Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
In Svezia immoralità senza freni: chiesti incesto e necrofilia
E’ come per il divorzio: si comincia con questo, poi – guarda caso – arrivano ogni qual volta anche aborto, eutanasia ed eugenetica. Lo stesso per la famiglia: si comincia con le unioni gay, poi – chissà come – si procede con pedofilia, incesti e si arriva alla necrofilia. Aprire il vaso di Pandora dell’impudicizia significa dar libero sfogo agli istinti più immorali. E la riprova giunge dalla Svezia.
Se il cristianesimo vuole rinnovarsi deve riscoprire la spiritualità. E'cambiata la dottrina della Chiesa cattolica? ci vuole un ritorno alla Tradizione che non è opera umana e pertanto, non può essere modificata a piacere
di Francesco Lamendola
Il parroco di un paese qui vicino continua, da anni, ad affermare dal pulpito che bestemmiare Dio e non andare a Messa la domenica e le feste di precetto non sono peccati, mentre il “vero” peccato è quello di non aiutare il prossimo, di non soccorrere i bisognosi: i quali, ovviamente, secondo lui, che è rigorosamente di sinistra, sono solo i “poveri” e i “migranti”, anche se qui la gente è disperata e si sucida da anni per gli effetti della crisi economica, ma nessun prete e nessun vescovo hanno mai prescritto il dovere della solidarietà immediata a mezzo dell’accoglienza indiscriminata di tutti, buoni e cattivi, lavoratori e terroristi.
di Luigi Copertino
consiglio a tutti di visionare il docu-film che corrisponde al link che
vi copio incollo qui sotto e che dovete, per usarlo, copiare sul browser
e cliccare. Si tratta di un documentario girato da un regista
israeliano sulla società israeliana vista dall’interno.
Quei piccoli immensi preti d’un tempo che mostravano alle anime la via del Cielo. La Messa oggi esalta l’uomo quale protagonista del suo destino: è cambiata la dottrina cattolica senza che noi ce ne accorgessimo?
di Francesco Lamendola
Parlano di molte cose, i preti d’oggi, e anche molti vescovi e cardinali; di molte cose utili e buone, di molte cose lodevoli e importanti: il servizio e la solidarietà, l’accoglienza e l’impegno, la tolleranza e la partecipazione, l’inclusione e la lotta al pregiudizio. Parlano un po’ meno, invece, anzi, molto meno, della fragilità dell’uomo e della sua insufficienza a fare il bene con le sue sole forze; del peccato e della grazia; della Caduta e della Redenzione. E non parlano quasi più dei novissimi: della morte, del giudizio, dell’inferno e del paradiso.Ci si chiede:è cambiata la dottrina cattolica, senza che noi ce ne accorgessimo? Sono cambiate le cose essenziali per la salvezza dell’anima?
Viaggio fra i cattolici tradizionalisti: "No all'accoglienza indiscriminata"
In val Vigezzo una piccola comunità celebra la Messa in latino, resiste alle riforme della Chiesa moderna e cerca "un Cristianesimo con più dogmi e più certezze"
Un movimento del dito per spegnere lo smartphone e le mani corrono rapide alla borsetta, da cui spunta un velo nero.
Io stesso –
parola del Signore – le farò da muro di fuoco all’intorno e sarò una gloria in
mezzo ad essa (Zc 2, 9).
Non è una pubblicità occulta. Con queste parole il
Dio d’Israele rassicurava, per bocca del profeta Zaccaria, la comunità
rientrata a Gerusalemme dall’esilio babilonese, la quale era fortemente tentata
di scoraggiamento di fronte alle condizioni della città distrutta. Già la
ricostruzione del Tempio rischiava di arenarsi; quella delle mura era invece
impensabile a causa dell’ostilità delle popolazioni circostanti, che avevano
dato man forte agli invasori nel lavoro di demolizione. Il Signore promette
allora di fare egli stesso da barriera invalicabile contro i nemici, perché la
Sua presenza è un fuoco divoratore
che gli empi non possono sopportare (cf. Dt 4, 24; Is 33, 14; Eb 12, 29). Una
circostanza avversa agli occhi degli uomini è anzi da Lui considerata in modo
positivo, come una condizione provvidenziale per la realizzazione dei Suoi
progetti: «Gerusalemme sarà priva di mura per la moltitudine di uomini e di
animali che dovrà accogliere» (Zc 2, 8).
Unioni civili, l’amore vince su tutto, anche sulla giustizia
La legge Cirinnà è già di per sé un
atto di discriminazione. La gender culture afferma che tutto è nelle
nostre mani creative e che dobbiamo essere educati e formati allo scopo
di costruire da soli la nostra identità, anche sessuale. Ma non è così
foto LaPresse
Amore e discriminazione sono parole importanti, non si dovrebbe
usarle a casaccio. La legge sulle unioni civili, dovrebbero saperlo
anche Luigi Manconi e Michela Marzano quando motivano il loro dissenso
per la mancanza dell’adozione coparentale, è già di per sé un atto di
discriminazione. Infatti afferma che persone dello stesso sesso,
nonostante il diritto all’amore che vincit omnia sbandierato dal premier
con la sua fantastica leggerezza, non possono sposarsi “come tutti gli
altri”, cioè i promessi sposi di sesso diverso. La legge in sé ratifica
una differenza, discrimina, eppure attribuisce nuovi importanti diritti
giuridici economici sociali alla persona, alle persone.
Primi della classe alla scuola di Francesco: i vescovi
delle Filippine
Hanno incoraggiato i fedeli all'uso degli anticoncezionali, "nelle circostanze che invitano a un ripensamento del divieto". Come suggerito dal papa, interpellato sul virus Zika
di Sandro Magister
ROMA, 26 febbraio 2016 – Nel precedente servizio si è analizzata la risposta data da papa Francesco riguardo all'uso degli anticoncezionali, durante la conferenza stampa sul volo di ritorno dal Messico a Roma:
Non si è però fatto cenno alla domanda alla quale il papa ha risposto, formulata dalla giornalista spagnola Paloma Garcia Ovejero, della rete radiofonica cattolica COPE.
Una domanda non generica, ma riferita a un caso molto preciso:
"Santo Padre, da qualche settimana c’è molta preoccupazione in parecchi Paesi latinoamericani, ma anche in Europa, per il virus Zika. Il rischio più grande sarebbe per le donne in gravidanza: c’è angoscia. Alcune autorità hanno proposto l’aborto, oppure di evitare la gravidanza. In questo caso, la Chiesa può prendere in considerazione il concetto di 'male minore'?".
Se anche il Papa (in certi casi) può sbagliareLa Chiesa afferma che i Papi possono insegnare infallibilmente in materia di fede e di morale. Ma in tutta la storia della Chiesa sono forse otto i proclami che soddisfano gl’inflessibili requisiti del pronunciamento infallibile. È mai lecito per un cattolico dissentire da un insegnamento autorevole ma non infallibile di un Papa?
Nel 1986, Papa Giovanni Paolo II organizzò una Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace ad Assisi alla quale invitò 160 capi religiosi tra cui ebrei, buddisti, sikh, hindu, giainisti, zoroastriani e membri di culti tradizionali africani. Alcuni cattolici ne furono scandalizzati. Successivamente, il Papa pubblicò le encicliche Centesimus Annus (1991), Veritatis Splendor (1993),Evangelium Vitae (1995) e Fides et Ratio (1998). Domanda: un cattolico che si fosse indignato per l’incontro di preghiera di Assisi sarebbe poi stato tenuto a prestare «religioso ossequio dell’intelletto e della volontà» (1) agl’insegnamenti di queste encicliche?
Fiducia Ok. E’ partita la rivoluzione antropologica omosex.
Tutto come previsto, da pochi, ma illuminati pensatori. Ai tanti cattolici impegnati, dirigenti, intellettuali, politici, sacerdoti e prelati…, ai tanti cattolici del dialogo, ai normalizzatori… Ancora il male minore… Ecco, oggi, avete vinto! Complimenti, il demone è servito. Mi dissocio.
di Andrea Peracchio
La fiducia al Senato sul D.L. Cirinnà, pur attenuato, segna la vittoria di chi, da una parte e dell’altra, fin dall’inizio, ha cercato il compromesso. Una vittoria servita sul piatto d’argento ai peggiori nemici.
Su questo almeno non ci sono dubbi. Sarà sorprendente vedere come alcuni faranno a gara per smarcarsi e giustificarsi, generalmente senza ammettere alcun errore! Ma resterà a lungo nella storia che una larga e determinante fetta di cattolici, di clero, di vescovi, di sacerdoti, tacendo o addirittura impegnandosi per un’esplicita soluzione, per un manifesto su un generico ed ambiguo Si alla famiglia, per qualche inesistente diritto per le unioni civili…, hanno collaborato, con la propria mente, con le proprie mani, alla legittimazione sociale, legale e morale della sodomia.
Il matrimonio s’è ormai ridotto a puro romanticismo, tanto vale abolirlo
Amore e sacramento. Da San Paolo a Balzac
Un modo per celebrare il cinquantesimo anniversario della soppressione dell’Indice dei libri proibiti potrebbe essere ripristinarlo con due variazioni: adottare la più benevola dicitura di Indice dei libri dannosi e limitarlo ai romanzi d’amore.
Renzi accelera: vuole distruggere tutto. Nascerà un nuovo partito?
Gianburrasca26 febbraio 2016
Il Corriere della Sera di oggi, 26 febbraio ci dà queste notizie: l’alleanza di Renzi, il rottamatore, con Verdini (non proprio un homo novus) deve intensificarsi, per approvare in gran fretta ius soli e fine vita (leggi eutanasia). Il ministro Orlando, intanto, è già al lavoro per adozioni gay.
Il funerale di Scalia, un trionfo di evangelizzazione
Con il giudice della Corte Suprema Antonin G. Scalia (1936-2016) è scomparso un grande difensore del diritto positivo come incarnazione storica dell’eterna legge divina (per cui le leggi cattive sono intollerabili) e un grande uomo di profonda fede cattolica. La sua mancanza è già palpabile, e già si affilano i coltelli per la sua successione. Ma, come osserva Kate O’Haresul sito di Catholic Vote (l’influente advocacy group che si batte per eleggere uomini politici pro-life e pro-family), «Dio può trarre il bene da qualsiasi situazione e oggi dalla morte di Antonin Scalia ha tratto un grande bene».
Il progetto del Papa: cancellare gli stati. Lo confesso in un primo momento ho apprezzato questo Papa mi piace la sua azione moralizzatrice nella Chiesa. Poi, però, poco a poco, il mio giudizio si è fatto più prudente
di Michele Rallo
Lo confesso: in un primo momento ho apprezzato questo Papa. Mi è piaciuta e mi piace la sua azione moralizzatrice nei confronti di una Chiesa che di moralizzazione ha un disperato bisogno. Poi, però, poco a poco, il mio giudizio si è fatto più prudente. Papa Bergoglio mi sembra eccessivo in ogni sua manifestazione (dall’alloggio in una dépendance agli occhiali acquistati in un qualunque negozio), quasi che l’unica sua preoccupazione sia quella di farsi notare, di far notizia, di acquisire la benevolenza degli organi d’informazione.
Certo, il mio essere eretico (credo in Dio ma diffido dei dogmi e delle chiese) non mi pone nelle condizioni ideali per giudicare i comportamenti di colui che – almeno secondo la dottrina cattolica – dovrebbe essere nientedimeno che il rappresentante di Dio su questa terra, scelto dallo Spirito Santo e dotato del dono dell’infallibilità, quanto meno nei suoi pronunciamenti ex cathedra. Come storico – viceversa – credo di avere le idee un po’ più chiare.
http://static.dagospia.com/img/patch/02-2016/alfano-renzi-by-benny-767717.png UNIONI CIVILI/CATTOLICI TRADITI DA RENZI E ALFANO: VINCE LA NOTA LOBBY
Nel pomeriggio di giovedì 25 febbraio il Senato ha approvato con 173 sì, 71 no e 76 assenze il maxi-emendamento sulle unioni civili su cui il governo dei‘cattolici’ Renzi-Alfano aveva messo la fiducia. Il testo, una mostruosità giuridica, equipara nella sostanza le ‘unioni’ tra persone dello stesso sesso al matrimonio. Delirio sulle convivenze eterosessuali. Tradita dai ‘cattolici’ della maggioranza larga parte del popolo cattolico italiano, in particolare quella che ha testimoniato appassionatamente a San Giovanni e al Circo Massimo. Il testo passa ora alla Camera.
Metti una sera con D’Alema e Forte a parlare di Satana
Durante il Sinodo sulla famiglia, in una pausa dei lavori, papa Francesco si è avvicinato al Segretario speciale, monsignor Bruno Forte, e lo ha annusato: «Sento un po' di fumo di Satana...»; «Santità si sbaglia», ha risposto Forte, «credo che sia incenso!». L'episodio lo ha raccontato live lo stesso monsignor Forte, seduto accanto a Massimo D'Alema, in un incontro del 18 febbraio a Chieti, in occasione della presentazione del volume edito dalla Fondazione Italianieuropei dal titolo L'impronta della nuova Chiesa.
Non ci sono molte ragioni per andare orgogliosi di essere europei, e tuttavia pur avendo detto a noi stessi, in più occasioni, di vergognarcene po’, non avremmo mai pensato di dover riconoscere che oggi far parte dell’Unione Europea equivale a partecipare alle più esecrabili abiezioni, sia pure indirettamente.
Diffusa dal blog di Marco Tosatti, siamo venuti a sapere di quanto pubblicato dal sitoOsservatorio Gender, secondo il quale, riferimenti addotti, l’UE parteciperà alla prossima sfilata omosessuale di Amsterdam con una sua barca.
La sfilata si svolge sul canale della città ed è composta da diverse barche, un’ottantina, che cariche di omosessuali variopinti daranno bella mostra di sé in nome di un preteso “orgoglio omosessuale”. Noi non ci meravigliamo più del fatto che in questo nostro mondo impazzito si possa andare in giro, col sostegno delle istituzioni, a dichiarare rumorosamente e buffonescamente di essere biecamente e volutamente dei viziosi e di andarne perfino orgogliosi.
Sarà il misticismo a rinnovare la cristianità e a dare speranza all’uomo con la sua forza divina. Il grande pericolo che incombe sulla cristianità e sulla Chiesa è di farsi strumento del Diavolo e traendo in inganno i molti
di Francesco Lamendola
Il misticismo è sempre stato non solo un "filone" dello sviluppo storico della religione cristiana, ma, anche, un atteggiamento di fondo, diffuso, radicato, presente in tutti i riti, in tutte le comunità parrocchiali, in tutte le famiglie e presso quasi tutti i fedeli. Non c'è solo il misticismo dei grandi contemplativi, di Francesco d'Assisi o di santa Teresa d'Avila, che ne hanno fatto la loro modalità specifica di vivere la fede; c'è anche quello dei sacerdoti, delle suore, dei padri e delle madri di famiglia, dei giovani, che si prendevano qualche ritaglio di tempo nell'arco della giornata per accostarsi a Dio nell'intimo della preghiera e della contemplazione, nel colloquio personale con Lui, nell'abbandono fiducioso al Suo amore, al Suo soccorso, al Suo ascolto. Abbiamo adoperato l'imperfetto perché, oggi, questa modalità di vivere la fede cristiana sembra essere in caduta verticale, praticata ormai da pochissimi (anche se, trattandosi del fatto spirituale per eccellenza, è difficile dire se le impressioni esterne corrispondano al vero). Almeno in apparenza, il cristianesimo odierno si è incardinato quasi esclusivamente sulla dimensione esteriore e visibile, sia della preghiera (comunitaria, appunto; mentre il misticismo è un fatto squisitamente individuale), sia dell'azione sociale (volontariato, attivismo sindacale e politico). In altre parole, la pratica cristiana ha eroso quasi del tutto la propria dimensione interiore, spirituale, per concentrarsi e, in definitiva, per identificarsi, con l'azione visibile ed esteriore, relegando l'altra nel ruolo, marginale e sussidiario, di pratica riservata ad alcune anime "elette", un tempo assai ammirate, oggi, invece, guardate sovente con una certa sufficienza, come un anacronismo.
Ad esempio, il modello ideale di prete sembra essere colui che agisce nel sociale, preferibilmente con una forte carica di contestazione (vedi la «Lettera a una professoressa» dei ragazzi della scuola di Barbiana, ispirati da don Lorenzo Milani; documento carico di risentimento sociale e del tutto sprovvisto di una qualsiasi prospettiva spirituale), e non più, come lo era in passato, il curato d'anime, il pastore del gregge che confessa e che dirige spiritualmente i suoi parrocchiani, come faceva il santo curato d'Ars, Jean-Marie Vianney. Il prete che va per la maggiore, oggi, si direbbe che non abbia bisogno di porsi l’obiettivo della santificazione; basta che sia giovane, dinamico, molto attento ai bisogni dei ragazzi (un po' meno a quelli degli anziani: tanto, fra qualche anno...; del resto, si sa, bisogna puntare sul futuro), molto "aperto" in fatto d morale, specialmente sessuale, molto impegnato socialmente e politicamente (a sinistra, si capisce), molto comprensivo sui temi etici (aborto, eutanasia, matrimoni omosessuali), molto tollerante, molto disponibile (nel senso di permissivo: fino al punto di celebrare dei matrimoni religiosi simili a spettacoli circensi), sempre schierato a difesa dei più deboli (ma non necessariamente quelli "veri", bensì quelli che i media e la cultura dominante presentano come tali, a cominciare dagli immigrati, tutti indistintamente presentati come tali, nonché come “disperati”, ovviamente “in fuga da guerra e povertà”: regolari e irregolari, onesti e spacciatori, miti e aggressivi). Gli ordini religiosi, i monaci, le suore, sono visti, da molti se non da tutti, come dei "relitti" di un vecchio modo, ormai irrimediabilmente superato, d'intendere la religione. I monaci e le suore di clausura, in particolare, suscitano curiosità, ma non ammirazione, anzi, un certo sospetto, una certa qual diffidenza; ci si chiede: «Da che cosa mai staranno fuggendo?», e, cresciuti nella scuola del sospetto inaugurata dagli psicanalisti, si tende a vedere in essi i malinconici prodotti di una repressione psicologica – e, naturalmente, sessuale - sfociante in una particolare forma di nevrosi: la nevrosi religiosa. Un disturbo da curare, come ce ne sono altri. Quanto alla santità, a che serve? Meglio un prete dinamico, che porta i ragazzi a ballare.
Ebbene, bisogna avere chiaro il concetto che questo slittamento, questo sbilanciamento della cristianità verso una pratica prevalentemente, o quasi esclusivamente, comunitaria ed esteriore, della propria fede religiosa, ha rappresentato un enorme impoverimento per il cristianesimo stesso. Il grande serbatoio spirituale della religione è situato nella dimensione interiore: è lì che la fede attinge le forze per affrontare le difficoltà, grandi e piccole, comunque incessanti, della vita quotidiana. Gesù raccomandava ai suoi discepoli: «Pregate sempre, senza stancarvi mai»; e rimproverava Marta di preoccuparsi troppo del servizio materiale agli altri (in quel caso, a Lui stesso, il Maestro) ma di trascurare "la parte migliore", quella spirituale, l'ascolto della Parola e la meditazione su di essa. Il cuore della religione è la fede: cioè la ricerca personale e l'incontro mistico con Dio.
Cos'è il misticismo? Una maniera di rapportarsi a Dio, che prescinde sia dalla realtà sensibile, sia dalla dimensione razionale. Dunque non è liturgia e non è teologia; è qualcos'altro: qualcosa in più, e non qualcosa di meno. Il mistico è colui che ha un immenso privilegio: quello di "vedere" Dio, di udirlo, e di riceverne – talvolta - un particolare messaggio, destinato non a lui solo, ma a tutti i credenti. In effetti, vi sono due tipi di esperienze mistiche: spontanee e intenzionali. Sono spontanee quelle in cui un soggetto "vede" il divino senza averlo cercato, almeno in apparenza; e ciò può accadere a dei bambini o a degli adolescenti (La Salette, Lourdes, Fatima); oppure a degli adulti (gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni nell'episodio della Trasfigurazione di Cristo; san Paolo nell'apparizione di Cristo sulla via di Damasco). Sono intenzionali le esperienze mistiche nelle quali il soggetto, attraverso una serie di pratiche e anche di "tecniche" (come la "lectio divina": suddivisa, a sua volta, in "lectio", "meditatio", "oratio" e "contemplatio", o il digiuno, la veglia, la mortificazione della carne, ecc., tende con tutte le forze dell'anima ad incontrare Dio nelle profondità della coscienza, eventualmente anche con l’intercessione degli Angeli, dei Santi e della Vergine Maria. In effetti, sia nell'un caso che nell'altro, ad agire in maniera decisiva è la Grazia divina, e non la volontà umana: nessuna esperienza mistica è possibile su una base puramente volontaristica. Nondimeno, resta il fatto che la mistica è il cuore della religione, compresa la religione cristiana. E poiché nel cuore della religione cristiana c'è l'Incarnazione di Dio in un essere umano (che è un "mistero", nel senso teologico del termine: qualcosa che eccede la ragione umana, non qualcosa che sta al di sotto di essa), ecco che la meditazione sul mistero dell'Incarnazione è, per così dire, il cuore del cuore della pratica cristiana; e coloro che vi si dedicano, anima e corpo, non sono "in fuga dal mondo", ma sono, alla lettera, gli intercessori fra l'umanità e Dio e i collaboratori più preziosi nel piano della redenzione divina.
Giunti a questo punto, forse possediamo anche gli strumenti per capire le ragioni profonde, e inconfessate, della diffidenza, se non addirittura del discredito, che hanno creato come un diaframma fra il "cristiano medio" e la dimensione del misticismo: il fatto che l'uomo moderno, e anche parecchi che si credono cristiani, non aspettano più la redenzione da Dio, ma pensano di potersi redimere da soli, sostituendo la loro azione a quella divina. Resta, semmai, una certa curiosità, e anche una certa popolarità, nei confronti di quei mistici che operano miracoli, specialmente se "socialmente utili", come le guarigioni dalle malattie gravissime o incurabili: il che è una forma di idolatria ed è proprio quel che Gesù poneva ogni cura di evitare, per esempio ordinando di tacere ai malati che guariva, ai ciechi che risanava o agli indemoniati che esorcizzava, o allontanandosi subito dopo aver operato simili cose; e ciò appunto per evitare che la folla concentrasse l'attenzione sul miracolo come fatto visibile e materiale, piuttosto che sul mistero di Dio e sull'ascolto della Sua parola.
Da quanto abbiamo fin qui detto possiamo capire come il cristianesimo odierno abbia quasi smarrito la sua anima religiosa e sia diventato, da un lato, dottrina e pratica sociale, con un orientamento fortemente immanentistico e una prospettiva decisamente storicista, quasi che l'uomo, e non Dio, fosse il fine e il senso della creazione (ammesso e non concesso che un fine ed un senso esistano, cosa da molti, anche fra i cosiddetti credenti, revocata in dubbio); e, per un altro lato, una ricaduta verso forme e mentalità di tipo superstizioso e "fideistico", nel senso negativo del termine, ossia nel senso di negazione e disprezzo della ragione (che la sana teologia cristiana non ha disprezzato mai, nel modo più assoluto) e nella ricerca del soprannaturale, inteso solo come "spettacolare".
A scopo di ulteriore riflessione, riportiamo una pagina di Giorgio Fedalto, ordinario di storia del cristianesimo all’Università di Padova (da: G. Fedalto, «Le porte del Cielo. Il cristianesimo e i segni dell’Aldilà: apparizioni, visioni, testimoni», Cinisello Balsamo, Milano, 2002, pp. 181-183):
«Cosa fare per espandere il messaggio che il mistico ha ricevuto, dal momento che “il misticismo deve trasformare l’umanità”? Sempre Bergson risponde che occorre trasmettere il messaggio a poco a poco e i mistici lo sentono, lo sanno. “Il grande ostacolo che incontreranno è quello che ha impedito la creazione di un’umanità divina”. Ciò sembra vero anche se un filosofo ragiona con proprie categorie, come anche se scrive che, essendo impossibile una diffusione generale immediata del messaggio mistico, ci potrebbe essere un metodo diverso da seguire, quale è quello “di comunicarlo, benché già indebolito, ad un piccolo numero di privilegiati che insieme formerebbero una società spirituale; le società di questo genere potrebbero disperdersi; ciascuna di queste, tramite alcuni dei suoi membri, che sarebbero eccezionalmente dotati, darebbe vita ad una o a molte altre società; così si prolungherebbe lo slancio fino al giorno in cui un profondo cambiamento delle condizioni materiali, imposte all’umanità dalla natura, permetterebbe, dal lato spirituale, una radicale trasformazione” (Bergson, “Le due fonti della morale e della religione”, p. 171).
Il compito del mistico, sia pure grandissimo e difficilissimo, sarebbe così limitato, in quanto altri, convergenti interverrebbero a prendere e a realizzare quanto è stato manifestato. Dal momento che il mistico si rivolge ad uomini che hanno la sua stessa religione, la sua funzione sarebbe di riaccendere la religione portando qualcosa dell’ardore che lo anima. Chi professa la stessa religione non farà fatica ad accettare ad accettare il suo messaggio, che invece non dirà assolutamente niente è lontano dal suo spirito (idem, p. 173).
A chi obiettasse che vi sono i canali ordinari della grazia e che la religione di per sé non ha bisogno dei mistici, Bergson ciò può essere vero, ma dal momento che ci sono stati dati, ci sono, con tutte le loro manifestazioni straordinarie, una volta si se appurato trattarsi di perone e di fatti autentici e attendibili, allora come il misticismo beneficia della religione, così la religione si può arricchire del misticismo” (p. 174): “In questo modo si spiega il compito che (il mistico) si sente chiamato svolgere all’inizio, quello di un intensificatore della vita religiosa”. Anche non volendo accettare la concezione di un misticismo attivo, “capace di andare alla conquista del mondo”, in quanto è un dono e un compito della grazia di Dio, è pur sempre accettabile che i gradi mistici siano stati generalmente “degli uomini e delle donne d’azione, di un buon senso superire: poco importa che abbiamo avuto per imitatori degli squilibrati, o che qualcuno tra loro abbia risentito, in alcuni momento, di una tensione estrema e prolungata dell’intelligenza e della volontà” (p. 178).
Persone di buon senso, dunque, i mistici che hanno percorso un certo cammino , passando per vari stato, che, se possono variare l’uno dall’altro, si assomigliano molto in quanto la strada percorsa è la stessa Va comunque notato che, se alle spalle hanno una tradizione di cui hanno potuto subire l’influenza, “i grandi mistici si preoccupano poco di questa tradizione; ciascuno di loro ha la sua originalità, che non è voluta, che non è stata desiderata” (p. 180). Può anche essere che il loro fondamentale riferimento al Vangelo sia sufficiente per loro, come anche l’accettare “con docilità assoluta”l’insegnamento della Chiesa o l’obbedire al proprio confessore, cui saranno istintivamente indirizzati.»
Come si vede, l’interpretazione del misticismo qui esposta è quella di Henri Bergson, precisamente nel suo saggio «Le due fonti della morale e della religione», pubblicato nel 1932. A dire il vero, è un po’ strano – ma in linea con i tempi – che un autore d’impostazione cattolica, e che pubblica un libro sul misticismo con la maggiore casa editrice cattolica italiana, non colga affatto quanto di non cristiano vi è nella concezione del misticismo delineata da Bergson: ossia che l’élan vital, motore di tutta la sua filosofia, per mezzo di essa arrivi a cogliere se stesso (cosa non molto diversa dallo Spirito hegeliano che crea l’essere, invece di esserne creato). I concetti-chiave dei pensatori dovrebbero servire a comprendere il reale, piuttosto che le loro rispettive filosofie. Perché, in quel modo, l’Io non uscirà mai da se stesso: mentre tale uscita è la condizione di ogni misticismo autentico, ossia di ogni autentico tentativo d’incontro intimo e personale dell’umano con il divino. Perciò, anche se possiamo condividere taluni passaggi del ragionamento di Bergson, dissentiamo profondamente dalla sua idea di fondo, che piacque, infatti, ai modernisti, ma non aveva nulla di condivisibile, dal punto di vista di una sana teologia cristiana: cioè che la mistica sia, in definitiva, un dono che l’uomo fa a se stesso. Nossignori: la mistica è un dono che Dio fa all’uomo; quel che può fare l’uomo, è di collaborare cin Dio, aprendosi a ricevere quel dono preziosissimo, con “timore e tremore”, come direbbe Kierkegaard.
Ed è di questo misticismo – umile, centrato su Dio, proiettato verso le altezze e non sull’uomo stesso – che il cristianesimo, oggi, ha bisogno, per tornare ad essere quello che era: una religione piena di risorse spirituali, e una fede che affascina, seduce e cattura le anime, rendendole totalmente disponibili al disegno di Dio. Se non faranno questo, i cristiani del nostro tempo condanneranno il cristianesimo alla fine, attraverso una più o meno lenta consunzione, un progressivo inaridimento. Pure, le sfide del terzo millennio, per la civiltà europea e per l’umanità tutta, sono così tante e così gravi, da far vacillare la nozione stessa di ciò che si può considerare umano: un essere creato artificialmente, manipolando il Dna e, magari, mescolandolo a quello di specie animali, sarà ancora un essere umano? E che cosa faranno gli uomini del terzo millennio, di fronte a tali sfide decisive, se non potranno più attingere al serbatoio di risorse spirituali che solo la vera fede può dare? Ora, la vera fede si riconosce da questo: dal fidarsi interamente di Dio; dal lasciare che sia Lui a guidare i nostri pensieri e i nostri passi; dal rinunciare all’idea di aver compreso i disegni di Dio, più di Lui stesso, e di poterli realizzare da soli, senza di Lui e, magari, meglio di Lui. Perché questo non sarebbe cristiano, ma satanico. E tale è il grande pericolo che incombe sulla cristianità e sulla Chiesa medesima, in questo nostro tempo: di farsi strumento del Diavolo, traendo in inganno molti e distruggendo gran parte di ciò che Dio ha costruito, per il bene dell’uomo e con la fiduciosa collaborazione dell’uomo stesso.
Sarà il misticismo a rinnovare la cristianità e a dare speranza all’uomo con la sua forza divina
"Contro natura", le due parole sacre che i bolliti non capiscono
San Giuda Taddeo, servo di Gesù Cristo, Giuda santo da non confondere col Giuda traditore, l’Iscariota, e quindi Giuda autore della Lettera di Giuda, ultimo libro della Bibbia prima del libro dell’Apocalisse, ti ringrazio per avere incastonato l’espressione “contro natura” nella Sacra Scrittura, così rendendola intangibile. Ti riferivi ovviamente a Sodoma e Gomorra che “si abbandonarono all’immoralità e seguirono vizi contro natura” e per questo ricevettero “esemplarmente le pene di un fuoco eterno”.
Seguito ✠ del Santo Vangelo secondo Luca. Luc 6:19-31 In quel tempo Gesù disse ai Farisei: «C'era un uomo ricco, il quale vestiva porpora e bisso e tutti i giorni banchettava splendidamente. E c'era un mendico, chiamato Lazzaro, il quale, pieno di piaghe, stava buttato al portone di lui, bramoso di sfamarsi con le briciole che cadevano dalla tavola del ricco, ma nessuno gliele dava: venivano invece i cani a leccare le sue piaghe. Or avvenne che il mendico morì, e fu portato dagli Angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto nell'inferno. Allora alzando gli occhi, mentre era nei tormenti, egli vide lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno. E disse, gridando: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a bagnar la punta del suo dito nell'acqua, per rinfrescarmi la lingua, perché io spasimo in questa fiamma”. Ma Abramo gli disse: “Figliolo, ricordati che tu avesti i beni in vita, mentre Lazzaro allora ebbe dei mali: e quindi ora lui è consolato e tu soffri. E poi, tra noi e voi c'è un grande abisso, tale che quelli che vogliono di qui passare a voi non possono, né di costà a noi possono valicare”. E quello replicò: “Allora, o padre, ti prego, che tu lo mandi a casa del padre mio, ché ho cinque fratelli, affinché li avverta di queste cose e non vengano anch'essi in questo luogo di tormenti”. E Abramo gli rispose: “Hanno Mosè ed i profeti: ascoltino quelli”. Replicò l'altro: “No, padre Abramo, ma se uno dai morti andrà presso di loro, si convertiranno”. Ma Abramo gli rispose: “Se non ascoltano Mosè ed i profeti, non crederanno nemmeno se uno risuscitasse da morte”».Lettura 1
Omelia di san Gregorio Papa Omelia 40 sul Vangelo Che significa, fratelli carissimi, che significa questo ricco che indossava porpora e mussolina, e ogni giorno scialava, se non il popolo Giudaico: la cui vita all'esterno pareva ben ordinata, ma che si serviva della legge che aveva ricevuta per farne ostentazione, vivendo tutto nelle delizie, e non per sua utilità? E questo Lazzaro coperto di piaghe non è esso figura del popolo Gentile? Il quale nel rivolgersi a Dio non arrossì di confessare i propri peccati, ed il suo male venne così all'esterno. Come l'umore che attratto alla pelle da un taglio, se n'esce fuori.
La ricchezza infinita di avere un figlio down in un mondo dominato dall’illusione che la vita debba essere senza intoppi
Storia di Michele Ceriani, che il 13 marzo compirà un anno, uno splendido bambino down. Io e mio marito siamo sposati da quasi 12 anni e abbiamo quattro figli che hanno benedetto la nostra unione. Non sapevamo che Michele fosse un bimbo down, non abbiamo fatto per scelta nessuna indagine prenatale, certi del fatto che in ogni caso la vita, in quanto dono, va preservata!
Un dipinto fiammingo del XVI secolo esposto in questi giorni al Met di New York. Si vedono un angioletto e un pastorello affetti dalla sindrome di Down
"Chi non ama la sua talare resisterà ad amare il suo servizio a Dio? Il prossimo non sostituisce Dio! Non è soldato chi non ama la sua divisa." (Card. Giuseppe Siri)
1. Il monaco senza abito.
Si dice che l'abito non fa il monaco, il che è vero, nel senso che non basta mettersi qualcosa addosso per cambiare vita o distinguersi esteriormente dal mondo per operare la propria conversione interiore. D'altra parte, è vero anche il contrario: abbandonare l'abito religioso o deformarlo a mero "segno di riconoscimento" (come il tesserino appuntato sul petto dagli addetti di qualche azienda) può significare due sole cose, entrambe negative: o la vergogna per un modo di essere che si cerca di nascondere ogni qual volta faccia comodo; o l'idea secondo cui tra i consacrati e i laici non vi sia alcuna differenza se non sul piano puramente accidentale. In ultima analisi, è un'indebolimento della fede, occultata o deformata, che provoca l'abbandono, se non addirittura il disprezzo, della veste sacra.
Poiché oggi anche il semplice buon senso sembra vacillare, bisognerà per lo meno spendere una parola contro le obiezioni più frequenti.
Cresce l’Italia che diserta le chiese: più facile perdere la fede a 55 anni
La secolarizzazione avanza. E uno su cinque non entra mai in un edificio di culto
Fedeli in preghiera
Tra piazze sulle unioni civili, appelli alla tradizione natalizia e fede islamica la religione è da tempo al centro del dibattito politico e sociale del Paese. Ma non è detto che questa sua esposizione mediatica si trasformi poi in un rinnovato interesse degli italiani. Anzi, guardando i freddi dati la tendenza sembra tutt’altra.
Si sono celebrati i funerali di Umberto Eco , si dice in formamodesta, a un passo da casa sua. Un tripudio di popolo e di autorità nella cornice regale del castello sforzesco di Milano. Discorsi commemorativi, popolo plaudente in commosso silenzio, dirette televisive, partecipazione da tutto il mondo. I giornali non hanno voluto mancare l’omaggio all’illustre scomparso, che onora l’Italia, in un periodo in cui i grandi nomi, noti fuori dagli angusti confini nazionali, sono ben pochi, anzi pochissimi.
Si chiama proprio così: Paese Reale il sito creato in maniera autonoma da un gruppo di normali cittadini, e che raggruppa già, nei primi giorni di vita centinaia di persone. “L’elenco dei cosiddetti vip che chiedono la legge sulle unioni civili dimostra una sola cosa: che questo provvedimento è voluto dalle solite potentissime lobby. Ma le leggi si fanno per il bene del popolo, non delle élite”.
MARCO TOSATTI
25/02/2016
Si chiama proprio così: Paese Reale il sito creato in maniera autonoma da un gruppo di normali cittadini, e che raggruppa già, nei primi giorni di vita centinaia di persone. Come da’ notizia l’agenzia Zenitsono impiegati, liberi professionisti, insegnanti, medici, pensionati, ma anche studenti, operai, sacerdoti, disoccupati, casalinghe, mamme.