ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 18 novembre 2017

Le strade imperscrutabili di Dio

Notre Dame de Sofanieh – un miracolo per Damasco

Qualche tempo fa vi raccontai una storia al limite del paradosso: la Valdimir’skaya cioè la Santa Madre di Dio raffigurata in un’icona del XIII secolo, detta anche la Vergine di Kazan, apparve, in Libano, al metropolita Elia che per tre giorni e tre notti aveva vegliato in preghiera per chieder l’aiuto della Santissima Madre di Dio di Kazan, la Madonna protrettrice della Santa Russia, per salvare la medesima dalla catastrofe della guerra.
Oggi la scena si sposta un pochino più ad est del martoriato Libano e precisamente in Siria, a Sofanieh un sobborgo di Damasco.
I benpensanti cattolici  neo-bergogliani   cominceranno già a storcere il naso: può mai qualcosa di buono arrivare per il mondo dalla Sira di Assad, il dittatore sanguinario oppressore e carnefice del suo popolo?
Ma come accadde per la Russia sovietica anche qui le strade imperscrutabili di Dio seguono tutta un’altra logica. Essa, naturalmente non è assolutamente quella umana e tanto meno quella che vorrebbero imporci gli oscuri servitori del principe di questo mondo.
Vedrete che nel corso della narrazione salteranno immediatamente alla vostra attenzione delle cose davvero completamente diverse dall’assordante chiasso della propaganda di cui i media sono gli amplificatori.

Libertà al servizio della verità


La papolatrìa, una nuova eresia?
SI HA IL DIRITTO DI CRITICARE IL PAPA? – Breve videointervista a François Billot de Lochner, direttore del sito online francese Liberté Politique – 17 novembre 2017
In questi ultimi tempi, nel mondo cattolico in generale e in quello francese, in particolare, sta aumentando la polemica su un tema fondamentale: “Si ha, o no, il diritto di criticare il papa?
(Appare sullo schermo papa Francesco che dice il suo primo “Buona sera!”. Ndt)
Questa polemica appare del tutto inattesa, visto che in passato era qualcosa di logico, ma anche perché andiamo a toccare degli aspetti essenziali. Degli aspetti che appaiono polemici in primo luogo perché si incrociano con certe posizioni del papa, sulle quali alcuni dicono che si può esercitare il diritto di critica.
Intervistatore. – Ci sono quindi degli aspetti (o dichiarazioni papali), su cui un cattolico è legittimato a criticare le posizioni del papa?
Billot de Lochner. – Certamente! Ci sono degli aspetti su cui, non solo il cattolico di base, è legittimato a criticare il papa, ma ha anche il dovere di farlo. È la famosa “correzione fraterna”, di cui si parla sovente. Ovviamente non devono essere aspetti di carattere dogmatico, ma semplicemente aspetti o temi di carattere politico. Quando il papa emana un’enciclica e denuncia delle vere contro verità, a riguardo, per esempio, dell’ecologia, quando il papa si trasforma in climatologo, in questo caso può essere criticato.

Dàgli al negro!


La rivincita delle periferie. Anche "La Civiltà Cattolica" infierisce sul cardinale Sarah


Dopo la pubblica reprimenda di Francesco al cardinale Robert Sarah, prefetto della congregazione per il culto divino, non c'è più alcun dubbio sulle reali intenzioni del papa in materia di traduzioni nelle lingue moderne dei testi liturgici di rito latino, demandate in pieno alle Chiese nazionali, con l'approvazione vaticana ridotta a una pura formalità.
Ma a rincarare la dose – con in più il sarcasmo nei confronti dei presunti retrogradi – è arrivata puntuale "La Civiltà Cattolica", assurta da tempo a "house organ" di Santa Marta.
Nel suo ultimo numero, la storica rivista dei gesuiti diretta da padre Antonio Spadaro ha dedicato il suo articolo di apertura proprio alla "restituzione" alle conferenze episcopali nazionali della piena competenza sulla traduzione dei libri liturgici.
La tesi dell'articolo de "La Civiltà Cattolica", infatti, è che questa facoltà era già stata devoluta alle Chiese nazionali nel 1969, da un'istruzione – in realtà la lettera di un cardinale – dal titolo "Comme le prévoit", ma presto era stata data per morta "per ragioni ideologiche", col prevalere degli avversari della riforma liturgica. Fino a che è arrivato papa Francesco a richiamarla in vita e quindi a segnare la rivincita delle "periferie" sul centralismo vaticano.

La sfida raggelante


Francesco fase B. Ma lo stile è quello del Vaticano II

Riguardo alla situazione di degrado teologico vigente credo di voler sottoscrivere l’opinione espressa da padre Scalese, relativamente alla FASE B appena iniziata. Suggerisce Scalese: “Perché parlo di una seconda fase del pontificato? Perché ho l’impressione che ci troviamo di fronte a una svolta. La fase A del pontificato di Papa Bergoglio è stata caratterizzata da quella che lui ha chiamato, in Evangelii gaudium, “conversione pastorale” (n. 25). C’è stato chi ha parlato, a questo proposito, di “cambio di paradigma” (qui); noi, forse con una certa audacia, abbiamo parlato di “rivoluzione pastorale” (qui). La caratteristica di questa prima fase è stata la sottovalutazione della dottrina in favore della pastorale: la dottrina — è stato insistentemente ripetuto — non cambia; ciò che cambia è l’atteggiamento della Chiesa verso le persone. L’evento piú significativo di questa prima fase è stato, senza alcun dubbio, la pubblicazione dell’esortazione apostolica Amoris laetitia.Si ha l’impressione che il discorso dell’11 ottobre segni il passaggio a una nuova fase, nella quale, pur ribadendo che la dottrina non cambia, si pone l’accento sull’esigenza che essa progredisca”. Se Scalese ha ragione, allora io e il mio attuale articolo siamo in ritardo. Non me ne cruccio: in ogni caso non avremmo contribuito a virate di sorta.

Che cosa temono?

BESTIARIO. – CHI HA PAURA DEL SEDEVACANTISTA CATTIVO? – AVVENIRE E IL CAPOSCOUT GAY: STARE AI PRIMI DANNI. – PRETE CELEBRA MATRIMONIO GAY IN MESSICO. – PARIGI: PEDOFILIA, ZOOFILIA O RAZZISMO? – NIENTE CONVENZIONE MONDIALE ATEA NEL 2018. – USA: TRE HURRAH PER NAUMANN PRO-LIFE. 


Questa settimana Bestiario si concentrerà, ahimè, soprattutto e specialmente sui giornali. Anche se non mancheranno altri argomenti, più strettamente clericali…
E cominciamo da uno strano annuncio, di una conferenza stampa – di presentazione di un libro – molto blindata. Vi riportiamo il comunicato:
Il 21 novembre in Vaticano la presentazione di “Sedevacantisti” con Gomez e Saluzzi.
Martedì 21 novembre 2017 alle 18 nella sede di Radio Vaticana (Sala Marconi – Piazza Pia, 3 – Palazzo Pio – Città del Vaticano) Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it e di Fq MillenniuM, Paola Saluzzi, giornalista di Tv2000, e Javier Martínez-Brocal, direttore di Rome Reports, presentano il libro Sedevacantisti (Tau) di Francesco Antonio Grana, vaticanista de ilfattoquotidiano.it.
Francesco non è stato eletto legittimamente. È eretico.
Vuole canonizzare perfino Martin Lutero. In cinque anni di pontificato i critici, fuori e soprattutto dentro la Chiesa cattolica, hanno attaccato Bergoglio accusandolo di eresia,
 come hanno fatto i quattro cardinali che hanno espresso i
loro dubbi per le sue aperture in favore dei divorziati risposati
o coloro che hanno realizzato 200 manifesti affissi per le
strade di Roma che irridevano la poca misericordia del Papa latinoamericano verso i suoi oppositori. Sedevacantisti vuole rispondere punto per punto agli attacchi infondati e ingiustificati contro Bergoglio ripercorrendo i suoi grandi successi in campo ecclesiale
e sul panorama geopolitico mondiale.

Nei melmosi meandri delle false dottrine

Chiesa, resistere e combattere contro Papa Francesco

Pena la débacle del cattolicesimo romano

Aper de silva. Maiale selvatico. In questi termini, mutuati dal Salmo 80 (79), 14, si esprime Papa Leone X de'Medici (1513-1522), nella Bolla di condanna Exsurge Domine, del 15 giugno 1520, allorchè si rende pienamente conto, sebbene con notevole ritardo, di quale esiziale devastazione, anche a lunga prospettiva, siano portatrici le cosiddette 95 tesi che Martin Lutero (1483-1546), volle affiggere sui battenti della Cattedrale di Wittenberg, il 31 ottobre del 1517, che costituiscono l'humus velenoso del suo pensiero per lanciare un attacco violento contro la Chiesa di Roma, colpevole, a suo dire, della dilagata corruzione tra il clero e i popoli del Vecchio Continente, specialmente quelli tedeschi, dovuta alla vendita delle indulgenze per finanziare la costruzione della grandiosa Basilica di San Pietro in Vaticano, che doveva sostituire quella costantiniana, ormai irredimibilmente pericolante. Da cui, in seguito, nacque la Riforma protestante che indusse a recidere, di netto, il proprio filiale legame, con le popolazioni tedesche e del nord Europa con la Cattedra Petrina e la millenaria tradizione sulla quale, letteralmente, riposa, nel bene e nel male, l'Istituzione ecclesiastica cattolica e l'intera civiltà dell'Occidente permeato intensamente, sin nelle sue più intime latèbre, della cultura classica, ellenica e latina.

La coscienza di sé


L'ODIO DI DIO E DI SE STESSI

  
  Una società che odia Dio odia se stessa. Chi non è cristiano nel senso culturale dell’espressione non è veramente europeo: è un apolide un vagabondo un marziano al quale nulla importa della sua stessa casa dei suoi stessi figli 
di Francesco Lamendola  

  
  
Il 12 febbraio del 2013, per festeggiare l’abdicazione di Benedetto XVI, un gruppo di nove ragazze del famigerato gruppo ucrainoFemen, indossanti solo le mutandine e con il corpo decorato con scritte oltraggiose per la fede cattolica, hanno fatto irruzione nella basilica di Notre Dame, a Parigi, in mezzo al popolo dei fedeli, scandendo lo slogan Non più papa, e scagliandosi contro un’antica campana di bronzo dorato, che hanno preso a bastonate.
Allontanate a fatica dagli inservienti, sono state rinviate a giudizio e il processo si è concluso, nel settembre dell’anno seguente (!), con l’assoluzione totale. La sentenza è stata il risultato di una riduzione dell’accusa ai soli aspetti materiali dell’irruzione: niente vandalismo, niente oltraggio alla religione, niente incitamento all’odio antireligioso, ma solo danneggiamento (eventuale) di beni. E siccome gli unici danni materiali erano i segni lasciati dalle balde ragazzotte sulla secolare campana, ma nessuno poteva attribuirli con certezza proprio a loro, il comprensivo magistrato ha concluso per il nulla di fatto e le ha rimandate assolte. La loro portavoce ha dichiarato: Cari cattolici, caro papa, caro Dio, fatevene una ragione: oggi è stato tolto l’appoggio dello Stato alla vostra falsa morale. 

Scontro decisivo tra la luce e le tenebre

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Maskirovka



È un termine russo che si traduce alla lettera camuffamentooccultamento o simili, ma designa una tattica militare, praticata fin dall’antichità, con la quale si trae il nemico in inganno riguardo alle manovre belliche, alle intenzioni o all’effettiva consistenza dell’esercito avversario. Gli strateghi sovietici lo battezzarono così e, proprio grazie ad un massiccio impiego della maskirovka e ad altre nefandezze, vinsero quell’orrenda carneficina che fu la guerra civile provocata dal colpo di Stato, di cui ricorreva in questi giorni il centenario, perpetrato da quel demonio incarnato di Lenin. Anche quel pugno di manigoldi di formazione e mentalità marxista che ha occupato il Vaticano, a quanto pare, questa lezione l’ha imparata bene e continua a menarci per il naso su vari fronti, distogliendo la nostra attenzione dalle vere questioni di fondo e dalle manovre occulte con cui stanno realizzando la loro esecrabile agenda.

venerdì 17 novembre 2017

Grazie a Dio..!


CAFFARRA NON PIACEVA?      
  

Ma certo che Caffarra non piaceva. Grazie a Dio. Deceduto il 6 settembre scorso fra i cattolici progressisti e fra i modernisti travestiti da cattolici non piaceva né poteva piacere era uno dei quattro cardinali dei "Dubia" 
di Francesco Lamendola  


  
Anche se il nuovo arcivescovo di Bologna, monsignor Matteo Zuppi, un monsignore bergogliano a ventiquattro carati, ha detto di avere il cuore colmo di tristezza per la morte improvvisa di Carlo Caffarra, arcivescovo emerito di quella diocesi, che aveva retto per dodici anni, dal 2003 al 2015, la verità, nuda e cruda, è che nessuno, fra il neoclero della neochiesa, e specialmente fra i suoi colleghi arcivescovi e vescovi “di strada”, come ora, civettuoli, amano chiamarsi, deve aver pianto troppo. Caffarra, deceduto il 6 settembre scorso, fra i cattolici progressisti e fra i modernisti travestiti da cattolici, non piaceva, né poteva piacere. Grazie a Dio, aggiungiamo noi. Era uno dei quattro cardinali che avevano redatto e inoltrato i loro dubia sull’esortazione Amoris laetitia al papa Francesco, senza mai ricevere risposta. Poi, lui personalmente aveva chiesto, anche a nome degli altri tre, d’essere ricevuti in udienza privata: nessuna risposta neppure a tale richiesta, da parte del misericordioso pontefice.

“Diventare Fatima”

PADRE PIO E FATIMA: DUE TRAI PIÙ PORTENTOSI INTERVENTI DI DIO NEL XX SEC. PER LA SALVEZZA DEL MONDO E DELLA CHIESA

« Maria è l’unica sorgente che ha fatto sgorgare padre Pio e Fatima. Sua è la mano che descrive le meraviglie di Fatima come le meraviglie di padre Pio: due momenti di un’unica azione soprannaturale gestita da Maria, che ha il fine di stabilire il Trionfo del suo Cuore Immacolato, perché si realizzi il Regno di Cristo. E’ il fine per cui lavorò padre Pio, gloria vivente di Maria, in riparazione degli eventi futuri » (1).

Il sacerdote padovano don Attilio Negrisolo, intimo figlio spirituale di san Pio da Pietrelcina, in una sua catechesi sul santo del Gargano affermava che « i secoli peggiori della storia dell’umanità sono 3: il II, il XV ed il XIX. Ma oltre questi 3 ve ne è stato uno ancora peggiore: il XX. Oggigiorno, in modo particolare, vi è davvero una “corrente satananica” che sconvolge tutto » .

Eppure Dio non ci ha abbandonato in questa potestà di satana. I suoi interventi, letti alla luce dei segni dei tempi, non sono di certo mancati.

... Sia anatema

Attacco alla Tradizione

16/11/2017 - E' possibile che un sacerdote che vuole dire la S. Messa di domenica si ritrovi ad elemosinare una chiesa, vedendosi rifiutato da un'intera diocesi? Purtroppo, è ciò che è successo recentemente in una diocesi del nord Italia, dove ad un sacerdote della Fraternità sacerdotale S. Pietro, in visita al gruppo di fedeli che segue spiritualmente da anni, è stato impedito di celebrare la S. Messa in chiesa.
Si capisce, la S. Messa che doveva essere celebrata sarebbe stata in rito tridentino e, come volevasi dimostrare, quando si tratta della S. Messa non riformata dal Concilio Vaticano II, si scatenano un odio e un veemente attacco alla Tradizione e al Magistero perenne della Chiesa a dir poco impressionanti. Quei fedeli che si muovono chiedendo spiegazione a parroci o a sacerdoti o perfino alla curia di cui fanno parte, si sentono dare risposte formali, persino ridicole, che hanno chiaramente i contorni della derisione e del dileggio più astioso e velenoso.

Vasco val bene una messa



E’ passato qualche mese, quindi non è più argomento di attualità. Ma è impossibile non commentare, anche in ritardo, certi accadimenti.
Piacevolmente travolti dal tifone estivo “Vasco”, noi cattolici modenesi ci siamo dimenticati di leggerne il significato. Prima impauriti, poi sorpresi, infine entusiasmati (o quasi) dal Modena Park, non ci siamo chiesti quale messaggio la nostra chiesa abbia ricevuto da Vasco.
Questo, ci si creda o no, è l’inizio di una riflessione pubblicata sul Nostro Tempo, settimanale della Diocesi di Modena-Nonantola. Vinto lo sconcerto, azzardiamo subito la prima, istintiva risposta. Non è che ci fosse bisogno del concerto di Modena per capire cosa la chiesa abbia ricevuto da Vasco: nella migliore delle ipotesi, nulla.
Secondo il giornale della diocesi, invece, è necessario abbeverarsi a questa immensa fonte di saggezza; se necessario, dovendo scegliere, rinunciando anche a una qualche celebrazione. Quella di Modena Park ovviamente aveva la precedenza:
Abbiamo detto chiaro che Vasco val bene una messa (Nostro Tempo, 02.07.17).

Parrocchia che vai, anarchia che trovi

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FANTASIA SFRENATA ANARCHIA ASSICURATA 

Da circa mezzo secolo, e cioè dalla chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, tante, troppe cose sono cambiate, e non sempre, anzi quasi mai in sintonia con le indicazioni della Chiesa, ma in aperta ribellione alle direttive impartite da Chi ha ricevuto, da Gesù Cristo, il compito di guidare la vita e le scelte della comunità cristiana. Le direttive date dalla legittima autorità da tempo vengono viste come una camicia di forza da cui è bene liberarsi. E allora… spazio alla fantasia, che equivale a dare spazio alla disobbedienza e, in ultima analisi, equivale a far regnare l’anarchia. Ormai nella Chiesa ognuno fa e sa di poter fare impunemente quello che vuole. Pare infatti che le regole siano state scritte dall’autorità ecclesiastica solo per mettersi a posto la coscienza… me lo fa sospettare il fatto che poi nessuno si preoccupa di farle rispettare. Questo in tutti i campi della vita della Chiesa: sia in campo dottrinale, sia in campo liturgico, sia in campo pastorale, sia in campo disciplinare.

Capire ciò che è vero da ciò che è falso.


Cari Vescovi: attenzione allo spettro dell’accanimento terapeutico!

Ci risiamo! Lo spettro dell’accanimento terapeutico torna prepotentemente ad ingannare i Pastori della santa Chiesa, specialmente torna a far confondere le buone intenzioni del santo Padre Francesco. Non siamo “tuttologi” ma non ci vuole neppure una laurea in medicina o alla Pico de Paperis per capire che, periodicamente, la giustificazione del concetto di “accanimento”, viene usato per aprire porte pericolose e, soprattutto, senza mai arrivare a specificare cosa loro stessi vogliono intendere con tale termine.
Ne ha parlato la Nuova Bussola, vedi qui, un articolo che condividiamo integralmente perché ha colto magnificamente i punti centrali – purtroppo anche i più critici – delle parole del Discorso ufficiale del santo Padre, leggi qui, attraverso i quali seppur viene spiegato – a grandi linee – in cosa consisterebbe “l’accanimento terapeutico”, dall’altra parte si offrono però degli spunti – involontari – verso l’eutanasia giustificata, specialmente se i Media interpretano in questo modo le sue parole e il Papa non smentisce e non chiarisce…
Il Denzinger afferma che: “Un decreto dottrinale che può sembrare ad alcuni dubbio, deve essere sempre compreso nel senso secondo cui l’asserto è vero..“, offrendo a noi tutti una specie di cartina tornasole per poter interpretare correttamente le parole, ufficiali, del Pontefice. Tuttavia è anche salutare e un bene rimarcare alcuni punti come ha offerto la Nuova Bussola, attraverso i quali capire ciò che è vero da ciò che è falso.

Francesc-fake


LA FAKENEWS DEL PAPA E LA LEGGE SUL FINE VITA. IL CASO BRANDI IN PARLAMENTO. LA VITTORIA DEL BUS DELLA LIBERTÀ. 

Questa mattina devo esprimere tutta la mia solidarietà ai colleghi vaticanisti. Capisco la loro sofferenza. Come ben scrive Giovanni Tridente, “Oggi è il trionfo del titolismo”. Parliamo ovviamente della notizia del messaggio del Pontefice in tema di accanimento terapeutica ed eutanasia. E della cosiddetta “apertura” del Pontefice alla legge sul fine vita. Va da sé che nel messaggio, preparato, come è ben probabile, con l’ausilio della Pontificia Accademia per la Vita, come quasi sempre accade in queste occasioni, di legge non si parla. E il “no” all’accanimento terapeutico, non è esattamente una notizia fresca: risale al 1958, proclamato da quel sinistrorso radicaleggiante di papa Pacelli, e ribadito, senza soluzione di continuità da quei bombaroli di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

Dio solleva luci profetiche?Metteranno i ray-ban!

Un teologo anglicano: "Il Papa non è cattolico"


A questo punto della Débâcle Bergogliana, il fatto che Francesco rappresenti una minaccia per l'integrità della Fede è divenuto così evidente nel commento mainstream, che persino un teologo anglicano, scrivendo su First Things, ha lanciato l'allarme.

«Il papa è cattolico? Per almeno un secolo, questo è stato il modo in cui noi anglicani abbiamo scherzato su tutto ciò che sembrava fin troppo ovvio», scrive Gerald McDermott, titolare della cattedra di Teologia alla Beeson Divinity School. Ma continua: «Ora dobbiamo chiederci seriamente se il Papa non sia un protestante liberale».

giovedì 16 novembre 2017

“Il tempo della Vergine”


                        PROSPETTIVE SULL’AVVENIRE 

Proponiamo ai nostri lettori un articolo del filosofo francese Jean Guitton del 1976, che ci sembra di straordinaria attualità per la tematica trattata: l’intervento della Vergine Santissima nella storia dell’umanità; allora come oggi, nel centenario delle apparizioni di Fatima, appare chiaro come la Madre di Dio non faccia mai mancare la Sua intercessione per ricondurre l’umanità tra le braccia salvifiche del Redentore. 

L’attuale incertezza sull’avvenire dell’umanità proietta la sua speranza e la sua ombra anche sul pensiero cristiano. Agli inizi della Chiesa, la fine dei tempi era sembrata molto prossima. Il secolo XIX, pieno di speranza nel progresso umano, credeva in un avvenire indefinito, sempre perfettibile. L’idea della fine dei tempi sembrava una paura infantile. Le ultime guerre, la bomba atomica, l’accelerazione e la convergenza dei processi distruttivi hanno mutato le nostre prospettive. Non sappiamo più se la fine dei tempi è tanto lontana, come la si riteneva all’inizio del secolo scorso. Non sappiamo se il progresso accelerato delle tecniche non avvicinerà la fine, invece di allontanarla quasi indefinitivamente. Questa ambivalenza costituisce il fondo della nostra attuale inquietudine; essa colora i nostri pensieri nascosti, è tanto più forte quanto più la respingiamo. Essa colora anche la coscienza che noi prendiamo dalla fede. Questa fede, ormai, la pensiamo e la viviamo in una prospettiva che si è soliti chiamare escatologica; siamo più attenti di una volta all’idea che le cose del tempo sono ombre e figure, e che un avvenimento finale potrebbe essere assai prossimo.
         Se nel 1975, dopo il Vaticano II, si riflette sulla “medaglia”, sulla “rue du Bac”, sul posto dell’intercessione della Vergine nell’economia della fede, non ci si trova nella identica situazione spirituale del 1940. Ho fatto un’ esperienza curiosa. Ho riletto l’opera sulla Vergine Maria da me scritta tra il 1940 e il 1945 che presentava alcune considerazioni sul rapporto della Vergine Maria con la fine dei tempi: queste pagine erano scritte prima di Hiroshima. Sono alquanto invecchiate. Ora accentuerò ancor di più la visione allora esposta (insieme a molti mistici) sul rapporto della
Vergine con l’escatologia.
         Uno dei temi di Grignion de Montfort era che la devozione alla Vergine sarebbe cresciuta verso la fine dei tempi, che il progresso di questo culto sarebbe un segno dell’avvicinarsi della conclusione della storia umana.

"Noi dobbiamo dare retta ai Cristiani’

MONACO BUDDISTA RISORGE, AFFERMA CHE GESU' E' L'UNICA VERITA' E VEDE BUDDHA TRA LE FIAMME DELL'INFERNO!!



Amici e fratelli, una "divagazione" che non sono solito fare ma mi ha molto colpito questa storia. Fa profondamete riflettere, soprattuto in questo mese di Novembre in cui la Chiesa dovrebbe essere occupata nella meditazione sulle realtà eterne (Novissimi) e che noi stiamo cercando di fare con l'aiuto delle ottime meditazioni quotidiane del padre Stefano Manelli. Lo offro alla lettura di tutti voi:

"Nel 1998 morì un monaco Buddista. Alcuni giorni dopo, si tenne il suo funerale durante il quale doveva essere cremato. Dall’odore, era ovvio che il suo corpo aveva già cominciato a decomporsi – egli era molto chiaramente morto!", secondo il rapporto dell’agenzia missionaria Asian Minorities Outreach: "Noi abbiamo cercato di verificare questa notizia che ci è giunta da diverse fonti, ed ora siamo convinti che essa è esatta", scrivono. "Centinaia di monaci e parenti del morto parteciparono al funerale. Proprio quando il corpo stava per essere bruciato, il monaco morto improvvisamente si mise a sedere, gridando: ‘E’ tutta una menzogna! Io ho visto i nostri antenati bruciare ed essere torturati in una sorta di fuoco. Io ho visto anche Buddha e molti altri santi uomini Buddisti. Essi erano tutti in un mare di fuoco! Noi dobbiamo dare retta ai Cristiani’ - continuò vigorosamente il protagonista - 'loro sono i soli che conoscono la verità!'

Dagli amici mi guardi Iddio..


Amichevole critica alle tesi di Rocco Buttiglione               


(di Roberto de Mattei) Conosco Rocco Buttiglione da più di quarant’anni. Siamo stati entrambi assistenti del prof. Augusto Del Noce (1910-1989) pressola Facoltà di Scienze Politiche dell’Università La Sapienza di Roma, ma fin da allora le nostre posizioni divergevano, soprattutto per quanto riguarda il giudizio sulla modernità. Buttiglione considerava compatibile con il Cristianesimo il processo storico inaugurato dalla Rivoluzione francese, io lo consideravo incompatibile.

Le idee riformate


I francobolli vaticani di ieri e di oggi   
               
(di Cristina Siccardi) Sul portale della Cattedrale di Ognissanti di Wittenberg, Lutero affisse le sue 95 tesi contro la Chiesa di Roma, era il 31 ottobre del 1517: vigilia del giorno di tutti i Santi, quei Santi che egli rinnegò con protervia e crudeltà indicibili, così come abolì, con sistemi di stampo totalitario, ogni devozione a Maria Vergine.
Nel 1851, sul timpano di quel portale, venne collocato un mosaico, elementare (per sovvenire alle forme povere e popolari dell’arte luterana) opera di August von Kloeber. Sullo sfondo si profila la città di Wittenberg, mentre in primo piano è posto Cristo in Croce, alla sua destra e in ginocchio Martin Lutero, con la Bibbia tradotta in tedesco; alla sua sinistra e in ginocchio Filippo Melantone con la Confessio Augustana (prima esposizione ufficiale dei princìpi del Protestantesimo, redatta nel 1530 da Melantone stesso per essere presentata alla Dieta di Augusta).

Sensibilità episcopale «new generation»


Su Rivista del Clero il Vescovo “stile don Milani”

(di Mauro Faverzani) A mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, don Lorenzo Milani piace. E tanto. Al punto da dedicarvi un lungo saggio, apparso sul numero di settembre della Rivista del Clero Italiano, per spiegare il ministero episcopale alla luce del pensiero del parroco di Barbiana.
Se ne ricava la figura di un Vescovo estremamente contraddittorio: da una parte pronto alle ampie convergenze, attento al «tutto» ovvero all’«intero corpo della Chiesa» e non autoreferenziale; dall’altra invece non un «padre universale», bensì un «cuore singolare», capace di «un amore speciale verso alcune creature».
E verso le altre? Che ne è del «tutto»?

La fuffa dell’anno


Sinodo dei giovani secondo Romano Amerio   


“Se non lo trovi nella Summa, cercalo in Iota Unum”. Non mi ricordo chi lo dicesse, ma credo sia un consiglio che non si discute: si applica. Lo applico all’argomento fuffa dell’anno, la preparazione al Sinodo dei Giovani. E inizio pure a chiedermi cosa c’entri e come mai si affianchi questo nuovo evento ecclesiale con le tristi iniziative antiliturgiche a antidogmatiche in auge, generalmente sussumibili nell’etichetta ‘luteranizzazione della Chiesa e demolizione della medesima’. Forse che i giovani sono il grimaldello da agitare contro la tradizione?

Dalle parole ai fatti..!?

 DOCUMENTO DI MARX

Viri probati, l'accelerazione della Chiesa tedesca



Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco, membro del “C9” e uno dei principali consiglieri del Pontefice, ha lanciato nei giorni scorsi il dibattito sulla possibilità di ordinare sacerdoti dei laici maturi, i cosiddetti “Viri Probati”, che però manterrebbero i loro legami coniugali. Secondo diversi reportage provenienti dalla Germania, il porporato avrebbe toccato questo tema nel corso dell’assemblea del Comitato regionale bavarese dei cattolici (Landeskomitee der Katholiken in Bayern), che è un’assemblea dei Consigli diocesani delle diocesi bavaresi e a cui partecipano anche altre organizzazioni e istituzioni ecclesiali. Il sito ufficiale della Chiesa tedesca Katholisch.de, afferma che il 10 novembre scorso ha incoraggiato nel suo discorso l’apertura di una discussione sui "Viri Probati". È eloquente il sottotitolo del reportage di Katholisch.de: Papa Francesco ne sta già parlando: il cardinale Reinhard Marx vuole un ampio dibattito sull’ordinazione di preti sposati”.

Il mito del Gran Capo


IL MITO DELLA RIVOLUZIONE TRADITA (E OSTACOLATA). APPLICATO AL REGNO DI PAPA BERGOGLIO. È CREDIBILE?

Nella storia umana e politica ci sono alcuni modelli ricorrenti, comodi e molto usati, in particolare dai fan degli autocrati. Uno di essi è quello: voleva cambiare tante cose in meglio, ma non gliel’hanno fatto fare…Se fosse stato per lui…Lui sì che aveva delle idee ottime…Li avrebbe rovesciati come dei calzini, quelli lì. Dove il “quelli lì” è sempre, di rigore, piuttosto vago. La fisionomia e l’identità di coloro che si sono opposti (in genere vittoriosamente) ai propositi di: riforma, pulizia, chiarezza, trasparenza, onestà, e via virtuosando del Gran Capo non si riescono mai a sapere. Il che è singolare, posto che, in genere, si sanno una quantità di cose e di dettagli. Persino troppi, in certi casi. E di norma il Gran Capo ha a disposizione stuoli di professionisti e dilettanti della penna pronti a divulgare anche i minimi particolari del suo pensiero profondo. Figuriamoci un po’ se, sapendo chi sono gli autori dei bastoni fra le ruote e dei sassolini negli ingranaggi della Gran Macchina della Bontà e della Giustizia non li spiattellerebbero ai quattro venti!

Vanga e cuci..












  • IL CASO STARANZANO
  • Avvenire, che autogol: la lettera? Aggiustata

    Che soddisfazione quando il lavoro è confermato anche dai colleghi. E pazienza se per confermare che la Nuova BQ ha agito correttamente, che nel nostro lavoro significa raccontare la verità, si deve dire invece che ha mestato nel torbido con malignità. Siamo gente di mondo e non ce la prendiamo per così poco, ci basta che la verità dei fatti sia confermata. E la verità dei fatti è che ad Avvenire può capitare a volte che le lettere dei lettori non politicamente corretti, vengano manomesse con quell’abile operazione di taglia e cuci che un buon redattore dovrebbe utilizzare con saggezza e non con la cosiddetta “vanga”.
    Succede che domenica i lettori della Nuova BQ hanno letto l’articolo nel quale si raccontava della lettera che il parroco di Staranzano aveva inviato ad Avvenire sulla vicenda che lo vedeva protagonista nel caso del capo scout gay unito civilmente al suo compagno. Ebbene. Tra la versione pubblicata da Avvenire e quella che il sacerdote aveva inviato alla redazione, comparivano diverse interpolazioni, tagli e accomodamenti che di fatto facevano dire al sacerdote ciò che non voleva certo dire e, in almeno un paio di casi, ne stravolgevano il pensiero.

mercoledì 15 novembre 2017

Forse imbarazzato, forse infastidito?


BEATISSIMO PADRE


Beatissimo Padre la nostra coscienza ci spinge: la lettera con la richiesta di udienza al papa da parte del cardinale Caffarra mancato il 6 settembre. È giusto ricordare alcune cose ai tanti entusiastici ammiratori di Bergoglio 
di Francesco Lamendola  


 

Il 6 settembre 2017 è venuto a mancare, improvvisamente, Carlo Caffarra, arcivescovo emerito di Bologna: era uno dei quattro firmatari della lettera, consegnata il 19 settembre 2016, e contente i dubia circa l’esortazione apostolica Amoris laetitia, lettera che non ha mai ricevuto alcuna risposta da parte del papa Francesco. Qualche tempo prima, il 5 luglio, era venuto a mancare un altro dei quattro, il tedesco Joachim Meisner. Ora di vivi ne restano solo due, lo statunitense Raymond Burke e un altro tedesco, Walter Brandmüller. Caffarra, parmigiano, classe 1938 e, dunque, ormai settantanovenne, era probabilmente il più colto del gruppo: un filosofo morale come, oggi, non ce sono più tantissimi in giro, autore di numerose opere di grande valore, specie sui temi della famiglia, della sessualità e della educazione cristiana.
Non avendo ricevuto risposta, se non il commento velenoso di monsignor Pio Vito Pinto, decano della Rota, secondo il quale essi meritavano che il papa, per punirli, togliesse loro il cappello cardinalizio, i quattro cardinali, dopo un’attesa di circa sette mesi, avevano scritto una seconda lettera, questa volta per chiedere almeno una udienza privata. Rifiutata anche quella: o meglio, nessuno risposta anche allora. Il papa “misericordioso” e pieno di tenerezza, non si era degnato neppure di dare un cenno di riscontro alla loro lettera. È giusto ricordare queste cose ai tanti entusiastici ammiratori di Bergoglio, che essi vedono come il prefetto tipo del papa “francescano” (anche se è gesuita fino alla radice dei capelli), pieno di bontà e di compassione per tutti; ammiratori fra i quali non mancano i laici, da Andrea Grillo ad Alberto Melloni, e senza scordare Franco Cardini, storico esponente della cultura di destra, anch’egli folgorato sulla via di Damasco da questo papa ultra-progressista, che si è circondato di teologi della liberazione, cardinali modernisti e massoni e vescovi “di strada”, i quali tutti insieme fanno a gara nel rinverdire la tradizione comunisteggiante di Dossetti e compagni, quella pseudo profetica di Turoldo e anche quella cripto libertaria e contestatrice di Lorenzo Milani, recentemente riabilitato in pompa magna con tanto di “pellegrinaggio” riparatore del papa in quel di Barbiana, lo squallido luogo del suo sofferto “esilio” da parte della Chiesa brutta e cattiva di prima del Concilio.