Ai neocatecumenali più eminenti viene concesso l'onore di inginocchiarsi davanti a Kiko Argüello |
Atteggiamento di resistenza e di sfida al Papa, proprio al momento della Comunione |
E non siamo certo i primi a dedurlo...
Riepiloghiamo qui sotto solo alcuni episodi famosi relativi al culto della personalità di Kiko, ricordando che nelle grandi occasioni (come la Giornata Mondiale della Gioventù o la Giornata dei Movimenti col Papa) i "kikos" fanno di tutto per far notare la loro presenza ma appena possibile scappano via per andare all'incontro con Kiko.
Un episodio da antologia è certamente quello della Giornata dei Movimenti a giugno 2006 a Roma: non appena Kiko terminò la propria omelia
i neocatecumenali sgattaiolarono via da piazza San Pietro e via della
Conciliazione anche se mancavano pochi minuti per l'intervento
conclusivo del Papa (ne sono testimone oculare anch'io): evidentemente
la puntualità alla "convivenza con Kiko" era più importante di Benedetto
XVI. Del resto sono abituati a vedere Kiko dare lezioni di umiltà
addirittura al Papa augurandogli di avere «la santa umiltà di Cristo»...
Anche la tipica cerimonia kikiana delle "alzate" (quella in cui Kiko Argüello fa la sua chiamata vocazionale e poi spara numeroni giganteschi ad uso dei titoloni della stampa) avviene tipicamente il giorno dopo l'incontro col Papa. Come ad esempio avvenuto all'ultima Giornata Mondiale della Gioventù: per i neocatecumenali incontrare il Papa sarebbe "uh, beh, uhm..." mentre vedere Kiko è «un incontro che ti cambia la vita». Ne sanno qualcosa le chiese locali cattoliche più povere e perseguitate: per mandare i neocatecumenali all'incontro con Kiko dall'altra parte del mondo (con la scusa che vorrebbero andare alla GMG), si mette a soqquadro tutta la chiesa locale e si chiedono soldi da tutto il mondo (come il presbitero italiano che chiede soldi agli italiani per mandare dei giovani neocatecumenali giapponesi).
"Kiko
ti cambia la vita". Ci si inginocchia davanti a Kiko anche per baciarne
qualche "reliquia", come ad esempio nel caso della corona del rosario
che Kiko dall'alto porge -cliccate sulla foto a lato per ingrandirla- porge al neocatecumenale senza staccarsene. È come un baciare Kiko, come il dare un bacio a colui «che ti cambia la vita».
Secondo i seguaci di Kiko quel gesto dovrebbe avere a che fare con la devozione al santo Rosario. Anche quest'altro "spiegone" ci fa involontariamente capire il vero significato: il neocatecumenale desidera la devozione di Kiko, la fede di Kiko, l'essere di Kiko (desidera l'essere di Kiko). È una roba che non s'è mai vista nemmeno nei confronti di un gigante come padre Pio; e comunque padre Pio non si sarebbe mai prestato ad una tale messinscena, tanto più di fronte ad un esercito di testimoni, fotocamere e cineprese. I veri santi, infatti, amano il nascondimento; e se proprio non possono ottenerlo deviano la devozione dalla propria persona a quella dei successori di Pietro e naturalmente al Redentore (così hanno fatto don Bosco, padre Pio e tutti gli altri).
Per gli stessi neocatecumenali quel kikocentrismo esagerato
è del tutto naturale. Su un sito web "non ufficiale" dedicato al
Cammino, abbiamo visto questa foto qui a lato, che hanno pubblicato
senza nessuna remora (nota: attualmente dai siti web del Cammino,
quanto alle foto delle liturgie, hanno censurato tutte quelle relative
al momento della Comunione: indovinate cos'è che non vogliono che si
veda...).
La prima cosa che ci vien da dire guardando questa foto è che quasi quasi al laico Kiko Argüello mancavano solo le insegne episcopali: eccolo lì all'ambone, con crocifero e candelieri, occasione solennissima... Dopotutto i cosiddetti "catechisti" neocatecumenali ci ammoniscono che «Kiko ha il carisma e parla sotto ispirazione divina! come puoi criticarlo?»
Mentre la mise tipica di Kiko è quella da becchino dei film western, il dress-code della Carmen (quella divenuta famosa per aver interrotto ripetutamente papa Giovanni Paolo II e per aver promesso «un futuro immenso»
ad un Pontificio Consiglio) prevede chiassose magliette persino quando
ottiene udienza dal Vicario di Cristo. Nella foto qui a lato vediamo il
Tripode neocatecumenale che ha circondato papa Benedetto XVI: mentre
quest'ultimo, visibilmente provato e preoccupato, abbozza maldestramente
un sorriso di circostanza, e mentre Kiko mostra un ghigno di vittoria,
vediamo la Carmen esibire una vistosa maglietta Adidas, segno che per lei incontrare Sua Santità il Papa ha la stessa importanza che andare dall'ortolano a comprare le rape.
L'episodio che riteniamo più significativo è il santino di "san Kiko", immaginetta auto-celebrativa in cui Kiko, improvvisatosi compositore, ricordava commosso i suoi allora imminenti concerti neocatecumenali negli USA.
Nel "santino" vi è riportato un messaggio autografo di Kiko, preceduto dal suo bislacco "stemma araldico" in cima, stemma che curiosamente esibisce anche nella corrispondenza più importante (come ad esempio nella lettera in cui Kiko ha ringraziato per le critiche ricevute, ringraziamento più unico che raro).
Già da tempo immemorabile la Carmen lo chiamava "san Kiko". In un'intervista su un quotidiano spagnolo da cui apprendiamo la cosa, leggiamo anche che Kiko si vanta di aver fatto «gran danno» («Nos han hecho mucho daño») a parroci, monsignori e vescovi poco compiacenti col Cammino.
Ma per i nostri cari fratelli neocatecumenali «Kiko ha il carisma! come puoi criticarlo?» Di fronte a tale "carisma" ci si inginocchia, di fronte al "carisma" ostile al Papa tanto peggio per il Papa, di fronte al "carisma" si bacia umilmente la sua "reliquia", e poco importa che il "carisma" si atteggi a vescovo o addirittura a santo già canonizzato...
Nelle Sacre Scritture questo atteggiamento è chiamato idolatria.
Riepiloghiamo qui sotto solo alcuni episodi famosi relativi al culto della personalità di Kiko, ricordando che nelle grandi occasioni (come la Giornata Mondiale della Gioventù o la Giornata dei Movimenti col Papa) i "kikos" fanno di tutto per far notare la loro presenza ma appena possibile scappano via per andare all'incontro con Kiko.
Impugna la croce come se fosse un vescovo |
Anche la tipica cerimonia kikiana delle "alzate" (quella in cui Kiko Argüello fa la sua chiamata vocazionale e poi spara numeroni giganteschi ad uso dei titoloni della stampa) avviene tipicamente il giorno dopo l'incontro col Papa. Come ad esempio avvenuto all'ultima Giornata Mondiale della Gioventù: per i neocatecumenali incontrare il Papa sarebbe "uh, beh, uhm..." mentre vedere Kiko è «un incontro che ti cambia la vita». Ne sanno qualcosa le chiese locali cattoliche più povere e perseguitate: per mandare i neocatecumenali all'incontro con Kiko dall'altra parte del mondo (con la scusa che vorrebbero andare alla GMG), si mette a soqquadro tutta la chiesa locale e si chiedono soldi da tutto il mondo (come il presbitero italiano che chiede soldi agli italiani per mandare dei giovani neocatecumenali giapponesi).
Devozione: baciare la "reliquia" che ti porge il "Profeta"... |
Secondo i seguaci di Kiko quel gesto dovrebbe avere a che fare con la devozione al santo Rosario. Anche quest'altro "spiegone" ci fa involontariamente capire il vero significato: il neocatecumenale desidera la devozione di Kiko, la fede di Kiko, l'essere di Kiko (desidera l'essere di Kiko). È una roba che non s'è mai vista nemmeno nei confronti di un gigante come padre Pio; e comunque padre Pio non si sarebbe mai prestato ad una tale messinscena, tanto più di fronte ad un esercito di testimoni, fotocamere e cineprese. I veri santi, infatti, amano il nascondimento; e se proprio non possono ottenerlo deviano la devozione dalla propria persona a quella dei successori di Pietro e naturalmente al Redentore (così hanno fatto don Bosco, padre Pio e tutti gli altri).
Kiko all'ambone con Crocifero e Candelieri 3 giugno 2012 - foto © cammino.info |
La prima cosa che ci vien da dire guardando questa foto è che quasi quasi al laico Kiko Argüello mancavano solo le insegne episcopali: eccolo lì all'ambone, con crocifero e candelieri, occasione solennissima... Dopotutto i cosiddetti "catechisti" neocatecumenali ci ammoniscono che «Kiko ha il carisma e parla sotto ispirazione divina! come puoi criticarlo?»
Carmen "Adidas" Hernàndez, con Kiko, il Papa e don Pezzi |
Il santino di "san Kiko" distribuito ai neocatecumenali durante la quaresima 2012 |
Nel "santino" vi è riportato un messaggio autografo di Kiko, preceduto dal suo bislacco "stemma araldico" in cima, stemma che curiosamente esibisce anche nella corrispondenza più importante (come ad esempio nella lettera in cui Kiko ha ringraziato per le critiche ricevute, ringraziamento più unico che raro).
Già da tempo immemorabile la Carmen lo chiamava "san Kiko". In un'intervista su un quotidiano spagnolo da cui apprendiamo la cosa, leggiamo anche che Kiko si vanta di aver fatto «gran danno» («Nos han hecho mucho daño») a parroci, monsignori e vescovi poco compiacenti col Cammino.
Ma per i nostri cari fratelli neocatecumenali «Kiko ha il carisma! come puoi criticarlo?» Di fronte a tale "carisma" ci si inginocchia, di fronte al "carisma" ostile al Papa tanto peggio per il Papa, di fronte al "carisma" si bacia umilmente la sua "reliquia", e poco importa che il "carisma" si atteggi a vescovo o addirittura a santo già canonizzato...
Nelle Sacre Scritture questo atteggiamento è chiamato idolatria.
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