La carica dei “blogging bishop”. (Ravasi batte Scola due a zero)
13 ottobre 2011 -
Sono ormai diversi gli uomini di chiesa che cedono alle lusinghe del Web. Non tutti però accettano la sfida della Rete fino in fondo. Molti si trincerano dietro siti ufficiali riempiti da omelie o noiosi comunicati stampa. Altri, invece, si buttano con più coraggio.
E’ il caso del cardinale Gianfranco Ravasi, capo della cultura vaticana, il quale, se ha perso al fotofinish con il cardinale Angelo Scola la “partita” per l’arcidiocesi di Milano, è tuttavia davanti a quest’ultimo sul Web. Su Twitter, ad esempio, è evidente che è Ravasi – @CardRavasi – a cinguettare in prima persona, come medium comanda, mentre la stessa cosa non la si può dire di Scola: non a caso l’ultimo tweet di @angeloscola era in terza persona: “Ultimo giorno del ‘Patriarca’ Scola a Venezia. Le immagini”.
In partenza per Bucarest per un nuovo incontro del Cortile del gentili dedicato a “Umanesimo e spiritualità” dove intende dialogare con non credenti partendo dalle riflessioni di Cioran e Ionesco, Ravasi ha aperto sul sito del Sole 24 Ore il blog Parola & Parole. Perché, dice citando il filosofo francese Jean Guitton, “quando uno non cerca più, perde ciò che ha trovato. Al contrario, più si trova, più si cerca”.
E così sul Web Ravasi cerca la propria dimensione anche se, spiega, “non sarà facile”. E ancora: “Questa generazione soffre la information overload e in questo tipo di comunicazione prevale l’esigenza dell’incisività”. Ma, dice Ravasi, “blog, attualità, esperienza personale e brevità sono le nuove buzz word della comunicazione, che cercherò di far mie”. E anche qui, rispetto a Scola, non c’è partita: angeloscola.it non è un blog, ma un sito di documenti, interviste, audio, video e foto.
Tra gli ecclesiastici, comunque, il pioniere resta un frate cappuccino sempre più di peso all’interno della chiesa americana, il cardinale arcivescovo di Boston Seán Patrick O’Malley, il primo uomo di chiesa appartenente al collegio cardinalizio ad aprire un proprio blog: cardinalseansblog.org è un florilegio di foto e vita. Le messe, gli appuntamenti in curia, le uscite sono raccontate minuto per minuto con centinaia di foto a supporto.
Negli Stati Uniti regge il confronto con O’Malley soltanto l’arcivescovo di New York, Timothy Dolan. Sul suo blog, “The gospel in the digital age”, si passa da post trattenuti e semiufficiali a uscite più dinamiche, come quando qualche mese fa pubblicò per la gioia dei suoi follower un attacco durissimo al New York Times.
Dolan, che ha sempre avuto la celebre columnist Maureen Dowd quale sua dichiarata nemica, se la prese col giornale “nel suo insieme” per l’atteggiamento “anti cattolico” tenuto sul caso di padre Lawrence C. Murphy, il prete pedofilo della diocesi di Milwaukee: “Lo so – scrisse sul blog – dovrei lasciar cadere la cosa. ‘Devi solo farci l’abitudine’, mi hanno consigliato in tanti. Il New York Times ‘è sempre stato così’. L’anticattolicesimo in loro ‘è così radicato che non sanno nemmeno ciò che stanno facendo. Quindi, dovrei lasciar stare’”.
Ma, tra i vescovi, la vera star del Web resta il canadese Thomas Dowd, ausiliare a Montreal. Oggi è il vescovo più giovane in circolazione. Ha 40 anni e da tempo ha un blog: Waiting in Joyful Hope. Thomas Dowd è per tutti “the blogging bishop”. Per lui stare in rete significa “portarsi ovunque il suo ufficio”, anche in visita pastorale. In Italia c’è poco di simile.
Nel 2009 fu un altro cardinale, l’allora arcivescovo di Torino Severino Poletto, a provare a reggere il passo coi tempi. “Carissimi, non avrei mai creduto di diventare alla mia età un blogger, ma nella mia lunga storia di prete e di vescovo ho sempre avuto la preoccupazione di annunciare Cristo e oggi ho l’occasione di farlo anche in questo ambiente molto frequentato”. Fu il suo primo e ultimo post.
Pubblicato sul Foglio martedì 11 ottobre 2011
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