Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
Essere coscienza felicità: la triplice natura dell’uomo. Che corrisponde anche alla tripartizione fondamentale della filosofia: l’ontologia scienza dell’essere la gnoseologia scienza del conoscere e l'etica scienza del bene e del male di F. Lamendola
L’uomo, in primo luogo, è – o, quanto meno, presume di esserci; in secondo luogo, è cosciente di esistere, lo sente, lo respira, lo vive, se ne stupisce, ne gode, ne soffre, si fa mille domande, a molte delle quali non trova le risposte; in terzo luogo, egli cerca la felicità, perché il bisogno di essere felice è l’impulso invincibile che lo tiene legato al mondo ed a se stesso, che lo accompagna nei tratti perigliosi del suo cammino terreno, che lo sprona ad andare sempre avanti, confidando, se il suo presente non è felice, che il domani sarà migliore dell’oggi.
A nome del ‘tengo famiglia’ e del ‘lasciatemi in pace’, si dà sfogo alla lussuria spirituale e alla pigrizia spirituale: da un lato, infatti, ci si inclina al fascino orientale dei riti (validi, ma non legittimi) peccando di ‘lussuria spirituale’, ovvero cercando nel bello il soddisfacimento della sete di Verità che è propria della creatura umana, dall’altro si pecca di ‘pigrizia spirituale’, a causa dell’arrendevolezza con la quale si proclama la capitolazione della Chiesa Cattolica (ma non c’era una promessa di Nostro Signore a tal riguardo?). Un atteggiamento così gggiovane non può meritare per coloro che lo professano che un unico epiteto: Byzanteens, ovvero gli adolescenti di Bisanzio (l’antica Costantinopoli), coloro che credono di rifarsi una verginità spirituale passando attraverso le forche caudine del rito orientale!
Sembra che i santi abbiamo vissuto vite assolutamente incompatibili con quella dei cristiani di oggi. Dal pulpito oggi non è poi cosi raro sentire frasi come: "A Dio non servono i tuoi sacrifici perché ti ama cosi come sei" oppure: "Dio non vuole che vi sacrifichiate, gli basta che lo amiate". Frasi condivisibili penso da tutti, peccato che non sono del tutto vere.
Le indulgenze e il purgatorio? Francesco li ha messi in soffitta
Erano elementi costitutivi di tutti i giubilei. Ma non di questo. Il papa non ne parla più, come se facessero ombra al primato assoluto della misericordia
di Sandro Magister
ROMA, 19 dicembre 2015 – Il giubileo è per sua natura tempo di "indulgenze". Eppure papa Francesco ha fin qui accuratamente evitato di pronunciare questa parola.
Non l'ha pronunciata né quando ha aperto la prima porta santa in quel di Bangui, nella Repubblica Centrafricana, né quando ha aperto la porta santa in San Pietro, l'8 dicembre, giorno d'inizio ufficiale del giubileo, né quando l'ha aperta a San Giovanni in Laterano, la cattedrale di Roma. E nemmeno l'ha pronunciata nelle due catechesi del mercoledì che ha finora dedicato a spiegare questo anno santo.
Appropriazione indebita, dopo il parroco indagato il vescovo. Il "censore" Mogavero ora si difende
Chissà se Papa Francesco saprà essere "misericordioso" anche con lui?
Monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, ex sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana e commissario Cei per le migrazioni, esponente dell'ala più è indagato dalla Procura di Marsala con l'accusa di appropriazione indebita. Secondo gli inquirenti che lo hanno già interrogato, si sarebbe appropriato di 180mila euro della Curia, soldi che avrebbe fatto transitare sul proprio conto corrente attraverso bonifici e assegni tratti dai conti intestati alla Diocesi di Mazara. Con lui è indagato anche l'ex economo della diocesi, don Franco Caruso, cui si contestano i reati di appropriazione indebita e malversazione.
progressista dei vescovi italiani
FRA MAURO JOEHRI SU CAPPUCCINI ED ALTRO (MONTAGNA COMPRESA)
Ampia intervista al Ministro generale dei Cappuccini, da poco anche presidente dell’Unione Superiori generali – Tra gli argomenti la situazione dell’ordine cappuccino, la questione degli scandali finanziari nel mondo religioso, la collaborazione tra i rami francescani, gli incontri con Benedetto XVI e Francesco, l’ultimo Sinodo, l’idea di un Sinodo del popolo, gli anni passati al Santuario della Madonna del Sasso a Orselina sopra Locarno, l’amore per la montagna.
Chi è fra Mauro Jöhri? Nato nel 1947 nell’elvetica Bivio grigionese e trilingue, dal 2006 è Ministro generale dell’Ordine cappuccino e dal 27 novembre scorso anche presidente dell’Unione Superiori Generali. Novizio dal 1964, studente di teologia al Seminario di Soletta, sacerdote dal 1972 e dottore in teologia nel 1980, ha vissuto e operato per undici anni nel Canton Ticino, presso il santuario locarnese della Madonna del Sasso, diventando poi nel 1995 provinciale dei Cappuccini elvetici.
Beata colei che ha creduto che quanto a lei detto da parte del Signore avrà compimento(Lc 1, 45).
Sì, beata l’anima che dà credito a ciò che Dio le comunica nella Rivelazione trasmessaci dalla santa Chiesa mediante la Sacra Scrittura e la Tradizione, fedelmente interpretate dal Magistero autentico, che è immutabile e perennemente valido. Beata l’anima che sulla roccia di quelle divine parole edifica la propria casa conformando ad esse le sue scelte e i suoi comportamenti; essa resisterà a tutte le tempeste e i cataclismi che stanno per abbattersi sull’umanità disobbediente (cf. Mt 7, 24-25). Beata l’anima che si rispecchia continuamente nell’Ancella del Signore ripetendo in ogni circostanza, lieta o avversa: «Ecce ancilla Domini: fiat, fiat, fiat mihi secundum verbum tuum!» (Lc 1, 38). Beata l’anima che, libera dalle zavorre dell’orgoglio e degli attaccamenti carnali, resa leggera dall’umiltà, dalla carità e dalla fiducia, mette le ali ai piedi e vola come Lei a portare a chi Lo attende quel Gesù che in essa vive e che da essa irradia il Suo Spirito di gioia e di pace.
Il Salvatore del mondo giace sulla fredda paglia -
Gran Dio, concédici di non darGli mai più pena!
Il Messia venturoChe contrasto tra la scena del Natale odierno nelle nazioni una volta cristiane e le profezie del Messia venturo, sparse in tutto l’Antico Testamento! È il contrasto tra l’inizio e la fine di queste nazioni. E’ stata la venuta di Cristo, preparata dagli Ebrei da più di duemila anni, che ha forgiato queste nazioni (Gentili) attraverso la Sua Chiesa, per mettersi al servizio di Dio quando gli Ebrei misteriosamente scelsero di abbandonarLo. Oggi è la fine del tempo di queste nazioni, perché esse ormai a loro volta stanno abbandonando Dio. Una selezione sommaria delle centinaia di citazioni messianiche del Vecchio Testamento, ci ricorda la gloria e la grandezza infinita della missione del Messia, nonché la gravità del voltarGli le spalle: -
NON SI SCHERZA PIÙ. IL VATICANO E IL SUO AMICO YAD VASHEM PUBBLICANO UNA TAVOLA DI 12 FRANCOBOLLI. SU UNO DI QUESTI FRANCOBOLLI FIGURA BHL, ORMAI UFFICIALMENTE IMMORTALATO[1].
BHL: … Sono stato in Vaticano per preparare un grande incontro che avrà luogo il prossimo 16 dicembre, nella sede delle Nazioni Unite di New York, per il 50° anniversario dell’enciclica Nostra Aetate che ha segnato, come sapete, la fine dell’odio cristiano per il giudaismo … Il Vaticano è, insieme al Memoriale dello Yad Vashem e alle grandi organizzazioni ebraiche americane, uno degli organizzatori di questo evento. Io sarò uno dei relatori. E mi trovavo dunque lì, insieme al Grande Rabbino inglese David Rosen e all’americano Michael Landau, per una specie di riunione di lavoro che aveva il compito di fissare il metodo e gli scopi di questo importante incontro. Dunque una lunga riunione con Pietro Parolin, il cardinale che è anche il segretario dello Stato del Vaticano, ossia il suo numero due. E, prima di tutto ciò, per stabilire la rotta e, anche, per presentargli una tavola di francobolli emessi, per l’occasione, dal Vaticano e dallo Yad Vashem, un’udienza molto commovente con lo stesso papa.
UN'EUROPA CRISTIANA O IL NULLA Attualità di T.S.Eliot: o rifondare un’Europa cristiana o il nulla. Amico di Ezra Pound vide le premesse della degenerazione europea: una società per esistere non è soltanto una somma aritmetica di individui e dei loro egoismi di Francesco Lamendola
Di grande attualità ci sembra, ai nostri giorni, un saggio che il grande poeta Thomas Stearns Eliot – americano naturalizzato inglese, nato a Saint-Louis nel 1888 e morto a Londra nel 1865, autore di capolavori come «La terra desolata» (1922) e «Assassinio nella cattedrale» (1935) - scrisse, alla vigilia della Seconda guerra mondiale, quando già spiravano terribili venti di distruzione sull’Europa e sulla sua civiltà: «L’idea di una società cristiana» (1939).
Eliot, massimo esponente del modernismo anglosassone, insieme al suo amico Ezra Pound (niente a che vedere con il modernismo teologico), era anche un pensatore di buon livello, che sentiva con angoscia, ma sapeva anche analizzare con estrema lucidità, la crisi che il nostro continente stava vivendo, e le cui origini, com’egli vide, partivano da lontano: per lo meno dall’Illuminismo, dal quale nacque il progetto di sradicare la tradizione cristiana per sostituirla con una nuova religione laica e deista, sulla misura della ragione umana, fondata sui diritti e sulle libertà.
Un cattolico non può, in coscienza, odiare la Messa tradizionale. Non si può disprezzare un rito così venerabile che ha aiutato a santificare innumerevoli anime nel corso dei secoli. Eppure ci sono tanti modernisti che usano parole di sommo disprezzo nei confronti della liturgia antica. Ma chi è che li spinge a nutrire sentimenti di avversione verso tutto ciò che ha un sapore “tradizionale” nella vita cristiana? Chi è che li aizza a perseguitare e a ostracizzare i cattolici rimasti fedeli alla Tradizione? Il demonio!
Ai tempi del catechismo di san Pio X si imparavano domande e risposte a memoria e quindi tutti sapevano elencare le opere di misericordia spirituale e corporale. Sono importanti tutte ma noi, chissà perché, prediligiamo quelle spirituali. Papa Francesco compie questi gesti "corporali" per dire che questa preferenza non va bene.
Papa Francesco davanti al presepe: "Gesù non va mai imposto con la forza"
Bergoglio al dono del Presepio e dell’Albero di Natale allestiti in Piazza San Pietro: "Il Signore non si impone mai con la forza"
"Ricordate bene questo, voi bambini e ragazzi, il Signore non si impone mai con la forza".
Incontrando i giovani "artisti" presenti oggi all’inaugurazione del presepe e dell’albero di natale di piazza San Pietro donati dal Trentino e dai Comuni bavaresi di Hirschau, Schnaittenbach e Freudenberg, papa Francesco ci ha tenuto a ricordare che "il presepe ci dice che Gesù non si impone mai con la forza". "Per salvarci - ha continuato il Santo Padre - non ha cambiato la storia compiendo un miracolo grandioso. È invece venuto in tutta semplicità, umiltà e mitezza".
Il glorioso pontificato di Bergoglio verrà ricordato per aver ospitato il primo Congresso Mondiale della Società Europea di Ginecologia Estetica, dal 20 al 21 Aprile 2016, presso l'Institutum Patristicum Augustianianum.
I principali peccati contro la Fede si dividono in due generi: l'incredulità e la bestemmia contro lo Spirito Santo. Ci occuperemo in questo articolo dell’incredulità e delle sue specie. L'incredulità consiste anzitutto nel rifiuto di credere alla predicazione del Vangelo e della verità o nel disprezzo di essa.
Il Tempo di Avvento, per portare i suoi frutti divini, deve liberarci da ciò che ostacola la Venuta di Gesù nelle nostre anime: il peccato, o forse, semplicemente, la dimenticanza di Lui. Se il “Signore è vicino”, tutti possono e debbono trovarlo!
È di nuovo Avvento. Noi andiamo a Messa tutte le domeniche e, possibilmente tutti i giorni. Succede così che in questo tempo sentiamo risuonare spesso l’invito alla gioia: «Gioisci, figlia di Sion; esulta, Israele e rallegrati con tutto il cuore» (Sof 3,14-18). Perché gioire, perché essere felici?
Letterati e filosofi, “maîtres à penser” (maestri del pensiero) d’oggi vogliono condurre l’uomo al di sopra di tutto e poi... senti le conclusioni del loro argomentare: la vita è uno schifo, l’uomo non ha senso, c’è solo spazio per l’angoscia, la disperazione e la rabbia. Si può anche apparire “sazi”, ma in fondo si è “disperati”: “sazi e disperati”, come diceva l’anima buona del Card. Giacomo Biffi (1928-2015), già Arcivescovo di Bologna, del mondo d’oggi.
Feria VI Quattuor Temporum in Adventu Ad Matutinum Lettura 1 Lettura del santo Vangelo secondo Luca. Luc 1:39-47 In quell'occasione: Maria si alzò, e andò in fretta in una regione montuosa, in una città di Giuda; ed entrò in casa di Zaccaria, e salutò Elisabetta. Eccetera.
Omelia di sant'Ambrogio Vescovo Libro 2 al cap. 1 di Luca, dopo il principio. È giusto che chi vuol esser creduto cominci a provare che egli è degno di fede. Ond'è che l’ Angelo, nell'annunziare alla Vergine Maria il gran mistero, le dice, per convincerla, che una donna sterile e anziana è divenuta madre: per mostrarle così che a Dio è possibile tutto ciò che gli piace. Appena Maria ebbe ciò udito, non già che non credesse all'oracolo, 0 dubitasse del nunzio, o che esitasse intorno all'esempio, ma lieta per il compimento dei voti (della cugina), Volendo compiere un pio dovere, si diresse in fretta . e festante verso una regione montuosa. Già piena di Dio, dove se non verso regioni più alte doveva muoversi in fretta? La grazia dello Spirito Santo non conosce indugi (in ciò che ispira). Lettura 2 Imparate voi pure, o sante donne, con quale sollecitudine dovete assistere le vostre congiunte prossime ad essere madri. Maria, che prima viveva sola nell'interno della sua casa, ora non il pudore di vergine la trattiene più dal comparire in pubblico, non l'asprezza dei monti arresta il suo zelo, non la lunghezza del viaggio la scoraggia dal rendere il suo servizio. La Vergine, lasciata la sua casa, si diresse in fretta verso una regione montuosa, preoccupata la Vergine del suo dovere, senza pensare alle difficoltà, ascoltando la (sua) carità piuttosto che la debolezza del (suo) sesso. Imparate, o vergini, a non gironzolare per le case altrui, a non fermarvi nelle piazze, a non prender parte a nessun trattenimento pubblico. Maria, lenta a uscir di casa, sollecita quand'è fuori, restò tre mesi con sua cugina. Lettura 3 Avete appreso, o vergini, il pudore di Maria: apprendetene ora l'umiltà. Una parente va dalla parente, la più giovane alla più anziana: né va soltanto, ma è la prima a salutare. Poiché conviene che una vergine, quanto più casta, tanto più sia umile. Che sappia essere deferente verso gli anziani. Che chi fa professione di castità, insegni l'umiltà. (Il suo viaggio) è anche un effetto della sua pietà, è una norma per nostra istruzione. È da rilevare infatti qui, che è il superiore che va all'inferiore, perché l'inferiore sia soccorso: Maria ad Elisabetta, Cristo a Giovanni. http://divinumofficium.com/cgi-bin/horas/officium.pl
http://www.scuolaecclesiamater.org/2015/12/2-antifona-o-adonai.html Immacolata
Tutti noi siamo peccatori, nasciamo con l’inclinazione al peccato.
Anzi: fin dal primo istante del nostro concepimento ci sviluppiamo nell’inquinamento
che il primo peccato dei nostri progenitori ha provocato
nel patrimonio genetico della razza umana. Maria, invece, unica fra tutte
le creature umane, fu del tutto immune dalla tabe del peccato originale.
Questo significa, prima di tutto, il dogma dell’Immacolata Concezione.
La vergine Maria, però, apparendo a Lourdes, suggerì alla nostra
fede un’altra dimensione di questa verità. Richiesta, infatti, di manifestare
precisamente la sua identità, la Vergine, con un’espressione di adorante
gratitudine, rispose: «Io sono l’Immacolata Concezione». Essa, dunque,
non è semplicemente l’unica creatura immune, fin dal momento del suo
umano concepimento, da qualsivoglia peccato, ma è addirittura, Lei in
persona, il concepimento ideale e puro della creatura umana, il prototipo
di ciò che l’uomo avrebbe dovuto essere, tutto aperto e disponibile, adorante
ed obbediente verso Dio.
Davanti ad una meravigliosa opera d’arte noi sostiamo e ci domandiamo:
quale sarà stata la concezione dell’artista? Davanti a Maria questa
domanda otterrebbe la seguente risposta: in Essa brilla la concezione perfetta,
quella senza alcuna macchia, ossia senza alcuna mancanza o difetto o disordine, in Essa risplende – senza attenuazioni – il fulgore della concezione
divina dell’uomo, Essa è la misura originaria dell’uomo mai decaduto.
Questo è Maria. Tale affermazione è d’incomparabile importanza
per tutta l’umanità. Essa, infatti, proclama, con l’assoluta categoricità della
fede, che l’umanità non è tutta inquinata, che l’umanità, lungi dall’essere
sconfitta, è – per grazia di Dio – vittoriosa. L’Immacolata Concezione
è luminosa bandiera della dignità umana grande all’infinito.
E difatti l’iconografia cattolica ha raffigurato Maria dominatrice di
tutto l’universo materiale: rivestita di sole, la luna le sta sotto i piedi e le
stelle (12 stelle, ossia la totalità delle stelle) sono la sua corona. Grande
all’infinito, soprattutto, perché la potenza del male, raffigurata dal dragone,
è schiacciata proprio da Lei, che pertanto non trova più barriera,
ostacolo nel suo sguardo verso il Cielo, ossia verso la luce infinita di Dio.
Perciò è giusto che a Lei i credenti guardino con speranza ed è logico
che proprio verso di Lei si accaniscono le bestemmie di chi è convinto
che l’uomo è soltanto spregevole schiavo. Umile ed alta
Nelle due settimane che corrono dal Natale all’Epifania, la Madonna
appare come protagonista della liturgia cattolica. È Lei, la Vergine intemerata,
che mirabilmente partorisce, sicché può avvolger Lei, nelle fasce
amorevolmente preparate, il suo santo Bambino; e Lei in persona può
deporre il pargolo nella mangiatoia. È Lei, la Madre, che vien presentata
in divino e regale splendore il giorno di Capodanno, quasi scaturigine del
tempo sacro, dell’evo divino; è ancora Lei, la sedes sapientiae, che offre
il Bambino alla rappresentanza adorante della sapienza pagana.
Ripenso ad uno dei tanti libri del grande esegeta Francesco Spadafora,
un libro dedicato a Maria Santissima nella Sacra Scrittura, nel quale
l’insigne studioso trova splendido fondamento biblico alle verità dell’Immacolata
Concezione, dell’Assunzione e della Regalità della Vergine
Madre che è «termine fisso d’eterno consiglio». Questo libro molto
impegnativo, alla fine, con gran rilievo di titolo, riporta la pagina più bella
che, secondo Spadafora, sia mai stata scritta sulla Vergine Santa. Spadafora
non qualifica così una pagina propria. Ne è autore invece Vito Fornari, celeberrimo estensore d’una sublime vita di Gesù. Umilmente Spadafora
mette sul candelabro una pagina altrui centrata proprio sull’umiltà.
Anch’io mi contento di sottoporvela senza commenti: «L’umiltà è divina
virtù, e in istretto senso è divina solamente, perché Dio soltanto si può in
stretto senso abbassare, comunicando con le creature. Ed in verità ogni
comunicazione di Dio con le creature, ed in ogni dono che Egli fa loro, è
un suo atto d’umiltà. Se dunque solo Iddio si umilia propriamente, le
creature che hanno umiltà hanno del divino in loro. Le creature capaci di
virtù, hanno la virtù dell’umiltà se accettano e rifanno l’atto dell’umiltà
divina col quale Dio si comunica a loro. Con un medesimo atto esercitano
e ricevono divinità. E se in una creatura non vi è macchia di superbia,
ma perfetta umiltà, ella è una creatura divina, perché tutto quello che è in
lei, è divinità. Così è; una creatura, una persona creata è divina, se ella
ha umiltà perfetta. E per questa ragione, per la sua perfetta umiltà, fu
divina Maria. Mentre l’uomo corrotto si attribuiva per superbia una
mentita divinità, proprio con l’umiltà fu donata verace divinità a Maria.
Il dono mette l’infinito tra Maria e Chi la rese così divina; ma è tal dono,
che mette anche l’infinito, o quasi, tra Lei e tutte le cose che sono state
fatte... E difatti atto di umiltà provoca dono divino, che produce più intenso
atto d’umiltà, che provoca maggior dono, che produce umiltà maggiore,
e così di seguito in infinito. L’umiltà fu anima dell’anima di Maria,
e fu esercizio di tutta la vita, e causa della sua grandezza unica nel creato...
Umiltà, inoltre, è capacità dell’anima, non vuoto; è infatti prodotta
dal medesimo atto con cui Dio si versa in un’anima. E così Maria divenne
capace dell’infinito Verbo, per un’umiltà infinita». Vito Fornari conclude:
«Le prime due settimane degli anni di Maria rassomigliano a quelle
circa due ore di alba che nella stagione più bella precedono al giorno. È
un chiarore, ad oriente, la luce bianca purissima, un chiarore che cresce
di mano in mano, e piglia nuovi colori, più vivaci ma sempre così dolci,
che piace all’occhio ed innamora l’anima, finché non s’apra e non mostri
seco il sole, il sole che l’ha prodotto e finora si è mostrato in esso.
Così il Verbo si mostrò in Maria e da Maria operò nel resto delle creature».
* da “Tu sei la Donna!”, Sacra Fraternitas Aurigarum, Roma 2015 http://www.presenzadivina.it/numeri2015.html
Gordon M. HahnMolti nella piccola ma non insignificante minoranza di occidentali, tra cui conservatori statunitensi, che in un modo o nell’altro supporta molte azioni del presidente russo Vladimir Putin lo fanno spesso nell’illusione che sia un conservatore. In che misura le posizioni di Putin sono correlate col conservatorismo occidentale e in quale misura si differenziano? Putin non è un conservatore, nel senso occidentale o statunitense del termine. (Né è uno stalinista o restauratore dell’Unione Sovietica o addirittura della Vecchia Russia. Infatti, Putin ha appena approvato un nuovo monumento e un museo da costruire nel centro di Mosca dedicati alle vittime dello stalinismo e del comunismo).
Neo-tradizionalismo russo, non conservatorismo
Anche se alcune delle posizioni di Putin che puntano alla costruzione di un tradizionalismo post-sovietico si sovrappongono alla visione di alcuni conservatori occidentali, Putin è un tradizionalista e statalista russo, piuttosto che un conservatore filo-occidentale. Il nuovo tradizionalismo russo o neo-tradizionalismo di Putin si basa su alcuni principi: (1) statalismo, (2) stabilità, (3) libertà di, e non libertà dalla religione, e (4) conservatorismo culturale e sociale o tradizionalismo.
Una testimonianza da Aleppo, Suor María Guadalupe de Rodrigo: «Con Assad i cristiani non sono stati perseguitati. L’Occidente non può imporre la sua “democrazia” ai siriani»
Suor Guadalupe Maria De Rodrigo, argentina, 42 anni, Missionaria cristiana, nel 2011 è arrivata ad Aleppo poco prima della guerra alla Siria, ed è rimasta per portare aiuto alla popolazione assediata dai terroristi. Per la religiosa in Siria c’è un governo laico che non ha mai perseguitato i cristiani. E soprattutto: “In Siria non c’è stata nessuna rivoluzione, ma un attacco pianificato dall’estero.”
Nei precedenti capitoli si è visto come Iddio nella sua eterna giustizia punisca le anime in relazione alle grazie delle quali hanno abusato; è quindi naturale che le persone a lui consacrate abbiano a subire dopo morte tormenti gravissimi, proporzionati alla sublimità della loro vocazione.
Giubileo a “chilometri zero” e penitenza diGiovanni Lugaresi
Il Giubileo (ancorché straordinario) della misericordia – e di che cosa d’altro, verrebbe da chiedere? – sta dando delle cocenti delusioni a destra e a manca, in àmbito clericale e fra i laici, specialmente i media: carta scritta e radiotelevisioni.
E’ frequente infatti leggere e/o ascoltare notizie (per loro) deludenti: per esempio, lo scarso afflusso di pellegrini a Roma; piazza San Pietro fino a qualche mese fa gremita di fedeli, ora piena soltanto a metà – una sorta di bicchiere mezzo vuoto!.
Poi ci sono gli immancabili ragionamenti, le conseguenti considerazioni (ovvie), eccetera: il pericolo derivato dalle minacce dell’estremismo islamico che Roma l’hanno citata, eccome se l’hanno citata!!! Inducendo timori e paure fra chi magari a Roma ci sarebbe andato
Ma, forse, è sfuggita un’altra ragione, se non “la ragione” di questo… assenteismo.
DEROGA: SECONDO IL NEO-VATICANO, GLI EBREI POSSONO OTTENERE LA SALVEZZA ETERNA SENZA DIVENTARE CRISTIANI. TROPPO FIGO![1]
Una commissione teologica del Vaticano[2], ha valutato, giovedì 10 dicembre, che gli ebrei possono ottenere la salvezza eterna senza diventare cristiani, e ha invitato i cristiani a non cercare di convertirli. Cinquant’anni dopo la dichiarazione “Nostra Aetate”, che ha messo fine a secoli di disprezzo e ha aperto al dialogo, questa commissione teologica è così andata un po’ più lontano di Benedetto XVI, che si era pronunciato, in un libro del 2011, contro ogni tentativo di convertire gli ebrei.
Riproduciamo qui l'editoriale che apparirà nel prossimo numero della rivista teologica "Fides Catholica", della quale ha assunto la direzione il nostro Presidente Antonio Livi. L'articolo dimostra, con argomenti di ragione naturale e di fede soprannaturale, che la pastorale, a ogni livello, deve esprimere sempre e soltanto il fine salvifico della Chiesa (Corrado Ruini)
«Non si edificherà la società in modo diverso da come Dio l’ha edificata; non si edificherà la società se la Chiesa non ne getta le basi e non ne dirige i lavori; no, la civilizzazione cristiana non è più da inventare, né la comunità nuova da fabbricare sulle nubi. Essa è stata ed è: la civilizzazione cristiana, è la società cattolica. Non si tratta che di instaurarla e di restaurarla senza posa sui suoi fondamenti naturali e divini contro gli attacchi sempre rinascenti dell’utopia malsana e dell’empietà: Omnia instaurare in Christo» (S. Pio X, Notre charge apostolique, 1910).
Succede se i gatti si sostituiscono ai figli e i grattacieli ai campanili
Io non mi stupisco se piazza San Pietro è semivuota, o non piena come previsto, mi stupirei del contrario. E non credo che tutta la colpa sia della paura, del timore di incappare nel maomettano appassionato di esplosivi. E’ vero che negli ultimi anni, neocatecumenali a parte, i movimenti cattolici capaci di portare la giovinezza in piazza si sono eclissati, riducendosi ai loro risibili riti estivi (sì, sto pensando soprattutto a Cl), ed è vero che il cattolicesimo parrocchiale è un cattolicesimo senile e perciò tremebondo (i vecchi temono di morire infinitamente più dei ragazzi, per loro la morte è una realtà concreta, non un’idea). Ma non è solo questo. E’ innanzitutto che, così come la natura, il cuore dell’uomo aborrisce il vuoto.
Il Corriere della Sera: Nunzio Galantino sostiene Maria
Elena Boschi
Chi c'era, e che cosa si è detto, alla presentazione del
libro di Massimo Franco “Imperi Paralleli. Vaticano e Stati Uniti: due secoli
di alleanza e conflitto“
In pochi lo sanno ma la nomina del primo nunzio vaticano
negli Stati Uniti risale a poco più di trent’anni fa, al 1984. Solo nel 2008,
invece – con Benedetto XVI e George W. Bush –
un Papa è entrato, prima volta nella storia, alla Casa Bianca. Due episodi che
evidenziano quanto – nel corso dei decenni e dei secoli – siano state
complicate e, talvolta tese, le relazioni diplomatiche tra Usa e Santa Sede.
Chissà cosa regalerà per Natale Vladimir Putin quest’anno. L’anno passato fece giungere ai governatori regionali tre libri da meditare, e su cui aveva evidentemente meditato lui: La filosofia della Ineguaglianza del grande Nikolai Berdjaev, laGiustificazione del Bene del grandissimo Vladimir Solovev (1853-1900), e I nostri compiti di Ivan Ilyn (1883-1954). Lo sappiamo perché Foreign Affairs, la rivista del Council on Foreign Relations, vi dedicò un articolo fremente di rabbia soprattutto contro l’ultimo autore: “Il posto dove lasciare Ilyn era l’ignominia – sbavava l’organo del globalismo, spiegando che era stato “un teorico del complotto, un nazionalista russo con tendenze fasciste.
In questi giorni è stata diffusa una notizia che, laddove dovesse esser confermata, non potrebbe che corroborare ancora una volta i nostri timori circa le convinzioni di Bergoglio a proposito della Presenza Reale.
Scrive un lettore che il Papa avrebbe invitato un Vescovo laziale a “punire severamente” i sacerdoti che si rifiutano di comunicare i fedeli nella mano, ostinandosi a comunicarli sulla lingua. Secondo Bergoglio, negando la Comunione in mano, il sacerdote offenderebbe Cristo presente nel Suo Corpo sociale (sic).