Storia della Chiesa e propaganda modernista

Pubblicato ilagosto 25, 2011 da

In casa cattolica, almeno cattolico-democratica e affini, l’apologetica si è estinta, presto soppiantata dalla ripetizione a pappagallo di teorie moderne.
A livello di lezioni storiche il volta gabbana ha contribuito alla diffusione di un modello tetro, per il quale il passato cattolico è segnato da oscurità e arretratezza, il presente secolarizzato (in realtà secolaristico) illuminato da grandiosità e speranza; il retaggio propriamente cattolico è pericoloso, il contributo non-cattolico (magari da minoranze di emarginati perenni) è oro colato…

Qualche voce contro si leva, per carità, ma se è la voce di clerico-fascisti rigidi e saccenti – un De Mattei, un Blondet, ma anche solo un Introvigne e un Socci – si fa in fretta a metterla nel dimenicatoio.
Altro paio di maniche se è la voce di un ebreo, jazzista e giramondo, come Gilad Atzmon.
Allora acquista un sapore diverso la sua denuncia circa il legalismo rabbinico dell’età moderna, circa la qualità delle persecuzioni e dei processi in casa intra-giudea, circa la potenza dell’herem agitato dagli ebrei di allora.
Come si vede dalla breve storia su URIEL DA COSTA 
Forse il passato della Chiesa, pur non essendo perfetto, era in effetti migliore del passato di altri gruppi.
Forse la monotonia supposta della Chiesa di ieri era meno soffocante dei gingilli per allodole delle minoranze di recupero.
Forse a studiare la verità dei fatti, senza fermarsi al fascino di descrizioni sommarie, impareremmo ad accontentarci di società sane seppur non perfette, e a guardare con maggior sospetto il contributo gli esotismi di enclavi un po’ misteriose ma in fin dei conti rigide e violente.
Tutto d’un tratto siamo autorizzati a preoccuparci dei poteri emergenti, e del fatto che i meccanismi di controllo e repressione potranno iniziare a colpire interi Paesi e non più solo piccole comunità.
Antisemita? No, semplicemente anti-ideologo, sennò non appoggerei con simpatia il contributo di un ebreo come Atzmon.
Ma Atzmon è un ‘fuori-comunità’, un inaffidabile.
Forse.
O forse no, forse in certe comunità l’unico modo per dire il vero è schierarsi contro. E allora il problema non è nella minoranza che protesta, ma nella maggioranza ideologica e violenta.
Non vale solo presso Israele, ma anche per le lobby omosessualiste, abortiste, etc.
Tutte cartine torna-sole degli anni correnti.
Strano, è proprio lo stesso meccanismo perverso di cui accusano la vecchia cattolicità… scherzi della storia o propaganda costruita ad arte?