La festa della Natività di Maria, di origine gerosolimitana, istituita a partire dal V sec. e legata alla Dedicazione della Basilica di S. Anna, descrive accuratamente gli inizi della salvezza. Il tema antico e ricorrente nell'esultazione per il dies natalis della Madre di Dio è legato all'incarnazione del Verbo. Il Creatore ha scelto di abitare in una creatura. I cieli che non potevano contenere l'Infinito in Maria si sono allargati; Lei è il tempio di Dio, la sua Dimora. Maria è aurora della salvezza. Il suo sorgere preannuncia la venuta del mattino, il sorgere del Sole di Giustizia, Cristo nostro Dio. Vivere nel Fiat di Maria è preannunciare la salvezza per il mondo.
La festa del Nome di Maria
La prima, l’8 settembre, è quella della Natività della Beata Vergine Maria, che dopo essere stata concepita l’8 dicembre, vide la luce, nove mesi dopo, l’8 settembre.
La seconda festività, che ricorre, il 12 settembre, è quella del Santissimo Nome di Maria.
La terza, il 15 settembre, quella di Maria Addolorata.
Soffermiamoci un momento sulla festa del Nome di Maria.
Il nome di Maria non fu trovato né inventato dagli uomini ma fu scelto da Dio, fin dall’eternità. In Dio tutto è coeterno, non esiste un prima e un dopo, tuttavia, secondo il linguaggio umano, possiamo dire che Maria fu pensata da Dio prima di creare il Cielo e la terra e anzi il Cielo e la terra furono in un certo senso ordinati a Lei, perché Ella ne fosse Signora e Regina.
Il nome di Maria evoca quello del mare. San Bonaventura sostiene che tutte le grazie che hanno avuto gli angeli, gli apostoli, i martiri, i confessori, le vergini, sono confluite in Maria, il mare di grazie e san Luigi Maria Grignion di Montfort dice: “Dio Padre ha radunato tutte le acque e le ha chiamate mare, ha radunato tutte le grazie e le ha chiamate Maria” (Trattato della Vera Devozione, n. 23). Per questo, il nome di Maria, come ricorda sant’Alfonso de’Liguori, è pieno di ogni dolcezza divina come quella di Gesù. “Non parlo qui di una dolcezza sensibile, che non è concessa comunemente a tutti”, spiega il santo. “Parlo della salutare dolcezza di conforto, di amore, di letizia, di fiducia e di forza, che il nome di Maria dona comunemente a quelli che lo pronunciano con devozione” (Le Glorie di Maria).
Ma Maria non è solo un mare di infinita dolcezza, è anche un “mare amaro” di infiniti dolori, che la Passione di Nostro Signore racchiude. A Maria si applica così una delle lamentazioni del profeta Geremia (1, 12): O vos omnes qui transitis per viam, attendite et videte, si est dolor sicut dolor meus; “O voi tutti che passate per la via, fermatevi e guardate, se c’è un dolore simile al mio”.
Il mare però rappresenta anche la nostra vita, esposta ai venti e alle correnti turbinose. Ma di questo mare, Maria è Padrona. Perciò san Bernardo la definisce Stella Maris. “stella rilucente e meravigliosa che elevata sull’ immensità di questo mare splende radiosa per i suoi meriti e i suoi fulgidi esempi”. E così continua. “O tu che nelle vicissitudini della vita. più che camminare per terra hai l’impressione di essere sballottato fra tempeste e uragani, se non vuoi finire travolto dall’infuriare dei flutti, non distogliere Io sguardo dal chiarore di questa stella! Se insorgono i venti delle tentazioni se t’imbatti negli scogli delle tribolazioni guarda la stella, invoca Maria Seguendo lei non andrai fuori strada, pregandola non dispererai, pensando a lei non sbaglierai. Se ella ti sostiene non cadrai, se ella ti protegge non avrai nulla da temere, se ella ti guida non ti affaticherai, se ti sarà favorevole giungerai alla mèta e così potrai sperimentare tu stesso quanto giustamente sia stato detto: ” e il nome della vergine era Maria.” (Omelia in lode alla Vergine Maria)
La festa del nome di Maria è stata istituita dal beato Innocenzo XI per commemorare una grande vittoria cristiana contro l’Islam: la liberazione di Vienna dai Turchi l’11 settembre 1683, come aveva fatto san Pio V, istituendo la festa della Madonna del Rosario per commemorare la vittoria di Lepanto del 7 ottobre 1571.
Come san Pio V, il Beato Innocenzo XI, era convinto che la vittoria cristiana fosse dovuta alla Madonna e fosse stata ottenuta nel suo nome. A Roma, una chiesa dedicata al Santissimo Nome di Maria fu costruita al Foro Traiano, per ricordare la vittoria di Vienna.
Dopo il nome di Gesù non c’è nome più grande e più venerabile che possa risuonare nel cielo e nella terra di quello di Maria, e Maria è sempre stata la grande protettrice della Civiltà Cristiana. Per questo ricordiamo con particolare fervore la sua festa e nel suo nome continuiamo a combattere in difesa della Civiltà occidentale e cristiana.
Dopo il nome di Gesù non c’è nome più grande e più venerabile che possa risuonare nel cielo e nella terra di quello di Maria, e Maria è sempre stata la grande protettrice della Civiltà Cristiana. Per questo ricordiamo con particolare fervore la sua festa e nel suo nome continuiamo a combattere in difesa della Civiltà occidentale e cristiana.
Giunse il giorno, lieto per il mondo, del felicissimo parto di sant'Anna e della nascita di colei che veniva alla luce santificata e consacrata per diventare Madre di Dio. Questo parto avvenne l'ottavo giorno del mese di settembre, compiuti nove mesi interi dalla concezione della santissima anima della nostra Regina e signora. Fu preavvertita sua madre Anna da una illuminazione interiore, nella quale il Signore le diede l'avviso che si avvicinava l'ora del parto.Così, piena della gioia dello Spirito divino, era tutta presa ad ascoltare la sua voce e prostratasi in orazione chiese al Signore che l'assistesse con la sua grazia e la sua protezione, per il buon esito del parto. Subito sentì nel suo seno un movimento, che è naturale quando le creature stanno per venire alla luce. Nello stesso tempo, la bambina Maria, più che fortunata, fu rapita, per provvidenza e virtù divina, in un'estasi altissima, nella quale assorta ed astratta da tutte le operazioni sensitive, venne al mondo senza percepirlo con i sensi, come invece avrebbe potuto se assieme all'uso della ragione, che aveva, li avesse lasciati, per natura, operare in quel momento. Il potere dell'Altissimo, però, dispose in questo modo, affinché la Principessa del cielo non avvertisse il naturale evento del parto.
Maria nacque pura, bella e tutta piena di grazie, manifestando con esse che era esente dalla legge e dal tributo del peccato. E benché nella sostanza venne al mondo come gli altri figli di Adamo, tuttavia la sua nascita fu accompagnata da circostanze e grazie particolari, che la resero miracolosa ed ammirabile in tutta la natura, nonché lode eterna per il suo Autore. Questa divina stella mattutina spuntò, dunque, al mondo, intorno alla mezzanotte, cominciando così a dividere la notte dell'antica legge e delle prime tenebre dal giorno nuovo della grazia, che stava già per apparire. Colei che aveva la mente fissa nella Divinità fu così, conformemente agli altri bambini, avvolta in panni e posta ed accomodata in una culla; e venne trattata come una bambina quella che, in sapienza, eccedeva tutti i mortali e gli stessi serafini. Sua madre Anna non consentì che in quel momento fosse toccata da altri, ma lei stessa, con le sue mani, l'avvolse in fasce, senza esserne impedita dal parto, poiché fu libera dal doloroso travaglio cui sono soggette, ordinariamente, tutte le altre madri.
Sant'Anna ricevette nelle sue mani colei che, essendo figlia sua, era insieme il maggior tesoro del cielo e della terra; semplice creatura sì, ma inferiore solo a Dio e superiore invece ad ogni cosa creata. Con fervore e con lacrime la offrì alla sua divina Maestà, dicendo nel suo intimo: «Signore d'infinita sapienza e potenza, creatore di tutto ciò che esiste, io vi offro il frutto del mio seno, che ho ricevuto dalla vostra bontà, con eterna riconoscenza per avermelo concesso senza che io potessi meritarlo. Fate della figlia e della madre ciò che piace alla vostra santissima volontà e guardate la nostra piccolezza, dall'alto della vostra sede e grandezza. Siate eternamente benedetto, perché avete arricchito il mondo con una creatura così gradita al vostro beneplacito e perché in lei avete preparato la dimora e il tabernacolo in cui viva il Verbo eterno. Io mi congratulo con i miei santi Padri e Profeti, ed in loro con tutto il genere umano per il pegno sicuro, che ad essi donate, della redenzione. Ma come tratterò io quella che mi date per figlia, non meritando nemmeno di essere sua serva? Come toccherò la vera arca dell'alleanza? Concedetemi, o Signore e mio re, la luce necessaria per conoscere la vostra volontà e per eseguirla con il vostro compiacimento ed al servizio di mia figlia».
Il Signore rispose alla santa suggerendole nell'intimo l'ispirazione di trattare la bambina come fa qualsiasi madre, senza dimostrarle all'esterno riverenza, e portandogliela, però, nel suo interno: nel crescerla adempisse, quindi, i doveri di una vera madre, avendone cura con sollecitudine ed amore. Così fece appunto la felice madre ed usando questa facoltà, senza venir meno alla riverenza dovuta, si deliziava con la sua santissima figlia, trattandola ed accarezzandola come fanno le altre madri con le loro figlie, sempre però con la stima e con l'attenzione degne di quel mistero così imperscrutabile e divino che si racchiudeva tra madre e figlia. Gli angeli con tanti altri spiriti celesti venerarono devoti la dolce bambina, tra le braccia di sua madre, e le suonarono delle celesti sinfonie, di cui udì qualcosa sant'Anna; i mille angeli, invece, destinati alla custodia, si presentarono davanti alla gran Regina, per dedicarsi al suo servizio. Fu questa la prima volta che la divina signora li vide in forma corporea con i segni e le vesti, di cui parlerò in un altro capitolo; e la bambina li pregò che lodassero l'Altissimo con lei ed in nome suo.
Nel momento in cui nacque la nostra principessa Maria, l'Altissimo inviò l'arcangelo san Gabriele a portare ai santi Padri del limbo questa notizia tanto lieta per loro. Subito il messaggero celeste scese ad illuminare quella profonda caverna, rallegrando i giusti che vi si trovavano. Annunciò loro che già cominciava a spuntare il giorno della felicità eterna e della redenzione del genere umano; giorno tanto desiderato ed aspettato dai santi Padri e preannunziato dai Profeti. Era già nata la Madre del Messia promesso, per cui essi avrebbero ben presto visto la salvezza e la gloria dell'Altissimo. Il santo principe inoltre svelò loro le eccellenti virtù di Maria e tutto ciò che la mano dell'Onnipotente aveva cominciato ad operare in lei, affinché conoscessero meglio il felice principio del mistero, che avrebbe posto fine alla loro prolungata prigionia. Di questa notizia, si rallegrarono in spirito i Padri, i Profeti e gli altri giusti che dimoravano nel limbo; e con nuovi cantici lodarono il Signore per tale beneficio.
Tutto ciò che ho riferito successe in breve tempo. Intanto, la nostra Regina, appena vide la luce del sole materiale, conobbe con i sensi i suoi naturali genitori ed altre creature; questo fu il primo passo della sua vita nel mondo. Il braccio onnipotente dell'Altissimo ricominciò così ad operare per lei nuove meraviglie, superiori ad ogni pensiero umano. La prima, oltremodo stupenda, fu d'inviare innumerevoli angeli, affinché sollevassero in anima e corpo, al cielo empireo, l'eletta per madre del Verbo eterno, secondo quello che il Signore disponeva. Ubbidirono i santi principi e, prendendo la bambina Maria dalle braccia di sua madre sant'Anna, si ordinarono con pompa solenne in una festosa processione, portando fra cantici d'incomparabile giubilo la vera arca della nuova alleanza, perché dimorasse per un po' di tempo non nella casa di Obed Èdom, ma nel tempio del sommo Re dei re, dove poi sarebbe dovuta rimanere eternamente. Da questo mondo al supremo cielo fu il secondo passo che Maria santissima fece nella sua vita.
Chi potrà degnamente esaltare questo stupendo prodigio della destra dell'Onnipotente? Chi potrà descrivere il gaudio e lo stupore degli spiriti celesti, quando guardavano quella meraviglia così nuova tra le opere dell'Altissimo, e con nuovi cantici la celebravano? In Maria riconobbero e riverirono la loro regina e signora, eletta per madre di colui che doveva essere loro capo, e che era causa della grazia e della gloria che possedevano, poiché egli le aveva loro ottenute con i suoi meriti in previsione del divino consenso. Ma quale lingua o pensiero dei mortali potrebbe entrare nel segreto del cuore di quella tenera bambina, e capire o descrivere che cosa sentì durante lo svolgimento di un privilegio così singolare? Lo lascio pensare a coloro che sono animati da sentimenti di vera pietà cattolica e molto più a quelli cui sarà dato conoscerlo nel Signore; noi invece lo vedremo quando per la sua infinita misericordia giungeremo a goderlo faccia a faccia.
La bambina Maria fece il suo ingresso nel cielo empireo per mano degli angeli e prostratasi con amore alla presenza del trono dell'Altissimo, si avverò - secondo il nostro modo d'intendere - ciò che prima era accaduto in figura, quando Betsabea si presentò al figlio Salomone, che dal suo trono giudicava il popolo d'Israele; ed egli alzatosi ricevette sua madre e la colmò di onori dandole il posto di regina al suo fianco. Lo stesso fece, ma con maggiore gloria ed in modo ancor più ammirabile la persona del Verbo eterno con la bambina Maria, che si era eletta per madre. Egli la innalzò sul suo trono e le diede, al suo fianco destro, il titolo di madre sua e di regina di ogni cosa creata, benché tutto ciò si operasse senza che ella conoscesse la propria dignità né il fine di misteri e privilegi così ineffabili; ma per ricevere questi le sue deboli forze furono sostenute dalla potenza divina. Le vennero, infatti, elargite grazie e doni nuovi, con i quali furono rispettivamente elevate le sue capacità esteriori; e riguardo alle facoltà interiori, oltre alla nuova grazia ed alla luce con le quali furono preparate, Dio le elevò in modo adeguato a ciò che le doveva essere rivelato. Inoltre, avendole dato il lume necessario, svelò la sua divinità, manifestandosi a lei in modo chiaro e indicibilmente sublime. Fu questa la prima volta che la bambina Maria vide la santissima Trinità.
Della gloria che in questa visione ebbe la bambina Maria, dei nuovi misteri che le furono rivelati e degli effetti che ridondarono nella sua purissima anima, furono solo testimoni l'autore di così inaudito miracolo e gli angeli stupefatti, che in Dio stesso conoscevano già qualcosa di questo mistero. Ritrovandosi la Regina alla destra del Signore che doveva divenire suo figlio e vedendolo faccia a faccia, gli chiese, più felicemente di Betsabea, che donasse l'intatta Sunnamita Abisag, cioè la sua inaccessibile divinità, all'umana natura sua propria sorella, e che adempisse la sua parola scendendo dal cielo sulla terra, celebrando così il matrimonio dell'unione ipostatica nella persona del Verbo, poiché tante volte lo aveva promesso agli uomini per mezzo dei Patriarchi e dei Profeti. Lo pregò anche di affrettare la redenzione del genere umano, attesa da tanti secoli, poiché si moltiplicavano i peccati e la rovina del-le anime. Ascoltò l'Altissimo questa richiesta a lui tanto gradita, e promise a sua Madre, diversamente da Salomone, che subito si sarebbe disobbligato dalle sue promesse e sarebbe venuto nel mondo, incarnandosi per redimerlo.
In quel concistoro e tribunale divino della santissima Trinità si decise di dare il nome alla bambina Regina; e siccome nessun nome è legittimo e proprio se non quello che si pone nell'essere immutabile di Dio, dove con equità, peso, misura ed infinita sapienza si dispensano ed ordinano tutte le cose, allora la divina Maestà volle imporglielo da se stessa, nel cielo. Manifestò così agli spiriti angelici che le tre divine Persone avevano decretato e formulato, sin dall'eternità, i dolcissimi nomi di Gesù e di Maria per il figlio e per la madre; e si erano compiaciute in essi, tenendoli scolpiti nella loro mente eterna, e presenti in tutte le cose a cui avevano dato esistenza, poiché proprio per il loro servizio le avevano create. Mentre i santi angeli venivano a conoscenza di questi e di altri misteri, udirono una voce dal trono, che, nella persona del Padre eterno, diceva: «La nostra eletta sarà chiamata Maria e questo nome deve essere meraviglioso e grande; quelli che lo invocheranno con devoto affetto, riceveranno copiosissime grazie; quelli che lo apprezzeranno e pronunceranno con riverenza, saranno consolati e vivificati; tutti ritroveranno in esso il rimedio dei loro mali, i tesori per arricchirsi e la luce che li guidi verso la vita eterna. Questo nome sarà terribile contro l'inferno, schiaccerà il capo al serpente, ed otterrà insigni vittorie sui principi delle tenebre». Ordinò poi il Signore agli spiriti angelici, che annunziassero questo felice nome a sant'Anna, affinché si operasse sulla terra quello che si era stabilito nel cielo. La divina bambina, prostratasi con affetto dinanzi al trono, rese riconoscenti ed umili grazie all'Essere eterno e con ammirabili e dolcissimi cantici ricevette il suo nome. Se si dovessero descrivere i privilegi e le grazie, che le furono concessi, sarebbe necessaria un'opera a parte, di più volumi. I santi angeli, nel trono dell'Altissimo, venerarono e riconobbero, di nuovo, Maria santissima come futura madre del Verbo e come loro regina e signora; e ne ossequiarono il nome prostrandosi, ogni volta che lo pronunciava la voce dell'eterno Padre. Particolarmente lo venerarono quelli che lo avevano come stemma sul petto; tutti invece intonarono cantici di lode per misteri così grandi ed insondabili. La neonata Regina, però, continuò ad ignorare la causa di tutto ciò che vedeva, perché non le venne manifestata la sua dignità di madre del Verbo sino al tempo dell'incarnazione. Intanto sempre con giubilo e con riverenza i santi angeli la riportarono sulla terra nelle braccia di sant'Anna, alla quale rimase nascosto quanto era accaduto, nonché l'assenza di sua figlia, poiché in vece sua suppli uno degli angeli custodi, prendendo, per questo scopo, un corpo aereo. Oltre a ciò, per molto tempo, mentre la divina fanciulla dimorava nel cielo empireo, sua madre Anna ebbe un'estasi di altissima contemplazione, in cui, benché ignorasse quel che si operava nella sua bambina, le furono manifestati gli ineffabili misteri della dignità di madre di Dio, per la quale era stata eletta la sua figlia santissima. La prudente donna li conservò nascosti nel suo cuore, tenendoli, però, sempre presenti nella mente, per tutto quello che doveva operare con lei.
Otto giorni dopo la nascita della grande Regina, scese dall'alto una moltitudine di angeli bellissimi e maestosi, portanti uno scudo sul quale era scolpito, a caratteri brillanti e risplendenti, il nome di Maria. Manifestandosi tutti alla fortunata sant'Anna le dissero che il nome di sua figlia doveva essere quello che essi portavano sullo scudo, e cioè Maria: nome che le aveva dato la divina Provvidenza, ordinando in tal modo che anche lei e Gioacchino glielo imponessero subito. La santa chiamò il marito e gli fece conoscere la volontà di Dio riguardo al nome della loro figlia ed il fortunatissimo padre lo accolse con giubilo e con devoto affetto. Decisero così di chiamare i parenti ed un sacerdote, e con un sontuoso e solenne banchetto posero il nome di Maria alla loro neonata. Gli angeli celebrarono questa festa cantando una dolcissima melodia, sentita solo dalla madre e dalla figlia che restò così col nome che la santissima Trinità le aveva dato nel cielo il giorno in cui era nata e sulla terra l'ottavo giorno dopo l'evento. Fu scritto poi nel registro comune, quando sua madre andò al tempio per adempiere la legge, come si dirà in seguito. Sino allora il mondo non aveva visto un parto simile a questo né un altro sarebbe potuto accadere in una semplice creatura. Questa fu la nascita più fortunata che la natura poté salutare, poiché portò una bambina la cui vita, già dal primo giorno, non solo fu esente dalla macchia del peccato, ma fu più pura e santa di quella dei supremi serafini. La nascita di Mosè fu celebrata per la bellezza e l'avvenenza del bambino; ma questa non era che apparente e corruttibile. Oh, come è bella la nostra grande bambina! Oh, com'è bella! È tutta bella e soavissima nelle sue delizie, perché possiede tutte le grazie e le bellezze, senza alcun difetto. Fu motivo di sorriso e di letizia, per la casa di Abramo, la nascita di Isacco, il figlio promesso da Dio e concepito da madre sterile; ma tale parto non ebbe una grandezza maggiore di quella originata e trasmessa dalla nostra bambina Regina, per cui fu preordinata tutta quella gioia straordinaria. E se quel parto fu ammirabile e di tanto giubilo per la famiglia del patriarca, perché era prefigura e preparazione della natività della dolcissima Maria, così in questo si devono rallegrare il cielo e la terra, perché nasce colei che viene a restaurare le rovine del cielo e a santificare il mondo. Quando nacque Noè, si consolò suo padre Lamech, perché seppe che Dio attraverso suo figlio avrebbe assicurato la continuità del genere umano, per mezzo dell'arca, e avrebbe accordato di nuovo le benedizioni che gli uomini avevano demeritato per i peccati commessi. Tutto questo, però, avvenne affinché nascesse questa bambina, che doveva essere la vera riparatrice, essendo, ancora una volta, l'arca mistica a contenere il nuovo e vero Noè, attirandolo dal cielo, per riempire di benedizioni tutti gli abitanti della terra. Oh, felice parto! Oh, lieta nascita, che in tutti i secoli passati sei stata il compiacimento della santissima Trinità, il gaudio degli angeli, il refrigerio dei peccatori, l'allegrezza dei giusti e la singolare consolazione dei santi che ti stavano aspettando nel limbo!
Oh, preziosa e fulgida margarita, che ti dischiudesti alla luce del sole racchiusa nella grezza conchiglia di questo mondo! Oh, grande bambina! Se alla luce materiale gli occhi terreni ti ravvisano appena, dinanzi a quelli del sovrano e della sua corte superi in dignità e bellezza tutto ciò che non è Dio stesso. Tutte le generazioni ti benedicano; tutte le nazioni riconoscano e lodino la tua grazia e la tua bellezza. La terra sia rischiarata da questa nascita; i mortali si rallegrino perché è nata per loro la corredentrice che colmerà il vuoto causato dalla prima colpa; vuoto in cui da essa sono stati lasciati. Sia benedetta ed esaltata la vostra benignità verso di me che sono polvere e cenere, la più abietta. E se mi date il permesso, o mia Signora, di parlare alla vostra presenza, vi esporrò un dubbio, che mi è affiorato su questo mistero della vostra nascita, riguardo a quello che operò l'Altissimo con voi nell'ora in cui vi pose alla luce materiale del sole.
Questo è il dubbio: «Come si potrà intendere che per mano dei santi angeli siete stata portata con il corpo fino al cielo empireo ed alla vista della Divinità? Poiché secondo la dottrina della santa Chiesa e dei santi dottori, il cielo fu chiuso e come interdetto per gli uomini fino a che il vostro santissimo Figlio non lo aprì con la sua vita e la sua morte, entrando in esso come redentore e capo, quando, cioè risorto, vi salì nel giorno della sua ammirabile ascensione, essendo egli il primo per il quale furono aperte quelle porte eterne, che erano state chiuse per il peccato».
Venerabile Maria d'Agreda
Tratto da:
La Mistica Città di Dio, libro 1, capitolo 21, paragrafi 325-343 (rosarioonline.altervista.org/…/index.php)
Tempi di Maria
https://gloria.tv/post/8wNwxL7ZnKJrEqsbLhLhk1tqC
Questa data che è importante da sempre perché commemora la festa del SANTISSIMO NOME DI MARIA, quest’anno è oltremodo importante e significativa perché, dietro suggerimento di un certo sacerdote illuminato, che si firma col nome di DON ELIA, TUTTI I GRUPPI DI PREGHIERA D’ITALIA, PICCOLI E GRANDI, OLTRE CHE LE SINGOLE PERSONE, SONO INVITATI A SUPPLICARE LA MADONNA E SAN MICHELE ARCANGELO PERCHE’ METTANO FINE A QUESTA STORIA ASSURDA DEL COVID CHE IMPEDISCE ALL’ITALIA DI LAVORARE E DI MUOVERSI CON DANNI IRREVERSIBILI E INCALCOLABILI DA TUTTI I PUNTI DI VISTA, A INIZIARE DALLA SCUOLA E DAI BAMBINI.
DATA MOLTO IMPORTANTE: 12 SETTEMBRE
DATA MOLTO IMPORTANTE: SABATO 12 SETTEMBRE
Pertanto ci riuniremo, preferibilmente nel pomeriggio dalle ore 17 alle 18 circa per la recita dei tre Santi Rosari preceduti o completati dalla formula di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria e alla preghiera di esorcismo a San Michele Arcangelo perché mettano fine a tanto disastro, soprattutto intellettuale perché adesso questa storia assurda ha preso il cervello di tutti e la gente è come impazzita e non capisce niente.
Sembra quasi un maleficio e non c’è da stupirsi in quanto il virus ha cominciato a serpeggiare da quel 5 ottobre 2019, data in cui Bergoglio ha intronizzato in San Pietro la statua della dea pagana Pachamama, senza che nessuno in Vaticano provvedesse in seguito a organizzare qualche preghiera di riparazione e riconsacrazione della basilica per l’atto gravemente sacrilego commesso nel cuore della cattolicità da un vescovo di Roma che non è papa in quanto l’unico vero papa è Benedetto XVI.
Davanti alla nostra più assoluta impotenza, l’unica arma vincente in nostro possesso è la preghiera rivolta alla Santissima Vergine da ogni parte d’Italia e forse anche del mondo, perché abbia pietà di noi, della nostra situazione di schiavi del nemico di Dio che ci vuole tenere incatenati per opera dell’azione luciferina di chi ci governa, i quali nel frattempo ci svendono l’Italia e tutti i nostri meravigliosi valori umani e cristiani costruiti dai nostri antenati a prezzo del loro sangue e sacrificio.
Nel link allegato troverete tutte le spiegazioni e le preghiere necessarie da recitare INSIEME ALL’UNISONO SABATO 12 SETTEMBRE NEL POMERIGGIO COME RIPARAZIONE PER I NOSTRI PECCATI E PER IMPETRARE DALLA MADONNA IL SUO AIUTO CONTRO LE INSIDIE DEL DIAVOLO.
PASSAPAROLA. GRAZIE
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