ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 17 ottobre 2015

Ciuccia la melassa liquida

Anche un bambino, autore di un gesto inteso come espressione di affetto verso suo padre (divorziato risposato), diventa involontario e incolpevole protagonista del Sinodo. Una strumentalizzazione mediatica (e non solo) non inedita, intessuta per spingere i padri sinodali a ‘cedere’ sull’ammissione alla Comunione dei divorziati risposati


C’è un bambino che ha inteso fare un gesto d’affetto verso suo padre, divorziato risposato. Con tale gesto è riuscito – certo involontariamente - a restituire baldanza all’incupita macchina da guerra sinodale. Che ha ridato fiato a trombe e tromboni, ha galvanizzato i gazzettieri, ha esaltato i turiferari fin qui un po’ depressi per scarsità di incenso. Lacrime di commozione e buoni sentimenti, una colossale nuvola dolciastra, una melassa gigantesca che ha straripato laddove la nuovamente gioiosa macchina da guerra ha i suoi terminali per inneggiare alle magnifiche sorti e progressive di un Sinodo che sembrava ormai compromesso.
Che cos’è successo? Giovedì mattina, don Roberto Rosa, un sacerdotein servizio a Trieste – un parroco che il Papa ha invitato a partecipare al Sinodo dei vescovi- nel suo intervento ha raccontato un episodio singolare con cui è stato confrontato. Un minimo di prudenza consiglierebbe a chi scrive un minimo di controllo di veridicità di quanto effettivamente accaduto in quella chiesa triestina. Ma prendiamo per buono il tutto, constatando come in un battibaleno la nota fanfara ha intonato un  Hallelujah haendeliano che sonava certificazione irrevocabile del fatto..
La conseguenza? Il lettore (ascoltatore, telespettatore) si è dovuto sorbire giovedì sera e ieri titoli come questi: Sinodo: il gesto coraggioso di un bambino riapre il dibattito sui divorziatiIl gesto del bambino commuove il Sinodo; Commuove la storia del bimbo che divide l’ostia con i genitori; L’ostia spezzata dal bimbo in chiesa rilancia il sì alla comunione ai risposati; Il simbolo del Sinodo: l’ostia data dal bimbo ai genitori divorziati e poi risposati; Dove è già arrivato un bambino sapranno arrivare anche i Padri sinodali? E via con decine di lanci analoghi, tutti destinati a muovere ed esaltare i ‘buoni sentimenti’ popolari.
Dentro gli articoli e i commenti (in evidenza perfino sui giornali gratuiti distribuiti agli ingressi della metropolitana) si legge ad esempio del “gesto dirompente” di “un bambino coraggioso” (Ndr: notare l’aggettivo) nel giorno della sua Prima Comunione. Con toni deamicisiani si prosegue, provvisti di un adeguato lacrimatoio: “Il giovinetto di sua iniziativa ha provveduto a spezzare l’ostia in due, dandone una metà al padre che lo accompagnava, ma che essendo divorziato risposato non poteva riceverla direttamente” (NdR: Curioso quel ‘direttamente’… come sarebbe invece ‘indirettamente’?). Ancora: “Il racconto ha commosso papa Francesco e molti dei 270 padri sinodali”. Insomma: “Un episodio piccolo, eppure destinato a incidere più di tante parole nel dibattito serrato di questo Sinodo” (NdR: dalla depressione all’entusiasmo il passo è breve). In un altro commento il gesto del bambino è definito “profezia ecclesiale”e si nota che “un bambino che anticipi i pastori non è una novità”, richiamando addirittura Gesù dodicenne che insegnava nel tempio “ai dottori della legge” . In sintesi: il bambino tenero e incolpevole di Trieste è considerato come l’emblema delle magnifiche sorti e progressive del Sinodo, cioè il grimaldello che serve per scardinare le ancora forti resistenze alle note e auspicate ‘aperture’ ecclesiali, in primo luogo - e come primo di passi ulteriori – a quella riguardante l’accesso alla Comunione per i divorziati risposati. Una strumentalizzazione, che, se fosse stata fatta da altri, avrebbe sollevato la giusta indignazione degli autoproclamatisi tutori del vero giornalismo.
A questo punto, conoscendo un po’ i meccanismi mediatici della nostra società, sgorgano spontanee alcune osservazioni. La prima: nella nostra società massmediatica è costume evidenziare un caso estremo nella speranza di contribuire in misura rilevante al progresso di una causa. La seconda: tale caso estremo suscita sempre vaste emozioni, che fanno leva sui buoni sentimenti. La terza: se c’è di mezzo un bambino, meglio ancora, perché i bambini (salvo quelli uccisi in grembo) fanno simpatia e dunque commuovono di più. Quarto: pensavamo che tale strumentalizzazione di bambini fosse diffusa soprattutto in certe trasmissioni della tv spazzatura o attraverso la mega-diffusione di foto giuste nei momenti giusti in relazione a problemi molto complessi. Invece è penetrata anche nel Sinodo, dove si trattano argomenti che richiedono, per essere affrontati seriamente e proficuamente, mente serena, solidità culturale, fede profonda, lungimiranza e naturalmente anche disponibilità di cuore. Insomma una saggezza complessiva che vada molto al di là del sentimentalismo provocato da alcune cattive consigliere: le facili emozioni, tipiche di una società liquida, non certo di chi vuole edificare sulla roccia.   
IL BAMBINO E LE MAGNIFICHE SORTI E PROGRESSIVE DEL SINODO di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 17 ottobre 2015

http://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/529-il-bambino-e-le-magnifiche-sorti-e-progressive-del-sinodo.html

Dobbiamo riconoscere che ieri 15 ottobre i Registi , esterni ed interni, del Sinodo 2015 sono stati  bravissimi riuscendo a "bucare" la rete informativa globale :  da quella cartacea, a quella televisiva tanto da "offuscare" contemporaneamente l'Intifada 3 in Terra Santa, l'attesa legge di stabilità nazionale (poi se la vedrà il premier Renzi con Mons.Paglia quando s'incontreranno...), le stragi del Isis- che ormai annoiano perchè son troppo frequenti e simili e persino il maltempo nel centro-sud italiano, noioso anche quello perchè si ripete con le medesime caratteristiche distruttive da sud a nord.
Gli autori del  "capolavoro" d'informazione globale di ieri 15 ottobre hanno diritto alla giusta paga e  all'applauso incondizionato perchè per tutta la giornata di ieri, festa dell'energica Santa Teresa d'Avila, Vergine e Dottore della Chiesa ed anche il 16 ottobre, festa di Santa Margherita Maria Alaquoque, abbiamo dovuto un po' tutti far finta di commuoverci ( per salvare la pelle...) leggendo e ascoltando : "La storia del bimbo che spezza l’ostia per darla anche ai genitori risposati commuove il Sinodo
La testimonianza di un vescovo davanti al Papa durante l’assemblea plenaria sulla famiglia
Ha commosso l’assemblea sinodale una vicenda raccontata da uno dei padri per descrivere quante implicazioni, anche sul piano umano, abbia la controversa questione della comunione ai divorziati risposati.

Uno dei vescovi, il messicano Alonso Gerardo Garza Trevino, della diocesi di Piedras Negras, con un intervento in aula - è stato riferito - «molto emotivo», ha raccontato di un bambino che faceva la prima comunione nella sua diocesi e i cui genitori erano entrambi divorziati e risposati e non potevano quindi prendere l’eucaristia nel corso della cerimonia. Il bambino allora, nel ricevere l’ostia, ne ha staccati due pezzetti e li ha dati ai suoi genitori perché anche loro avessero la comunione, come tutti gli altri genitori presenti.


L’intervento, riportato oggi nel briefing senza citarne l’autore, ha voluto sottolineare quanto nella Chiesa sia sentito il problema lacerante delle persone unite in seconde nozze e che sono tenute lontane dai sacramenti. ..."


Per fortuna , essendo ancora ammalato, non ho  incontrato le colleghe e i colleghi bergogliosisticamente sensibili ( anche se sono incapaci , essendo ghibellinamente laici, di pregare per un Papa).
L'ho scampata bella perchè avrei dovuto improvvisarmi anch'io attore : facendo finta di cummuovermi ( per non esser meno dei Padri Sinodali così esperti di umanità e di tenerezza umana) dopo aver ascoltato, sia pur in differita, il raccontino pronunciato all'assemblea sinodale dalla comparsa di turno ... (V.SOTTO AGGIORNAMENTO CONTINUO).
I miei colleghi invece dovrebbero struggersi per me piuttosto che per l'immaginario bambino (frutto dell'eloquenza e forse della fantasia della comparsa loquente che stavolta ha avuto anche gli onori del primo piano dei mass media) e anche per i miei fratelli che cercano, malgrado i propri peccati e i propri limiti, di resistere alle trovate televisive strappalacrime di "c'è posta per te" & similia.
Chi si commuoverà per i Cattolici Fedeli ( che non riescono a commuoversi dopo il raccontino citato dalla comparsa sinodale) votati al martirio forse per mano dell'Isis telecomandato dagli USA dopo un' iniqua sentenza fulminata da "coloro che credono di aver vinto" : i progressisti/modernisti che hanno ridotto la Chiesa nello stato attuale?
C'è da chiedersi : qual'è la consistenza di fede di coloro che ricorrono a queste pieces made "C'è posta per te" ?
Affari loro : io debbo tanto pensare ai miei tanti peccati e alla mia poca fede, però mi chiedo eugualmente se coloro che ricorrono a qualche bugiola per bucare l'informazione internazionale ( dall'ANSA in giù) sono credenti e di quale dio.
Me lo debbo chiedere perchè sono un grande peccatore quindi per salvare la mia anima debbo confidare nella Chiesa e nei Suoi Ministri Consacrati.
Ho tutto l'interesse quindi che i Consacrati non ricorrano alle bugiole e alle trovate televisive per annunciare il Vangelo di salvezza. 
Non ho invece alcun bisogno delle lezioncine da chi si spaccia  esperto di umanità : quelle le prendo quotidianamente dalla strada e dagli  uomini e dalle donne che pulsano di vita e di fede e non sono ne' robot ne' delle comparse a pagamento.

Leggiamo da Messainlatino una considerazione :
 
Sulla comunicazione sinodale
A proposito della 'commovente' storia del bambino spezza-spaccia ostia:

secondo Repubblica l'episodio viene raccontato da un vescovo, vedere qui

su Avvenire si fanno nomi e cognomi, e scopriamo che il fatto è stato vissuto in prima persona da un parroco triestino, vederequi


Senza mettere in dubbio la veridicità di questa storia (d'altra parte i bimbi son comodi per far passare immagini e messaggi sovversivi), possiamo almeno interrogarci sull'affidabilità delle conferenze tenute nella sala stampa vaticana dopo le sessioni sinodali?

AGGIORNAMENTO CONTINUO

Non ci interessa il nome del Padre Sinodale che ha citato in aula il raccontino, oggetto di questo post, che ha tanto commosso gli altri Padri.
Leggere QUI le considerazioni su La Stampa di Marco Tosatti. 
Pubblicato da Andrea Carradori
http://traditiocatholica.blogspot.de/2015/10/ce-posta-per-te-al-sinodo-bugie.html

di Francesco Filipazzi
Mancava solo Raffaella Carrà. Un padre sinodale ha raccontato, giovedì, la storia strappalacrime di un bambino che ha spezzato la sua ostia, per darne una parte al padre divorziato e risposato, durante la sua Prima Comunione. 


Una storia alquanto ridicola, ma che dà la misura di quanto le argomentazioni degli “aperturisti” siano ormai così labili, che per loro urga il ricorso ai sentimentalismi. Un gesto infantile, di un bambino, che diventa teologia, segnando però l'ennesimo auto gol di una compagine di personaggi ormai alla frutta. Se una rivendicazione può essere giustificata, a furor di media solo con una storiella, forse di rivendicazione infantile si tratta. Va detto che ormai auto ridicolizzarsi in ambito progressista è un'abitudine. L'altra carrambata allucinante e allucinata di monsignor Charamsa probabilmente entrerà nei manuali del “come farsi del male”. 

Così come l'intervista di Repubblica a una coppia di neocatecumenali pubblicata ieri (fruibile qui). I due coniugi hanno 12 figli e secondo il sottotitolo dell'articolo dichiarano: “sappiamo che la nostra è una scelta particolare, ma ora la Chiesa apra anche ai divorziati”. Carramba che sorpresa! I neocatecumenali cattivi che hanno partecipato al family day guidati dall'oscurantista Kiko, guardate che bravi. 


Peccato che i due coniugi nell'intervista dicano semplicemente che: “Per noi è importante il tema dell'accoglienza. Veniamo dal Cammino neocatecumenale e alle nostre comunità si avvicinano divorziati risposati, persone che hanno problemi affettivi e combattimenti interiori. Anche se non possono accedere ai sacramenti non si sentono esclusi e questo aiuta anche a risolvere i problemi. Abbiamo visto molti riconciliarsi”.
Come vedete, cari lettori, la grancassa mediatica cerca di sparare ancora qualche colpo, ma a quanto pare il Sinodo è andato a monte, per i progressisti. Quella che doveva essere una riflessione sulla famiglia negli anni 2000 e nei decenni che verranno, è diventata una farsa su divorziati e unioni gay. Dando ancora una volta un'immagine meschina di alcuni alti prelati. 
Intanto la relazione finale probabilmente verrà eliminata dalla scaletta e già si pensa di rimandare la discussione sulla comunione ai divorziati risposati a un momento successivo. Intanto la confusione nei fedeli cresce.

1 commento:

  1. mah!melassa che nasconde un veleno mortale ......misericordia senza richiesta di pentimento....non seguiteli!

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