Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
La vera riforma cattolica e la pseudo-riforma di Lutero
Nel quinto anniversario della Rivoluzione luterana, rimbombano falsi appelli ad una riforma strutturale della Chiesa. La storia del XVI secolo ci insegna come i veri riformatori siano i Santi, che non hanno preteso di cambiare la costituzione della Chiesa, ma si sono sforzati di cambiare sé stessi e, col loro esempio, di cambiare gli altri. Anche oggi la nostra risposta, dunque, non può che consistere nel loro esempio.
In che misura è utile e opportuna la partecipazione dei laici alla vita della Chiesa? ci sono cose che i laici possono fare bene per la vita della Chiesa e ce ne sono altre che spettano al clero perché richiedono una speciale vocazione
di F.Lamendola
Ci sono una grande falsità, una grande ipocrisia, una grande demagogia che nessuno, fra i cattolici, sembra disposto nemmeno a sfiorare. Si dà per scontato, o si finge che sia cosa scontata, il fatto che il crescente coinvolgimento dei laici nella vita della Chiesa sia in se stesso, e manifestamente, positivo; che esso abbia fatto del bene alla Chiesa, che l'abbia rivitalizzata, e che corrisponda a un orientamento religioso più equilibrato e maturo, più saggio e consapevole della realtà del mondo moderno; senza contare che la crisi della vocazioni religiose pare fatta apposta per evidenziare quanto sia opportuno, giusto e necessario, che i laici partecipano in maniera sempre più attiva ed incisiva alla vita ecclesiale.
Ebbene, siamo sicuri che le cose stiano proprio in questi termini? E se, al contrario, la crisi delle vocazioni ed il coinvolgimento massiccio dei laici nella vita ecclesiale, non sempre meditato, non sempre adeguatamente preparato, non sempre così "maturo" come generalmente si dice, fossero le due facce di una stessa medaglia, ossia la sempre più radicale secolarizzazione della nostra società, divenuta ormai post-cristiana?
Nuovo fulmine su San Pietro. Liturgisti, terroristi e risate
sulla pelle dei disidratati fedeli...
Sui "social" circola un articoletto di Repubblica
(con allegato video)a firma di Paolo
Rodariche riporta la battuta scherzosa
del Dott. Justin Welby, Arcivescovo-Primate Anglicano, che avrebbescatenato una grassa risata delSanto Padre Francesco.
In realtà il video (che duraqualche secondo) mostrasolo
l'anziano Papa che sta ridendo assieme al Primate anglicano durante un loro
recente incontro in Vaticano.
Dobbiamo perciò fidarci di quel che ha rivelato il buon
Rodari sulla tematica della "barzelletta" che il Primate Anglicano
che avrebbe fatto ridere il Santo Padre.
Ha scritto Paolo Rodari:
« Vaticano, papa Francesco ride alla barzelletta dell'arcivescovo
di Canterbury
La religione dopo il Concilio/3: eclisse del sacro
La svolta umanitaria compiuta dalla fazione ammodernante non ha lasciato immuni né i Sacramenti, né il culto, né la struttura della Chiesa. In tutti questi ambiti è in atto una progressiva desacralizzazione.
Sacramenti
Principale preoccupazione delle “riforme” vaticansecondiste [1] è stata quella di sfrondare il più possibile i Sacramenti del loro contenuto soprannaturale. Al modo luterano sono ritenuti non delle opere in cui agisce la Grazia, ma dei segni che rimandano a dei "significati".
Medjugorje è un evento che divide i cattolici. È uno scandalo nel senso biblico del termine: un segno di contraddizione e mentre i fedeli continuano a recarvisi in massa la Chiesa tace, continua a tacere: un silenzio assordante
di Francesco Lamendola
Medjugorje è un evento che divide: non solo i credenti dai non credenti, i cristiani dai non cristiani, ma anche all’interno della Chiesa, anche all’interno dei cattolici. È uno scandalo, nel senso biblico del termine: un segno di contraddizione. Crea una frattura, un prima e un dopo, un di qua e un di là. Impossibile pronunciare questa parola in modo neutrale. Già il tono della voce, la luce dello sguardo, lasciano capire come la pensa chi nomina questa remota e modesta località che nessuno, ma proprio nessuno, fuori della ex Jugoslavia, ma – in verità – anche al suo interno, tranne che nella Bosnia-Erzegovina, aveva mai sentito nominare prima del 24 giugno 1981, quando tutto cominciò.
La Chiesa tace, continua a tacere: un silenzio assordante. L’esito della commissione d’inchiesta, a suo tempo annunciato, non è stato reso pubblico; i fedeli continuano a recarvisi in pellegrinaggio di propria iniziativa, senza l’incoraggiamento dei vescovi – almeno ufficialmente; gli stessi sacerdoti, se partecipano a tali pellegrinaggi, sostengono di farlo a titolo personale: non osano andare contro le indicazioni superiori, che vietano di riconoscere, per il momento, la soprannaturalità delle apparizioni. E se Giovanni Paolo II, a suo tempo, parve propendere per un riconoscimento, sia pure ufficioso e condizionato, l’attuale pontefice sembra pensarla in tutt’altro modo; l’unico accenno che ha fatto alla vicenda, fra l’altro indiretto, è parso suonare ironico (La Madonna non manda le letterine a ore fisse; Maria non è un impiegato che manda messaggi tutti i giorni).
Ecce
crucem Domini: fugite, partes adversae! Vicit leo de tribu Iuda, radix David.
Di
per sé è uno dei luoghi più santi della terra e dei più significativi per la
fede cattolica. Dio ha però permesso che diventasse – temporaneamente – la sede
del falso profeta e dei suoi cortigiani, controllata dalla dittatura degli
ecclesiastici in grembiulino, ovvero dalle cordate di sodomiti dediti al culto
di Satana. Le tombe di tanti Pontefici santi o beati fanno da scudo, malgrado
tutto, alla pioggia mefitica di demòni che Leone XIII vide abbattersi
sull’edificio. Nonostante la maledizione ruttata da un maomettano proprio nei
giardini adiacenti, appena due anni fa, quel luogo custodisce la sacra memoria
dei primi martiri romani, nonché quella della suprema testimonianza resa a
Cristo dal loro primo Vescovo, Pastore universale e Roccia della fede. È stato dunque
giusto e doveroso riappropriarsene simbolicamente, lo scorso 4 giugno, compiendovi
un atto riparatorio e impetratorio al tempo stesso a nome di tutta la Chiesa,
questa povera Chiesa terrena sconvolta dall’apostasia ormai sempre meno latente
e sempre più conclamata.
Ecumania: la chiesa modernista unita nell’apostasia.
Si sa che i
titoli devono essere polemici e provocatori, ma noi cerchiamo solo di
approfondire ciò che, alla fine, lo stesso Papa Francesco desidera che
facciamo: “purché se ne parli”, disse quando si discuteva sui passati
sinodi. Pertanto avanziamo umilmente, e senza pretese, in queste
cronache, cercando di comprendere gli avvenimenti che stiamo tristemente
vivendo.
Oggi
parliamo dell’ennesima — inconcludente, ma politicamente corretta —
Dichiarazione congiunta fra la Chiesa Cattolica e la Comunità anglicana,
firmata da Papa Francesco e dal signor Justin Welby, Pastore di
Canterbury, il 5 ottobre nella Chiesa di San Gregorio Magno al Celio, vedi qui
testo integrale. Non ci soffermeremo sulla triste scena di una pretessa
anglicana, con tanto di cotta, che accompagnava l’omonimo ruolo delle
cerimonie liturgiche del santo Padre, accanto al signor Justin Welby il
quale, accanto e al pari del Papa, ha fatto con lui tanto di benedizione
comune ufficiale all’assemblea, in un rito cattolico ufficiale
presieduto da un Pontefice… ed entrambi in abiti sacerdotali. È stato
come aver approvato, legittimato, la presenza di donne prete nelle
funzioni liturgiche cattoliche.
Quando Benedetto XVI decise di dedicare a Martin Lutero, nel 2008, il consueto incontro estivo a Castel Gandolfo con i suoi ex allievi di teologia, il Ratzinger Schuelerkreis, lo fece spinto dalla convinzione che il padre della riforma protestante fosse meno anti-cattolico di quanto la mainstream della storiografia lo abbia sempre dipinto. La notizia, però, filtrò sulla stampa, rimbalzò in giro per il mondo, fino a che il Financial Times dedicò un corsivo di fuoco al Vaticano, accusato di voler battezzare Lutero dopo aver condannato Galileo, e Joseph Ratzinger preferì, almeno ufficialmente, cambiare il tema del suo seminario. Nessuno, ad ogni modo, si sognò di dire che il Papa era un po’ protestante, come accade ora che Jorge Mario Bergoglio celebrerà il cinquecentesimo anniversario della riforma luterana con un viaggio in Svezia (31 ottobre-1 novembre).
Lo strano caso dell’«educazione di genere». Di cui nessuno sa dimostrare l’utilità
«Si cerca solo di lottare contro le discriminazioni e il bullismo di cui sono vittime innocenti le persone omosessuali e trans, che non hanno scelto niente, appunto, esattamente come le persone eterosessuali», ha scritto ieri su RepubblicaMichela Marzano, filosofa eletta parlamentare tra le file del Pd, in rispostaalle recenti e pesantissime critiche di Papa Francesco alla teoria del gender.
SINODO
DEI VESCOVI. IL PAPA AVREBBE PROPOSTO DI DISCUTERE DEL CELIBATO DEI PRETI, MA
LA PROPOSTA NON SAREBBE PASSATA.
Il nuovo Sinodo dei vescovi, che si svolgerà a Roma
nell’ottobre del 2018 avrà come tema “I giovani, la fede e il discernimento
vocazionale”. L’annuncio è stato dato ieri dagli organi ufficiali vaticani.
Il comunicato afferma che “Papa Francesco, dopo aver
consultato, come è consuetudine, le Conferenze Episcopali, le Chiese Orientali
Cattoliche sui iuris e l’Unione dei Superiori Generali, nonché aver ascoltato i
suggerimenti dei Padri della scorsa Assemblea sinodale e il parere del XIV
Consiglio Ordinario, ha stabilito che nell’ottobre del 2018 si terrà la XV
Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: “I
giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.
LA CATTEDRA DI PIETRO NON E’ PIU’ A ROMA, MA TRA LE NUVOLE?
Premetto che personalmente considero Papa Francesco un sant’uomo. Ma: si sanctus est, oret pro nobis. I santi non sono sempre i migliori soggetti per posti di governo; immaginiamoci un S. Francesco a fare il Papa.
A proposito voglio raccontare un episodio: un giorno il Fondatore di una Congregazione religiosa (ora beato) doveva nominare un nuovo direttore di una Rivista e aveva in mente un preciso candidato, ma una persona influente insisteva per un altro nome, adducendo soprattutto che si trattava di un uomo pio e di molta preghiera. Bene – gli disse il Fondatore –se prega molto, digli che preghi per il nuovo Direttore.
Con ciò voglio dire che la migliore dote di governo è la prudenza. Se poi vi si aggiunge la santità, tanto meglio, ma da sola la santità non basta. Ognuno converrà che non c’è niente di più imprudente per un Papa che parlare su temi scottanti e di dottrina morale fondamentale della Chiesa in una conferenza stampa improvvisata, cioè senza conoscere preventivamente le domande, anzi addirittura invitando i giornalisti a fargliene liberamente su qualsiasi tema.
La menzogna più grave è "la falsificazione della parola di Dio": dietro le apparenze di una accettazione della Verità divina di fatto le anime vengono ingannate e trascinate lontano da essa magari senza che se ne rendano conto
di Francesco Lamendola
La parola di Dio è parola di salvezza; la parola dell'uomo, se resta chiusa in se stessa, è parola di morte.
Dio stesso si è fatto Verbo, cioè Parola vivente, nel mistero dell'Incarnazione, per potersi rivolgere agli uomini abolendo la distanza ontologica fra Se stesso e loro, e facendosi uguale ad uno di essi, non dei più ricchi, né dei più importanti.
La parola di Dio è parola che trasforma, che fa scomparire le cose vecchie e inaugura le cose nuove: è parola di vita, di luce, di speranza, di amore. È, soprattutto, parola di Verità: né potrebbe essere diversamente, se si riflette alla natura di Dio. Egli è somma perfezione: dunque, anche perfetta e totale Verità. Il rifiuto, l'adulterazione, la mistificazione, il rovesciamento della parola divina, è l'essenza della Menzogna: in questo senso, si comprende come Gesù, a quei Giudei che non volevano credere alla verità delle sue parole, disse: Voi che avete per padre il Diavolo, e intendete fare le cose che desidera il padre vostro (Giovanni, 8, 44).
Papa Francesco e la catechesi mondana La povertà nel Vangelo
E’ di questi giorni il diffondersi di gravi accuse, dirette e indirette, contro la predicazione e la nuova evangelizzazione di Papa Francesco, al secolo Bergoglio. A furia di leggere, di ascoltare e di osservare i testi, le parole e i gesti di questo nuovo “vescovo di Roma” abbiamo finito col convincerci – magari ci sbagliassimo! – che la cifra prevalente di questo nuovo Papa non è la ecclesialità, come dovrebbe essere, ma la mondanità, come appare con sempre maggiore evidenza.
Intendiamo dire che il suo ragionare, e di conseguenza il suo agire, non si evidenzia per la preoccupazione tipica di un pastore d’anime di edificare i fedeli per condurli sui pascoli che preludono al Cielo, ma si evidenzia per la preoccupazione tipica dell’uomo mondano comune volta ad assicurarsi il miglior godimento delle cose della terra.
Se la barzellette piacciono solo perché a ridere è il Papa
Il video divertente di Bergoglio che se la ride per la barzelletta
C'erano una volta gli scherzi da prete. Adesso che c'è la crisi delle vocazioni sono arrivate le barzellette da papa.
Ieri l'arcivescovo di Canterbury, nella solenne biblioteca
del palazzo apostolico, ne ha raccontata una al Santo Padre: «Sai qual è
la differenza tra un liturgista e un terrorista? Con il terrorista si
può trattare!». E Papa Francesco si è sbellicato dal ridere, trascinando
tutti i presenti. Guardando il clippino astutamente diffuso dalla sala
stampa del Vaticano ho riso anch'io, magari con più moderazione (non
sono un sudamericano, sono un europeo di sangue freddo).
Notizia 1: Radio Livio ci informa
che per la Gospa Gospina la Pace è più importante della Verità: la
sedicente "regina della pace" (parodia della Beatissima Vergine) sarebbe
addirittura "felice" dell'incontro "ecumenico" di preghiera dello
scorso XX Settembre ad Assisi.
Nel 1572 ci fu una grande tempesta sul litorale del Portogallo, che distrusse molte navi, tra cui una nave che veleggiava vicino Siviglia. Su questa nave c’era un giovane portoghese di nome Peter Mendy. Quando si rese conto del grande pericolo che correva la nave, prese il suo Rosario benedetto, se lo mise al collo e chiese alla Santa Vergine Maria di salvargli la vita. Pochi istanti dopo la nave affondò. Tutti i passeggeri persero la vita. Si salvò solo Peter. Quando riprese conoscenza, Peter Mendy si ritrovò sulla riva, col rosario intorno al collo. Immediatamente andò in una chiesa per rendere grazie a Dio.
Tutta la gente rimase sorpresa per questo salvataggio miracoloso e il Vescovo locale ordinò di fare un’indagine sul caso. Essa confermò che Peter Mendy era stato salvato da un miracolo.
Voi che avete per padre il Diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro è un'espressione adoperata da Gesù. La teologia che si oppone alla Verità o che la adultera e mistifica è una teologia che non viene da Dio ma dal Diavolo
di F.Lamendola
C’è un passo del Vangelo di Giovanni nel quale assistiamo a un durissimo scambio di battute fra Gesù e alcuni Giudei, a Gerusalemme, negli ultimi giorni della Sua vita terrena, poco prima della congiura ordita dal Sinedrio per processarlo e farlo condannare a morte dalle autorità romane. Esso si colloca subito dopo l’episodio della donna adultera, che ha Gesù letteralmente strappata dalle mani di quanti volevano lapidarla, la guarigione del cieco nato, che, a sua volta, precede di poco il miracolo della risurrezione di Lazzaro. L’oggetto della discussione è la discendenza da Abramo: Gesù afferma che chi crede in lui conoscerà la Verità, e questo lo farà libero; essi insorgono indignato, affermando di essere discendenti di Abramo e di non essere mai stati, pertanto, schiavi di qualcuno.
L'idolatria conciliare ha generato solo eunuchi teologici e morali, come la superstizione democratica ha partorito eunuchi in ambito civile, politico e militare. Gente senza attributi - absit injuria verbo - sui pulpiti e nei seggi delle istituzioni, nei seminari, nei conventi, nelle amministrazioni pubbliche, finanche in seno alle forze armate. Gente che gli attributi non li ha mai avuti: non li aveva prima, quando sotto Roncalli dissimulava la propria inanità in ferraiolo e saturnio, allineandosi per conformismo a quel simulacro di oboedientia cui si deve la mutazione della Chiesa Cattolica in una versione annacquata della più squallida setta protestante. Obbedivano allora, i meschini, perché si era loro inculcato il concetto dell'autorità, ma svincolandolo poi dal doveroso ossequio al Bene cui essa dev'essere ordinata.
PADRE MANNELLI NEGA TUTTO DURANTE IL LUNGO INTERROGATORIO
Presso la Procura di Avellino sono iniziate le audizioni: il Co-Fondatore padre Stefano Manelli, indagato per violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti di alcune suore, è stato sentito.
Dalle prime indiscrezioni trapelate sembrerebbe che durante l’interrogatorio di ieri, martedì 4 ottobre 2016, – durato oltre tre ore – padre Stefano Manelli, accompagnato dall’avvocato Enrico Tuccillo abbia negato tutte le contestazioni a lui addebitate, sostenendo la tesi della calunnia nei suoi confronti.
Che cosa aveva di straordinario padre Pio? Che, attraverso il suo corpo e la sua sofferenza, porgeva a chiunque il corpo e la sofferenza redentrice di Cristo. Questa sì che è misericordia.
È pervenuta in Redazione:
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Caro Gnocchi,
è trascorsa da poco la festa di padre Pio e mi pare che non se ne sia parlato troppo. Peccato, perché a mio avviso è uno dei più grandi santi della Chiesa. Siccome so che lei lo conosce e lo ha studiato, mi piacerebbe sapere se c’è un aspetto che l’ha particolarmente colpita.
Grazie,
Fabio Corbellini
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Caro Fabio,
in tempi di una misericordia così balorda come quella che avvelena la Chiesa oggi, più che un peccato, il fatto che la festa di padre Pio sia passata sotto silenzio mi pare una grazia. Se devo dirle che cosa mi ha colpito di quest’uomo, che è senz’altro uno dei più grandi santi di tutta la storia della Chiesa, partirei da come lo ricordò Jean Guitton in un articolo apparso su La Croix nel 1968: “Avanzava pesantemente verso l’altare alle quattro del mattino davanti a un popolo di fedeli, poveri e ricchi, così accalcati da formare un solo corpo immobile, un’unica preghiera muta. Andava avanti nella celebrazione con sempre più sofferenza e, quando arrivò all’inizio del canone, si fermò come davanti a una scalata inverosimile, un appuntamento d’amore doloroso e radioso, un mistero inesprimibile, un mistero che poteva far morire. Lo sguardo che gettava verso l’alto, dopo la consacrazione, diceva tutto questo. Mi dicevo che era forse l’unico prete stigmatizzato in atto, mentre tutti lo sono in potenza”.
"La Chiesa sposa le mode ecco perché rischia di restare presto vedova"
Il sacerdote scrittore: «Il relativismo fa male al cristianesimo che è verità indiscutibile»
L'ultima intervista in qualità di cattolico perplesso non poteva che essere a un sacerdote. Discutere di cattolicesimo senza coinvolgere un prete è un po' come fare i conti senza l'oste e poi non volevo dare l'idea di promuovere una religione fai-da-te: in campo cristiano la disintermediazione è stata già sperimentata da Lutero e il risultato è una babele crollante.
Considerando l’età (è vicino ai novanta) vien da pensare che sia l’arteriosclerosi (o teresina, come la chiamano da quelle parti) ed allora sarebbe giustificato. Ma se invece non ha perduto il senno sono gravi le parole che don Armando Trevisiol, sacerdote del Patriarcato di Venezia, ha pronunciato. E che ha messo per iscritto. Non quindi una voce dal sen fuggita ma un concetto pensato, riflettuto ed infine stampato.
Purtroppo Bergoglio nella sua insulsa catechesi continua ad affermare che Giuda Iscariota si sarebbe salvato senza pentirsi. Ho il dubbio che Bergoglio, volendo portare a termine quell'abbraccio mortale con i luterani (anche Martin Lutero, come Giuda, morì suicida) voglia affermare al di là di ogni ragione e supporto biblico che tutti si salvano anche senza pentimento e proponimento di non peccare più. Per questo ho voluto pubblicare questo documento ufficiale che illustra bene il Magistero della Chiesa. Invito Bergoglio a leggerlo ed a meditarlo !Francesco I
Diocesi
di Albenga: iniziata la riforma di Borghetti a "coerenza zero".
Al Vescovo Mario Oliveri (della diocesi di
Albenga-Imperia) da anni hanno rimproverato un'accoglienza troppo
"paterna" nei confronti dei sacerdoti o seminaristi con tendenze (più
o meno dichiarate) omosessuali e una gestione troppo "misericordiosa"
di (pochissimi) sacerdoti al centro di vicende sessuali non consone ad un
chierico. Questi, ufficialmente, i motivi (mai dimostrati nè oggetto del
processo canonico che lo stesso Oliveri pare abbia chiesto) per costringere
Mons. Oliveri alle dimissioni forzate rassegnate lo scorso mese dopo anni di
vessazioni e costringimenti psicologici.
Ma sappiamo tutti che i veri motivi dell'opposizione
contro Olivero erano altri: la sua fedeltà al Magistero immutato della Chiesa,
la sua difesa della retta dottrina cattolica, e, colpa delle colpe, la
predilizione per una liturgia degna (con riferimento al N.O.) e per quella
antica (V.O.).
La riforma della riforma "si farà". La vuole anche il papa
È ciò che Francesco ha detto in privato al cardinale Sarah, salvo poi sconfessare tutto con un comunicato. Ma il prefetto della liturgia la promette di nuovo, in un suo libro da oggi in vendita, dal titolo: "La forza del silenzio"
di Sandro Magister
ROMA, 6 ottobre 2016 – Con il cardinale Robert Sarah papa Francesco intrattiene un rapporto bifronte. Benevolo da vicino, ostile a distanza.
È Sarah uno di quegli uomini di Chiesa dal presunto "cuore di pietra" contro cui il papa spesso si scaglia, senza far nomi, ad esempio nel risentito discorso di fine sinodo dello scorso 24 ottobre:
Ed è stato Sarah, questa volta con nome e cognome, nella sua qualità di prefetto della congregazione per il culto divino, il bersaglio di un inaudito, umiliante comunicato della sala stampa della Santa Sede di questa estate, contro i suoi propositi di "riforma della riforma" della liturgia:
Adiuvabit ipse ut vera dicamus si non nostra dicamus. Il buono e vero pastore è colui che parla con le parole di Dio, il falso pastore è colui che parla con le parole proprie. Parole che non vengono da Dio ma dalla presunzione umana
di F. Lamendola
Il buon pastore, il vero pastore, è colui che parla con le parole di Dio; il falso pastore è colui che parla con le parole proprie. Il buon pastore pasce il gregge delle pecore e trasmette loro parole di vita eterna; il falso pastore pasce se stesso, il proprio orgoglio, la propria vanità, e non si cura se le pecore del gregge che gli è stato affidato soffrono la sete e si sbandano, perché egli non trasmette loro parole di vita eterna, ma parole mortali, le quali lasciano il tempo che trovano, dal momento che non vengono da Dio, ma dalla presunzione umana.
Ai molti, troppi vescovi dei nostri giorni, che parlano al gregge dei fedeli con parole puramente umane, e che parlano a nome proprio, credendo - suprema improntitudine - di “migliorare”, in un certo senso, o, quanto meno, di “attualizzare” e di “modernizzare” la parola di Dio, la quale, invece, è scritta nell’eternità e ha una sola voce, che non cambia con il mutar delle stagioni umane, farebbe bene rileggersi quanto dice san Paolo nella Lettera ai Galati (1, 6-12):
Mi meraviglio che così presto passiate da Colui che vi chiamò nella grazia di Cristo ad un altro Vangelo. Non che esista un altro Vangelo: ma vi sono certuni che vi turbano e vogliono pervertire il Vangelo di Cristo. Ma quando anche noi stessi o un Angelo disceso dal cielo vi annunziasse un Vangelo diverso da quello che noi vi abbiamo predicato, sia scomunicato! Sì, ve l’abbiamo già detto, ma ve lo ripeto ancora: se qualcuno vi predica un Vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia scomunicato! È forse il favore degli uomini quello che io cerco, o quello di Dio? Cerco forse di piacere agli uomini? Se volessi ancora piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo. Vi chiaro apertamente, o fratelli, che il Vangelo da me predicato non viene dall’uomo; perché io non l’ho ricevuto, né imparato da un uomo, ma per rivelazione di Gesù Cristo.
I video di Al Qaeda? Così falsi da sembrare veri e commissionati non da Bin Laden, ma dal Pentagono, per il tramite dell’agenzia di PR britannica Bell Pottinger che per almeno cinque anni ha lavorato in Iraq su mandato del Dipartimento della difesa americano ottenendo un compenso di oltre 100 milioni di dollari all’anno. Totale: 540 milioni di dollari, una cifra esorbitante.
Sì, sì, avete letto bene: certi filmati di Al Qaeda erano “made in USA”. A rivelarlo è il Bureau of Investigative Journalism in un’ottima inchiesta appena pubblicata sul web, incentrata sulla testimonianza di un video editor, Martin Wells, che quei filmati li ha fatti in prima persona, e riscontri nei documenti ufficiali.
PADRE LIVIO: «QUANDO A MEDJUGORJE EBBI UNA FOLGORAZIONE»
05/10/2016 In vista del Giubileo mariano, dal 7 al 9 ottobre, padre Livio Fanzaga racconta la sua "vocazione nella vocazione", la propria devozione alla Madre di Dio, e quando «da bambino cercai di vedere la madonna ma rimasi deluso». Un ampio servizio e l'intervista integrale sul nuovo numero di Credere, in edicola da giovedì 6 ottobre e in parrocchia.
Chi non conosce padre Livio Fanzaga, direttore e anima di Radio Maria, se lo immagina come uno sprovveduto “padre Mariano dei poveri”, che lancia anatemi dall’etere e passa le giornate a biascicare preghiere. In realtà l’appartenenza a uno degli ordini religiosi culturalmente più qualificati, quello degli Scolopi, e due lauree in teologia e in filosofia ne fanno un sacerdote molto preparato e che ha ben chiara la differenza tra la devozione e il devozionismo. Ne approfittiamo per riflettere con lui sul significato del Giubileo mariano che si celebra a Roma fra il 7 e il 9 ottobre, con la presenza in piazza San Pietro delle venerate icone della Madonna di Pompei e della Salus populi romani...