ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 14 dicembre 2011

I FEDELI PROTESTANO

ADEGUAMENTO LITURGICO A TORINO: I FEDELI PROTESTANO

di Francesco Colafemmina

Quello del Sacro Cuore di Maria a Torino è un mirabile esempio di chiesa di fine ottocento, venata di luminosi decori in stile art nouveau. Questa splendida chiesa il cui presbiterio è composto da un bell'altare sormontato dalla statua della Vergine, è stata improvvisamente votata dai monaci che l'amministrano al martirio dell'adeguamento liturgico. 

Leggiamo una sintesi di quanto sta accadendo: "Sono previsti dei lavori invasivi all' interno della chiesa: è stata abbattuta, col danneggiamento del basamento in pietra verde, la balaustra che delimita la zona presbiterale, e verranno realizzati altare, trono e un ambone futuristico, tutto in marmo bianco e acciaio corten, materiali costosissimi, con inevitabile spreco di molto denaro in un momento così critico per il paese. E' un progetto faraonico che non solo stravolge la chiesa, ma che soprattutto non ci appartiene e sul quale non è stato informato nessuno. Oltre a ciò verrà collocata una croce dorata sospesa e verrà rifatto l'impianto acustico. In questo contesto l'interno della chiesa appare degradato in molti punti."

Sul bollettino parrocchiale la triade monastica che regge la chiesa spiega il progetto in questi termini: "Un altro obiettivo importante è quello di riequilibrare il messaggio iconografico riconducendolo verso la centralità del mistero pasquale di Cristo. Per fare questo abbiamo pensato all’immagine dell’Agnello di Dio, scolpita sull’altare e in asse con una nuova croce in metallo dorato sospesa sul fondale e con la grande statua di Maria già esistente.(...) È una croce gloriosa, senza il crocifisso, perché la figura di Cristo è già centrale nell’altare, con l’immagine dell’Agnus Dei."


Antimarianesimo ed esposizione della Croce priva della raffigurazione del Cristo con i segni della passione vanno solitamente a braccetto. Conviene tuttavia ricordare quanto affermato da Institutio Generalis Missale Romanum, n.308: "vi sia sopra l’altare, o accanto ad esso, una croce, con l’immagine di Cristo crocifisso, ben visibile allo sguardo del popolo radunato."

Andiamo oltre nella descrizione dello scempio: "Formalmente abbiamo immaginato questo luogo come un assemblaggio di volumi semplici, intersecati tra di loro: i parallelepipedi dei gradini in acciaio corten o ferro pre-ossidato, il cubo su cui sta il lettore, la lastra di marmo bianco della proclamazione. Essi si presentano come un agglomerato di elementi chiaramente altri rispetto al contesto dell’architettura del Ceppi; ma è proprio in questa relazione di diversità che essi testimoniano da un lato, la chiara leggibilità dell’intervento, e dall’altro la presa di coscienza della necessità di un adeguamento liturgico, inteso anche come senso di fedeltà al Concilio."

La discontinuità, dunque, la rottura, si concretizzano nella disomogeneità stilistica ed estetica, nella dislocazione del bello. Qui, scusatemi se lo dico francamente, ma oltre alla demenzialità dei chierici c'è l'evidente lavorio dell'ideologia, più forte di qualsiasi sensibilità estetica e di qualsiasi aderenza al magistero.  Siamo, insomma, alla solita solfa. Ma ancora una volta, dopo il caso di Reggio Emilia, anche qui i parrocchiani cominciano a protestare:

Via Mogari, la protesta entra in chiesa

Sacro Cuore di Maria: parrocchiani contro parroco sul nuovo presbiterio

Chiesa del Sacro Cuore: i fedeli contro il parroco

"Si tratta solo di un'interpretazione del Concilio - obietta un parrocchiano, Fabrizio Antonielli - dettata da questa sorta di mania di rendere tutto popolare: ma c'è sempre stato un recinto sacro intorno all'altare a testimoniare che è uno spazio diverso e anche Benedetto XVI ha una visione più tradizionale della liturgia"(La Stampa - 8 dicembre 2011).

Il progetto costerà circa 60.000 euro - se ho ben compreso. Ma, al di là delle cifre, resta lo stigma ideologico dell'iniziativa. Pertanto ho deciso di fare una ricerca sulla "Fraternità monastica diocesana" che amministra la chiesa. Non è stato così difficile trovare un documento redatto dal parroco della chiesa, fr. Jean Tefnin,che si esibisce nella disamina dei rapporti fra Gaudium et spes e movimento New Age. Sì, avete capito bene. Di seguito alcuni estratti:

"La New Age, dal canto suo, punta alla pienezza dell’uomo attraverso la sua totale autorealizzazione: ciò avverrebbe con il trascendere, in un ripiegamento su se stessi, la propria coscienza personale (mediante miti, sogni, simboli, tecniche meditative) per poi accedere all’unità del cosmo e «fondersi» con e in Dio. La New Age vuole suscitare una nuova «coscienza» attraverso la fusione di tutte le coscienze individuali in una «coscienza olistica globale e universale». A livello storico è sicuramente significativo notare che, in coincidenza del periodo di stesura dei documenti conciliari, la controcultura degli anni ’60 diventava il luogo della prima «formalizzazione» della New Age. Le rivolte studentesche, il cammino pacifista, l’esplosione delle culture hippies diedero vita ad un fronte comune da cui si sono poi sviluppate le due grandi tendenze interne alla New Age: quella dell’impegno politico diretto sui temi della guerra, dell’emancipazione femminile, dei diritti civili, dei sindacati e quella della ricerca individuale di una propria identità al di fuori o ai margini della società, attraverso la sperimentazione di nuove terapie e religioni, di esperienze ipnotiche-mistiche, dell’espansione della propria coscienza attraverso l’uso di ogni tipo di droga. (...) Contemporaneamente la Gaudium et spes spalanca nuovi spazi ai credenti rivitalizzando il rapporto Chiesa-mondo attraverso una profetica visione solidaristica che comporterà una riflessione su temi inerenti la dimensione socio-politica, una riflessione così incisiva da rinnovare il senso e lo stile della missione stessa della Chiesa. (...) Thimothy Radcliffe, a livello ecclesiale, ritiene necessario un recupero dell’equilibrio tra l’autorità della tradizione (gerarchia), quella della ragione (pensiero teologico) e quella dell’esperienza (del popolo di Dio nel mondo): equilibrio attualmente sbilanciato, perché sembra esistere solo la prima autorità. Ma queste priorità, al di là del contesto storico ovviamente modificato, altro non sono che il rilancio delle attese e delle sfide della Gaudium et spes…"

Padre Tafnin pur rigettando, in conclusione, le derive recenti della New Age, non esita ad affermare che New Age e Gaudium et spes sono espressione dello stesso anelito messianico (per il quale conviene rileggere le riflessioni di Virion nel mio precedente articolo) volto al rinnovamento dell'uomo. Ma mentre la New Age è entrata nel circolo vizioso del narcisistico auto-soddisfacimento dell'uomo, laGaudium et spes è ancora attuale perché auspicherebbe il superamento della guida dell'autorità tradizionale.

Tefnin - vale la pena ricordarlo - è uno psicologo, ed è anche esperto di Yoga e pratiche meditative...

Questo modo di pensare, per quanto diffuso, è tuttavia indice di una ermeneutica non certo della continuità, come vorrebbe il Papa, bensì della rottura; di istanze e prospettive vecchie, ammuffite, superate. E' pervaso da quel "messianismo dell'avvenimento", del superamento del passato che giustifica ideologicamente la cesura netta con tutto ciò che incarna quel passato. Le balaustre diventano così segno di distanza fra clero e popolo, l'altare antico espressione di una Chiesa incentrata sull'autorità della tradizione, chiusa nei suoi pizzi e merletti e per nulla aperta al sociale (par di capire dalla relazione di Tefnin che carità e solidarietà non fossero presenti nella Chiesa pre-conciliare). Dunque in questo cortocircuito noetico è naturale che si spendano 60.000 euro per svellere i residui del passato piuttosto che per quella solidarietà e carità tanto decantata a parole.
E' dunque un problema non di incoerenza o di ipocrisia, ma di condizionamento psicologico. L'ideologia può più della naturale propensione a praticare il Vangelo nel quotidiano. Paradossalmente si ritiene che per praticarlo meglio valga la pena buttare dei soldi in un'opera di iconoclastia simbolica.


Cari Parrocchiani della chiesa del Sacro Cuore di Maria a Torino, non ho il piacere di conoscervi e non so quanti di voi potrebbero condividere le mie idee in materia di arte e architettura sacra. Pure, so che il coraggio di alcuni di voi è encomiabile. Ed è encomiabile la battaglia che vi apprestate a dare contro l'ideologia vetusta e tarlata dei membri della Fraternità Monastica Diocesana Torinese che governano la vostra chiesa. Combattete, dunque, senza ricorrere alla burocrazia ecclesiastica o governativa. No, loro non vi ascolteranno. Combattete con la preghiera e la devozione. "Occupate" pacificamente la chiesa come facevano gli operai negli anni '60 tanto cari a certi preti antiquati... occupate quei luoghi che vogliono sottoporre all'adeguamento liturgico e con la preghiera diventerete testimonianza di continuità. Recitate tanti santi rosari davanti alla Vergine, quei rosari che a quanto pare non piacciono tanto ai vostri monaci... Recitate rosari e siate pazienti. Il Signore vi ascolterà!

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