ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 12 settembre 2011

Un bel trio


Ravasi, Magris e Olmi contro la Chiesa cattolica


Ermanno Olmi ha presentato al Festival del Cinema di Venezia il suo nuovo film, che ha visto la collaborazione del cardinale Gianfranco Ravasi e dello scrittore Claudio Magris. Presentando il film, Olmi ha raccontato (ancora una volta) la sua consueta visione protestante (il primato dell'uomo, le chiese che devono stare spoglie e senza "orpelli"). Fin qui è la solita tiritera buonista alla quale Olmi ci ha purtroppo abituato. Stupisce però la presenza del cardinale Ravasi come collaboratore: almeno poteva tentare di convincere il regista a non attaccare in questo modo la Chiesa cattolica.«Non bisogna inginocchiarsi davanti al crocifisso, che è solo un simulacro di cartone, ma verso chi soffre come gli extracomunitari». Ermanno Olmi in conferenza stampa de "Il villaggio di cartone", passato fuori concorso alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, nonostante i suoi toni miti si toglie più di un sassolino dalle scarpe. Il film, che vede il suo ritorno alla fiction, racconta di una Chiesa appena dismessa, privata dagli orpelli che fino a poco prima la adornavano (in apertura viene tolto dal soffitto un enorme crocifisso di cartapesta), che trova la sua vera natura evangelica. Ovvero quella di accogliere, come farà appunto il vecchio prete (Michael Londsale), una ventina di extracomunitari che a un certo punto pensano bene occuparla. Tra i miti extracomunitari c'è però anche chi ha voglia di mettere una bomba. «Il villaggio di cartone - dice il regista che torna al Lido esattamente dopo 50 anni dal suo debutto con "Il posto" - non è affatto realistico -. Ogni presenza è un simbolo, come appunto il ragazzo che aderisce a questa scelta e considera l'atto violento come un dovere. Non ci sono solo santi. Non volersi confrontare con gli altri e mettere le bombe è una delle tante debolezze umane». «Finche le Chiese e noi stessi non ci ribelliamo continueremo ad essere solo maschere e non ancora uomini» aggiunge con passione Olmi che dice la sua anche sulla fede. «Quando è vero il peso dei dubbi deve essere anche superiore alla stessa fede. Occorre sempre avere un muro di dubbi». E facile chiedere «come facciamo tutti nei momenti di disperazione: Dio dove sei?. È troppo comodo. Dobbiamo rispondere noi stessi a questo appello. Siamo tutti fratelli. Se riusciamo oggi a ritrovare questa solidarietà molti problemi del mondi si risolverebbero». La chiesa sconsacrata del vecchio parroco a un certo punto diventa come una specie di accampamento, dove le candele servono per scaldare e la fonte battesimale deposito d'acqua da bere. «Cosa c'è più importante dell'accoglienza, la sacralità dell'accoglienza è tutto - replica con forza il regista quando un giornalista gli ricorda come il Cristianesimo poggi anche sulla figura umana e divina di Gesù -. I simboli sono sempre ambigui. Quando il mio prete fa appello alla piccola scultura delle sacra famiglia che ha salvato dalla sua chiesa dice non a caso rivolto a Gesù:'non riesco a provare pietà perchè tu e la tua sofferenza sono troppo lontanì». E, infine, da Ermanno Olmi ancora una battuta critica sulla Chiesa:«questa si deve ricordare più spesso di quanto faccia di essere cristiana».
(Ansa, 6 agosto)


Dal film secondo Olmi (l'apostata)

Esegesi della pietà e interpretazione del Crocefisso
ovvero:
Il Villaggio di Cartonediretto da Ermanno Olmi.
A settembre nei migliori (?) cinema (relativisti).


Il solito disco rotto del regista progressista che straparla di solidarietà e di religione:
Gesù paragonato ad "una sculturina della crocifissione" e il medesimo Gesù è considerato "troppo lontano nel tempo".
Guardate questo video per vedere come questi vecchi tromboni, pseudo cattolici osannati dalla critica e da molti giornali cattolici siano diventati - ormai - degli apostati



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