Lo spaventoso ruggito del coniglio mannaro. Quale sovranità?Gli italiani hanno bocciato clamorosamente coloro che li hanno condotto al disastro e che si son girati dall’altra parte mentre le banche si mangiavano i loro risparmi
di Francesco Lamendola
Un ruggito spaventoso si è levato in queste ore dai recessi più ombrosi della foresta primeva, la foresta della politica italiana, e proprio da parte di chi dovrebbe fare l’arbitro e portare, semmai, un po’ di rasserenamento nell’agitato momento istituzionale che stiamo vivendo. Ma tant’è: lo sappiamo bene che i cittadini italiani devono far da soli; se aspettassero che a fare i loro interessi si muovessero quanti sono pagati per farlo, e hanno giurato di farlo sulla Costituzione – sulla Costituzione della Repubblica Italiana e non su quella dell’Unione europea, fino a prova contraria – potrebbero rimanere in attesa fino al giorno del Giudizio. E infatti, dopo anni e decenni di pestoni sui calli, perfino gli italiani più miti e remissivi, perfino i più rassegnati e stanchi, paiono essersi alzati in piedi, sia pure un po’ faticosamente, e aver fatto qualche passo in quella direzione: riprendersi la loro effettiva sovranità; e fare in modo che chi va al governo, una volta tanto, faccia i loro interessi e quelli della loro nazione, e non quelli dei poteri finanziari internazionali, non quelli di Bruxelles e della Banca centrale europea. La quale, per chi non lo sapesse, è una banca privata, come lo sono del resto le banche centrali dei singoli Stati, Banca d’Italia compresa, a dispetto del nome che farebbe supporre tutt’altro; e perfino gli italiani più disinteressati alla politica e più ignoranti di economia si sono accorti che l’odor di bruciato si stava facendo davvero troppo forte e che, a continuare a subire in silenzio, si rischiava realmente di finire in mutande, come quei sei milioni di concittadini che già ci sono finiti.