ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 10 febbraio 2018

Contro l’Immacolata non poté nulla.


01_Apocalisse 12, la battaglia escatologica tra la Donna ed il Drago: il retroscena è nella Genesi…


Potrebbe sembrare che questa rubrica esuli dal fine proprio del nostro sito mariano ma, in realtà, non è così perché è dalle indicazioni stesse della Vergine Maria durante le sue apparizioni che si scopre l'importanza della riflessione e della meditazione sulla Sacra Scrittura a cui di frequente Ella si appella e di cui invita alla lettura sapienziale. 
Nei messaggi di San Nicolas Maria Immacolata spesso, al termine delle sue parole, invitava a leggere una pericope biblica da Lei indicata che avesse attinenza con il suo messaggio.

Il gioco della neochiesa


VI E' LA LIBERTA' DI PECCARE?



Esiste la libertà di peccare? Alla domanda che cos’è il peccato?, il buon vecchio Catechismo di Pio X distingueva fra "Peccato originale" e "peccato attuale", e quest’ultimo era suddiviso in "peccato mortale e peccato veniale" 
di Francesco Lamendola  

  

Alla domanda Che cos’è il peccato?, il buon vecchio Catechismo di Pio X distingueva fra Peccato originale e peccato attuale, e quest’ultimo era suddiviso in peccato mortale e peccato veniale. Il peccato mortale, quello che qui c’interessa, era così definito: Il peccato mortale è una disubbidienza alla legge di Dio in COSA GRAVE, fatta con PIENA AVVERTENZA e DELIBERATO CONSENSO.
Alla domanda: Siamo obbligati a osservare i comandamenti di Dio?, rispondeva: Siamo obbligati a osservare i comandamenti di Dio, perché sono imposti da Lui, nostro Padrone supremo, e dettati dalla natura e dalla sana ragione. E alla domanda: Chi trasgredisce i comandamenti di Dio pecca gravemente?, rispondeva: Chi deliberatamente trasgredisce anche un solo comandamento di Dio in materia grave pecca gravemente contro Dio e perciò merita l’inferno.
Chiaro, chiarissimo, vero?; anche troppo, penserà qualcuno; e troppo duro, troppo minaccioso. Un classico esempio di “pedagogia della paura”, dirà, sulla scia di padre Ermes Ronchi. Benissimo. Andiamo allora a vedere che cosa dice, a proposito del peccato, il Catechismo della Chiesa cattolica, approvato da Giovanni Paolo II e pubblicato nel 1992: (§§ 1849-1850):

God bless America?


“I cattolici americani preferiscono il presidente Trump a papa Francesco”

Edward Pentin è il corrispondente da Roma del National Catholic Register. Un quotidiano che genericamente viene definito “liberal” e che, in ogni caso, rappresenta una voce importante del cattolicesimo americano. In questa intervista esclusiva, Pentin analizza, dal suo punto di vista e da quello degli americani, il rapporto tra i cattolici statunitensi e Papa Bergoglio.

Il suo giornale è stato particolarmente attento sul “caso Barros”. Come ritiene sia stata la “gestione” di questa vicenda?

“Caotico. Il problema è l’incoerenza del Papa nel trattare i casi di abuso: da un lato si è mostrato impegnato a implementare nuove strutture per combattere il crimine, ma dall’altro ha favorito amici o amici di amici – cardinali, vescovi e sacerdoti – che hanno coperto in funzione di abusi o commesso abusi stessi. Il caso del vescovo Barros è solo un altro esempio di una tendenza provata”.

Brutto tempo si crea..


PEZZO GROSSO COMMENTA L’INTERVISTA DI MONS. GALANTINO SULLE ELEZIONI POLITICHE E SUI MIGRANTI. MA È PROPRIO TUTTO CHIARO?



Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ieri il segretario generale della CEI, mons. Galantino, ha parlato alla sua televisione, TV2000. E questa mattina abbiamo trovato un commento sdegnato di Pezzo Grosso, che pubblichiamo. Nei prossimi giorni non è escluso che Stilum Curiae torni ad occuparsi del problema creato dalla CEI e della sua contiguità imbarazzante con il partito attualmente al governo. Intanto a fianco dell’immagine del Segretario CEI troverete una schermata presa su Twitter, che illustra qualche aspetto diciamo così, un po’ problematico del fenomeno della tratta nel nostro Paese.

Cin-Cin,Hic-Hic

La Cina inventata da Mons. Sánchez Sorondo. Scoperto un suo diario di mezzo secolo fa



"Posso capire che, nella foga di volere gli accordi fra Cina e Vaticano, si straveda e si esaltino la cultura cinese, il popolo cinese, la mentalità cinese, come fa papa Francesco. Ma presentare la Cina come modello…".
Trasecola padre Bernardo Cervellera, direttore dell'agenzia Asia News del Pontificio Istituto Missioni Estere, nel commentare i giudizi del vescovo argentino Marcelo Sánchez Sorondo, fresco reduce da un viaggio in Cina.
Sánchez Sorondo è cancelliere di due accademie pontificie, quella delle scienze e quella delle scienze sociali, oltre che intraprendente vassallo della corte di papa Francesco. E in effetti hanno sbalordito le sperticate lodi al regime di Pechino da lui sciorinate in un'intervista di pochi giorni fa alla sezione in lingua spagnola di Vatican Insider:
> "Chinos, quienes mejor realizan la doctrina social de la Iglesia"
Eccone una piccola antologia:

Le due facce di un unico errore

COS'E' LA LIBERTA' RELIGIOSA?



Che cos'è la libertà religiosa? due sono gli errori teologici del Concilio Vaticano II: la pretesa di poter approfondire e quindi meglio comprendere il senso della Rivelazione e la scelta del disarmo unilaterale verso i nemici 
di Francesco Lamendola  

  

Due, a nostro avviso, sono gli errori teologici di fondo del Concilio Vaticano II, le cui velenose conseguenze stanno giungendo a maturazione nella neochiesa dei nostri giorni: la pretesa di poter "approfondire" e quindi "meglio comprendere" il senso della Rivelazione cristiana, e la scelta del disarmo unilaterale verso i nemici - perché di nemici si trattava e si tratta, alla faccia del politicamente corretto -, sia esterni sia, ancor di più, interni, vale a dire gli eretici (una parola tabù, caduta completamente in disuso).  Entrambi gli errori, che sono le due facce di un unico errore, cioè il modernismo, hanno in sé i germi delle due malattie che stanno distruggendo il cattolicesimo: il soggettivismo della coscienza rispetto alla oggettività della dottrina, e un sedicente "dialogo" con l'altro che si risolve, in ultima analisi, e dietro la maschera della "tolleranza" (tipico atteggiamento volterriano, cioè illuminista, cioè dichiaratamente anticristiano) in agnosticismo e indifferentismo di fronte alla Verità. Entrambi gli errori erano più che prevedibili, erano perfino annunciati, dal momento che entrambi erano già contenuti, in nuce, nel discorso di apertura del Concilio, tenuto da Giovanni XXIII l'11 ottobre 1962. Infatti, dopo un'aspra rampogna (4, 2) contro i profeti di sventura, e una vera e propria dichiarazione di fede nello storicismo, poiché i profeti di sventura non imparano nulla dalla storia, che è maestra di vita (ma quando mai?), si passa a una dichiarazione di fede nel progresso, definendo il momento presente particolarmente fausto e propizio per lo svolgimento del Concilio: il che equivale a inscrivere immediatamente un grande papa, come Pio XII, fra i detti profeti di sventura, dato che anche lui aveva pensato alla eventualità di convocarlo, ma vi aveva rinunciato, ben sapendo quanto il momento fosse, invece, pericolosissimo, proprio per l'infiltrazione massonica nei livelli più alti della Chiesa. E dopo lo storicismo e il progressismo, l'affondo, molto ben dissimulato dietro una cortina fumogena di belle parole: il Concilio non viene convocato per motivi dottrinali, ma solo pastorali; nulla vi è da discutere quanto alla dottrina, ma solo da renderla più comprensibile  ai "tempi nuovi" (6, 5):

Per rinsavire, almeno in extremis

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Peccati contro lo Spirito Santo


Genti peccatrici, populo pleno peccato miserere, Domine Deus. Esto placabilis super nequitiam populi tui (dall’Ufficio divino).

Nella storia dell’Antico Testamento, le minacce più gravi avevan di solito origine da settentrione (cf. Ger 1, 14). Invasori e razziatori provenienti dalla Mesopotamia non potevano infatti attraversare il deserto che li separava dalla Palestina; per questo dovevano risalire l’Eufrate e calare poi da Nord. Quando annuncia agli esuli in Babilonia l’ormai prossimo ritorno in patria, il Profeta rivela che Dio aprirà miracolosamente una strada nel deserto per farvi camminare i redenti, così come aveva tracciato una via nel mare perché i padri potessero marciarvi all’asciutto (cf. Is 43, 16-20). Ciò fa chiaramente comprendere che normalmente anche le carovane, seguendo il grande fiume, dovevano compiere un giro molto più lungo. Quando erano degli eserciti a mettersi in marcia, il popolo eletto tremava. Anche più tardi, nell’avvicendarsi degli antichi imperi, la minaccia verrà sempre da settentrione, come nel caso di quella potenza seleucide che cercherà di annientare la religione d’Israele, tanto che ancora nell’Apocalisse lo scontro finale si annuncerà dalla stessa direzione (cf. Ap 20, 8).

venerdì 9 febbraio 2018

La Moskova si verserà nel Tevere?

La Russia, un centro di contro-cultura

FONTE: DEDEFENSA.ORG
Alcuni siti russi vicini alla Chiesa cristiana ortodossa hanno diffuso i risultati di un’inchiesta sul cambiamento dell’opinione pubblica russa riguardo alcuni argomenti di carattere sociale di grande attualità. I risultati sono valutati sui vent’anni che ci separano dal 1998, permettendo così una più ampia visione d’insieme. Altre precisazioni, riguardanti sempre la sfera sociale, completano il lavoro. La cifra più significativa riguarda il numero degli aborti passato da 5 milioni (nel 1993) a 600.000 (nel 2017), dato che va letto insieme a un altro: la percentuale delle persone che giudicano l’aborto inaccettabile è passato dal 12% nel 1998 al 35% nel 2017, – questa stessa pratica era permessa durante il periodo comunista (tranne nel periodo 1936-1955). Tutti gli altri risultati dall’inchiesta vanno nella medesima direzione.
Il fatto che quest’inchiesta abbracci un arco temporale così  ampio è importante, soprattutto per la Russia. Permette un confronto tra la Russia post-Urss “occidentalizzata” dell’epoca Eltsin e quella di oggi. Oltre alla condizione economica, la sua evoluzione culturale (e dunque psicologica) si colloca esattamente in opposizione rispetto alla politica seguita dal blocco Bao, sotto impulso del Sistema.

Il silenzio vigliacco

I sacerdoti massacrati nelle foibe


Presentazione del Centro Studi Federici

Il silenzio vigliacco sui 50 preti e frati massacrati dai partigiani comunisti nelle foibe: queste vittime non interessano ai professionisti della memoria, forse perché erano al servizio della Chiesa Cattolica e non della Sinagoga.





Mons. Antonio Santin (1895-1981), vescovo di Fiume e poi di Trieste e Capodistria,
benedice i resti delle vittime massacrate nelle foibe dai comunisti.

I sacerdoti massacrati nelle foibe

Fra le molte e molte migliaia di assassinati nelle foibe vi furono almeno 50 sacerdoti.
Ranieri Ponis ha dedicato alla vicenda una monografia, intitolata “Storie di preti dell’Istria uccisi per cancellare la loro fede”, pubblicata dalla Litografia Zenit.

Sberle?

Da Ruini sberle a Renzi ma anche alla Chiesa




Cara Eminenza, cardinale Camillo Ruini, lei ha rilasciato ieri una rilevante intervista al Corriere della Sera. A differenza di lei, io credo che l’Italia non sia «arrabbiata», ma piuttosto rassegnata, e credo che i cattolici veri siano già da qualche anno irrilevanti.
Ho avuto il privilegio di conoscerla, ho stima elevatissima di lei e ho avuto l’onore di discutere in passato con lei un paio degli argomenti trattati nel colloquio citato. E’ uno dei prelati più intelligenti, esperti e saggi che io conosca, con una visione strategica d’insieme, seconda solo a quella di Benedetto XVI.
Trovo molto importante il fatto che Massimo Franco sul Corriere le abbia fatto questa intervista, che desidero commentare nei passaggi che a mio giudizio sono i più significativi.

Ipso facto, dubbio e perciò nullo..

MAGISTERO: GLI ULTIMI 50 ANNI


 Il Magistero degli ultimi 50 anni è autentico e i Sacramenti impartiti sono validi? un documento papale come l’esortazione Amoris laetitia, mancando palesemente dell’elemento della certezza, è, ipso facto, dubbio e perciò nullo 
di Francesco Lamendola  

  

Abbiamo sostenuto, nel precedente articolo E i papi del post-concilio, che pensare di loro? (pubblicato sul sito dell’Accademia Nuova Italia l’08/02/2018) che esistono, purtroppo, seri indizi quanto meno per sospettare che, a partire dal conclave del 1958, in cui forse venne eletto Giuseppe Siri ma poi venne proclamato papa Giuseppe Angelo Roncalli col nome di Giovanni XXIII, che la massoneria ecclesiastica si sia impadronita del collegio cardinalizio e che pertanto, da allora, tutti i papi successivamente eletti siano stati scelti con il criterio di una disponibilità di massima a farsi interpreti e prosecutori dei deliberati errori sanciti dal Concilio Vaticano II, allo scopo di portare gradualmente e, se possibile, inavvertitamente, la Chiesa cattolica fuori da se stessa e dal proprio baricentro, che è solo e unicamente Gesù Cristo, per trasformarla in una neochiesa gnostica e modernista, tappa intermedia verso la sua dissoluzione e il suo assorbimento in una super-religione mondiale umanitaria, a sua volta presupposto per l’attuazione dell’ultima fase: la divinizzazione della élite mondiale che occultamente già da tempo ha steso la sua immensa ragnatela sul mondo intero e che ha sempre visto nella Chiesa cattolica il suo principale e più pericoloso nemico, da abbattere a qualunque costo e con qualsiasi mezzo. La massoneria ecclesiastica, ramo infiltrato ed autonomo della massoneria, è, come quest’ultima, una delle ramificazioni della grande Piovra globale, la quale, diretta e controllata da pochissimi individui, da almeno due secoli sta scrivendo la storia mondiale per mezzo di guerre, rivoluzioni, colpi di Stato, crisi finanziarie, fenomeni migratori creati dal nulla o ingigantiti ad arte, grazie alla sua immensa disponibilità di capitali; mentre, nello stesso tempo, grazie al controllo quasi totale della stampa, della televisione, del cinema, e, indirettamente, dell’università e della scuola, della medicina e della cultura, della politica e dell’alimentazione, nonché della moda, dello spettacolo, del tempo libero, ha tracciato una strategia a lungo termine di controllo, manipolazione e alienazione delle società e delle persone, riducendole a soggetti anonimi e conformisti, passivi e cronicamente dipendenti dai modelli del consumismo,  praticamente incapaci di pensare con la propria testa, tanto da non saper più leggere e comprendere il senso dei fatti che pure avvengono ormai alla luce del sole.

Evoluzionismo dei Cristω benedettiani

Giuliano Ferrara scarica Silvio Berlusconi: “Il 4 marzo voto il Pd di Matteo Renzi” 

Una clamorosa confessione, firmata Giuliano Ferrara, che piove nella chiusa del suo editoriale su Il Foglio di mercoledì 7 febbraio. Al termine di una lunga disquisizione sulla sentenza di Cassazione che ha risarcito una coppia a cui anni fa nacque un figlio non voluto, rivela: “E non avrei mai pensato che, ormai in ritiro virtuale dalla vita pubblica, avrei dovuto votare nel mio collegio romano, in quanto sostenitore dell’unico partito costituzionale residuo, per un Pd che mi porterà la mano a metter la croce su Paolo Gentiloni alla Camera, e vabbè, e Emma Bonino al Senato”. Addio a Silvio Berlusconi, dunque. Fine di un sodalizio che, pur con qualche attrito e qualche interruzione, durava dal 1994, anno in cui Ferrara fu ministro e portavoce del primo, e brevissimo, governo del Cavaliere

“Ferrara logora chi ce l’ha”: editoriale di Marco Travaglio


di Marco Travaglio da Il Fatto Quotidiano 8 febbraio 2018 –
Io non so come dirlo, perché mi sa che Renzi il Fatto lo legge ancora. Però dài, pazienza. Matteo, se stai leggendo, tieniti forte, fatti coraggio e tròvati una sedia comoda, meglio una poltrona, ché certe notizie è meglio ascoltarle da seduti.

Bravi cattolici faticano a mandare giù

TRENTA RIGHE FUORI MODA
Roba di cinquant’anni fa,scritta stamattina

Piccolo florilegio di Giovannino Guareschi
sul disastro postcattolico


giovedì 8 febbraio 2018



Un pomeriggio con Giovannino Guareschi,
sabato 17 febbraio, a Colombaro di Formigine

Cari amici, permettetemi di usare queste trenta righe per invitarvi a un pomeriggio con Giovannino Guareschi, uno dei pochi amici di cui ci possiamo ancora fidare. La mia indole un po’ operaia e un po’ contadina mi inibisce l’uso degli orari cittadini, dunque non riesco a dirvi che si svolgerà tutto tra le 16,00 e le 18,00. Ci vediamo alle quattro. Ci vediamo nella Bassa, a Colombaro di Formigine, poco lontano da Mondo piccolo, e parleremo di Guareschi, della sua storia, delle sue battaglie, del suo giornalismo, della sua opera letteraria, tutti raccolti dentro l’universo meraviglioso della sua fede. Lo ascolteremo attraverso i suoi scritti scoprendo che, a cinquant’anni dalla sua morte, ha da dirci molto più di quanto compresero i suoi contemporanei.
Nel disastro postcattolico in cui ci troviamo a vivere, possiamo toccare con mano quanto quest’uomo vide e descrisse troppo in anticipo per essere capito e amato persino da tanti bravi cattolici. È il solo privilegio che rimane a noi posteri. 

giovedì 8 febbraio 2018

C’è molta mala fede, tra le dette mezze verità

I Viri probati ?? non sono la soluzione al calo delle vocazioni


I “tempi eroici” non saranno MAI la “sostituzione” dei sacerdoti “sposati”, o l’attribuzione ad essi con i “viri-probati”, ma la LOTTA, IL BATTERSI per mantenere fede al celibato sacerdotale, emblema della Chiesa di Cristo, libera, casta e cattolica! (Giovanni XXIII)
Ringraziando una e-mail  nella quale ci viene chiesto: “ma chi sono i viri probati?”, ne approfittiamo per approfondire, non soltanto il termine, ma anche per spiegare che non sono loro la soluzione al problema del calo delle vocazioni.
Marco ci chiede chiarimenti sull’uso di questo termine e desidera capire perché non sarebbe questa la soluzione al problema, che male ci sarebbe e che in fondo, nel tempo degli inizi della Chiesa, c’erano preti sposati, rifacendosi ad un articolo nel quale il cardinale Beniamino Stella, Prefetto della congregazione per il Clero – cliccare qui – affermerebbe appunto questa eventualità. Ma la questione non è proprio come viene descritta nell’articolo.

Sono tutti dei traditori diciamo..

“Hanno tradito la verità di Cristo e il Vangelo”.


Dunque.. ci troviamo qui con Padre Angelo, padre francescano del Convento di Lonigo (Vicenza).
Ma entriamo subito nel merito di questa breve intervista..
Che cosa ne pensa di questo modernismo all’interno della chiesa.. di questa.. alla fine se possiamo nominarla.. nuova chiesa di Bergoglio..?
Che cosa ne pensa di questo modernismo, di questo “modus operandi”, del fatto che vengono benedette coppie gay, viene data la comunione ai musulmani, a Torino un prete dice “Io al Credo non credo”, di questo relativismo dilagante, di questo ecumenismo..
Tutta una serie di cose stravaganti che si vedono all’interno della chiesa.. è innegabile questo.. no? Tutto un cambiamento, uno stravolgimento della sana dottrina cattolica..
Modernismo.. dicono per avvicinare i fedeli.. ma in realtà non è così..
Allora che cosa ne pensa..?
Hanno tradito la verità di Cristo e il Vangelo.
Se si tradisce quello non si è né ecumenici e neanche fratelli l’un l’altro..

E' lui lo strumento del demonio?

SCONVOLGENTE: Incredibili affermazioni di Bergoglio!




09:23


Nella tristissima vicenda del commissariamento dei Francescani dell'Immacolata (commissariamento che equivale ad una soppressione dal momento che è stato inibito loro di celebrare la Messa di Sempre e che il loro seminario è stato chiuso)
si inseriscono queste sconvolgenti dichiarazioni di Bergoglio.
Rispondendo alle giuste ed accorate rimostranze di un frate, Bergoglio afferma:
"Voi avete parlato con coraggio, questo mi piace. Ma voglio dirvi ufficialmente una parola. Questo ufficialmente. Il vostro carisma è un carisma singolare: C'è lo spirito di San Massimiliano Kolbe, un martire e c'è lo spirito di San Francesco, l'amore della povertà, l'amore a Gesù Cristo spogliato.......
Ma c'è un'altra cosa che a me fa capire che il demonio è tanto arrabbiato con tutti voi: la Madonna.

Neanche tanto strisciante

Martin Lutero


Testo dell'audio
MARTIN LUTERO
In questi tempi caratterizzati da grande ignoranza e radicale confusione, tempi in cui anche agli uomini della Chiesa cattolica ai più alti livelli piace lodare ed inneggiare a Martin Lutero, vorremmo brevemente esporre e valutare la sua teologia.

Il mal tacere..

LO SCANDALO DEL SILENZIO DI TUTTI, MEDIA CATTOLICI COMPRESI, INTORNO AL PROCESSO PER DIFFAMAZIONE CONTRO DANILO QUINTO.


Nei prossimi giorni, intorno al 22 febbraio, se le informazioni che abbiamo sono giuste, un collega pubblicista, Danilo Quinto, verrà giudicato in tribunale con l’accusa di diffamazione. Danilo Quinto è stato nel Partito Radicale dal 1986, ne è stato il tesoriere, lavorando fianco a fianco con Marco Pannella. Poi ha avuto il torto enorme di incontrare una donna, di farsene convertire al cattolicesimo, e di sposarla.
Ha raccontato la sua storia in un libro, “Da servo di Pannella a figlio libero di Dio”, per i tipi di Fede e Cultura. In questo libro, secondo quanto racconta in un suo articolo Gianluca Venanzi su “L’Intraprendente”  “che il gruppo dirigente radicale di cui aveva fatto parte era «acefalo», e che un membro di quel gruppo dirigente veniva definito «servo sciocco». Entrambe le espressioni erano peraltro scritte in corsivo, quasi a indicare la loro valenza metaforica. Ma ciò che più colpisce è che non si tratta certo di insulti ingiuriosi, al più di pareri che attengono la libertà di opinione del singolo e non possono essere sottoposti a censura né tanto meno a condanna”.

Come mai nessuno ce lo ha detto?

WOJTYLA E IL VATICANO II



Wojtyla rivendicava l’eredità del Concilio in ciò ch’essa ha di più ambiguo. A torto l’immagine di Giovanni Paolo II è passata nell’immaginario collettivo come quella di un Papa restauratore in qualche misura “conservatore” 
di Francesco Lamendola  

 

A torto, l’immagine di Giovanni Paolo II è passata nell’immaginario collettivo come quella di un Papa restauratore, e quindi, in qualche misura, “conservatore” (per quel che può valere una terminologia ispirata al mondo profano e, più specificamente, alla politica).  Per vedere quanto ciò sia lontano dal vero, si rilegga cosa diceva Karol Wojtyla, a proposito del Concilio Vaticano II, ma trent’anni dopo di esso, parlando con il giornalista Vittorio Messori (da: Giovanni Paolo II, Varcare la soglia della speranza, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1994, pp.171-177, passim):

IL CONCILIO VATICANO II È STATO UN GRANDE DONO PER LA CHIESA, per tutti coloro che vi hanno preso parte; è stato un dono per l’intera famiglia umana, un dono per ciascuno di noi. […]  Sulla base dell’esperienza conciliare scrissi “Alle fonti del rinnovamento”. All’inizio del libro affermavo che voleva essere un TENTATIVO DI ESTINGUERE IL DEBITO contratto da ogni vescovo nei riguardi dello Spirito Santo, partecipando al Concilio. Sì, il Concilio ebbe in sé qualcosa della Pentecoste: indirizzò l’episcopato di tutto il mondo, e quindi la Chiesa, proprio sulle vie  lungo le quali occorreva procedere al termine  del secondo millennio. […] IL CONCILIO ERA UN’OCCASIONE SINGOLARE PER ASCOLTARE GLI ALTRI, MA ANCHE PER PENSARE CREATIVAMENTE. […] Sì, dunque, già durante la terza sessione mi trovai nell’équipe che preparava il cosiddetto Schema XIII, il documento che sarebbe poi diventato la Costituzione pastorale “Gaudium et Spes”; potei in tal modo partecipare ai lavori estremamente interessanti di questo gruppo, composti dai rappresentanti della Commissione teologica e dell’Apostolato dei laici. […] Molto devo in particolare a padre Yves Congar e a padre Henri De Lubac.  […] Il Concilio fu UNA GRANDE ESPERIENZA DELLA CHIESA, oppure – come allora si diceva – il “SEMINARIO DELLO SPIRITO SANTO”. Al Concilio lo Spirito Santo parlava a tutta la Chiesa nella sua universalità, che era determinata dalla partecipazione dei vescovi del mondo intero. […] Ciò che lo Spirito Santo dice costituisce sempre una penetrazione più profonda dell’eterno Mistero, e insieme un’indicazione della strada da percorrere agli uomini che hanno il compito di trasferire tale Mistero nel mondo contemporaneo. Il fatto stesso che quegli uomini vengano convocati dallo Spirito Santo e costituiscano, durante il Concilio, una particolare comunità che insieme ascolta, insieme prega, insieme pensa e crea, ha un’importanza fondamentale per l’evangelizzazione, per quella NUOVA EVANGELIZZAZIONE CHE PROPRIO CON IL VATICANO II HA AVUTO IL SUO INIZIO. Tutto ciò è in stretto collegamento con una nuova epoca nella storia dell’umanità e anche nella storia della Chiesa. […]
… il Concilio Vaticano II si distingue dai concili precedenti per il SUO PARTICOLARE STILE. Non è stato uno stile difensivo. Neanche una volta nei documento conciliari s’incontrano le parole “anathema sit” (sia scomunicato). È stato uno STILE ECUMENICO, caratterizzati da grande apertura al dialogo, che il papa Paolo VI qualificava come “dialogo della salvezza”. Tale dialogo non doveva limitarsi soltanto all’ambito cristiano, ma aprirsi anche alle religioni non cristiane, e raggiungere l’intero mondo della cultura e della civiltà, compreso quello di coloro che non credono. La verità, infatti, non accetta alcun limite. È per tutti e per ciascuno. E se tale verità viene realizzata nella carità (cfr. Ef 4, 15), allora diventa ancor più universalistica. Proprio questo è stato lo stile del Concilio Vaticano II, lo spirito in cui s’è svolto.

Lo spirito rivoluzionario e la volontà di rottura

E I PAPI DEL POST-CONCILIO ?



E i papi del post-concilio che pensare di loro? il male nasce dopo la morte di Pio XII con il conclave Siri-Roncalli del'58 poi tranne forse i 33 giorni di Luciani il diluvio, fino all’eresia conclamata del falso papa Bergoglio 
di Francesco Lamendola  

  

La “scoperta” - cui abbiamo finito per arrenderci, assai malvolentieri, davanti all’evidenza - della illegittimità sostanziale del Concilio Vaticano II, pone sul tavolo, inevitabilmente, un ulteriore, drammatico interrogativo: che cosa pensare, quale giudizio dare sull’opera dei sei pontefici che si sono succeduti alla guida della Chiesa durante e dopo il Concilio, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco? Su quest’ultimo, veramente, il nostro giudizio è netto e senza la minima incertezza, e chi ci ha seguiti fin qui ben lo conosce: semplicemente pensiamo che egli non è un papa, è un falso papa, peggio ancora, è un nemico della Chiesa cattolica e quindi si pone oggettivamene come il capo dei nemici di Gesù Cristo; lo si chiami come si preferisce: contro-papa, anti-papa, o anche anti-cristo, nel significa preciso del termine, colui che si oppone a Gesù Cristo e all’avvento del suo Regno, ma non attaccandolo frontalmente, bensì spacciandosi per un suo seguace, per un suo continuatore, mentre egli è la negazione di tutto ciò che Gesù Cristo ha fatto, ha detto e soprattutto di tutto ciò che Gesù Cristo rappresenta: la nostra Redenzione per mezzo del Figlio di Dio, il Verbo incarnato che ha sofferto, per amor nostro, la Passione e la Morte, per poi Risorgere dal sepolcro e salire al Cielo. E poco c’importa se lo si debba considerare un falso papa anche in senso strettamente giuridico, a norma del codice di diritto canonico: anche se ben quattro sono state le irregolarità della sua elezione (il fatto che è un gesuita; il fatto che non erano trascorsi quindici giorni dalla rinuncia del suo predecessore; il fatto che durante la votazione si è trovata una scheda in più; le circostanze oscure della rinuncia di Benedetto XVI e quindi il sospetto di una invalidità della sua rinuncia), la cosa veramente grave è la sostanza del suo pontificato: il peggiore che mai si sia visto sotto il profilo dottrinale, fino all’eresia conclamata, e, quel che è ancor peggio, con una arroganza, con una rozzezza brutale, con una mancanza di scrupoli e di carità verso i cattolici scandalizzati dal suo dire e dal suo agire, quali mai si erano visti, da secoli e secoli.

La "coscienza erronea" promossa a virtù

La manovra "sleale" di chi vuole riscrivere "Humanae vitae". Una lettera


Ricevo e pubblico. L'autore della lettera è un ecclesiastico con specializzazione scientifica di alto livello e con rilevanti incarichi d'insegnamento in Italia e all'estero, ma che dedica anche tempo ed energie alla cura pastorale.
È lo stesso di cui www.chiesa ha pubblicato nel gennaio del 2016 una precedente lettera riguardante lo scadimento di "qualità" delle confessioni sacramentali, uno scadimento a cui non appare estraneo l'impatto su tanti fedeli di certi detti di papa Francesco enfatizzati dai media.
In questa nuova lettera egli mette in luce l'infondatezza degli argomenti recentemente addotti – principalmente in una conferenza autorizzata dall'alto alla Pontificia Università Gregoriana – per reinterpretare e in sostanza invalidare l'insegnamento dell'enciclica di Paolo VI "Humanae vitae".
In particolare, egli confuta come "sleale" la pretesa di far derivare la liceità delle tecniche anticoncezionali dal fatto che già un gran numero di coniugi cattolici le pratica, convinti in coscienza di agire nel giusto.
La responsabilità di questa "coscienza erronea" promossa a virtù – spiega – non può essere scaricata sui coniugi, ma deve essere ricondotta a chi nella Chiesa li ha male educati, sistematicamente tacendo o deformando l'insegnamento di "Humanae vitae".
Come già per la precedente lettera, anche questa volta è doverosa la riservatezza sul nome dell'autore, per non esporlo a prevedibili e inesorabili ritorsioni.

mercoledì 7 febbraio 2018

I più giovani non sanno e gli anziani dimenticano

Spirito di resistenza e amore alla Chiesa

(Roberto de Mattei) Mentre si avvicina il quinto anniversario dell’elezione di papa Francesco, sentiamo spesso ripetere che ci troviamo di fronte ad una pagina drammatica e assolutamente inedita nella storia della Chiesa. Ciò è solo in parte vero. La Chiesa ha sempre conosciuto ore tragiche che hanno visto la lacerazione del suo Corpo Mistico dalla sua nascita sul Calvario fino ai tempi più recenti. I più giovani non sanno e gli anziani dimenticano, quanto terribili furono gli anni che seguirono il Concilio Vaticano II, da cui l’epoca attuale discende. Quarant’anni fa, mentre esplodeva la rivolta del Sessantotto, un gruppo di cardinali e di vescovi, che erano stati i protagonisti del Concilio, cercarono di imporre un radicale mutamento della dottrina cattolica sul matrimonio. Il tentativo fu frustrato perché Paolo VI, con l’enciclica Humanae Vitae del 25 luglio 1968, ribadì la proibizione della contraccezione artificiale, restituendo forza e speranza al gregge disorientato. Ma Paolo VI, il Papa della Humanae Vitae, fu anche colui che provocò una profonda rottura con la Tradizione cattolica, imponendo, nel 1969, il nuovo rito della Messa, che è all’origine delle devastazioni liturgiche contemporanee. Lo stesso Paolo VI promosse l’Ostpolitik, assumendosi il 18 novembre 1973, la grave responsabilità di rimuovere dalla sua carica di Arcivescovo di Esztergom e Primate di Ungheria il cardinale József Mindszenty (1892-1975) – campione dell’opposizione cattolica al comunismo. Papa Montini auspicava la realizzazione del compromesso storico in Italia, affidata all’accordo tra il segretario della Democrazia Cristiana Aldo Moro e quello del Partito Comunista Enrico Berlinguer. L’operazione fu bruscamente interrotta solo dal rapimento e dalla uccisione di Moro, a cui seguì, il 6 agosto 1978, la morte dello stesso papa Montini. Anche di questo ricorre il quarantesimo anniversario.

La «gioia della verità»

Veritatis gaudium:
Papa Francesco propugna la rivoluzione culturale
nelle Università cattoliche







Papa Francesco lancia la sua rivoluzione culturale. Visto il tenore del documento c’è da scommettere che anche questa sarà una rivoluzione portatrice di morte per le anime, come lo fu per il popolo cinese l’altra rivoluzione culturale: quella di Mao Tse Tung!

Il concilio Vaticano II ha lanciato la parola d’ordine di aprirsi alla modernità dei tempi contemporanei; il mondo post-moderno ha avviato una vera rivoluzione antropologica; e Papa Francesco, in questa logica conciliare di apertura al mondo, segue questo movimento rivoluzionario adattando la Chiesa del post-concilio a questa civiltà del niente che oggi prevale, ma che, secondo le illusioni dei benpensanti, dovrebbe sfociare nel migliore dei mondi, in cui il trinomio Libertà-Fraternità-Uguaglianza regnerebbe incontrastato!

La Chiesa ti ha imbavagliato.

I salmi censurati

Le preghiere scomparse per rendere le liturgie più comprensibili

Davide, re d’Israele e santo del Calendario, vincitore di Golia e antenato di Cristo, dovevo immaginarmelo ma non lo sapevo e l’ho scoperto grazie a “Salmi censurati” di André Wénin (EDB): la Chiesa ti ha imbavagliato. E non è stato Papa Francesco bensì Paolo VI, nel 1971, siccome il rinnegamento della Bibbia è una storia vecchia che ebbe un’accelerazione quando nella liturgia entrarono le lingue nazionali. I preti volevano risultare più comprensibili ma presto si accorsero che l’oscurità aveva i suoi vantaggi.

Cos’altro ancora permetterà il Buon Dio contro di noi?

FFI: ASSEMBLEA DELLE SUORE CON IL VATICANO PER “CONDIVIDERE, ASCOLTARE, COMPRENDERE…”. P. SIANO: DOVEVANO PENSARCI PRIMA…


Cari  Stilumcuriali, torniamo a parlare dello straordinario caso di commissariamento nei confronti dei Frati Francescani dell’Immacolata, che a oltre quattro anni dal suo inizio non è ancora concluso. A più riprese è stato osservato, sia da San Pietro e Dintorni, che da Stilum Curiae che da altre voci anche più autorevoli che un elemento veramente particolare è dato dalla non esposizione delle accuse verso il fondatore, padre Manelli. Abbiamo ricevuto una lettera da padre Paolo Siano, che già ci ha onorati della sua presenza qualche giorno fa. Questa volta si tratta del ramo femminile dell’ordine. Ecco quanto ci scrive padre Siano.

China Change?

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La magnifica Cina di Sánchez Sorondo

    Dunque per monsignor Marcelo Sánchez Sorondo, filosofo e teologo nonché cancelliere della Pontificia accademia delle scienze, «in questo momento quelli che realizzano meglio la dottrina sociale della Chiesa sono i cinesi».
Interessante. Pare che il monsignore, dopo un viaggio in Cina, sia tornato a Roma «entusiasta», come riferisce Andrés Beltramo Álvarez, che l’ha intervistato per l’edizione spagnola di Vatican Insider del 2 febbraio. «I cinesi cercano il bene comune, subordinano le cose al bene generale», ha detto.
Interessante, davvero.