Coronavirus in Vaticano. Il papa legifera, ma per lui non vale
Col crescere dei contagi, anche il Vaticano, al pari della confinante repubblica italiana, ha irrigidito in questi giorni le norme antivirus.
Questa è l’ordinanza emanata martedì 6 ottobre dal governatorato dello Stato della Città del Vaticano:
In essa “è fatto obbligo” di indossare la mascherina protettiva sia all’aperto che al chiuso “laddove il distanziamento non può essere garantito”. E il corpo della gendarmeria vigilerà “affinché ogni individuo sia responsabile e ottemperi alle norme”.
Detto e fatto? Per niente. Ecco qui sotto due immagini riprese dalla videoregistrazione dell’udienza generale di papa Francesco di mercoledì 7 ottobre, nell'aula Paolo VI, all’indomani dell’emissione dell’ordinanza.
La prima immagine è dell’inizio dell’udienza e la seconda della fine. Come si può notare, le sedie sono tutte occupate senza il minimo distanziamento. E al rompete le righe finale la ressa addosso a papa Francesco e dove è atteso che passi è semplicemente sfrenata.
Di gendarmi in divisa, nemmeno l’ombra. Si scorge solo una guardia svizzera sull’attenti, imperturbabile.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, “L’Osservatore Romano” ha pubblicato alcune foto dei saluti del papa ai presenti. Francesco stringe e bacia le mani, accarezza, sempre senza mascherina.
Ma lui ha sempre fatto così, per tutti i mesi della pandemia. Sia con le folle che in udienze più ristrette.
È arrivato a umiliare i vescovi italiani, esigendo da loro di essere ancor più rigidi di quanto le norme generali prescrivessero. Ma Francesco agisce come “princeps legibus solutus”. Le leggi valgono per tutti ma non per lui. Anche quelle emanate dal suo trono per proteggere la salute non solo del papa ma di tutti.
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