ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 15 dicembre 2011

La croce misteriosa

Ecco la croce: in Duomo viene esposta per un giorno, poi nascosta
Fatta togliere dal vescovo

di Andrea Zambrano


REGGIO EMILIA (15 dicembre 2011) -
Se fossimo in un romanzo di Dan Brown saremmo al capitolo della croce misteriosa nei sotterranei della Cattedrale. Gli ingredienti ci sono tutti: il mistero sulla sua esistenza, il dubbio sulla sua esposizione, il dilemma sul suo significato simbolico. Dopo le polemiche emerse a seguito della pubblicazione del bozzetto della croce di Nagasawa, il vescovo Adriano Caprioli  aveva deciso che non fosse opportuno esporre la croce dell’artista giapponese. Anche perché completamente avversa alle prescrizioni del Messale. Ma evidentemente qualche “disubbidiente” monsignore di curia aveva la smania di esporla a tutti i costi e così l’opera, una barca da cui si innalza un alberello di palma, il tutto riflesso specularmente per rendere la forma di croce latina, ha fatto la sua comparsa il 19 di novembre in Cattedrale, quando il tempio era rimasto chiuso per le prove generali dell’inaugurazione del giorno dopo. Ne è nato un tira e molla abbastanza sconveniente. “La mettiamo”. “No, non la mettiamo”. Al che, il vescovo, come Alessandro Magno ha tagliato il nodo di Gordio sedando la lite da sagrestia: “Basta, la croce non si esporrà”. Così è stata smontata, tra i mugugni di qualcuno e ora è nascosta, appunto, e qui entra in scena Dan Brown, da qualche parte nel palazzo vescovile.

Il  Giornale di Reggio  però oggi è in grado di svelarvela per la prima volta nella sua configurazione originale. Come detto è una croce gloriosa, dunque senza crocifisso, come invece prevede il Messale. E qui sta forse la cosa più curiosa. Assodata infatti la impossibilità di esporre quel tipo di opera perché vietato da normative liturgiche ben precise, perchè si è proceduto comunque alla realizzazione del manufatto in bronzo? Ben sapendo insomma che l’opera era a rischio “censura”, perché si sono spesi soldi, almeno 20-25mila euro e si è coinvolto quel determinato artista, quando ancor prima della decisione del vescovo si sapeva già che si agiva in spregio alle leggi della Chiesa? Anche questo è un mistero che sarebbe opportuno risolvere. Sempre che non lo faccia Dan Brown al posto di qualche responsabile.

MELLONI: SARA' PRESTO INSTALLATA -
60mila euro solo dalla parrocchia per l’altare del Duomo. Almeno 20-25mila € per la croce di Nagasawa. Più 30mila € per le seggiole al posto dei banchi. Certo, gli artisti hanno lavorato gratis, ma forniture, trasporto e montaggio, questi no, si pagano. La parrocchia della Cattedrale ha scritto sul bollettino di aver donato 60mila euro come contributo. Dunque, se si tratta di un contributo è ipotizzabile che i costi vivi siano stati ben maggiori. Quanti? Di certo, con le tre cifre che abbiamo fatto, anche se alcune aleatorie, superiamo abbondantemente i 100 mila euro. Per essere l’arte povera tanto elogiata da  Alberto Melloni  sul  Corsera , non c’è male. A proposito di Melloni, che quando parla sembra l’oracolo di Delfi. Nell’articolo dice che la croce «palmata» (dunque lui l’aveva già vista?) presto sarà collocata in Duomo. Ma come? Vuoi vedere che quietatesi le acque ce la troveremo davanti? Significativo poi che Melloni derubrichi i dubbi sollevati da tanti a «trascurabile irritazione di qualche comare del luogo e dell’immancabile monsignorino che viene da Roma», omettendo però, non si sa se per pigrizia o per timore, di fare i nomi e i cognomi. Ecco, per aiutare l’oracolo della scuola di Bologna, che a Reggio viene ascoltato più del Papa, li facciamo noi. Melloni, la cui acredine si può comprendere solo dopo aver riletto “La volpe e l’uva” di Fedro, si riferiva a Padre  Michael Lang  e a don  Nicola Bux , che sono “soltanto” consultori del Papa per la liturgia e nei quali evidentemente il pontefice nutre fiducia.

(a.z.)

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