Ringraziare Gesù
Sant'Alfonso Maria de Liguori raccomandava vivamente ai fedeli di intrattenersi un po' di tempo con Gesù dopo la Comunione, per ringraziarlo e per offrirgli affetti d'amore. Un giorno gli chiesero quanto tempo dovesse durare il “ringraziamento”. Egli rispose almeno un'ora. Ma i suoi interlocutori dissero che un'ora era troppo, avevano altri impegni... allora Sant'Alfonso propose almeno mezz'ora. Nuovamente gli risposero che era troppo. Con le lacrime agli occhi, il grande Dottore della Chiesa chiese che il ringraziamento durasse almeno un quarto d'ora. Non bisogna stupirsi, Sant'Alfonso era un uomo innamorato del Redentore Divino, e gli sembrava una cosa di gran profitto spirituale il colloquiare amorevolmente con Gesù Eucaristico.
Il Sommo Pontefice Pio XII (di gloriosa e immortale memoria), nell'enciclica “Mediator Dei” affermava: “L'azione sacra, che è regolata da particolari norme liturgiche, dopo che è stata compiuta, non dispensa dal ringraziamento colui che ha gustato il nutrimento celeste; è cosa, anzi, molto conveniente che egli, dopo aver ricevuto il cibo Eucaristico e dopo la fine dei riti pubblici, si raccolga, e, intimamente unito al Divino Maestro, si trattenga con Lui, per quanto gliene diano opportunità le circostanze, in dolcissimo e salutare colloquio. Si allontanano, quindi, dal retto sentiero della verità coloro i quali, fermandosi alle parole più che al pensiero, affermano e insegnano che, finita la Messa, non si deve prolungare il ringraziamento [...] Per cui, se si deve sempre ringraziare Dio e non si deve mai cessare dal lodarlo, chi oserebbe riprendere e disapprovare la Chiesa che consiglia ai suoi sacerdoti e ai fedeli di trattenersi almeno per un po' di tempo, dopo la Comunione, in colloquio col Divin Redentore [...] Al Divin Redentore piace ascoltare le nostre preghiere, parlare a cuore aperto con noi, e offrirci rifugio nel suo Cuore fiammeggiante. Anzi, questi atti, propri dei singoli, sono assolutamente necessari per godere più abbondantemente di tutti i soprannaturali tesori di cui è ricca la Eucaristia e per trasmetterli agli altri secondo le nostre possibilità affinché Cristo Signore consegua in tutte le anime la pienezza della sua virtù. Perché, dunque, Venerabili Fratelli, non loderemmo coloro i quali, ricevuto il cibo Eucaristico, anche dopo che è stata sciolta ufficialmente l'assemblea cristiana, si indugiano in intima familiarità col Divin Redentore, non solo per trattenersi dolcemente con Lui, ma anche per ringraziarlo e lodarlo, e specialmente per domandargli aiuto, affinché tolgano dalla loro anima tutto ciò che può diminuire l'efficacia del Sacramento, e facciano da parte loro tutto ciò che può favorire la presentissima azione di Gesù? Li esortiamo, anzi, a farlo in modo particolare, sia traducendo in pratica i propositi concepiti ed esercitando le cristiane virtù, sia adattando ai propri bisogni quanto hanno ricevuto con regale liberalità. Veramente parlava secondo precetti e lo spirito della Liturgia l'autore dell'aureo libretto della Imitazione di Cristo, quando consigliava a chi si era comunicato: "Raccogliti in segreto e goditi il tuo Dio, perché possiedi colui che il mondo intero non potrà toglierti".
Dunque, se il Vicario di Cristo consiglia ai fedeli di praticare il ringraziamento dopo la Comunione, significa che è davvero un bene per le anime. Non c'è un tempo minimo da osservare, tuttavia conviene non essere avari con Gesù, dopo tutto quello che ha patito per noi.
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