IL RITORNO AL "VERO AMORE"
Noi oggi disponiamo di una sola parola, amore, per definire una molteplicità di istinti e sentimenti d’affetto, laddove i greci ne avevano almeno tre: eros, l’amore di passione; philia, l’amore di amicizia; e agapè, l’amore spirituale. E poiché l’uomo pensa secondo le parole che adopera, la nostra cultura subisce il grave inconveniente di mescolare due cose che pur non essendo necessariamente diverse e opposte, sono tuttavia, nel migliore dei casi, complementari, e anzi propedeutiche l’una all’altra, e possono anche essere e rimanere nettamente separate: l’attrazione sensuale, ovvero l’istinto della riproduzione, che si maschera dietro la tempesta degli ormoni, e l’elezione profonda, invincibile, indissolubile, che spinge un’anima a cercarne un’altra, non una qualsiasi, ma quella e proprio quella fra tutte le altre, e a sentirsi legata a lei per sempre, nella buona e nella cattiva sorte, nella vita e nella morte, e anche oltre la morte.