L’importanza dell’inferno
La “misericordia” che somiglia molto alla giustificazione per “sola fide” luterana (ma va anche oltre in un ecumenismo sfrenato) annulla il libero arbitrio, cancella la giustizia e diventa iniquità. In questo sfrenato dominio, però, perde anche se stessa poiché senza giustizia, senza distinzione netta tra bene e male, senza peccato da espiare, che cosa ci sarebbe da perdonare?
di Matteo Di Benedetto
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Comincia a dominare inesorabilmente, in ambiente cattolico, l’idea che l’inferno non esista o, al massimo, ammesso e non concesso che esista, che sia necessariamente vuoto. Come mai Dio buono e misericordioso condannerebbe qualcuno ad una eternità di tormento? È davvero necessario per un cattolico credere all’esistenza dell’inferno? Ho sentito diverse argomentazioni per giustificare l’esistenza della pena eterna. Ad esempio, che si offende l’infinita maestà di Dio e dunque anche la pena deve essere altrettanto infinita. A mio giudizio, vi sono altre ragioni ben più stringenti che vanno sicuramente pensate e considerate nella fede, prima di poter dubitare dell’esistenza dell’inferno. Vediamole in quattro punti.