ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 29 luglio 2017

Il diavolo, comunque, è instancabile.

VERITA' E SELEZIONE DEI MIGLIORI

    La ricerca della verità crea la selezione dei migliori. Abbiamo deriso e svalutato per decenni l’idea che la verità esiste. E applaudito qualunque imbecille che gridasse che esistono tante verità quanti sono gli esseri umani                                                                                                                            di Francesco Lamendola  
    

  
È un errore pensare che la ricerca della verità sia una cosa che riguarda solo poche persone, cioè i filosofi di professione, mentre la gran parte degli esseri umani ha cose più concrete e più importanti da sbrigare, come sbarcare il lunario, mantenere una famiglia, occuparsi dell’educazione dei bambini e dell’assistenza ai vecchi. Al contrario, non c’è nulla che sia più importante della verità, nulla che venga prima di essa. E, del resto, la ricerca della verità non è un’altra cosa rispetto alle normali e necessarie attività della vita quotidiana, ma è la stessa cosa, solo fatta con piena ed intera consapevolezza, laddove, molto spesso, quelle attività vengono espletate alla meno peggio, come si sa e come si può, cioè senza consapevolezza autentica di quel che si sta facendo, e del perché lo si stia facendo.
Ma facciamo un passo alla volta. Una società sana è una società nella quale le singole persone cercano di realizzare il loro fine individuale, ma anche il fine proprio dell’essere umano: nella quale, cioè, ciascuno è aiutato a trovare e costruire se stesso, non solo come un atomo disperso e isolato, ma come parte della famiglia umana, dalla quale riceve gli strumenti per diventare ciò che deve essere, e alla quale restituisce, a sua volta, tali strumenti, nelle persone dei propri figli, amici, colleghi, eccetera. In una società di questo genere, la verità è percepita come un elemento essenziale per orientarsi nella vita, sia a livello individuale, sia a livello collettivo: il solo fatto di credere che essa esiste crea una interazione virtuosa fra il singolo individuo e la società nel suo insieme, a cominciare dalla sua cellula fondamentale e naturale, che è la famiglia. Ovviamente parliamo della famiglia vera, quella formata da un uomo, una donna e, possibilmente, dei bambini; non delle sue sconce contraffazioni odierne, e meno ancora di una famiglia “aperta”, “fluida” e fluttuante, secondo gli umori e gli orientamenti psicologici e quelli sessuali, più o meno transitori, più o meno durevoli, dei suoi membri.

E questa é casa mia, gospa o non gospa la devi piantàr


                                      https://www.youtube.com/watch?v=7Vh5UjL7WA8

La forza di Medjugorje va oltre il riconoscimento del Vaticano

Giuseppe Colombo/Huffpost
Il giudizio di Papa Francesco, chiamato a pronunciare la parola definitiva sull'autenticità delle apparizioni a Medjugorje, segnerà inevitabilmente uno spartiacque nella valutazione che non solo la Chiesa, ma anche i pellegrini, faranno di un luogo di preghiera che dal 1981 registra migliaia di visite ogni anno. Il "marchio" del Vaticano sdoganerebbe per sempre Medjugorje, mettendola sullo stesso piano dei santuari che sono nati dalla stessa matrice, quella cioè delle apparizioni mariane: Lourdes e Fatima. Ma non è affatto detto che la forza spirituale che pervade quel piccolo centro sulle colline della Bosnia-Erzegovina dipenda, in modo esclusivo, dalla decisione della Santa Sede.

Secondo i desideri del loro cuore

Ditemi voi se questa è Chiesa cattolica!

Alcuni giorni orsono mi sono imbattuto in un messaggio di padre James Martin. Sono rimasto pietrificato. Cercando di saperne di più su questo sacerdote (gesuita, è stato nominato nell'aprile 2017 consulente della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede! ) ho scoperto altri scritti e dichiarazioni dal contenuto osceno, del tipo: "Alcuni Santi erano gay", "In Paradiso saremo salutati da uomini e donne Lgbt"... e mi fermo qui perchè è tutto un richiamare la tanto "misericordiosa" pastorale di papa Bergoglio e il suo ambiguo "Chi sono io per giudicare?". Pare che un numero enorme di sacerdoti, oggigiorno, sia su questa linea... 

“Tuttoattaccato”…?


UNA CHIESA È ANCORA UN LUOGO SACRO? I PRETI CHE NE PENSANO? LA BONINO, E UN PICCOLO EPISODIO ALTROVE…


Un lettore di Stilum Curiae ci ha mandato una serie di fotografie e una piccola storia. Una compagnia probabilmente amatoriale di teatro-danza organizza con l’appoggio del comune e evidentemente dei responsabili di Chiesa uno spettacolo che ha come palcoscenico il sagrato di una chiesa in provincia di Parma. Il problema è che come backstage viene usata la chiesa stessa; con tutta la libertà che un backstage comporta: comprese ragazze in slip e reggiseno.

Un’ottusa ‘hybris’

Senzaparole


Pubblicato da 

http://querculanus.blogspot.it/2017/07/senzaparole.html 

A Dio piccolo Charlie:il nuovo Stato eugenetico
ha deciso che è legale uccidere un disabile
Charlie è stato ucciso. Ha combattuto su questa terra prima che un’umanità spietata gli staccasse la ventilazione. Morto soffocato nel lettino di un hospice lontano da casa. Messo a morte perché questo nuovo Stato eugenetico ha deciso che è legale uccidere un disabile. 
di Ermes Dovico

Un generalato più che un pontificato


Non è più il Santo Curato d’Ars il modello di prete della “nuova Chiesa”

È più che mai evidente che a papa Francesco — il cui governo della Chiesa assomiglia più ad un generalato che ad un pontificato — piace come modello di sacerdote quello che viene chiamato il “prete scomodo”, ovvero quel prete politicamente corretto che non ama la Chiesa cattolica così com’è, ma vuole cambiarla. Eppure i pontefici degli ultimi 150 anni, immediati predecessori di Francesco, hanno indicato in San Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, il modello del sacerdote cattolico, fedele a Cristo e innamorato della Chiesa.

L’anello debole che ha ceduto


IL TRADIMENTO PEGGIORE
Neochiesa modernista il tradimento peggiore. La costruzione giorno dopo giorno di una neochiesa modernista e progressista sulle rovine della vera Chiesa ha rappresentato forse il tradimento più subdolo e più perfido 
di Francesco Lamendola  


La Chiesa odierna è massicciamente infiltrata dal modernismo; la cultura cattolica odierna è impregnata d’idee moderniste: al punto che ci si può domandare se si possa parlare ancora dell’una e dell’altra come se siano ancora se stesse, benché alterate, o se non siano già diventate qualcos’altro: una neochiesa modernista e una cultura falsamente cattolica, ma anch’essa, in sostanza, modernista. Fare una diagnosi esatta è di fondamentale importanza, anche  e soprattutto in vista di una possibile terapia. Se si scambia una polmonite doppia per un banale raffreddore, si rischia di compromettere la vita del paziente. Dunque, è essenziale capire se la Chiesa è stata infiltrata dal modernismo o se il modernismo ha inglobato in sé la chiesa e ne ha fatto una cosa sua (e, a questo punto, la scriviamo con la lettera minuscola), cioè una cosa tutta umana; e se la cultura cattolica odierna ha subito il fascino e le suggestioni del modernismo, magari – e almeno in parte - senza accorgersene, oppure se la cultura modernista ha divorato, un boccone alla volta, quella cattolica, lasciando sussisterne soltanto l’involucro. Ma c’è un’altra domanda, ancora prima di queste, che è di fondamentale importanza per formulare la diagnosi e prescrivere l’eventuale terapia: quale sia l’anello debole che ha ceduto, permettendo dapprima l’infiltrazione, poi una vera e propria invasione e occupazione, da parte del modernismo; in che cosa, esattamente, la Chiesa e la cultura cattolica abbiano abbassato la guardia e si siano lasciate sorprendere. Perché, in apparenza, fin verso la metà del XX secolo, entrambe sembravano salde e vitali; entrambe avevano una spiccata coscienza di sé, una autonomia, una fierezza, si vorrebbe dire, che poi si sono squagliate come nebbia al sole. E che si sia verificata una invasione, e, successivamente, una occupazione, non c’è dubbio: Jacques Maritain, che pure è stato uno dei massimi ispiratori del Concilio Vaticano II, nel 1966 – cioè appena un anno dopo la sua conclusione – scriveva, sconsolato, nel libro Il Contadino della Garonna, che, in confronto al modernismo penetrato allora nella Chiesa, quello dei primi del Novecento, condannato da Pio X con l’enciclica Pascendi, era stato una semplice febbre da fieno. E ne è corsa di acqua sotto i ponti, e pure di modernismo, dal 1966…

Morti che parlano e camminano

 
La sindrome dell’eletto
Non si creda che ce l’abbiamo con qualcuno in particolare: sono semplici osservazioni di vita su un difetto che si riscontra fra militanti di fronti opposti, ma accomunati da atteggiamenti analoghi. Proviamo, per cominciare, a fare una breve lista di sintomi caratteristici (simili nella sostanza e differenziati nell’apparenza), descritti con brevi proposizioni alla prima persona singolare, quasi dando voce ai segreti pensieri di due rappresentanti delle rispettive categorie.
- Mi faccio la legge a modo mio; decido io quali norme osservare e quali no.
- Nel sistema che ho in tal modo costruito, osservo con il massimo scrupolo le più piccole regole, ma il mio cuore può pure essere di ghiaccio verso Dio e verso il prossimo.
- Può anche non importarmi nulla dell’amore, l’importante è che io mi senta a posto.
- Qualsiasi cosa faccia o non faccia, ho sempre una giustificazione.
- Chi non ha esattamente le mie idee, anche in cose secondarie o inessenziali, è eretico, perché mette in discussione il mio sistema.
- Tutto mi è dovuto, mentre io non devo niente a nessuno.
- Mi faccio la legge a modo mio; decido io quali sono i veri valori.
- Nel sistema che ho in tal modo costruito, sono convinto di avere tanto amore per il mondo e per il prossimo quanto più i miei princìpi sono trasgressivi.
- Può anche non importarmi nulla della correttezza, l’importante è che io mi senta a posto.
- Qualsiasi cosa faccia o non faccia, ho sempre una giustificazione.
- Chi non ha esattamente le mie idee, anche in cose secondarie o inessenziali, è reazionario, perché mette in discussione il mio sistema.
- Tutto mi è dovuto, mentre io non devo niente a nessuno.

venerdì 28 luglio 2017

E si vanta..

UN PAPA MODERNISTA

Il papa almeno è sincero si dichiara modernista. Cosa vuol dire rileggere il Vangelo alla luce della cultura contemporanea: il veleno modernista è ormai penetrato così a fondo nelle nostre coscienze da toglierci ogni raziocinio 
di Francesco Lamendola  



  
Nel corso della conversazione con il gesuita Antonio Spadaro, direttore della rivista La civiltà cattolica, da cui è stato poi tratto il libro: Papa Francesco, La mia porta è sempre aperta (Milano, Rizzoli Editore, 2013), il neoeletto Bergoglio, invitato a esprimere il suo giudizio sul significato del Concilio Vaticano II per la storia della Chiesa, testualmente ha affermato (op cit., p. 68):

Il Vaticano II è stato una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea. Ha prodotto un movimento di rinnovamento che semplicemente viene dallo stesso Vangelo. I frutti sono enormi. Basta ricordare la liturgia. Il lavoro della riforma liturgica è stato un servizio al popolo come rilettura del Vangelo a partire da una situazione storica concreta. Sì, ci sono linee di ermeneutica di continuità e discontinuità, tuttavia una cosa è chiara: la dinamica di lettura del Vangelo attualizzata nell’oggi che è stata proposta dal Concilio è assolutamente irreversibile. Poi ci sono questioni particolari come la liturgia secondo il “Vetus Ordo”. Penso che la scelta di Papa Benedetto [allusione alla lettera apostolica “Summorum pontificum” pubblicata in forma di “motu proprio” il 7 luglio 2007; nota nostra]  sia stata prudenziale, legata all’aiuto ad alcune persone che hanno questa particolar sensibilità. Considero invece preoccupante il rischio di ideologizzazione del “Vetus Ordo”, la sua strumentalizzazione.

Prendiamo buona nota di questa affermazione: Il Vaticano II è stato una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea.Se questa frase non ci fa saltare letteralmente sulla sedia, se non ha provocato alcuna reazione nella Chiesa e nel mondo cattolico, ciò si deve unicamente al fatto che il veleno modernista è ormai penetrato così a fondo nelle nostre coscienze, da toglierci, alla lettera, la facoltà del raziocinio. 

La verità tende ad affiorare

Il “tallone d’Achille” del pontificato di Francesco


 

Un cafè con Galat” è il nome del programma trasmesso dalla tv Teleamiga,  emittente di orientamento cattolico di Bogotà, che sta procurando qualche mal di testa all’episcopato colombiano.

Il programma prende nome dal suo conduttore, José Galat, accademico e presidente del canale televisivo e dell’Università La Gran Colombia, il quale ha deciso di mettersi contro il pontificato di Francesco.

Galat sostiene che il Papa argentino non sarebbe stato eletto legittimamente e che favorirebbe apertamente l’eresia nella Chiesa cattolica. E fin qui, nulla di nuovo.

Un talentino da spendere


Ecco alcuni modi per “reagire” alla crisi ecclesiale


Togliere l’8 PER MILLE alla CEI (assegnandolo persino ai buddisti italiani, purché nemmeno un euro finisca a mons. Galantino e compagni)
Smettere di frequentare (e di fare lì l’elemosina) le parrocchie più bergoglionizzate per andare in altre dove ci sono ancora preti che testimoniano fede cattolica, anche se questo costa il sacrificio di fare un po’ di strada.
Non rinnovare abbonamenti ad Avvenire, Famiglia Cristiana ed altri organi di regime.
Aiutare preti e suore perseguitate dal regime perché in coscienza non se la sentono di distribuire indiscriminatamente la comunione o di applaudire all’operazione “SVUOTA L’AFRICA” o di depenalizzare la sodomia o di applaudire acriticamente Fratel Enzo Bianchi quando viene a fare le catechesi in parrocchia. 
Fare qualche digiuno, rosario, processione in riparazione dei pubblici peccati (compresi quelli di cui stiamo qui commentando commessi da chierici ufficialmente cattolici).
Quando capita l’occasione, rispettosamente “mettere la pulce nell’orecchio” a parenti e amici che ancora frequentano le chiese e a cui non sono ancora cadute le fette di prosciutto dagli occhi.

Se ne ridon Brunello Forte e ciccio Tom

Lutero o dell’impossibilità della Dottrina sociale della Chiesa.

Pubblichiamo l’Editoriale a firma dell’Arcivescovo Giampaolo Crepaldi del fascicolo 2 (2017) del “Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa” dedicato a “La Riforma luterana alla luce della Dottrina sociale della Chiesa”. Il numero contiene articoli di Miguel Ayuso, Samuele Cecotti, Omar Ebrahime, Stefano Fontana, Ermanno Pavesi, Guido Vignelli. Per informazioni, acquisti o abbonamenti:  http://www.vanthuanobservatory.org/ita/bollettino-dsc/come-abbonarsi/
*****
L’argomento di questo fascicolo del nostro “Bollettino” era in un certo senso imposto dal ricordo dei 500 anni della Riforma luterana, corrente in questo anno 2017. Della Riforma non parliamo qui per un “atto dovuto” data la ricorrenza, ma nella convinzione che attorno alla Riforma si ritrovino molti nodi della corretta o scorretta visione della società, della politica, del diritto. L’occasione è quindi propizia per un riesame non solo della Riforma in quanto tale, ma anche dei suoi rapporti con molti aspetti della vita sociale e politica ai quali è dedicata la Dottrina sociale della Chiesa, ambito centrale di impegno per il nostro Osservatorio. Mi riferisco al tema della modernità, della secolarizzazione, del rapporto tra la Chiesa e il mondo, oppure a quello dell’autorità o del ruolo della coscienza individuale nelle questioni della vita pubblica. Riconsiderare la Riforma richiede un sguardo ad ampio raggio, dato che essa stessa è collegata con molte dimensioni della vita pubblica ed anche a 500 anni di distanza questa influenza è ben presente, anzi forse più di prima dato che molte virtualità si sono manifestate solo in seguito a distanza di tempo. Qualche acuto osservatore le aveva viste già allora, ma oggi sono sotto gli occhi di tutti: basta volerle vedere.

Il Papa ha il diritto di mutare un Rito?

Il Papa ha diritto di cambiare il Rito? Se nel corso del tempo un rito si evolve, è possibile e lecito un suo sempre ulteriore sviluppo?

In uno dei momenti più tragici per la Chiesa e  la  conservazione della Fede Cattolica nella sua integrità è comparso un articolo ( QUI titolato : Si può assistere alla messa di Paolo VI ? Non possiamo né celebrare la messa di Paolo VI, né assistervi. Questo è quello che pensano i sacerdoti della Fraternità San Pio X , di altre comunità, e di molti fedeli).
L'articolo è di una durezza tale che non si era mai vista neppure nei ruggenti anni '70 quando il nuovo rito di Paolo VI fu imposto fra lacrime, malumori e malesseri cardiaci, documentati, ai Sacerdoti e ai fedeli.
Non riusciamo tuttavia a percepire perché sia stato pubblicato  sul sito della FSSPX, di cui più volte abbiamo lodato l'indiscusso e fruttifico impegno pastorale, un articolo così pesante.
Pur tuttavia pur rimanendo ancorati con il cuore alla Santa Messa nell'antico rito della Chiesa ( che dalla pubblicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum caratterizza la spiritualità, soprattutto nei giorni festivi, di tanti fedeli ) nelle celebrazioni quotidiane settimanali o in mancanza di celebrazioni in  rito gregoriano-tridentino assistiamo altrettanto devotamente alla Santa Messa celebrata con il Messale di Paolo VI:  con quella "normalità" e "naturalezza" che dovrebbe albergare nel cuore di ogni fedele.
Tutto il resto costituisce un pericolosissimo distacco dal "sentire cum Ecclesia".

Fuera Argentina y los concubinos

     Miracolo dei pesci dal Cielo che dura da 150 anni!


Copertina della "Domenica del Corriere" del 2 luglio 1933
sulla pioggia di pesci a Porto Viro - Adria

Sebirblu, 27 luglio 2017

Sebbene il fenomeno stupefacente della caduta di pesci dal cielo, ma anche di rane, vermi e quant'altro, avvenga nel mondo più spesso di quanto non si pensi, in Honduras l'accadimento è veramente unico e speciale, in quanto si ripete senza discontinuità da poco più di un secolo e mezzo nella città di Yoro, situata nella omonima regione al centro-nord del Paese latino-americano.

Quest'anno la "pioggia" ittica, chiamata appunto "lluvia de Peces", si è reiterata addirittura per ben tre volte fra maggio e luglio, preceduta come al solito da dense nubi nere minacciose, tuoni e fulmini, vento forte e pioggia battente che sferza l'aria per due o tre ore lasciando al suolo una quantità impressionante di pesci ancora vivi,che prontamente vengono raccolti e cucinati dalla popolazione.

Al momento non esiste alcuna risposta scientifica ma soltanto delle ipotesi. È improbabile infatti che trombe marine riescano a risucchiare i pesci dal mar dei Caraibi, che tra l'altro dista 200 chilometri dal luogo, per depositarli sempre nella medesima zona. Per giunta, cosa non meno importante, si tratta di pesci d'acqua dolce quasi sempre della stessa specie.


Degni compari della concubina

"La gloria di Dio è l'uomo vivente." (S. Ireneo)


come avrai saputo dai media nelle ultime ore, l'Alta Corte di Londra ha deciso in modo definitivo che il piccolo Charlie Gard "merita" di esser lasciato morire, perché la sua malattia rende la "qualità" della sua vita "indegna" di essere vissuta.

Charlie, di 11 mesi, è affetto da una grave malattia genetica che colpisce il suo sistema muscolare. Ad oggi, tuttavia, non è stato dimostrato che questo gli provochi dolori che non possano essere calmierati coi più comuni metodi palliativi, mentre è stato senza dubbio chiarito che il piccolo non ha alcun danno cerebrale strutturale da considerarsi irreversibile.

Nonostante ciò, il Giudice ha confermato la sentenza con cui consente all'Ospedale dove il bimbo è stato in cura fino ad oggi di staccare gli apparecchi che lo aiutano a respirare. Come puoi capire, quindi, Charlie morirà soffocato. Dove? Quando? Il Giudice ha imposto il segreto su queste informazioni.

Ci sono delle riflessioni che voglio assolutamente condividere con te.

La concubina vaticana

                                                          https://www.youtube.com/watch?v=eLE7iwrijRs
Via Gesù dentro la Bonino. In chiesa "predica" sull'accoglienza la responsabile di 10mila aborti


L'evento in chiesa a Biella ospite la Bonino: vietato l'ingresso ai pro life e coperti tabernacolo e crocifisso. Arriva anche la polizia per chiedere i documenti a chi prega fuori sul sagrato. Ma mentre la leader radicale si contraddice sostenendo la "necessità di regolarizzare gli immigrati" a causa "del calo demografico", il ginecologo Aletti la incalza: "Pontifichi dopo aver contribuito alla morte di 6 milioni di italiani. Il pensiero maggioritario non cattolico sta prevalendo nella Chiesa".

giovedì 27 luglio 2017

Sotto la sua guida materna

Una vita “all’ombra” del Cuore Immacolato di Maria
La lunga vita religiosa di Suor Lucia di Fatima, dopo le apparizioni alla Cova da Iria, è ai più sconosciuta, eppure conserva l’impronta della straordinarietà che si realizza nell’adempimento esatto e fedele dei doveri religiosi, svolti sempre sotto lo sguardo della Santissima Vergine e nella sollecitudine per le anime.


Di “Lucia pastorella”, beneficiaria delle rivelazioni di Maria insieme ai suoi due cuginetti nel 1917 si sa moltissimo, dal momento che nelle sue quattro Memorie, redatte tra gli anni 1935-1941, è riportato tutto quanto si possa desiderare di sapere sulla storia di Fatima, del suo messaggio, nonché dei suoi antefatti. Ma va ricordato che, dal 1923 fino alla morte (13 febbraio 2005), Lucia iniziò, guidata dal Cielo, la lunga esperienza della vita religiosa, prima fra le Dorotee e poi, dopo una penosa attesa durata circa vent’anni, nel “dolce chiostro” del Carmelo, come amava definirlo lei stessa. Della sua vita da consacrata si conosceva poco e nulla fino al 2014, quando le sue consorelle, le Monache Carmelitane del monastero di Coimbra, hanno pubblicato una voluminosa e dettagliata biografia da loro curata della Serva di Dio, ricca di tanti documenti inediti utilissimi anche agli studiosi per una ricostruzione più precisa dell’evento-messaggio di Fatima. 

Per trovare la grazia occorre trovare Maria


I consacrati di Maria e il Trionfo del Cuore Immacolato. Cos’è il « Trionfo » ?


La Madonna a Fatima, nel luglio 1917, faceva una grandiosa e consolante promessa: « Alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà ». Tale evento sarà l’esito di quella sconfitta di satana che si avrà attraverso l’interferenza dei consacrati di Maria, come la divina Rivelazione e i Profeti di Maria hanno preannunciato.
fatima e cuore immacolato
Adesso però la domanda sorge spontanea: perché la stirpe-discendenza di Maria deve essere segnata con il sigillo della Consacrazione a Lei per compiere la sua sublime missione? La risposta a questa domanda, di certo, non può essere tralasciata.
Punto di partenza della disamina deve essere questo principio fondamentale: « La Consacrazione [affidamento] al Cuore Immacolato di Maria è la forma più eccellente di devozione alla Madre di Dio, in quanto, in un certo senso, entriamo nel suo Cuore che diventa la nostra dimora ». Alla luce di questa verità, è giocoforza concludere che « se vivremo la nostra vita quotidiana in armonia con questa consacrazione contribuiremo fortemente al Trionfo finale del Cuore Immacolato di Maria » (1).
Ma perché? Innanzitutto vorrei, in questo articolo, spendere qualche parola per spiegare cosa si intende precisamente quando si parla di Trionfo del Cuore Immacolato.

In Man he trust


IL PAPA CREDE NELL'UOMO
   
In cosa crede il papa? Nell’uomo parole sue. Evviva la sincerità quando dice: "Per me la speranza sta nella persona umana in quello che ha nel cuore. Io credo nell’uomo" 2 frasi 2 bestemmie e il Dio trascendente e creatore?
di Francesco Lamendola  




In che cosa crede un cattolico? Se interrogato su questo, o se portato a parlare di questo, un cattolico, credevamo, dovrebbe rispondere: Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli… Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio… Ma, evidentemente, eravamo rimasti indietro rispetto agli aggiornamenti della Chiesa post-conciliare; oggi, a quanto pare, il Credo niceno-costantinopolitano è roba vecchia e stravecchia, che nessuno, nel clero progressista e neomodernista, si sognerebbe più di prendere alla lettera. Oggi, grazie alle meraviglie della “svolta antropologica”, la teologia non si occupa più di simili anticaglie, non si attarda più con la superata e screditata prospettiva teocentrica, ma pone al centro di tutto l’uomo, gloriosamente, fieramente; l’uomo con la sua dignità, l’uomo con le sue capacità, l’uomo che sceglie il suo destino. Oggi, inoltre, sempre ringraziando questi coraggiosi teologi delle ultime due generazioni, i quali, finalmente, ci hanno illuminati sul vero significato della divina Rivelazione, di cui, fino a mezzo secolo fa, non avevamo compreso, si può dire, la cosa essenziale; oggi, dunque, grazie a questi giganti del pensiero, a petto dei quali sant’Agostino, san Gerolamo, san Tommaso d’Aquino e santa Teresa d’Avila non sono che dei buffi nanetti, dalle idee confuse e dalla parola incerta e balbettante, sappiamo in che cosa il cristiano deve riporre la sua speranza: ancora e sempre nell’uomo, nella dignità della persona umana.

«Vado avanti da solo»

La misericordia di Francesco I, è “selettiva”.


Fiumi di inchiostro sono stati versati, dai siti cattolici, sulla durissima reprimenda del Vaticano contro Radio Maria, dalle cui antenne sarebbe stato detto che il terremoto dell’Italia centrale sarebbe stata una punizione divina per il varo della legge sulle unioni civili. Non si parli di “Punizioni divine”! Il numero 2 della segreteria di stato, monsignor Becciu, ha invitato Radio Maria a “correggere i toni del linguaggio e conformarsi di più al Vangelo e al messaggio della misericordia e della solidarietà propugnato con passione da papa Francesco”. Forse non tanti lettori ricordano chi sono i Francescani dell’Immacolata dal saio azzurro: questo ordine religioso nuovo (fondato negli anni ’70 da padre Stefano Manelli, ancora vivente) col proposito di vivere radicalmente la “regola” di San Francesco d’Assisi e una speciale offerta di sé all’Immacolata – secondo la specifica ascetica di padre Kolbe, morto martire ad Auschwitz offrendosi di sostituire un condannato a morte padre di famiglia. Questa strada severa ha richiamato un gran numero di vocazioni: 800 frati e suore, mentre gli altri ordini religiosi sono ormai vuoti e radi.


Bona Gospa

1985 - La TV comunista di Stato fa pubblicità a Medjugorje (Radiotelevisione Jugoslava)



Pubblicato il 25 lug 2017
Due spezzoni di un documentario originariamente lungo un'ora ("Pet godina Gospe iz Međugorja" [Cinque anni della Madonna di Medjugorje]), trasmesso il 16 e il 17 ottobre 1985 dalla TV di Stato jugoslava Tele Belgrado. Anche i sostenitori di Medjugorje constatarono (con piacere) che si trattò di una trasmissione molto benevola [si veda ad es. S. Barbarić, "Pregate con il cuore", Amici di Medjugorje, Milano, 1986, p. 211]. Naturalmente, si trattava di una benevolenza interessata.

Se lo nego, poi lo faccio!

HUMANAE VITAE, SMENTITA DELLA SMENTITA? UN GRUPPO DI LAVORO ESISTE. *****BIELLA, BONINO IN CHIESA. IMPEDITO IL DIBATTITO.
Ci sono alcune cose che fanno piacere. L’11 maggio scrivevamo che “In Vaticano indiscrezioni di buona fonte fanno filtrare che il Pontefice sarebbe sul punto di nominare – o avrebbe addirittura già formato – una commissione segreta per esaminare ed eventualmente studiare modifiche alla posizione della Chiesa in tema di contraccezione, così come è stata fissata nel 1968 da Paolo VI nell’enciclica Humanae Vitae. Fu quello l’ultimo documento del genere firmato da papa Montini, e era la formalizzazione di quanto il Concilio Vaticano II aveva elaborato su questo tema. Non abbiamo avuto finora conferme ufficiali dell’esistenza e della composizione di questo organismo; ma un richiesta di conferma, o di smentita, avanzata presso le sedi competenti finora non ha avuto risposta. Il che potrebbe costituire in sé un segnale. Nel senso che se la notizia fosse totalmente infondata non ci vorrebbe molto per dirlo”.