Come ti manipolo Francesco. Purtroppo con il contributo di lui stesso
«Guarda qui!».
Quando mia moglie Serena, detta Santa Subito, mi interpella così, significa che ha trovato pane per i miei denti.
Siamo seduti al vecchio tavolo della cucina, per la colazione del mattino. Che per noi due si traduce in una specie di rassegna stampa casareccia. Lei mi segnala un po’ di cose che ha letto e ha trovato interessanti, e io faccio lo stesso. Il rapporto in realtà non è proprio paritario, perché Santa Subito al posto degli occhi ha uno scanner e legge molti più articoli del sottoscritto. Comunque sia, questa mattina il suo «guarda qui!» ha un che di perentorio e nello stesso tempo di complice.
Guardo, ed effettivamente la pagina merita una lettura accurata.
Settimanale «L’Espresso» (n. 10, 5 marzo 2017), rubrica «Noi e Voi», dove una gentile giornalista risponde alle lettere che arrivano in redazione.
Sotto il titolo «Il papa che piace ai laici» (e qui c’è già un’imprecisione, perché laici sono tutti i non consacrati, anche cattolici, mentre qui si vuol far passare l’idea che laico equivalga a non credente o a non aderente alla dottrina della Chiesa) c’è la lettera di un signore, Matteo, che dice di voler ringraziare papa Francesco, «un grande papa che mi fa sentire compreso e accolto dalla Chiesa anche nelle mie debolezze».
Perché il signor Matteo si sente compreso e accolto? Perché, in quanto convivente da quasi cinque anni con una «compagna», è rimasto colpito molto favorevolmente dalle parole rivolte da Bergoglio ai parroci, quando ha chiesto loro di «farsi prossimi, con lo stile del Vangelo, nell’incontro e nell’accoglienza di quei giovani che preferiscono convivere senza sposarsi».
Convivenza riconosciuta?
Quando ho letto quelle parole, dice Matteo, «quasi non credevo ai miei occhi». Il papa, sottolinea, ha detto proprio «preferiscono», non ha fatto riferimento a «obblighi dettati da condizioni esterne o da motivi inconfessabili». Dunque, ne deduce Matteo, Francesco «ha riconosciuto come valida una scelta di vita che esclude, in piena consapevolezza, il sacramento del matrimonio».