ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 29 giugno 2019

L'idolatria

IL PECCATO "CONTRO NATURA"


Le radici teologiche del peccato contro natura. C'è un brano fonte d’imbarazzo e fastidio del Nuovo Testamento che si pone come un macigno attraverso la strada della Contro-chiesa massonica e gay-friendly del falso papa gesuita 
di Francesco Lamendola  

  0 apocalisse 165

C’è un brano del Nuovo Testamento che si pone come un macigno attraverso la strada della contro-chiesa bergogliana, massonica e gay-friendly; un brano che da tempo è fonte d’imbarazzo, di fastidio e di aperta ostilità; e che prima o poi qualche James Martin o qualche Nunzio Galantino si deciderà a prender di petto, dichiarandolo superato e sconveniente, frutto d’una mentalità imbevuta di pregiudizi omofobi e non rispondente all’autentico spirito del Vangelo di Gesù, spirito di accoglienza, inclusione e piena accettazione: è quel famoso passo del primo capitolo della Lettera ai Romani in cui l’Apostolo delle genti descrive con parole di fuoco il peccato contro natura, allora molto diffuso fra i pagani, e soprattutto fornisce  una precisa spiegazione teologica, morale e spirituale di esso.

Oh quanto la Santa Chiesa dovrà soffrire!


Sacro Cuore di Gesù, ritorna!


Oggi, terzo venerdì dopo Pentecoste, venerdì nella e dopo l’Ottava del Corpus Domini, si festeggia solennemente il Sacro Cuore di Gesù, che in qualche modo chiude il ciclo di grandi feste pasquali e pentecostali; quest’anno, poi, essendo la Pasqua caduta nella parte finale di aprile, la festa odierna è capitata alla fine del mese di giugno, quasi a coronamento del mese ad Esso dedicato, nella vigilia della festa dei Santi Pietro e Paolo (29 giugno) e a pochi giorni dalla solenne festa del Preziosissimo Sangue (1° luglio), Sangue di Cui il Sacro Cuore è pieno, e le quali devozioni sono intimamente connesse e collegate.

Al capolinea della follia e dell’orrore

L’infanzia violata dagli orchi umanitari



Ma ha visto i suoi titoli? Si rende conto che parla di un professionista con un curriculum coi fiocchi e un numero enorme di incarichi? E quindi: come si permette lei di mettere in dubbio la competenza dell’esperto?
Così che si sente rispondere un genitore che si prenda la briga di vigilare sull’operato dello psicologo di turno sguinzagliato a scuola e libero di riversare su tutti, volenti e nolenti, la sbobba tossica incamerata in anni di formazione accademica e di esperimenti sul campo. A me è capitato personalmente non più tardi di un mese fa, nell’interpellare il dirigente in merito alle lezioni tenute a sorpresa da uno di questi psicoeducatori in gran carriera.

La neo-divinità Amazzonica

Mons. Bux: l’Instrumentum laboris (Amazzonia) è criticato perché “è l’ennesimo tentativo di ‘creare un’altra Chiesa, un esperimento già fatto e fallito’”

L’Instrumentum Laboris del prossimo Sinodo dell’Amazzonia, che si terrà a Roma dal 6 al 27 ottobre prossimo, sta suscitando tante prese di posizioni molto critiche. L’ultima autorevole è quella del card. Walter Brandmüller, eminente storico della Chiesa. Su questo blog abbiamo già postato alcuni articoli su questo tema (vedi quiquiqui e qui).
Con lo spirito di approfondire la questione ho voluto intervistare mons. Nicola Bux in quanto esperto di Sinodi. Infatti, è stato nominato da Giovanni Paolo II, come perito, a partecipare alla preparazione del Sinodo del 2005 sull’Eucaristia e da Benedetto XVI di quello sulla Chiesa in Medio Oriente del 2010. Mons. Bux è teologo consultore della Congregazione per le cause dei santi. In precedenza è stato consultore della Congregazione per la dottrina della fede, del culto divino e dell’ufficio delle celebrazioni pontificie. È anche studioso dell’Oriente, ha conseguito un dottorato al Pontificio Istituto Orientale di Roma, ed ha soggiornato e insegnato a Gerusalemme e collaborato con l’esperto dell’Islam padre Samir Khalil Samir.
Mons. Nicola Bux
Mons. Nicola Bux

I semi della confusione

Tolleranza, approvazione, incitamento

http://www.stamparein3d.it/wp-content/uploads/2015/04/Lenti-distorsive-stampate-in-3d-o-in-CNC-01-300x222.jpg(immagine aggiunta)

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio (Mt 5, 8).


La mentalità moderna, forgiata dall’ideologia della Rivoluzione Francese, impone a priori di essere tolleranti su qualsiasi cosa, a prescindere da qualunque criterio morale. Un principio del genere, di conseguenza, si dimostra privo di ogni riferimento che non sia l’arbitrio individuale e si rivela pertanto un pernicioso germe di anarchia totale. Del resto non poteva accadere diversamente, dato che tale concetto di tolleranza è corollario dell’idea di una libertà non regolata dal vero né orientata al bene, di una fraternità che pretende di affermarsi uccidendo il padre comune e di un’eguaglianza appiattente in quanto priva del necessario fondamento ontologico, l’uguale dignità di natura che appartiene a tutti gli uomini, ma che non esclude differenze nelle doti fisiche o intellettuali, negli stati di vita o nelle competenze culturali, nelle cariche ricoperte o nei meriti personali, nei diversi gradi del carattere sacramentale o nelle speciali grazie conferite ad alcuni. 

“Angeli e demoni”

IL CASO ASSISTENTI SOCIALI
Bambini ai gay, il sistema Reggio svela l'avversione alla famiglia

Nelle motivazioni del giudice che ha disposto gli arresti al centro la Cura di Bibbiano, tra maltrattamenti e irregolarità, emerge la presenza massiccia di un’ideologia antifamigliare in cui i genitori naturali vengono costantemente denigrati alla ricerca ossessiva di abusi mai dimostrati e falsi per privare i piccoli delle figure genitoriali, soprattutto paterne. E il deus ex machina di questo sistema è una dirigente del servizio appartenente «a noti movimenti Lgbt» che si batte per l’affidamento dei bambini agli omosessuali. Il caso di Silvia, tolta ai genitori senza un motivo per essere affidata a due lesbiche militanti e squilibrate, le quali l’hanno maltrattata e hanno cercato di influenzare il suo orientamento sessuale. Bambini sotto il potere dello Stato: da Alfie all'educazione gender e oggi con il fiore all'occhiello del welfare targato Emilia rossa. 



È la famiglia la grande nemica della maxi inchiesta “Angeli e demoni” con la quale la procura di Reggio Emilia ha spiccato 6 ordini di arresto e posto sotto indagine 17 persone.

Lo schiavismo dei buoni

Sea Watch, è la Ong a tenere in ostaggio 42 persone

Non sarà la redistribuzione delle 42 persone a bordo della Sea Watch a costituire una soluzione giusta all'ennesimo braccio di ferro. Di fronte all'illegalità e alla violazione del diritto internazionale si deve rispondere con fermezza. A tutela anche di tutti gli immigrati, non solo dei 42. 


Al momento in cui scriviamo sembra segnato l’esito del braccio di ferro tra la Sea Watch e il governo italiano: tre o quattro paesi europei sembra abbiano dato la disponibilità a prendersi in carico i 42 migranti clandestini a bordo della nave della Organizzazione non governativa (Ong) che batte bandiera olandese. In ogni caso è questa la strada che sta battendo la Commissione Europea per portare a conclusione l’ennesimo caso internazionale creato dalle Ong che circolano nel Mediterraneo. E il governo italiano alla fine abbozzerà, soddisfatto almeno di aver impedito lo sbarco alle condizioni della Ong, della sinistra e dei vertici della Chiesa.

venerdì 28 giugno 2019

L’ateismo anche fra i teologi

COLPE INESCUSABILI DEI TEOLOGI


Ecco perché la colpa dei cattivi teologi è inescusabile. Hanno abusato del loro potere per traviare i credenti, e al solo scopo di non dover ammettere di "Aver perso la fede": si è mai vista una “teologia” che allontana da Dio? 
di Francesco Lamendola  

 http://www.accademianuovaitalia.it/images/gif/chiesa/0-CRISTO-OK-200.gif 

Si possono perdonare le colpe involontarie e quelle a cui fanno seguito un profondo pentimento e un serio proposito di ravvedersi; le altre, no. Non sono perdonabili le colpe che nascono da una deliberata malizia e da una perfidia calcolata, i cui autori si vantano di ciò che hanno fatto e si aspettano di ricevere onori e vantaggi. Inoltre sono più gravi le colpe che investono la dimensione spirituale che quella materiale, perché, a parte il caso dell’omicidio e delle lesioni permanenti, le ferite inferte all’anima delle persone possono anche sanguinare per tutta la vita, mentre quelle inflitte al corpo, prima o poi si rimarginano. Inoltre, essendo invisibili all’esterno, le ferite inflitte all’anima sono anche più difficili da valutare nella loro effettiva gravità, in certi casi dalle stesse vittime. Vi sono cattiverie morali che feriscono così a fondo da spingere la vittima alla disperazione e talvolta al suicidio, ma ciò sfugge nella maggior parte dei casi all’occhio degli uomini e quindi anche alla loro giustizia. Soltanto Dio è a conoscenza di quanto male si possa fare al prossimo senza toccarlo neppure con un dito, solo insinuando nella sua mente e nel suo cuore pensieri distruttivi e calpestando deliberatamente ciò che vi è, per lui, di più sacro e vitale. Non giova obiettare che a chi fa il male non può essere addebitata una responsabilità aggiuntiva se la vittima era già fragile e sofferente per proprio conto, e quindi bastava una piccola spinta per causarle una ferita mortale. 

“Incoraggiamento berlinese”

“La gravità della situazione opprime noi e molti credenti”

Lettera aperta all’Arcivescovo Koch: “Crediamo che ci sarà una vera rinascita solo là dove le persone accettano e praticano la fede della Chiesa nella sua interezza; dove la salvezza del mondo, nostro Signore Gesù Cristo, viene annunciata a tutti gli uomini senza censure.”
Berlino (kath.net) – I cattolici berlinesi si rivolgono al loro arcivescovo Heiner Koch con una lettera aperta sulla situazione della Chiesa. La lettera “Berliner Ermutigung” (“Incoraggiamento berlinese”) è, come la definiscono loro stessi, un’iniziativa di laici cattolici dell’arcidiocesi di Berlino che nei dibattiti in corso vogliono far sentire la loro voce per l’unità della Chiesa e la continuità del suo magistero. Questo progetto ha trovato in brevissimo tempo un’ampia cerchia di firmatari. La lettera aperta è stata inviata all’Arcivescovo di Berlino, Dr. Heiner Koch, per la festività della nascita di San Giovanni Battista nel 2019 e, due giorni dopo, a tutti i sacerdoti dell’Arcidiocesi.
L’articolo pubblicato da Kath.net è stato tradotto da Alessandra Carboni Riehn.
Cattedrale di Berlino
Cattedrale di Berlino

Ma che tipo di mondo vogliono, questi signori?

Immigrazione: le verità che non ci vogliono dire


Qualcuno ha parlato  di  una regia nascosta delle migrazioni di massa. In che modo potrebbe essere governato un  fenomeno sociale di questa portata?
Quindici anni fa l’allora ministro degli Interni Giuseppe Pisanu  denunciava l’operato di “centinaia di criminali”(testualmente) che, lungo la dorsale africana mediterranea, dal Marocco all’Eritrea, offrivano imbarchi verso l’Italia. Un recente rapporto (13 giugno 2018), a cura dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, conferma quanto Pisanu aveva dichiarato quindici anni fa dalle pagine della “Stampa”. Nel rapporto si legge che gli arruolatori avvicinano i potenziali clienti spingendoli a emigrare (il rapporto parla di “opera di convincimento”), offrendo una tipologia di tariffe che varia con la qualità del viaggio. 
Questa è la prima risposta alla sua domanda, ma vi è dell’altro. 

Un lembo di vita buona

Sacro Cuore di Gesù, il luogo dove l’anima trova riposo


Nato da qualche mese, il marchio editoriale Monasterium è frutto del lavoro di un piccolo gruppo di monaci e laici che intendono offrire ai lettori testi e testimonianze delle fonti cristiane occidentali e orientali. Tra i titoli già pubblicati c’è “Un lembo di vita buona. Come riposare nel cuore di Dio”, una bellissima raccolta di testi certosini sul Sacro Cuore, tradotta e curata da Giuseppe Fausto Balbo. Il mese di giugno ci sembra quanto mai il momento opportuno per far conoscere ai nostri lettori quest’opera pubblicandone la prefazione. Chi fosse interessato può acquistare l’opera nella sezione libraria di Emporio Mondo piccolo: clicca qui.

Il metodo "manine".. anche coi cani..

'ANALISI
Il "metodo Cavina", un attentato alla (e nella) Chiesa

Sconcertante comunicato dei vescovi dell'Emilia Romagna, che si aggiunge allo scandaloso silenzio della Cei riguardo le vicende che hanno portato monsignor Cavina alla rinnuncia al governo della diocesi di Carpi. Si accetta che i vescovi siano decisi da poteri più o meno occulti, che godono anche di complicità all'interno della Chiesa.


                            Monsignor Cavina con papa Francesco a Carpi

Dobbiamo ammetterlo. All’inizio avevamo pensato a uno scherzo. Di cattivo gusto, ma pur sempre uno scherzo. Invece il comunicato della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna, che «esprime vicinanza e solidarietà» a monsignor Francesco Cavina, era proprio autentico (clicca qui per il testo integrale). Avevamo scritto ieri (clicca qui) che uno degli aspetti più sconcertanti della vicenda che ha portato monsignor Cavina a rinunciare al governo della diocesi di Carpi era stato il silenzio dei vescovi italiani e in particolar modo di quelli della sua regione.

Morituri per asfissia

DALLA FAMIGLIA ALL'AMAZZONIA
Sinodi manipolati per costruire la "nuova Chiesa"

Quello che sta avvenendo per la preparazione del Sinodo sull'Amazzonia è quanto già visto per i precedenti sinodi su famiglia e giovani. La riunione segreta svoltasi nei giorni scorsi in Vaticano con la partecipazione dei soliti influenti cardinali come Kasper e Schönborn, è l'ennesima dimostrazione di una conduzione "politica" dei sinodi per arrivare a esiti già decisi all'origine. Ciò che colpisce dolorosamente la coscienza dei fedeli è da un lato l’evidente manipolazione dei processi sinodali e dall’altro la presentazione dell’assise sinodale come un evento animato e dettato dallo Spirito Santo. 


                            Sinodo dei vescovi

La gestione dei due ultimi sinodi dei vescovi e, almeno fino a questo momento, del prossimo sull’Amazzonia sembra destinata a far morire il sinodo in quanto tale, svuotandolo di autorevolezza e riducendolo ad un insieme di mosse di politica ecclesiastica concordate in anticipo. Quando, con il sinodo sull’Amazzonia, i fedeli si accorgeranno per la terza volta consecutiva che “tutto era stato pianificato prima”, dei sinodi si disinteresseranno, nonostante la retorica degli organizzatori circa il vento dello Spirito Santo nei lavori sinodali. A quel punto i sinodi saranno diventati una astuta prassi ecclesiastica pienamente secolarizzata e saranno giunti alla loro fine: morti per asfissia.

giovedì 27 giugno 2019

Sopravvivere al loro veleno

MODERNISTI: CANCRO DELLA CHIESA! Vademecum per sopravvivere al loro veleno e riparare al danno che procurano alle anime.



“Un sacerdote che non è santo non solo è inutile, ma riesce dannoso alla Chiesa!”. Stesso concetto vale per tutti i CatechistiEducatori e Fedeli che ricoprono qualche incarico in parrocchia e, di conseguenza, hanno la gravissima responsabilità di dare il buon esempio e di trasmettere santi insegnamenti.

Diversamente Gesuiti

Quale è il punto di rottura tra Bergoglio e i suoi Predecessori?



Il rischio è di pensare o parlare di Cristo come se egli fosse un individuo umano come siamo noi. Forse un giorno ci capiterà quello che san Girolamo racconta dei cristiani del IV secolo: ad un certo punto si svegliarono e scoprirono di pensare tutti più o meno come pensava Ario… svegliarsi ariani…

Siamo alla Teologia della biodiversità


Eretico e apostata. Il cardinale Brandmüller scomunica il sinodo dell’Amazzonia 


Da quando è stato reso pubblico il 17 giugno, il documento base – o ”Instrumentum laboris” – del sinodo dell’Amazzonia ha avuto molte reazioni critiche, per l’anomalia del suo impianto e delle sue proposte, rispetto a tutti i sinodi che l’hanno preceduto.
Ma da oggi c’è di più. Ad accusare il documento addirittura di eresie e di apostasia è un cardinale, il tedesco Walter Brandmüller, 90 anni, insigne storico della Chiesa, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche dal 1998 al 2009 e coautore, nel 2016, dei celebri “dubia” sull'interpretazione e applicazione di “Amoris laetitia” ai quali papa Francesco ha sempre rifiutato di rispondere.
Ecco qui di seguito il suo “J’accuse”, reso pubblico oggi, 27 giugno, in tutto il mondo in più lingue.

Don milanesismo 2.0 ?

ARRESTI PD REGGIO, ovvero FORTETO INTERNATIONAL

Dai giornali:

L'emblema della legalità

Il povero rom di Bergoglio? È proprietario di 27 automobili

Gli avevano dato una casa popolare, il Papa stava con lui, era diventato un simbolo buonista. Ma la realtà è un'altra

È diventato l'emblema della legalità. Il Movimento 5 Stelle lo ha difeso a spada tratta. La Raggi è scesa in campo personalmente spiegando che quella casa gli spettava di diritto.
Lo ha ricevuto persino papa Francesco nella sagrestia della Basilica di San Giovanni in Laterano esprimendogli solidarietà cristiana dopo gli attacchi ricevuti. Lui, Imer Omerovic, il 40enne rom bosniaco con una moglie e 12 figli sulle spalle, è andato in tv a dire «che ha sempre lavorato, che ha una regolare partita Iva e che vende macchine su internet». Ecco, le macchine. Allo stato attuale Imer ne ha intestate 27. Sì, avete capito bene: ventisette. Due sono arrivate dopo la turbolenta assegnazione dell'alloggio popolare a Casal Bruciato. Si tratta di una Fiat Stilo 1.9 JTD, intestata il 22 maggio, e di una fiammante Bmw Serie 5 530D, intestata il 7 giugno.
La partita Iva della sua ditta individuale è regolare, ancora attiva e collegata al «commercio all'ingrosso e al dettaglio di autovetture e di autoveicoli leggeri». Peccato però che la sede sociale (e in realtà anche l'indirizzo di residenza) siano a Roma in via Pontina 601. E cosa c'è in quella via? Il nulla. O meglio, fino a qualche anno fa c'era l'ex campo nomadi di Tor de Cenci. Adesso l'area di proprietà del Comune è abbandonata. Ma dove sono le autovetture di Omerovic? Se svolge l'attività che dice di svolgere, il commerciante dovrebbe quantomeno avere un deposito, una lista di veicoli in esenzione fiscale, un registro di carico e scarico, delle fatture di vendita e quindi degli introiti. Tutte cose che non risultano. Anzi, effettuando una visura risulta che non ci sono bilanci depositati in camera di commercio dall'apertura dell'attività.
Ma è normale che a una persona che possiede 27 auto venga assegnata una casa popolare? Roberta Della Casa, presidente M5s del Municipio IV nonché una delle più attive nel garantire il diritto all'alloggio alla famiglia Omerovic, non si sbilancia ma ammette: «Mentre per ottenere il reddito di cittadinanza vengono fatte verifiche patrimoniali approfondite, per la domanda di assegnazione di una casa popolare i controlli sono più stringati ed è necessario solo l'Isee e la documentazione relativa allo stato di famiglia, stiamo cercando di rivedere il meccanismo per dare maggiori risposte». Di entrare nel dettaglio di Omerovic non se ne parla però: «Rispetto alle macchine intestate va verificato di cosa stiamo parlando, non mi pronuncerei, prendo per buona la sua versione e sarà mi premura approfondire la cosa con la Polizia Locale».
In realtà, la Polizia locale nel maggio scorso ne aveva beccata una di queste auto. Si trattava di una Lancia Lybra Wagon che circolava con una targa dismessa dal 2004 e sprovvista di Rc auto. Omerovic di vetture ne ha intestate parecchie. E di diverse tipologie. Dalla Peugeot 405 MI 16 del 1998 alla Bmw Serie 5 del 1999 alla Renault Megane 1.9 passando per la Ford Transit del 2014 a bolidi da 186 cv del 2014. E ancora Ford Transit e Fiat Ducato del 2015. Poi ci sono una Mercedes CLK 270 CDI, una Fiat Ulysse 2.0, una Mercedes Benz E 350 CDI, una Volkswagen Passat 1.9, due Ford Focus 1.8, una Peugeot Boxer 2.2, una Lancia Lybra 2.4 JTD, una Fiat Stilo 1.9. Cosa hanno in comune? Tutte prive di copertura assicurativa e con la revisione scaduta. Nel curriculum si annoverano poi auto come Audi A4 e Audi A6, Mercedes Classe C 220 CDI, Bmw Serie 3 330I, Mercedes Clk 270 CDI e Classe B 180 Cdi. Qui, il filo conduttore che le lega è la dicitura «radiazione per esportazione verso unione europea». Insomma, si trovano all'estero ma risultano ancora intestate a lui. Nel parco auto del rom c'è anche una sorta di diamante raro: una Fiat Croma 1.9 che risulta assicurata. Insomma, delle due l'una: o Omerovic è un prestanome a sua insaputa (per non pensar male) oppure svolge un'attività poco trasparente e sicuramente in nero. Tertium non datur.
(ha collaborato Elena Barlozzari)
La vignetta del giorno: la capitana della Sea Watch



Gli “umanitari” dell’odio.



La ha scelto di entrare a Lampedusa. Questa sera insieme a una delegazione del @pdnetwork e di altri gruppi sarò anche io lì, a ringraziare l'equipaggio per aver salvato delle vite umane. E a contrastare la barbarie di chi chiude i porti.





Mi vergogno di un governo che fa propaganda sulla pelle di 42 profughi. Non c’è alcuna emergenza, solo un comportamento indegno di un grande paese come l’Italia



La loro “umanità” è odio per gli italiani poveri, perché i miliardi spesi per mantenere i clandestini stranieri sono sottratti  a  loro.

Questi  commettono atti di guerra civile.   E l’avranno vinta, perché dalla loro hanno tutto: la “giustizia  Palamara” e  la “Europa”, la Marina militare,  la Rai-Tv, la 7, le ONG, El Papa,  la passività del popolo italiano.
Insieme all’Olanda e alla Germania, responsabili della Sea Watch e della sua comandante,  volevano dimostrare che Salvini è impotente.  E ci stanno riuscendo, perché la sola reazione adeguata  a questo atto di guerra sarebbe un atto di guerra – l’affondamento  – e  non si può fare.
Se  il popolo italiano non si mobilita dietro il NO a questi violatori e spregiatori dell’Italia,  se non tiene duro a sostegno del ministro Slavini,  il risultato sarà quello previsto: dopo questa “vittoria”, cento Sea Watch discaricheranno sulle nostre coste centinaia di miglia di negri, criminali di ogni parte del mondo che possano pagarsi il traghetto delle ONG  che hanno forzato l’Italia.  Ormai abbiamo qui quasi 9 milioni di clandestini ed extracomunitari.  La profezia  secondo cui nel 2025  saranno la maggioranza  degli abitanti, non  è lontana dal realizzarsi.
Ciò che ci succederà allora,  sta già succedendo..


Artista abruzzese ucciso, un arresto a Roma. Preso a pugni perchè aveva detto “non sporcate”

Stasera non ho più voglia di scrivere. Le parole, la ragione, l’intelligenza, non servono più a niente. Le azioni richiedono azioni.



Sea Watch, i costi dell'equipaggio: buonisti a 2mila euro al mese

I capitani e gli equipaggi a bordo delle navi delle ong non fanno volontariato. Ma hanno uno stipendio: ecco quanto guadagnano


Non chiamatelo volontariato. Perché quella delle Ong che fanno politica con gli immigrati è tutt'altro che semplice solidarietà. Fiumi di denaro scorrono nelle casse di tutte queste organizzazioni che vanno in tivù a predicare l'accoglienza e a sbraitare contro Matteo Salvini.
Tutti ci guadagnano, anche il capitano e l'equipaggio delle imbarcazioni che pattugliano il Mediterraneo in cerca di disperati da portare sulle nostre coste. Spulciando tra i conti pubblicati su internet, si scopre infatti che il personale (di terra e di mare) arriva a prendere fino a 2mila euro al mese.
"La mia vita è stata facile, ho potuto frequentare tre università, a 23 anni mi sono laureata..."Carola Rackete è il capitano della Sea Watch 3. È stata lei a prendere la decisione di forzare il blocco imposto da Salvini e a portare la nave davanti al porti di Lampedusa. Ha detto di averlo fatto per i migranti. E per la stessa ragione ha raccontato di essersi imbarcata con l'ong tedesca. "Sono bianca, tedesca, nata in un Paese ricco e con il passaporto giusto. Quando me ne sono resa conto, ho sentito l'obbligo morale di aiutare chi non aveva le mie stesse opportunità". Come lei anche altri ultrà dell'accoglienza cercano di spacciare la vulgata del volontariato. Tra questi, per esempio, ci sono anche gli antagonisti guidati dall'ex tuta bianca Luca Casarini che hanno messo in piedi la "Mediterraneo Saving Humans" per aggirare il blocco del Viminale alle ong internazionali. In realtà tutti questi "volontari" sono tutti lautamente stipendiati. Le buste paga, come spiega QN"variano da caso a caso" e "da mansione a mansione, ma ballano tra i 1.500 e i 2mila euro".
Queste cifre trovano conferma nei conti della stessa Sea Watch. Stando ai registri, che l'ong ha pubblicato su internet e che risalgono fino all'ottobre del 2018, il team di terra e gli uffici di Berlino e Amburgo sono costati in totale 304.069,65 euro. Di questi, 230.060,08 sono serviti a coprire i costi del personale. Il "camp Malta" è costato altri 55mila e il team italiano ben 62mila, di cui 26.388,68 euro sono serviti a coprire gli stipendi del personale. Per quanto riguarda la nave, l'organizzazione non governativa non indica nello specifico il personalkosten (costo dell'equipaggio) come avviene, invece, per altre voci di spesa. Tuttavia, 102.172,57 euro sono segnati come externe dienstleister, ovvero "fornitori di servizi esterni". Di cosa si tratti di preciso, non è dato saperlo. Ma nel bilancio del team italiano, la stessa voce "externe dienstleister" è specificata come "costo del personale". È quindi plausibile che lo stesso valga per la Sea Watch 3, che avrebbe dunque sborsato oltre 102mila euro per stipendiare chi governa l'imbarcazione. Non poco rispetto all'1,2 milioni di euro raccolti l'anno scorso grazie alle donazioni.
Pubblica sul tuo sito
Che l'equipaggio e il capitano siano un costo ingente lo mette nero su bianco la stessa ong tedesca. "Con la messa in servizio di Sea Watch 3 - si legge nel documento consultato dal Giornale.it - è andata di pari passo un'ulteriore professionalizzazione delle nostre operazioni SAR, il ché, tuttavia, si riflette anche sul lato dei costi". Il motivo? "La nave - si legge ancora - richiede personale a causa delle sue dimensioni (capitano, nostromo capitano e meccanico) che è equipaggiato con certi certificati e viene impiegato da noi almeno per la durata dell'incarico e deve essere pagato". Con simili spese si trovano a dover fare i conti tutti gli ultrà dell'immigrazione che hanno deciso di mettere in mare una nave per andare a recuperare i migranti fin davanti alle coste libiche. Stesso discorso vale, per esempio, anche per la Mare Jonio, l'imbarcazione della Mediterranea Saving Humans. Qui solo gli stipendi dell'equipaggio marittimo sono costati 81.177,13 euro, a cui poi vanno ad aggiungersi 30.880,61 euro per la logistica e i trasferimenti dello stesso equipaggio e 32.899,98 euro per coprire consulenze professionali di "legali, ingegneri, periti nautici, consulenti del lavoro e tecnici ambientali, per la sicurezza del lavoro e alimentari".
Una montagna di denaro. Sapientemente utilizzata per far pressione sull'Italia e sbarcare immigrati sulle coste nostrane.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ecco-stipendi-degli-equipaggi-che-recuperano-i-migranti-mare-1717659.html


Sea Watch - Salvini:"Ecco come sono andate le cose..."


Pubblicato il 26 giu 2019
ISCRIVITI 15.852

Salvini spiega l'episodio della Sea Watch.