Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
(di Roberto de Mattei) Il Conclave che si aprì il 30 novembre 1549, dopo la morte di Paolo III, fu certamente uno dei più drammatici della storia della Chiesa. Il cardinale inglese Reginald Pole (1500-1558), era indicato da tutti come il grande favorito. Erano pronti per lui gli abiti pontificali ed egli aveva già mostrato a qualcuno il discorso di ringraziamento.
Il 5 dicembre, a Pole mancava un solo voto per ottenere la tiara pontificia, quando il cardinale Gian Pietro Carafa si levò in piedi e, di fronte all’assemblea attonita, lo accusò pubblicamente di eresia, rimproverandogli, tra l’altro, di aver sostenuto la doppia giustificazione cripto-luterana respinta dal Concilio di Trento nel 1547. Carafa era conosciuto per la sua integrità dottrinale e per la sua vita di pietà. I suffragi per Pole crollarono e, dopo lunghe controversie, il 7 febbraio 1550 fu eletto il cardinale Giovanni del Monte, che prese il nome di Giulio III (1487-1555).
Lobby Lgbt all’attacco: posti d’onore all’udienza pontificia e contatti “in alto” pre-Sinodali…
(di Mauro Faverzani) New Ways Ministry non è un gruppo di omosessuali, consci d’esser chiamati «alla castità», per potere – con la «padronanza di sé, la preghiera e la grazia sacramentale, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana», come recita il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 2359. No. Il New Ways Ministry è un gruppo statunitense di attivisti, fondato nel 1977 da una parte per promuovere i cosiddetti “diritti” degli omosessuali, delle lesbiche, dei bisessuali e dei transgender, e dall’altra per proclamarsi, ciò nonostante, di fede cattolica, come se le due condizioni potessero stare assieme… Ebbene, per la terza volta tale gruppo si è recato in Vaticano, ma per la prima volta – sotto il regnante Pontefice – è stato invitato, lo scorso 18 febbraio, ad assistere all’udienza papale addirittura dai posti d’onore, nelle prime fila!
Catalogna: gli scout cattolici si fondono con atei e massoni!
L’unione fa la forza? Non sempre. A volte può essere pericolosa. Molto pericolosa.
Si chiamano Minyons Scouts e Guías e sono le due formazioni cattoliche di escursionismo operanti in Catalogna. Numericamente sono le più forti del settore, possono contare in tutto su ben 149 raggruppamenti e 14.235 aderenti. Possono pertanto stare in piedi anche da sole, non hanno bisogno di gemellaggi o apparentamenti con altri per sopravvivere. In ogni caso, almeno per dimensioni, dovrebbero esser loro a dettar legge. Invece, no.
«I divorziati risposati? Comprendiamo la dottrina in maniera più profonda»
Paglia, presidente Pontificio Consiglio per la Famiglia
Lo afferma mons. Paglia, che con don Sciortino riprende in forma di
dialogo i temi del Sinodo nel libro «La Famiglia. Vocazione e missione
nella Chiesa e nel mondo» (San Paolo)
Domenico Agasso jrTorino
Chi meglio del Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia e
del Direttore del settimanale Famiglia Cristiana può dialogare e
riflettere insieme dopo il Sinodo straordinario e in vista
dell’Assemblea ordinaria sulla famiglia (4 – 25 ottobre 2015)? Le
analisi e le proposte di – rispettivamente - monsignor Vincenzo Paglia e
don Antonio Sciortino si trovano nel libro in uscita in questi giorni
«La Famiglia. Vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo» (edizioni
San Paolo), in cui i due autori si concentrano su uno dei principali
obiettivi dell’indizione da parte di papa Francesco dei due Sinodi:
raccontare la bellezza del matrimonio e della famiglia.
Come venne insabbiato l’esperimento che dimostrava il Geocentrismo
La Terra è al Centro dell'Universo? Il Terrorismo Scientifico disse di no!
Come venne insabbiato l’esperimento che dimostrava
il Geocentrismo
I limiti e i paradossi di Einstein, il Geocentrismo, la Bibbia e
l'imposizione del dogma della "relatività" a confutazione delle
scoperte di Michelson e Morley e dell'esistenza di Dio
di Giorgio M. Ghergon Locatelli
La Terra è al centro dell'Universo?
Roma – di Giorgio M. Ghergon Locatelli – In questo breve articolo faremo degli accenni di astronomia, di fisica e di cattolicesimo. Si potrà non concordare, alcune voci si leveranno, ma una cosa è certa: chi ama la verità, non dovrebbe adagiarsi così semplicemente sulla parola dell’ uomo: la Terra come mero “granello di polvere” del tutto marginale in un oceano di semi-infiniti pianeti e Soli più importanti di lei, è un non senso logico, in contrasto con la Verità Rivelata. Il punto di volta del discorso è però di univoca importanza e lo puntualizziamo fin d’ora: la nostra cultura scientifica si basa sulla Fisica Classica che si è venuta a comporre nei secoli grazie ad uno studio accurato della natura. La Fisica Classica funziona bene e spiega a dovere le leggi del nostro quotidiano. Questa fisica tradizionale dimostra, dati alla mano, che la Terra non gira intorno al Sole come ci viene ripetuto da secoli, ma che è pressochè immobile nello spazio pur ruotando sul suo asse.
Quel Cristo operaio nel cuore dei giardini vaticani
Incontro con Alejandro Marmo, l'artista vicino a Bergoglio e agli ultimi, che crea con gli scarti del mondo
CITTÀ DEL VATICANO. Pezzi di vecchi cancelli, catene arrugginite, ferraglia sparsa. Messi insieme hanno la forma di Gesù, appeso in croce. Oltre la forma, la sostanza. Il Cristo abbandonato da tutti, anche dal Padre, rivive in quei pezzi abbandonati e rimessi assieme dall'estrosità di un giovane artista argentino, Alejandro Marmo, amico di Francesco, "l'artista del Papa" lo chiamano. "Cristo operaio", è il nome dell'opera che ora si staglia in tutta la sua repellente bellezza nel cuore dei giardini vaticani.
“Cerchiamo di trarre due risa dall'immane confusione che ormai regna sovrana nell'Una e Santa, per cui daremmo la vita: certo, dovremmo piangere a vederla così malridotta per le guasconate, l'indifferenza, le pitoccate e - non da ultimo - l'indegnità di tanti sacerdoti e vescovi.
Ma non siam tipi facili al piangere: tanto vale riderci su.
E se questo le procura acidità di stomaco, spiace assai, ma tra i voti che ha emesso non c'è quello di leggerci.
Se invece vuol farci compagnia, vedrà che si divertirà anche lei.”
Se un cardinale è dato in pasto ai comunisti cinesi
I cardinali nel mirino non sono soltanto quelli che difendono l’insegnamento tradizionale della Chiesa su matrimonio e famiglia. Ieri faceva impressione vedere in primo piano sul sitoVatican Insiderun attacco durissimo al cardinale cinese Zen Ze-kiun, arcivescovo emerito di Hong Kong, accusato di voler dirigere la Chiesa cinese dal di fuori e di opporsi al promettente dialogo tra Cina e Santa Sede. Ormai chiunque provi anche solo a porre qualche domanda sulla “gioiosa macchina da guerra” che vuole pacificare il mondo intero, viene stroncato senza pietà, ovviamente sempre invocando la misericordia. Il problema è che il genuino slancio missionario del Papa avrebbe bisogno di collaboratori competenti più che di guardiani della rivoluzione e clericali in carriera.
Tutti i giornali riportano le parole sui ‘preti sposati’, ma c’è molto di più nel discorso di Papa Francesco al clero romano durante l’annuale appuntamento per l’inizio della Quaresima. Il Vescovo di Roma si è intrattenuto infatti all’incirca due ore con i centinaia di preti e parroci presenti in Aula Paolo VI , parlando brevemente di omiletica e Ars celebrandi - tema dell'incontro - ma soprattutto dando libera parola ai presenti, perché, ha detto, “mi interessano di più le vostre domande”.
Il dibattito sulla riforma della curia si è riacceso in occasione del recente concistoro. Il cardinale Danneels dal Belgio dice aKerknet.beche è rammaricato per il fatto che una minoranza non sia favorevole alla riforma, «preoccupato, ma non inquieto».
Secondo quanto ha dichiarato padre Federico Lombardi,direttore della Sala Stampa vaticana, la riforma non sarà comunque pronta prima del 2016. L'unico punto fermo attualmente sembra essere quello che porterà a due futuri dicasteri, uno si occuperà di laici, famiglia e vita, mentre l'altro carità, giustizia e pace. Tutto il resto è in discussione.
Il Pontefice coinvolge negli sforzi diplomatici il cardinale Maradiaga
Non solo appelli di pace e preghiere. Nelle delicate crisi internazionali, quella ucraina e quella libica, il Papa si muove con una fine diplomazia sotto traccia nel tentativo di riportare la stabilità nelle due aree.
L'aveva già fatto intervenendo nella questione irachena con la nomina di un suo inviato, il cardinale Fernando Filoni, nell'area di crisi. L'ha fatto, nel segreto di anni e anni di diplomazia vaticana, nei rapporti tra Cuba e Stati Uniti, dove il ruolo della Santa Sede è stato determinante per far riallacciare le relazioni diplomatiche tra i due Stati. Ora Papa Francesco sta pensando a una missione di pace in Ucraina, con la nomina di un suo inviato, uno dei suoi più stretti collaboratori.
Volpi si rimangia l'accordo. Precisazioni conclusive
Da un po' di tempo in tutto il mondo il nome Fidenzio Volpinon ha più bisogno di presentazioni: finirà suo malgrado nei libri di storia.
Il suo nome è stato recentemente associato alla cifra diVentimila Euro che lo scorso giovedì 12 febbraio aveva accordato di risarcire ai familiari di padre Manelli. Cioè per evitare un processo per diffamazione aveva raggiunto un costoso «accordo transattivo»: immaginiamo che non lo abbia fatto per autolesionismo ma per limitare i danni.
Figuratevi dunque un religioso con voto di povertà che decide - assistito dai suoi legali - che il minor danno è quello di pagare Ventimila Euro di risarcimento, più le spese legali, più la pubblicazione delle scuse (cioè «una precisazione concordata con la controparte») sul web e per iscritto ai membri dell'Istituto.
FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA – Colpo di scena, padre Volpi rigetta l’accordo da lui sottoscritto
Pubblichiamo questo articolo, tratto da Corrispondenza Romana, e lo pubblichiamo perché lo condividiamo in pieno. Ci permettiamo solo di aggiungere una domanda, che ci pare legittima: se P. Volpi era così sicuro, nella sua coscienza di religioso, di essere innocente, perché mai ha accettato una transazione? È ben poco credibile la sua affermazione “In tale sede, “pro bono pacis” e nello spirito di fraternità del Serafico, sono addivenuto il 12 febbraio scorso ad un accordo transattivo con la controparte che, senza nulla riconoscere se non un evidente chiarimento, aveva il solo scopo di evitare il prosieguo del giudizio civile dinanzi al Tribunale di Roma, con ulteriori spese a carico dell’istituto”. Ora, se P. Volpi è sicuro di avere l’anima candida, può benissimo affrontare il giudizio.
Papa Francesco apre ai preti sposati: “Il problema è nella mia agenda”
Papa Francesco (Foto Lapresse)
CITTA’ DEL VATICANO – Papa Francesco apre aipreti sposati: “Il problema è nella mia agenda”, ha detto il pontefice, raccontando di aver già accennato alla questione alla messa del 10 febbraio in Santa Marta alla quale erano presenti cinque ex sacerdoti ora sposati.
In quell’occasione, uno dei preti (non sposati) presenti, don Giovanni Cereti, ha posto la questione, ricordando il caso delle Chiese Orientali, dove gli uomini sposati possono essere ordinati sacerdoti. E Bergoglio a sorpresa ha risposto:
J. Ratzinger: i dogmi della Chiesa sono faticosi, ci sono così tante vie per la salvezza
Torniamo a parlare di J. Ratzinger e della sua “teologia” così “educativa”. Qui è possibile consultare l’elenco delle precedenti “puntate”.
Nel suo libro «Co-Workers of the Truth.
Meditations for Every Day of the Year», 1990, alla pagina 217 il teologo
di Marktl am Inn (Baviera) asserisce:
«La questione che veramente ci
preoccupa, la questione che veramente ci opprime, è perché è necessario
per noi in particolare praticare la Fede Cristiana nella sua totalità;
perché, quando ci sono così tante altre vie che conducono al cielo ed alla salvezza,
dovrebbe essere richiesto da noi di portare giorno dopo giorno l’intero
peso dei dogmi ecclesiastici e della filosofia ecclesiastica. Quindi
torniamo ancora alla domanda: cos’è esattamente la realtà cristiana?
Quale è lo specifico elemento nella cristianità che non semplicemente la
giustifica, ma la rende forzosamente necessaria per noi? Quando noi
alziamo la questione circa la fondazione ed il significato della nostra
esistenza Cristiana, lì si scivola in un certo falso desiderio per
l’apparentemente più confortevole vita di altre persone che anche andranno in Paradiso. Siamo troppo come i lavoratori della prima ora nella parabola del vigneto (Mt 20:1-16). […]».
ATEISMO = DIO CON NOI Ovvero: sono ateo grazie a Dio
Domenica 15 febbraio 2015 Papa Bergoglio ha tenuto, nella Basilica di San Pietro, un solenne Concistoro durante il quale ha conferito la dignità cardinalizia a 20 prelati. Ricorreva la VI Domenica del Tempo ordinario/B e, così, prendendo ovvio spunto dalla liturgia della Parola, ha commentato il passo evangelico – Mc. 1, 40/45 – in cui si narra della guarigione del lebbroso.
Nell’omelìa, il pontefice ha evidenziato come Gesù vada incontro a chi è emarginato e abbandonato, a chi, per ragioni culturali e, in questo caso, cliniche, vien tenuto a distanza dal corpo sociale, cioè al malato contagioso. Un’omelìa che, seppure letta in un testo trasmesso in termini sintetici, ci trova piuttosto allineati e in piano consenso con il Papa anche se, in taluni passaggi, per via di una generica ambiguità sintattica, par di comprendere che la segregazione del lebbroso, le procedure da rispettare per l’accertamento dell’avvenuta guarigione, siano per lui norme vessatorie emanate a scopo penitenziale ed espiatorio, dimenticando che esse provengono direttamente da Dio, trasmesse a Mosè e che Gesù impone di rispettare. Ma non è questo il nodo dottrinario sul quale potremmo intervenire in altro tempo.
Ciò che, invece, ha destato la nostra attenzione è stato un passaggio, che la stampa definisce “a braccio e fuori del testo scritto” – uno dei tanti che al Papa accade di tenere in terra o in alta quota – in cui ha affermato che “il Signore è presente anche in coloro che hanno perso la fede o che si sono allontanati dal vivere la propria fede o che si dichiarano atei” (Corriere della Sera on line – 15 febbraio 2015 – h. 11:18), un periodo che altre testate hanno efficacemente riassunto con “Dio c’è anche negli atei”.
Lutero fa boom, è il figurino più venduto in poche ore per
Playmobil
34 mila figurini venduti in poche ore in Germania: è il record del nuovo personaggio storico di Martin Lutero appena entrato in commercio per Playmobil
Martin Lutero, ambasciatore della riforma protestante, che tra due anni festeggia ufficialmente il cinquecentesimo anniversario della sua riforma, è diventato un figurino di Playmobil. E non un figurino qualsiasi. L’omino, dotato di mantello, penna d’oca e una copia aperta della Bibbia alla mano, a poche ore dalla messa in commercio ha già un record importante al suo attivo: è il più venduto tra i personaggi che la ditta di giocattoli tedesca abbia mai prodotto in un così piccolo lasso di tempo.
Feria prima di Quaresima. Abbiamo posto la mattutina "censura" alle immagini festosamente allegre, scattate e pubblicate ieri, da chi ne aveva canonico diritto, durante l'Udienza Generale del Papa in Piazza San Pietro.
Nonostante fosse stato il Mercoledì delle Ceneri, giornata di digiuno e di sana e santa austerità, la spensierata allegria iper-popolare attorno al Successore di Pietro non si è fermata subissando le "parole" che le due fontane della piazza, a ritmi irregolari, sussurrano direttamente al cuore dei fedeli quando la piazza è silenziosa ...
Stefania Falasca torna all’attacco, sul Sinodo di ottobre
Stefania Falasca torna a dettare la linea al Sinodo.
Prima di analizzare il “ritorno”, sarà bene ricordare il passato.
Il 10 ottobre 2014 Stefania Falasca spiega ai lettori di
Avvenire la vera realtà del sinodo. Come si trattasse di una assemblea
unitaria, senza differenze di posizioni e di vedute. Come se la linea di
molti cardinali e vescovi, oppositori delle teorie di Kasper, fosse già
naufragata.
Incominciava in questo modo, la sua diagnosi: “È ormai chiaro che la tendenza generale dell’assise sinodale sta gettando le basi per favorire un possibile accesso
ai sacramenti per i divorziati risposati. Ieri sera, nell’ora della
sessione libera, si è fatto un ulteriore passo avanti. Il tema è stato
toccato in quasi tutti gli interventi….”.
Al-Qosh, Iraq (askanews) - I "foreign fighters" non stanno tutti con l'Isis. Percing sotto il labbro inferiore, tuta mimetica e berretto di lana da rapper Brett, 28enne volontario statunitense venuto in Iraq per combattere con una milizia cristiana, non passa inosservato nella cittadina di Al-Qosh, addossata alle montagne nel nord iracheno. Brett rappresenta un movimento emergente di occidentali che si lasciano casa e affetti alle spalle per battersi al fianco degli assiri, una delle più antiche comunità cristiane del mondo.
Toymaker Bleacher Creatures is best known for its 10-inch plush figures of famous athletes like New York Yankees' Derek Jeter, the Red Sox's David Ortiz and, most recently, Tom Brady and Rob Gronkowski of the New England Patriots.
So how does the Pope fit in to this sporty mix?
"Everyone agrees that [the Pope is] an inspirational figure who's tremendously popular around the world," said Matthew Hoffman, CEO of Plymouth, Pa.-based Bleacher Creatures. "He fits in perfectly in our universe of true-to-life plush figures."
The Pope Francis plush figure costs $19.99 and will hit stores in July.
In addition to the Pope, the firm is also releasing figures based on comic book characters and superheroes, including Batman, the Green Lantern, Superman and Harley Quinn.
The idea for Bleacher Creatures struck Hoffman four year ago, at a baseball game with his kids.
"I wanted to buy them toys at the ballpark, but there weren't many options," he said. So he decided to turn athletes into plush, cuddly characters.
He was on to something.
Hoffman launched the business in 2011 and hit $1 million in revenue in the first six months. Since then, he's acquired coveted licensing deals with the NFL, MLB, NBA, NHL, and most recently DC Comics and Warner Bros.
"What's really interesting is that half of our customers are kids and half are adults," he said.
Although he doesn't expect any backlash for the Pope plush, Hoffman said he's crossing the t's and dotting his i's.
"We've done our due diligence and I don't think we're upsetting anyone," he said. "And yes, we have reached out to the Vatican and would love to officially partner with them."
Papa Francesco invitato in un programma sportivo: ecco quale
L’idea deriva dal fatto che l’attuale Pontefice sia un grande comunicatore,
oltre che appassionato di calcio
Tutti pazzi per Papa Francesco, l’attuale Pontefice argentinoche circa un mese compirà tre anni di mandato. Bergoglio, col suo atteggiamento anticonvenzionale, simpatico, aperto e, diciamolo pure, rivoluzionario, sta attirando l’attenzione e le simpatie anche di chi non si ritiene credente. Ma la sua non è solo una questione di immagine, sta cambiando molte cose anche nel Vaticano stesso, tra rimozioni e iniziative, come quella delle docce e dei barbieri per i clochard. Certo, anche lui non manca di essere sotto il mirino, come accaduto di recente nelle Filippine, ma il ruolo che ricopre porta anche a esporsi a certi rischi.
Presto potremmo vederlo anche in televisione e non per l’Angelus domenicale. Bensì in un Talk show (no, neanche da Bruno Vespa, Floris, Porro, Giannini e quant’altri). Bensì ospite in un programma sportivo, con il presentatore che a La Zanzara su Radio24 ha rivelato di avergli spedito un invito, puntando non solo sulle sue doti di comunicatore, ma anche sulla sua mai nascosta passione calcistica. Per il San Lorenzo. Vediamo allora dove potremmo vederlo, nell'eventualità che davvero il pontefice accetti un simile invito.
L’invito di Pierluigi Pardo
A spedirgli l’invito, come rivelato da Libero, è stato il presentatore e telecronista diMediaset Pierluigi Pardo, nella sua vivace trasmissione sportiva Tiki Taka, in onda da oltre un anno su Italia Uno in tarda serata. La trasmissione si caratterizza per il suo non essere ingessata e convenzionale, perché lancia diversi scoop e retroscena, e per il fatto che tra gli invitati figurano spesso personaggi pittoreschi. Come il Presidente dellaSampdoria Ferrero ol’attaccante del Parma Antonio Cassano. Bene, ora potremmo vederci, ovviamente collegato in esterna, anche Papa Francesco. A La Zanzara Pardo ha ammesso di essere un megalomane, ma ha anche detto che "questo è un Papa pop, che ama il calcio. E il calcio è una religione laica, che unisce tutti". Riuscirà nell’impresa? Magari anche con una diretta telefonica, altro mezzo che Bergoglio ha dimostrato di saper bene utilizzare.
Papa Bergoglio è l'ultimo comunista rimasto al mondo, almeno in quello occidentale. Nel suo videomessaggio del 7 febbraio inviato ai partecipanti (grandi imprenditori, manager, politici) a «Le idee di Expo 2015» dedicato al cibo, Bergoglio ha affermato: «No a un'economia dell'esclusione e dell'iniquità. Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in Borsa. Questo è il frutto della legge di competitività per cui il più forte ha la meglio sul più debole». E ancora: «Ci sono alcune scelte prioritarie da compiere: rinunciare all'autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e agire innanzitutto sulle cause strutturali dell'iniquità». Il Sommo Pontefice non lo può fare apertamente ma questo, fra le righe, è un attacco frontale al mercato, al denaro, all'«economia di carta» per usare un titolo di un famoso saggio di D.T. Bazelon del 1964, che sono proprio le «cause strutturali dell'iniquità» che Bergoglio denuncia. È questo tipo di economia che riduce alla fame, su cui si spargono tante lacrime di coccodrillo, i Paesi poveri (e gli stessi poveri dei Paesi ricchi). L'esempio emblematico è quello dell'Africa Nera. Ai primi del Novecento, con le sue economie di sussistenza (autoproduzione e autoconsumo) l'Africa era alimentarmente autosufficiente. Lo era ancora, in buona sostanza (al 98%), nel 1961. Ma da quando ha cominciato ad essere aggredita dall'integrazione economica -prima era considerata un mercato del tutto marginale e poco interessante- le cose sono precipitate. L'autosufficienza è scesa all'89% nel 1971, al 78% nel 1978. Per sapere quello che è successo dopo non sono necessarie le statistiche: basta guardare le drammatiche immagini che ci vengono dal Continente Nero e i suoi disperati flussi migratori. Eppure in questo stesso periodo la produzione mondiale dei cereali di base, riso, grano e mais, è aumentata rispettivamente del 30, 40 e 50 per cento e una crescita, sia pur modesta, della produzione di questi alimenti c'è stata anche in Africa. Ma gli africani, come tanta altra gente dei Paesi cosiddetti 'in via di sviluppo', muoiono lo stesso di fame. Perché in un'economia mondiale integrata, di mercato e monetaria, il cibo non va dove ce n'è bisogno, ma dove c'è il denaro per acquistarlo. Va ai maiali dei ricchi americani e in generale al bestiame dei Paesi industrializzati, se è vero che il 66% della produzione mondiale dei cereali è destinato all'alimentazione degli animali dei Paesi ricchi (dati FAO). Il paradosso dei paradossi è che i poveri del Terzo Mondo sono costretti a vendere alle bestie occidentali il cibo che potrebbe sfamarli. È la legge del mercato e del denaro.
Non si tratta quindi di portare ai Paesi poveri i nostri pelosi 'aiuti', che anzi, integrandoli ancor più nel mercato globale, finiscono per strangolarli del tutto. Non si tratta di 'salvare' nessuno. L'Africa, come s'è visto, stava molto meglio quando si salvava da sola. Si tratta di cambiare radicalmente l'orientamento del nostro pensiero -sulla linea di Bergoglio- rimettendo al centro del sistema l'uomo e relegando l'economia al ruolo secondario che ha sempre avuto prima che apparisse come forte classe sociale il mercante, precursore della più odiosa di tutte le figure, l'Imprenditore (che si spellava le mani al messaggio di Bergoglio) da cui quasi tutti noi oggi dipendiamo come 'schiavi salariati'. Una mission impossible di fronte alla quale anche quelle di un Papa sono parole al vento.
Francescani dell’Immacolata, facciamo il punto sull’evoluzione della vicenda
Non si placano le polemiche intorno ai Francescani dell’Immacolata, la congregazione religiosa fondata da padre Stefano Manelli e nata all’interno della famiglia francescana; ai tre voti di povertà, obbedienza e castità propri dei francescani, padre Manelli ha voluto aggiungere un quarto voto che in realtà precede gli altri tre, un voto mariano di devozione a Maria Immacolata (da qui il nome). La congregazione dopo il motu proprio Summorum Pontificum con cui Benedetto XVI ha liberalizzato l’uso dell’antico rito tridentino ha riscoperto, sempre dietro impulso di Manelli, la messa secondo il messale di San Pio V al punto che, in breve tempo, pur senza una specifica imposizione, il rito tridentino è sembrato prendere il sopravvento su quello post conciliare.
Una volta Andrea Tornielli era un bravo giornalista.
Ma adesso ha cambiato mestiere. E quando lo si legge, quasi vedi volare frecce avvelenate, attacchi trasversali, messaggi conto terzi, spesso veri e propri pizzini, nel peggiore stile da “corvo” della vecchia curia. Eppure lui si sente chiaramente Interprete Privilegiato di Papa Bergoglio.
Non sono sicura che Tornielli abbia capito veramente Papa Francesco. Ma forse, continuando così, Papa Francesco capirà che tipo è Andrea Tornielli.
Per esempio: oggi Andrea Tornielli ha fatto pollice verso nei confronti del Cardinale Pell, uomo di fiducia del Papa in ambito economico, grande protagonista dello scorso Sinodo sulla famiglia, punto di riferimento degli anti-Kasper. Un attacco senza precedenti, condito con un ultimo, ignobile paragrafo, in cui addirittura Tornielli riportava, come fossero riferiti a Pell, stralci del discorso di Papa Francesco alla Curia Romana di dicembre scorso, nella parte che descriveva la “quindicesima malattia”.
Antonio Socci, chi è il vero Papa? Francesco o Benedetto? -
Chi è il vero Papa per Antonio Socci?
Se Antonio Socci ha un merito, e certo ne ha tanti e può andarne giustamente fiero, è quello di suscitare tanti commenti quando pubblica un articolo, uno scritto, un corsivo, un libro.
Lo invidio molto per questo, ovvio.
Paradossalmente, penso io, non è tanto ciò che scrive a suscitare reazioni contrastanti ma la passione che mette in ogni sua affermazione.
Non che Antonio Socci non si fosse mai pronunciato sul fatto specifico, ma evidentemente il nostro deve pensare che sia meglio approfondire il concetto, magari per tema che a qualcuno possa essere sfuggita l’importanza di un così ben articolato ragionamento.
Tuttavia non è sull’articolo che voglio soffermarmi, e neppure discuterne il contenuto nel merito, ma piuttosto sui commenti, come dichiarato in premessa (del resto, letto il titolo, già è chiaro cosa voglia dire il buon Antonio Socci, pane al pane, vino al vino).
- IL CAPO DELLE GUARDIE SVIZZERE DELLA SANTA SEDE: “PRONTI A DIFENDERE IL PAPA DALL’ISIS. NIENTE DONNE NEL NOSTRO CORPO MA IN FUTURO SARÀ PIÙ DIFFICILE TROVARE GUARDIE SOLO IN SVIZZERA”
“Quello di servire il Papa è un privilegio per gli svizzeri che esiste da oltre 500 anni, non possiamo cambiare così le regole. Ci attende un futuro in cui sarà difficile trovare guardie in Svizzera e questo dipende anche dalla situazione della Chiesa e della fede, oltre che dalla natalità”…
Estratto dell'omelia diPapa Bergoglio in occasione dell'ordinazione di nuovi cardinali (15/02/15): “Gesù non pensa alle persone chiuse che si scandalizzano addirittura per una guarigione, che si scandalizzano di fronte a qualsiasi apertura, a qualsiasi passo che non entri nei loro schemi mentali e spirituali. [Non pensa a quanti si scandalizzano difronte] a qualsiasi carezza o tenerezza che non corrisponda alle loro abitudini di pensiero e alla loro purità ritualistica. Egli ha voluto integrare gli emarginati, salvare coloro che sono fuori dall’accampamento”.
Adinolfi spiega chi è Adinolfi, e non lascia spazio ad equivoci
Uno scambio di lettere tra un lettore de “La Croce” – che esprime alcune critiche – e la veemente risposta del direttore, Mario Adinolfi, chiarisce molte cose. Soprattutto è un’ottima occasione per ricordare che la tanto decantata “unità” è possibile solo nella Verità.
di Paolo Deotto
Su “La Croce”, nella versione on-line, nella rubrica delle “lettere al direttore” è comparso, sotto il titolo “Da un lettore che non vuole leggerci più”, un interessante scambio di corrispondenza: un lettore, il dott. Franco Serafini, critica alcune posizioni del nuovo quotidiano. Il direttore de “La Croce”, Mario Adinolfi, risponde. E il tono e le argomentazioni usati da Adinolfi chiariscono perfettamente chi è il personaggio Adinolfi e cosa persegue. Riportiamo integralmente lo scambio di corrispondenza e quindi gli amici lettori potranno valutare. Qui ci permettiamo solo di fare alcune brevi considerazioni.