ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 6 aprile 2019

Domani non sarà come oggi

I prelati corrotti della Chiesa

«Disse loro anche una parabola: Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in una fossa? Non c'è discepolo da più del maestro; ma ognuno sarà perfetto, se sarà come il suo maestro» (Lc 6,39-40).
Il cieco raffigura il prelato o il sacerdote, indegni o corrotti, privi della luce della vita e della scienza. Dei prelati ciechi della chiesa, dice Isaia: «Voi tutte, bestie della campagna, venite a mangiare, e anche voi tutte, bestie della foresta. I suoi [di Israele, della chiesa] sorveglianti sono tutti ciechi, non si accorgono di nulla. Sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare, visionari, sonnolenti e amanti dei sogni; sono cani avidissimi, non conoscono sazietà. Gli stessi pastori sono incapaci di comprendere: tutti vanno per la loro strada, ciascuno ai propri interessi, dal più elevato al più basso. Venite, beviamo vino e ubriachiamoci: come è oggi, così sarà anche domani, e molto di più» (Is 56,9-12). 

Come si può uscire da una simile situazione?

LA BATTAGLIA DECISIVA


Paladini del disordine e del nichilismo, tra imbecilli "strumentalizzati" e corteggiatori di morte: è in corso la battaglia decisiva fra l’ordine e il caos; la vita ha bisogno di ordine, la morte è solo il trionfo del disordine di Francesco Lamendola  

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Il mondo, le cose e noi stessi, l’intera l'esistenza di tutto si basa sul principio dell’ordine. Il mondo esiste perché esiste un certo ordine; le cose esistono perché sono ordinate; se aumenta l'entropia, cioè il disordine, le cose si autodistruggono. Ciò vale per la realtà fisica, ma anche e a maggior ragione per le realtà spirituali. Una famiglia, per esempio, si regge sul principio d'ordine: è necessario che ciascuno dei suoi membri svolga il proprio ruolo, e che lo svolga in maniera appropriata, cioè ordinatamente. Le cose sono ordinate ad un fine, e l'ordine consiste nella proporzione fra i mezzi e il fine. Anche il pensiero, anche i sentimenti e gli affetti devono rispondere a questo principio: sono ordinati quando conducono verso la meta e sono disordinati quando portano lontano da essa. Oggi prevale la filosofia del disordine, che è l'essenza della modernità: prevale, cioè, l'idea che le cose non hanno alcun fine e che ciascuno è perfettamente libero di cercare la propria realizzazione in qualsivoglia maniera, anche la più disordinata e aberrante. Sempre per restare nell'ambito della famiglia, oggi ci sono persone che si sposano con altre del loro sesso; ci sono quelle che si sposano da sole, ovvero con se medesime; e quelle che sposano un animale. Sono casi molto rari, questi ultimi, e tuttavia ce ne sono: è l'inizio di una tendenza. Senza dubbio, nel prossimo futuro, ci saranno persone che si sposeranno con un computer. 

Chi continua a non capire?

Il card. Parolin e le sue preoccupazioni a due velocità sulla libertà religiosa

                       Card. Pietro Parolin

Card. Pietro Parolin
di Sabino Paciolla
Mi perdonerà il card Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ma faccio fatica a seguirlo. Credo però di non essere il solo. Anzi.
Il 3 aprile scorso, partecipando ad un incontro, intitolato “Stand Together to Defend International Religious Freedom”, ha condannato il continuo abuso della libertà religiosa in molte parti del mondo, chiamando in soccorso i media e invitandoli a puntare i riflettori sulle persecuzioni religiose ovunque si verifichino. Ha riferito questo perché, ha detto, “continuiamo ad assistere a gravi violazioni di questo diritto fondamentale, che spesso si verificano impunemente, e a volte ricevono poca, se non nessuna, attenzione da parte dei media”.
Parolin aveva parlato addirittura di “aggressione”. Infatti, ha detto: “Nonostante i tanti sforzi per promuovere e rafforzare il diritto umano fondamentale della libertà religiosa, in realtà stiamo assistendo a un continuo deterioramento, potremmo persino dire un’aggressione, di questo diritto inalienabile in molte parti del mondo”.

Gira e rigira..

LA PAROLA "CENSURATA" DI GESU'

La Parola di Gesù è troppo dura ai nostri orecchi? Oggi, per il falso clero che infesta la sua Chiesa, non c’è peggior nemico della "parola di Cristo": il “vangelo” che piace loro è un falso vangelo, che scusa tutti i loro vizi
di Francesco Lamendola  


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Poco dopo aver compiuto il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù riprende il discorso nella sinagoga di Cafarnao e cerca di condurre i sui uditori su un piano più spirituale, definendo con maggior precisione la natura della Sua missione: il vero Pane degli uomini, il Pane di vita eterna disceso dal Cielo, non è un pane materiale, come quello distribuito sulle rive del lago, e neppure come la manna mandata al popolo ebreo nel deserto, perché non morisse di fame; ma il Pane di vita è Lui stesso, Gesù, il Figlio di Dio. E chi lo accoglie con fede, chi proclama che Gesù è il Figlio di Dio e chi si nutrirà del suo Corpo e del Sangue, costui avrà la vita eterna, perché Gesù stesso lo resusciterà nell’ultimo giorno; ma chi lo rifiuta, chi si scandalizza di lui, chi non crede alla sua divina missione, non avrà parte nella vita eterna. Gesù è molto chiaro su questo punto: non tutti si salveranno; non tutte le strade portano a Dio, né qualunque Dio conduce alla salvezza; c’è una sola strada per la vita eterna, ed è quella da Lui annunciata, e compendiata nella Sua divina persona. 

Reductio ad unum

Acquista la pace interiore

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«Se vuoi lo Spirito Santo, sii puro come un angelo, perché la colomba di Noè non si posò sul fango, ma ritornò nell’arca. Se, volando nel mondo, trovi il fango, non ti ci fermare neppure per un momento e ritorna nell’arca del mio tabernacolo, aspettando che le acque della corruzione diminuiscano e non ti insozzino. Allora tu puoi essere colomba che porta al mondo il ramoscello della vera pace. Attira lo Spirito Santo nella tranquillità della carità; se ti agiti e dài corso ai nervi, lo Spirito Santo si eclissa da te, perché non in commotione Dominus (1 Re 19,11)» (Nostro Signore Gesù Cristo al Servo di Dio don Dolindo Ruotolo).

Prima il papetto, poi l'altro

Istanze Lgbt, il nuovo corso del Papa già iniziato in Belize 

Saltato l'incontro con il Papa, i rappresentanti dei gruppi Lgbt latinoamericani sono stati ricevuti dal cardinale Parolin. Ma intanto è stata resa nota la lettera di invito all'incontro con il Papa e il retroscena che spiega l'incontro: il Papa era già intervenuto nel 2018 su un caso in Belize a favore della depenalizzazione dell'omosessualità.
La lettera di invito all'incontro con il Papa
L'incontro in Vaticano c'è stato, ma non con il papa. La delegazione di un gruppo di attivisti impegnati nella lotta alla criminalizzazione dell'omosessualità ha messo piede a Palazzo Apostolico per essere ricevuta dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. Nel corso del colloquio sono stati presentati al porporato italiano i risultati di una ricerca sulla discriminazione delle relazioni omosessuali ai Caraibi. Parolin - si apprende da una nota diffusa da Alessandro Gisotti, direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede - ha ribadito ai presenti «la posizione della Chiesa cattolica in difesa della dignità di ogni persona umana e contro ogni forma di violenza», assicurando che avrebbe parlato al papa del risultato del rapporto presentato.

venerdì 5 aprile 2019

Tesi conformi e tesi discutibili

Mons. Athanasius Schneider

Lo studio sul “Papa eretico”




Prologo

S. Ecc. Mons. Schneider, il 21 marzo del 2019, ha pubblicato uno studio sulla questione del “Papa eretico”. In esso vi sono delle tesi conformi alla dottrina cattolica: dei fedeli, però, mi hanno manifestato le loro perplessità di fronte ad alcune opinioni di sua ecc.za, riguardo al papato, per cui ho ritenuto opportuno pubblicare il  seguente articolo.

Cosa è cambiato?

Il Novus ordo cinquant’anni dopo: quale bilancio?


(di Mauro Faverzani) Era esattamente il 3 aprile 1969, quando uscì la costituzione apostolica Missale Romanum, con cui Paolo VI promulgò il Novus Ordo della Messa. Son trascorsi cinquant’anni da allora. Ma quale bilancio, se ne può trarre? Intende rispondere a questa domanda il prezioso dossier del numero d’aprile della rivista Radici Cristiane.

Il segno del suicidio



Roberto Brazzale è un signore molto venetista, oltre che un imprenditore meraviglioso che fornisce ai suoi dipendenti un bonus bebè pari a uno stipendio intero. Se la gravidanza è gemellare, gli stipendi sono due. La cosa vale sia per i dipendenti suoi conterranei sia per quelli delle filiali in Boemia, dove ha delocalizzato con molta intelligenza e molta responsabilità.
Roberto Brazzale, che da imprenditore natalista ha parlato al WC delle Famiglie, ha scritto parole assai lucide sull’evento veronese: «La sconfortante verità è infatti che, alla fine, al e sul #congressomondialedelledamiglie non si discuterà concretamente di temi reali e scottanti come, ad esempio, la penalizzazione delle madri lavoratrici e lo strapotere della dittatura senile, bensì ci si sarà accapigliati solo sul poterne discutere o meno. Sterilmente». E ancora: «Siamo capaci solo di conati, di estenuanti vertenze sul sesso degli angeli, di vacue professioni di partigianeria che si avviluppano su se stesse. Agli italici in rapida desertificazione, piace così. Se dovessimo risolvere i problemi non avremmo più da discuterne, che ne rappresenta la polpa».

La via del dialogo e del compromesso

Accettare la legge 194?


(di Alfredo De Matteo) Sono trascorsi ormai quasi quarantuno anni dall’entrata in vigore della legge 194/1978 che ha legalizzato l’omicidio dell’innocente nel grembo materno e che ha causato la morte, finora, di oltre sei milioni di persone. Eppure, essa continua a godere di un certo pregiudizio positivo soprattutto in ambito pro-life,anche da chi tende comunque a giudicarla una norma iniqua.

La Chiesa in uscita li chiama..

Uomini giusti ai posti giusti / 18

                                         video aggiunto https://youtu.be/qkK3GQTbGNo
Salve a tutti e scusate il ritardo. Eccoci qui di nuovo con la nostra rubrica Uomini giusti ai posti giusti. Che oggi si apre con sua eminenza il cardinale Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid, il quale nella cattedrale di Almudena ha promosso un “concerto interreligioso” con la recita di preghiere cristiane, ebraiche e musulmane. Eseguito anche, narrano le cronache, il Canto in onore di Muhammad, durante il quale alcuni musulmani hanno pure danzato.
Qualche cattolico irreparabilmente ultra-tradizionalista, miope, ipocrita, baciapile, farisaico eccetera ha fatto notare: “Non c’era un altro posto nel quale organizzare il tutto? Proprio nella cattedrale si doveva tenere il concerto con canti e danze da parte dei musulmani?”. Ma sua eminenza non ha ritenuto necessario rispondere. D’altra parte, chi è uomo giusto al posto giusto raramente risponde alle osservazioni critiche.

Il paradiso in terra?


Un passo avanti nella Bontà Assoluta



La Chiesa e i farisei, a confronto 
per superare i pregiudizi

Pubblicato in Attualità il ‍‍03/04/2019 – 27 אדר ב 577
La Chiesa e i farisei: un rapporto complesso, che ha causato più di un inciampo nel Dialogo ebraico-cristiano contemporaneo. Più volte, nel corso del suo pontificato, Bergoglio ha infatti additato i farisei come esempio negativo, come categoria di riferimento per indicare quel che non va e deve essere corretto. Parole che, da molti, sono state interpretate come benzina sul fuoco dell’incomprensione. Perché i farisei furono il gruppo religioso più significativo fino alla distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme e l’ebraismo rabbinico ne è derivazione diretta. Inevitabile quindi una certa preoccupazione.
L’occasione per fare chiarezza è data adesso da un convegno internazionale (“Gesù e i farisei. Un riesame interdisciplinare”) che si svolgerà presso l’aula magna della Pontificia Università Gregoriana a Roma dal 7 al 9 maggio, organizzato in occasione del 110esimo anniversario della fondazione del Pontificio Istituto Biblico e con la collaborazione tra gli altri dell’American Jewish Committee.

Al massimo andrà a Sanremo

L'ESORTAZIONE DEL PAPA
Ansia di dottrina? Almeno conoscere il Catechismo...

L'esortazione del Papa ai giovani e l'ansia da dottrina. Non bisogna separare la dottrina dalle esperienze di vita. Ma è decisivo orientarsi tra certezza e ipotesi, tra assoluto e relativo, altrimenti i giovani con poche nozioni diventeranno dei fondamentalisti. Il Catechismo ha il merito di condensare il tutto. Conoscerlo aiuta a valutare il mondo sotto una luce cristiana. Il giovane che strimpella accordi scritti sotto le parole non sa leggere la musica. Al massimo andrà a Sanremo, ma non diventerà mai musicista.


«(...) scarso cervello, scarsa morale, spaventosa / chiaroveggenza: è il vero figlio del tempo nostro». Così Guido Gozzano († 1916) in Totò Merùmeni descrive se stesso, in realtà barando al gioco perché era tutt’altro che “scarso cervello”, dal momento che il titolo della poesia è una voluta storpiatura di Heautontimorùmenos, una commedia di Terenzio († 159 a.C.), storpiatura che permette ai dotti di capire lasciando i burini a ridere fuori della porta. Leggendo l’invito: «Plachiamo l’ansia di trasmettere una gran quantità di contenuti dottrinali» nella formazione cristiana dei giovani (Romano Pontefice Francesco I, Esortazione apostolica Christus vivit del 25.3.2019, n. 212), mi sono venuti in mente i versi di Gozzano, solo che a “scarsa morale” ho sostituito “scarsa dottrina”, generalmente di sicuro effetto per assicurare una conseguente “scarsa morale”. Il rischio - non l’intenzione - è che questo sia il tipo di giovane che salta fuori da una formazione del genere.

giovedì 4 aprile 2019

E di ciò che dice Gesù Cristo, importa ancora a qualcuno?...

GESU'CRISTO E'LO STESSO: E NOI?


Gesù Cristo è lo stesso: ieri, oggi e sempre! E noi? Oggi, cosa può pensare un buon cattolico: che si è sbagliato lui o che si è sbagliata la Chiesa per 1900 anni, oppure che quella di oggi non è più "la vera Chiesa di Cristo"? 
di Francesco Lamendola  

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Confrontando la santa Messa dei nostri giorni con quella di prima della cosiddetta riforma liturgica; paragonando il catechismo di oggi – non tanto quello scritto, ma quello praticamente insegnato, con le parole e anche con i silenzi – a quello di prima del Concilio; cercando una corrispondenza e una effettiva continuità fra le parole del clero odierno, dall’omelia domenicale del singolo sacerdote a documenti ufficiali che dovrebbero essere del Magistero, come Dignitiatis humanae o Amoris laetitia, si giunge facilmente alla scoraggiante conclusione che una rivoluzione è avvenuta nella Chiesa, senza che ce ne siamo praticamente accorti, tranne, forse – e comunque solo una minoranza – quando ormai era troppo tardi, se non per denunciare l’inganno, il tradimento e l’apostasia – per quello non è mai troppo tardi - per opporsi validamente ed efficacemente a una simile, disastrosa deriva lontano dalla Verità divina. 

Una finestra di Overton rovesciata?

NOBILE: PERCHÉ NON CREDO A CHI CRITICA VERONA. UNO “SCANDALO” OTTIMO E NECESSARIO.


Cari Stilumcuriali, l’eco del Congresso di Verona non si è ancora spento. Un verso scandalo, di quelli buoni, perché ha messo in luce ancora una volta l’odio e la protervia verso la famiglia di ampi settori della sinistra, gli empiti censori della cultura che si auto definisce progressista, la malafede conclamata dei grandi giornali, e dei piccoli giornalisti, la penosa afasia di una Chiesa – al meglio – tartufesca. E dei benpensanti radical-chic che in carenza di altro si scandalizzavano perché qualcuno aveva la riproduzione di un feto di undici settimane in gomma. Già perché scandalizzarsi? Non è mica un ‘immagine oscena. È come siamo stati tutti – abortisti compresi – in una certa fase della nostra esistenza. Ma la cultura del femminismo, della sinistra e delle una di troppo si basa proprio su questo: sul non dire, sul nascondere, in fondo sul mentire; perché non si ha il coraggio di guardare negli occhi quella che è la realtà delle cose. Su Verona ci ha mandato una sua riflessione Agostino Nobile. Buona lettura.

Qui habet aures audiendi, audiat

Pastori, vi prego, tornate alla Verità


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Cari amici, ho ricevuto una lettera molto appassionata. L’ha scritta una laica, indirizzandola a cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi. Come una novella santa Caterina da Siena, richiama i pastori alle loro responsabilità e li ammonisce: parlate di “rivoluzione culturale” e “cambio di paradigma”, ma non annunciate Gesù e non proponete la dottrina nella sua integrità. “Tornate, vi prego, alla Verità”.
A.M.V.

Dalla parte dell’Ordine, non del Caos…

IL "CAVALLO DI TROIA" !


La filosofia si è disciolta nella prassi. Sue spettacolari applicazioni da parte di radicali e neochiesa, la tecnica è sempre la stessa: togliere da determinate realtà ogni pregiudizio di anormalità, criminalizzando il dissenso 
di Francesco Lamendola   


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Due sono le maniere in cui la filosofia si può suicidare: o adattandosi a redigere il proprio certificato di morte, firmato dalle scienze chimiche e biologiche, che risolve il pensiero nei circuiti cerebrali e lo riduce a pura secrezione fisiologica; oppure sciogliendosi nella prassi. La prima è più apprezzata dalle élite culturali post-moderne; la seconda gode di una vasta popolarità fra le persone comuni, ma anche presso i loro leader, compresi quelli religiosi. Marx sarebbe contento: questa è la sua vittoria postuma; per secoli i filosofi hanno pensato a come spiegare il mondo, ora lo stanno cambiando. Il massimo esponente di questo trionfo della prassi sul pensiero non è un filosofo, ma il signor Bergoglio, il quale, peraltro, è andato a scuola da un teologo, Karl Rahner, e da un filosofo, Gianni Vattimo. Pensiero debole, prassi dominante: è l’agire concreto che determina i valori e i giudizi, non più valori e giudizi che determinano l’agire: sia nel campo dottrinale, sia in quello morale. 

Christus non legerit?

ESCLUSIVA DI STILUM CURIAE. PUBBLICHIAMO UNA LETTERA RISERVATA DEL CARD. BASSETTI AL CAPO.


Cari amici nemici troll abituali e occasionali di Stilum Curiae, oggi siamo in grado di offrirvi quella che in gergo giornalistico si definisce una chicca: cioè qualche cosa di eccezionale, straordinario, fuori deL comune, insomma un vero scoop. Non chiedeteci come, ma siamo giunti in possesso di una lettera che il presidente della Cei, il card. Bassetti ha inviato al Capo. Come vedrete la missiva è preceduta da una citazione d’autore. Buona lettura.

Christus non vivit?

La “Christus vivit” e quella strisciante antipatia verso la dottrina


https://www.vaticannews.va/content/dam/vaticannews/multimedia/2019/04/01/Foto%20Lev%20-%20Christus%20vivitAEM.jpg/_jcr_content/renditions/cq5dam.thumbnail.cropped.750.422.jpeg8 Immagine aggiunta)
Dall’esortazione post sinodale Christus vivit, dedicata ”ai giovani e a tutto il popolo di Dio”, emerge un aspetto: l’antipatia, da parte di chi ha steso il documento, nei confronti dei contenuti dottrinali e morali.
Basta leggere qui: «Per quanto riguarda la crescita, vorrei dare un avvertimento importante. In alcuni luoghi accade che, dopo aver provocato nei giovani un’intensa esperienza di Dio, un incontro con Gesù che ha toccato il loro cuore, vengono loro proposti incontri di “formazione” nei quali si affrontano solo questioni dottrinali e morali: sui mali del mondo di oggi, sulla Chiesa, sulla dottrina sociale, sulla castità, sul matrimonio, sul controllo delle nascite e su altri temi. Il risultato è che molti giovani si annoiano, perdono il fuoco dell’incontro con Cristo e la gioia di seguirlo, molti abbandonano il cammino e altri diventano tristi e negativi. Plachiamo l’ansia di trasmettere una gran quantità di contenuti dottrinali e, soprattutto, cerchiamo di suscitare e radicare le grandi esperienze che sostengono la vita cristiana» [n. 212].

Successo del papa e insuccesso della sua Chiesa

L’illusorio “successo” di Francesco, sotto la lente di un sociologo della religione


Panama, Emirati Arabi Uniti, Marocco, Bulgaria, Macedonia, Romania… Nei soli primi cinque mesi di quest’anno papa Francesco ha messo in agenda tanti viaggi fuori d’Italia quanti ne compiva in precedenza in un anno intero. E altri ne seguiranno ancora, in Africa e in Asia. È anche questo che fa di lui una “star” internazionale. L’immagine della Chiesa cattolica si identifica sempre più con la persona del papa e con il suo “successo” planetario.
A livello di pubblica opinione papa Jorge Mario Bergoglio gode sicuramente di un’estesa popolarità, sia pur recentemente calata in un paese chiave come gli Stati Uniti. Ma non altrettanto accade per la Chiesa cattolica, che patisce invece quasi ovunque un palese “insuccesso”.

mercoledì 3 aprile 2019

Quando i cristiani combattono

De Mattei: “Questa crisi viene da molto lontano”


https://www.vaticannews.va/content/dam/vaticannews/agenzie/images/ansa/2019/02/04/17/pope-francis--1549298028324.jpg/_jcr_content/renditions/cq5dam.thumbnail.cropped.750.422.jpeg(immagine aggiunta)
La dichiarazione di Abu Dhabi? “Contraddice l’insegnamento della Chiesa”. Come riassumere in due parole il pontificato di Francesco? “Ipocrisia e menzogna”. Come giudicare le nuove norme sulla vita nei monasteri? “Un piano per distruggere la vita contemplativa”.
Non si può certo dire che il professor Roberto de Mattei non parli chiaro. Con lui, studioso del Concilio Vaticano II e attento osservatore della realtà  della Chiesa cattolica, tentiamo un’analisi a vasto raggio della situazione, anche per rispondere al disorientamento sempre più diffuso.

Madrigali non Mariadaghi

Madrigali per papa Bergoglio

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo, a rate, degli sfoghi aulici ispirati da papa Bergoglio, redatti in rima da una donzella che giovane era prima e che oggi consuma lo stanco cuoricino con l’amore per il macho argentino.

Tra i 51 composti per amore coglieremo qua e là per aiutare il lettore a ritenerli meglio nel suo cuore, così da non creare imbroglio nel memorare Bergoglio.

Questo femminile aprirsi il cuore è presentato da un valente autore, completato dallo stesso con personale piccolo processo al rigoglio cortigiano del duce argentino.

L’ultima rata sarà accompagnata dalla raccolta completa, così che il lettore potrà serbare la memoria di tutta la storia.

La premiata ditta Churchland

L'ATTO DI MORTE DELLA FILOSOFIA


E dopo l’anima, via la coscienza: che cosa resta? Pensiero e religione debole? Persa la teologia, sostituita dalla matematica: come la filosofia è divenuta la valletta delle scienze fisiche. Bergoglio l'alunno di Gianni Vattimo 
di Francesco Lamendola   


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Già da parecchi secoli la filosofia si è giocata il concetto di anima: l’ha relegato in soffitta, poi ha gettato via la chiave, timorosa che qualcuno lo andasse a riesumare, o piuttosto timorosa che il suo ricordo gettasse una luce derisoria su di lei, dopo che si era emancipata dalle superstiziose credenze nella dimensione soprannaturale. La filosofia, infatti, ha smesso di parlare dell’anima a partire dalla Rivoluzione scientifica del XVII secolo, ma già dal Rinascimento cominciava a parlarne in un senso nuovo e diverso. La cesura si colloca all’epoca di Bernardino Telesio; con Bruno e Campanella, ormai si parla di anima quasi solo per indicare l’anima sensitiva, nel senso averroistico, e non più l’anima come dimensione immortale dell’uomo, in senso platonico e agostiniano, e neppure in senso tomista. Ha continuato a parlarne solo la teologia: ma dal XVII secolo la teologia ha perso la corona di regina delle scienze ed è stata sostituita dalla matematica; mentre la filosofia ha incominciato quella deriva materialista, sensista e immanentista, che l’avrebbe portata alla presente desolazione, cioè a ritenersi degna tutt’al più di far sue le conclusioni della chimica, della biologia, della fisica, e in parte delle cosiddette scienze umane, o di esercitarsi nell’analisi del linguaggio, ma non più autorizzata a dire una sua parola, avendo perso il terreno specifico sul quale esercitare la sua riflessione: la totalità.

Forse le cose andrebbero meglio?

Questo pontificato sembra un fiume in piena, senza più argini


Se papa Francesco, infatti, si occupasse dei gravi peccati mortali che dilagano fuori e dentro la Chiesa, come anche il peccato di sodomia, come si è preoccupato dell’igiene per il baciamano, forse le cose andrebbero meglio!”
Ci ha scritto un Lettore (di cui abbiamo ogni identità, ma si firmerà con nome fittizio) chiedendoci di pubblicare queste righe, a riflessione di alcuni fatti recenti ecclesiali. Il titolo, il grassetto e link, li abbiamo aggiunti noi.

Difendere la “famiglia cattolica”

Il giro di boa della odierna “famiglia cattolica” 



Conclusosi con una marcia il Congresso delle Famiglie, a Verona, sono arrivati veloci i resoconti, i bilanci e i commenti. Quello che alla vigilia sembrava essere un evento importante e unificante in difesa della famiglia intesa secondo la concezione cattolica e soprattutto secondo la concezione naturale, alla fine si è rivelato essere un evento molto modesto, povero di contenuti e divisivo.
Cos’è accaduto?
Diciamo subito che è accaduto che i relatori e gli esponenti di spicco dell’iniziativa erano, e sono, uomini del nostro tempo, come peraltro è inevitabile; solo che questa lampante realtà si è mostrata connotata dalla valenza globale di questo nostro tempo: brave persone, convinti uomini di fede eppure immersi, quasi affogati, nella marea montante che ogni giorno di più porta gli uomini lontano da Dio.

Fare i conti in casa propria.

A ciascuno il suo

foto: basilica di San Pietro a Roma

foto: basilica di San Pietro a Roma 
di Aurelio Porfiri
Mi hanno colpito, nel corso degli anni, alcune dichiarazioni di esponenti delle alte gerarchie ecclesiastiche che si sono scagliate, senza se e senza ma, contro i privilegi della politica. Bene, mi sono detto, è bene far sentire chiaramente che coloro che approfittano di una condizione sociale particolare per perseguire vantaggi esclusivamente personali, vanno denunciati chiaramente, senza esitazioni. Sono ovviamente sicuro che lo stesso senso di giustizia dovrebbe essere posseduto da Eminenze ed Eccellenze varie, quando si tratta di fare i conti in casa propria. 

Ciò che sfugge al controllo

Politica & famiglia, ai vescovi piace il metodo Pd

L'autoreferenzialità e il centralismo di vescovi e Forumfamiglie: parlano di piazze contrapposte a Verona umiliando le famiglie che hanno marciato e rimproverano la politicizzazione del Congresso. Invece Cei e De Palo erano entusiasti del metodo utilizzato per la Conferenza sulla famiglia organizzata dal governo Pd e aperta anche a Arcigay. Si è delegittimato Verona perché non ha dato parola al diktat Lgbt, non accettando che una parte di mondo pro family italiano sfugga al controllo di una linea clericale che non vuole fare a pugni col mondo.




Non è vero che ci sono due piazze contrapposte come dice il presidente della Cei Bassetti. Dirlo equivale a far passare l’idea che le famiglie in marcia a Verona siano il contraltare ideologico di chi ha sfilato sabato con bestemmie e un corredo da collettivo anni ’70: come fossero entrambi figli di estremismi da combattere. Sbagliato e irriverente verso i papà e le mamme che hanno sacrificato il loro tempo per manifestare la bellezza e la gioia della loro vocazione senza offendere l’altro.

martedì 2 aprile 2019

I miracoli della Chiesa di Bergoglio?

Padre Stefano Manelli, il tribunale gli dà ragione

Condannata la nuova gestione dei Francescani dell'Immacolata voluta da Bergoglio

Il Tribunale di Roma ha condannato la nuova gestione della Congregazione dei Francescani dell'Immacolata, voluta da Bergoglio e l'erede del Commissario Apostolico,Padre Fidenzio Volpi
,ad adempiere a quanto concordato nel 2014 in sede di mediazione con i familiari del fondatore dell'Istituto,Padre Stefano Manelli, nel giudizio per diffamazione da loro promosso. La Congregazione dei Ffi, che è nata a Frigento, è stata condannata anche al pagamento delle spese legali. La controversia era cominciata nel 2013, con il Commissariamento dei Ffi deciso dal Vaticano e l' estromissione di Padre Manelli, fondatore dell' Istituto e nota figura di religioso.
Il contenuto della mediazione era stato disatteso da P. Volpi, che si era giustificato con la comparsa di un articolo su un Blog in cui si affermava che aveva commesso il reato di calunnia. Di qui la decisione di familiari e laici vicini a Padre Stefano Manelli di rivolgersi nuovamente al Tribunale e la condanna della Congregazione dei Francescani dell' Immacolata e dell'erede di Padre Volpi.

«Bisogna che tutti abbàino perché tutto resti come prima»?




La frittata è fatta, gli ingredienti a disposizione erano parecchi e le conseguenze saranno enormi e, oggettivamente, disastrose. Il congresso di Verona – con buona pace di quelli che il vento è finalmente cambiato e che siccome tutti ci attaccano vuol dire che siamo gli eroi – ha spazzato definitivamente fuori dall’orizzonte visibile ciò che restava della battaglia per la vita e per la famiglia: cancellati in poche ore dieci anni di lavoro per smarcarsi dalle posizioni di compromesso dei pro-life di Stato (o pro-family, o domani pro-quelchesarà) a libro paga della CEI.

La «luce ermeneutica»

La strana “luce” di Roqueplo, il filosofo citato da Bergoglio

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Durante la conferenza stampa in aereo, di ritorno dal Marocco, Francesco, rispondendo a una domanda, ha citato un filosofo francese, Philippe Roqueplo, e ha detto che questo pensatore, al fine di capire una situazione, gli ha dato una importante «luce ermeneutica», ovvero una chiave di comprensione. Affermazione quanto meno singolare se si pensa a ciò che questo filosofo, ambientalista e studioso dei rapporti tra scienza, tecnologia e cultura, sostiene su aborto e diritto alla vita.
In proposito mi ha scritto l’amico Andrea Mondinelli.
A.M.V.

La virtù dei vigliacchi!

ORA LA FAMIGLIA E' DI DESTRA?


Dopo Verona: la famiglia è di destra? Raramente il crinale amico-nemico è apparso più netto dopo l’isterica contromanifestazione preventiva e gli attacchi scomposti della grottesca troupe itinerante degli indignati di professione 
di Roberto Pecchioli  

 0 charlot comunista

Il congresso delle famiglie di Verona ha chiarito molte cose. Innanzitutto ha dato ragione a Carl Schmitt: raramente il crinale amico-nemico è apparso più netto dopo l’isterica contromanifestazione preventiva, gli attacchi scomposti della grottesca troupe itinerante degli indignati di professione in nome del (loro) progresso, l’imbarazzo umiliante della Chiesa cattolica, la presa di distanza dei cosiddetti moderati di matrice liberale, la discesa in campo dell’intero corpo d’armata del sinistrume mediatico, culturale, politico. Nell’anno del Signore 2019, la famiglia è di destra. Chi ci segue conosce la nostra idiosincrasia per il termine, l’irriducibile distanza da certe posizioni economiche e sociali, il fastidio per gli attardati eccessi questurini. Eppure, il nocciolo della questione, lo diciamo con tristezza, è tutto qui: preso atto della mobilitazione massiccia, selvaggia, carica di rancore della sinistra e di settori importanti dei circospetti e liberali, la famiglia è diventata di destra.

Al di qua delle buone intenzioni

Su Verona anche la menzogna clericale

Non bastava l'odio laicista, sul Congresso mondiale delle Famiglie svoltosi a Verona si è abbattuta la menzogna clericale con due narrazioni: la storia delle piazze contrapposte che danneggiano le famiglie vere e il complotto conservator-tradizionalista che unisce Usa ed Europa.


                                     Un momento della marcia di domenica

Della marea di odio e menzogna che i media laicisti e i vari partiti e organizzazioni progressiste hanno volentieri rovesciato sul Congresso mondiale delle Famiglie di Verona si è già detto: un’operazione violenta e scorretta con pochi precedenti. Ma in questi giorni ciò che ha colpito forse ancor di più è la menzogna clericale: di quei giornali e di quei personaggi che, ritenendosi gli unici titolati a parlare in nome del mondo cattolico, non hanno esitato a sparare ad alzo zero sul Congresso di Verona. Non parliamo qui di legittime critiche o di appunti che si possono tranquillamente fare a questo o a quell’aspetto dell’organizzazione. Parlo proprio della menzogna scientemente diffusa per infangare un’iniziativa autonoma del laicato. Lo avevano già fatto con i Family Day, lo hanno ripetuto in dosi massicce per una iniziativa che non intendeva neanche avere la portata e l’ambizione di quei grandi raduni romani.

lunedì 1 aprile 2019

Una cosa non rimandabile

Tradizione e Chiesa



 “Da questo conoscete lo Spirito di Dio: ogni spirito, il quale riconosce pubblicamente che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; e ogni spirito che non riconosce pubblicamente Gesù, non è da Dio, ma è lo spirito dell’Anticristo…” 1 Giovanni 4,2-3.

  Se c'è una cosa urgente, se c'è una cosa non rimandabile è proprio questo riconoscere Gesù Cristo venuto nella carne. Non potremmo dare a questa quaresima e alle prossime feste pasquali contenuto più adeguato; come non potremmo trovare lavoro più essenziale a tutta nostra vita.