fatti raccontati dal gesuita, in particolare nellìincontro newyorkese, sono stati ricavati da fonti certe. Posso confermare che tutte le informazioni sono state riferite all'autore personalmente da fonte certa e attendibile, riguardo Malachi Martin, Alessandro Gnocchi, scrittore e giornalista italiano, afferma: “Se la credibilità di Malachi Martin si giudica ex post, è onestamente difficile non prenderlo sul serio. Oltre a verificare la corrispondenza alla realtà di fatti, uomini e ambienti di cui parla nel romanzo, basterebbe leggere un suo saggio reperibile anche in italiano, edito a suo tempo da Sugarco e titolato I Gesuiti. Il potere e la segreta missione della Compagnia di Gesù nel mondo in cui la fede e la politica si incontrano”.
Lo stesso Padre Amorth, esorcista di fama mondiale, confermò la presenza di satanisti in Vaticano: “Sì, anche in Vaticano ci sono membri di sette sataniche. Ci sono preti, monsignori e anche cardinali! Lo so dalle persone che me l'hanno potuto riferire perché hanno avuto modo di saperlo direttamente. Ed è una cosa confessata più volte dal demonio stesso sotto obbedienza durante gli esorcismi”.
Desidero a questo punto ringraziare per il loro aiuto e i consigli, i laici, le religiose e i sacerdoti, che con le loro preziose testimonianze hanno permesso la stesura di questo libro.
Philip Evans
SATANA IN VATICANO Romanzo verità, fra scandali ed eresie, nefandezze, tradimenti e apostasia
Londra, l’editore Juan Diego Vargas sta esaminando un corposo fascicolo dell’FBI che riguarda un complotto in Vaticano. L’uomo incarica Michael Wilson, giornalista indipendente, di indagare. Partito per l’Italia, il giovane reporter inizia un’indagine che metterà in luce eventi delicati e segretissimi.
Chi ha impedito l’elezione di Gregorio XVII? E perché? Chi si trovava nei sotterranei di una sinagoga di Strasburgo nell’inverno del 1962? Quali enormi stravolgimenti vennero operati dalle alte gerarchie cattoliche? Ma, soprattutto, cosa accadde realmente nella notte tra il 28 e il 29 giugno del 1963 nella Cappella Paolina e contemporaneamente in una cittadina del sud Carolina?
Nella primavera del 1999, durante una cena privata in un prestigioso ristorante di Manhattan, il gesuita Malachi Martin, esorcista, teologo e professore al Pontificio Istituto Biblico di Roma, raccontò alcuni dettagli sconvolgenti su ciò che accadde quella notte.
(Contact: selfpub2020@gmail.com - Blog: eccephilip.blogspot.com - Il libro è disponibile su Amazon)
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