Caduta degli angeli ribelli, Pieter Bruegel il Vecchio
 1.
Come lo Spirito Santo non è affatto una forza o una energia di serenità, pace e fratellanza, allo stesso modo Satana non è un forza o istinto negativo.
È vero che esiste nell’uomo una certa tendenza passionale. A causa del peccato. Persino la filosofia materialista ha riconosciuto – e valutato però come naturale – una propensione al dominio o alla sopraffazione. Hobbes la chiamava “bramosia”; per Freud si trattava di “libido”: per il primo era causa del conflitto naturale tra gli uomini e motivo per farsi sudditi del potere sovrano; per il secondo era l’inconscia pulsione erotica, incarnata del Padre Padrone, castrata dalla società e dal diritto e surrogata collettivamente nel Dio del Monoteismo ebraico.
Per i cristiani si tratta di concupiscenza.
 2.
La Concupiscenza non è un istinto satanico.
È un desiderio disordinato delle facoltà inferiori (le passioni) che non sono più sottomesse a ragione e volontà. Questo disordine, dovuto al peccato originale, genera un perenne combattimento interiore. Usualmente (Trento), si dice, ad agonem.
Di per sé non è peccato ma tendenza smodata, effetto del peccato originale.
È ovvio che Satana approfitta di queste ferite. Il punto è che “Satana” non è un aggettivo o un riferimento impersonale ad una forza cosmica o ad un principio opposto al bene come il freddo col caldo. Satana è una reale personale, di natura spirituale, quindi immortale e fuori dalla dimensione temporale. Ha uno scopo. Da sempre. Essere come Dio. Quando lo propone ad Adamo ed Eva non sta solamente compiendo un inganno di tentazione. L’inganno è un livello di lettura. Ne esistono altri tre. Almeno.
 3.
Il primo di questi è auto-referenziale: dietro la rivendicazione umana della divinità si cela il desiderio di esser adorato lui come Dio, dall’uomo stesso. La religione dell’uomo divino ha una natura anticristica sia nel contenuto sia nel fine. L’uomo adora se stesso come Dio, solo in modo materiale. Sul piano formale adora Satana come Dio. Ed è questo il vero suo obiettivo. Regnare e farsi adorare come Dio. Infatti lo propone anche a Cristo in cambio della adorazione che le nazioni concedono a lui, perché a Satana appartiene questa gloria, come bottino di guerra e razzia.
Satana infatti nell’Eden dichiara guerra all’umanità. E vince. Vincendo, ottiene un triplice diritto: il possesso su ogni anima, la perversione della naturale spiritualità religiosa dell’uomo nel suo desiderio di Dio, il dominio politico sui popoli.
 4.
Questi aspetti illuminano anche sul secondo livello della tentazione nel Paradiso Terrestre: coinvolgere l’umanità alla ribellione contro Dio. Perché Satana vuole sia che l’uomo si danni in sé, sia che l’uomo esprima il rifiuto di Dio. In modo diretto e esplicito. Ma in due modi.
E questo ci porta al terzo livello di lettura: Satana fa razzia di anime dannate che arrivano all’inferno perché si costruiscono “da sole” un abisso di peccato o si adagiano su spiritualità nocive e false. Questa però è razzia. Non bottino effettivo di vittoria “sul campo”. La vittoria è ottenuta nella ribellione dell’uomo contro Dio, in nome della Pace, della Libertà, dell’Uguaglianza e della Fratellanza. Così dominerà l’Anticristo. Come messia mondano di questi principi subdolamente pervertiti.
 5.
Tutto questo permette di pensare ad una regalità satanica nel mondo. Perché il mondo è il campo della guerra, quanto il luogo in cui esercita un dominio come “principe”.
Come tale viene sconfitto e giudicato. Sconfitto da Cristo sulla Croce. Giudicato dallo Spirito Santo, la cui azione di giudizio è in atto nel tempo finale, cioè il tempo della Chiesa. Lo stesso in cui è ancora in atto la permissione persecutoria satanica, la quale si compie pur sempre nella speciale consolazione che lo Spirito Santo – per opposizione – apporta alla Chiesa fondata dal Figlio e a Lui fedele.

di Pierluigi Pavone

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